Game 70: Charlotte Hornets @ New York Knicks 101-124

 
Nella giornata della festa dedicata a San Patrizio, dagli States (in particolare a Boston) all’Irlanda, paese nel quale Patrizio svolse il suo ruolo d’evangelizzazione a qualsiasi remoto luogo nella galassia dove sicuramente non lo conosceranno e saranno presi da altri problemi, gli Hornets si spingevano a nord verso l’arancione New York nella più famosa Arena della Terra (MSG), dopo aver espugnato Atlanta.
Se New York è orange (retaggio olandese), il colore successivamente abbinato a Patrizio fu il verde (prima era il blu), la tonalità cromatica della speranza.
Scendere nel cosiddetto “Pozzo di San Patrizio” per scoprire quale corrente di pensiero fosse vera:
Posto pieno di ricchezze o luogo metaforicamente inutile perché le energie profuse non lo riempiranno mai era il destino degli Hornets nella notte che, non avendo più nulla da perdere ormai, provavano a strappare il vantaggio nella serie (attualmente sull’1-1) ai Knickerbockers che dopo l’infortunio di Porzingis sono crollati (1-9 solo nelle ultime 10 partite con 9 sconfitte di seguito da interrompere), complice l’impossibilità di raggiungere i playoffs senza l’Unicorno.
Out anche Noah insieme all’ex Courtney Lee, sulla carta gli Hornets avrebbero dovuto vincere nonostante Thomas, dato per out fosse della gara e il quintetto dei Knicks avesse comunque valori, invece ne scaturiva una serata frustrante per Charlotte.
La partita stava tutta nelle motivazioni.

Batum dopo la tripla doppia ad Atlanta si è fermato a due punti. Il dolore al tendine d’achille sinistro l’ha fatto uscire anzitempo.
Vedremo se sarà disponibile per la prossima gara contro Philadelphia martedì notte.

Gli Hornets, squadra mediocre, appagata dalla vittoria ad Atlanta decideva di giochicchiare senza spendere tantissime energie (da parte di qualcuno), crollava con la panchina nel secondo quarto mentre i Knicks giocavano con voglia per spezzare la lunga serie di sconfitte.
I nostri titolari non riuscivano a far risalire la squadra e nel finale di terzo quarto il divario diveniva imbarazzantemente ampio (sui 30 pt.) con la panchina lasciata in campo per valutarne pregi e difetti (Bacon diveniva così top scorer di serata con 15 pt.).
Una serata buona al tiro per la squadra di Hornacek e una gara molto più storta della torre di Pisa da parte degli Hornets che confermavano definitivamente la non partecipazione ai playoffs.
Tim Hardaway Jr. era l’unico Knicks tra i titolari a finire in doppia cifra con 25 punti ma la panchina dei Knicks dava una ano surclassando quella degli Hornets; 15 punti Ntilikina, 14 Burke, 13 Troy Williams e 12 per I. Hicks, ex Charlotte, fatto passare per semi-fenomeno nella notte…
Se le rubate e le stoppate (rispettivamente 7 e 5) sono state pari, la gara a rimbalzo è stata vinta dai Knicks con 50-56 catturati.
Anche le altre stats sono a favore dei locali con 11-24 negli assist, 8-13 nei TO per non parlare delle percentuali con un 36,7% dal campo contro il 49,0%, un 27,3% da tre punti contro il 46,2% mentre solo ai liberi Charlotte è tornata sopra con l’81,3% vs il 77,8% battendone anche di più.
 
La partita cominciava con Howard capace di portare la palla a due nella nostra metà campo, sul primo attacco però MKG, dopo il 5/5 dal campo con Atlanta, mancava un gancetto contro Beasley mentre sull’azione successiva di Charlotte Hardaway Jr. commetteva fallo su Williams che dopo lo 0/3 ai liberi ad Atlanta ne infilava due (11:04) per il vantaggio. Iniziava a verificarsi un botta e risposta; al 2-0 Hornets rispondeva Kanter nel traffico, Howard dalla media destra con un banker batteva Kanter, quindi Mudiay, MKG a 9:30 in entrata a superare anche il tentativo d’aiuto in stoppata di Kanter, Beasley in area oltre Marvin anticipava un’entrata di Howard con contatto frontale su Kanter e Thomas, la palla era rilasciata quasi senza parabola ma sbattendo al plexiglass finiva dentro, in ultimo si assisteva al canestro di Hardaway Jr. prima che gli Hornets spezzassero questo trend. A 7:26 Williams in mismatch segnava con un turnaround, poi, dopo l’errore di Kanter al tiro, Batum faceva volare Howard in alley-oop per il 12-8.
Una palla sottratta da Mudiay a Williams però riportava a -2 i locali dopo la transizione della stessa PG.
Beasley potrebbe pareggiare dopo aver ormai battuto Williams ma da pochi passi dal traguardo vedeva la sua conclusione esser spazzata via alla grande dallo scudo protettivo di Howard.
Un push pass verticale per MKG in taglio sulla linea di fondo con tentativo in reverse era buono per guadagnare due FT che erano splittati (5:05) così New York si riavvicinava con Hardaway Jr. Kemba in transizione dava spettacolo fintando un passaggio indietro senza arrestare la corsa, la torsione con accompagnamento del fianco destro e del medesimo braccio dava l’impressione del pass, Ntilikina non abboccava ma Kemba era bravo comunque a depositare l’artistico appoggio a 3:55 dalla prima sirena.
A 3:16, dopo un paio di rimbalzi offensivi, Williams tornava in lunetta per realizzare il 17-12 prima che l’”ex” Hicks segnasse in dunk sotto canestro ben pescato.
Batum passando il blocco alto di Howard si spingeva sino all’appoggio di destro in uno contro uno
Pagelle a 2:15 ma Ntilikina realizzando da fuori consigliava a Clifford un time-out a 1:50.
Undici secondi più tardi un put in dunk di Howard anticipava due liberi dell’ex Hicks, si finiva così il quarto con le triple di Kaminsky (frontale) e di Hardaway Jr. dalla diagonale destra trovando spazio in caduta.
24-22 era il punteggio finale di primo quarto.

Batum contro Hardaway Jr.
(Julie Jacobson/AP)

 
La seconda ondata da 12 minuti iniziava con Troy Williams a guadagnare due punti per i newyorkesi, Kaminsky a 11:14 rispondeva con un bello spin uno contro uno a sx che finiva con la mancina dopo un rimbalzo sul ferro.
Ritrovato il vantaggio gli Hornets si arrestavano, Ntilikina con 4 punti portava per la prima volta sopra New York che dilagava segnando anche con Troy Williams da oltre l’arco (26-31).
La difesa iniziava a fare acqua, Clifford se ne accorgeva e cercava di porre rimedio chiamando un time-out ma nonostante a 9:14 (dieci secondi dopo il rientro sul parquet) Frank andasse a segnare due liberi, Burke colpiva nuovamente da oltre l’arco e a 8:46 arrivava un altro time-out.
Il problema di Charlotte però era la panchina che interpretava male la difesa, così, anche se Monk sceglieva un ottimo momento per piazzare la tripla del riavvicinamento e difendeva bene sull’azione seguente, si auto-invogliava troppo al tiro finendo per mancare tre triple in un paio d’azioni.
Nel mezzo una potente correzione di Troy Williams a una mano e a 6:23, dopo le bombe mancate del nostro rookie, era Burke a battere il nostro numero 1 in entrata.
Ci provava Lamb a non far perder contatto ai nostri con una tripla che a 6:10 valeva per il 36-40 e con un’entrata in cambio direzione con contatto nel pitturato di Kanter sul floater.
Canestro +T a bersaglio per il 39-40 ma un assist di Ntilikina per Burke segnava la ripresa delle realizzazioni pesanti newyorkesi.
Tripla alla quale seguiva il canestro di sinistro di Beasley di sinistra oltre Lamb.
A 4:35 Bacon era atterrato in volo sul tentativo d’appoggio con un laccio californiano da Burke che prendeva un flagrant 1.
Due liberi a segno ma errore sull’extra possesso di Walker. Hardaway batteva Bacon nonostante il tentativo di difesa e quando T. Williams andava a segnare in transizione i ragazzi di casa andavano sul +9 (41-50) costringendo Clifford all’ennesima pausa (3:38).
Gli Hornets erano in difficoltà, Howard era stoppato da Kornet ma MKG su una transizione non bella ma efficace riduceva lo scarto aiutato da Kemba che sull’azione seguente spingeva l’entrata a destra per appoggiare il 45-50 nel traffico.
T. Williams tentava d’affondare un alley-oop a una mano ma schiacciava fuori dal cesto, tuttavia Burke sull’azione successiva batteva la nostra difesa con l’entrata veloce senza aiuti sotto canestro.
Kornet si permetteva anche il lusso di realizzare da fuori il +10 Knicks anche se Howard lottando sotto canestro accorciava facendoci tornare a uno svantaggio in singola cifra.
Hardaway Jr. infilava due FT a :28.6 (2° fallo Marvin Williams) ma a :06.3 Kaminsky chiudeva il primo tempo con un’entrata da destra dove faceva valere fisico, altezza e coordinazione in mezzo a tre uomini; canestro in appoggio più FT a segno per il 50-57 finale.
 
Dopo il ristoro, i Calabroni entravano in campo un po’ appesantiti, infatti, i tap-in di Kanter e Beasley erano visti dai nostri ancorati sul parquet. Kanter con un soft touch ci spediva anche sul -13.
Gli Hornets segnavano i primi due punti a 9:42 con Williams ai liberi, Mudiay replicava a 9:15 splittando i suoi (Howard foul in close out), ma arrivava il tempo del crossover di Walker che penetrava quasi sotto canestro per servire Williams con in passaggio saltato di sinistra nel traffico, a quel punto per il nostro numero due era abbastanza semplice appoggiare il reverse.
New York non mollava la presa e un passaggio verso Hardaway Jr. sulla sinistra non trovava MKG pronto a chiudere per tempo, così la bomba costava il 54-67.
MKG servito da Kemba in transizione provava ad andar su per la schiacciata in corsa ma Beasley lo stoppava.
Gli arbitri chiamavano due FT tra i fischi del pubblico ma rivedendo l’azione, nonostante la stoppata pulita si notava l’altro braccio piegare la testa di MKG.
Il 2/2 ci riportava solamente sul -10 (57-67) ma nonostante il minimo sforzo di Charlotte con la tripla di Kemba a 7:15 (dopo essersi spostato per mezzo di una finta oltre Mudiay sulla diagonale sinistra) vedeva tentare una conclusione dal palleggio di MKG e una da lontano di Howard, due situazioni non ideali che non davano frutti.
A 6:10 Mudiay in tap-in e una successiva transizione di Kanter sulla quale MKG commetteva anche fallo regalando la giocata da tre punti, aprivano il baratro per la squadra del North Carolina.
A 5:51 dal termine del terzo quarto con 13 punti da recuperare gli Hornets non si salvavano in stoppata con MKG su Mudiay ma sull’azione seguente nessuno riusciva a bloccare la corsa di Hardaway Jr. che anzi, ottenendo anche il libero aggiuntivo ci faceva crollare sul 60-76.
Kemba a 5:08 aveva l’ultima reazione utile con una tripla rapida sulla quale Kanter non riusciva a rispondere con i tempi giusti.
A 4:24 segnava O’Quinn, Lance Thomas dalla sinistra infilava una tripla nonostante la sporadica risposta di Howard che colpiva abbastanza incredibilmente dalla sinistra con un lunghissimo due punti, il controllo del match era ormai nelle mani della squadra di Hornacek.
Gli Hornets andavano completamente fuori giri quando Williams battendo le mani indicava a un arbitro di svegliarsi e beccandosi un tecnico lasciava ai Knicks tre punti dalla linea a 3:02 (-19).
Marvin tornava in panca, gli uomini sul parquet invece osservavano sbandando la schiacciata del Williams newyorkese e il piazzato di O’ Quinn.
Clifford mandava in campo l’applaudito Hernangomez ma il quarto finiva con la tripla di Hardaway e il jump shot di Hicks che portava a un solo punto dai 100 i locali.
Gli arancioblù conducevano 67-99 dopo tre quarti…

Bacon all’assalto.

 

 

Damyean Dotson dei Knicks contrastato da Willy Hernangomez.

 

 
L’ultimo quarto era puro garbage time… detto provocatoriamente la NBA dovrebbe dare la possibilità della resa quando le partite vanno in questo modo per risparmiarsi inutili minuti, comunque sia i locali per un po’ trovavano ancora continuità e fluido magico nelle mani, poi entravano le panchine profonde e negli Hornets anche Monk dopo esser stato disastroso al tiro iniziava a segnare qualche canestro, Hernangomez metteva una tripla e Bacon ne infilava un paio di fila per accorciare sul 92-117 finendo per tentare anche una schiacciata fermata da Kornet.
Era sempre lui nel finale a spingere finendo anche per fornire l’assist con il quale Hernangomez svitandosi nel centro del pitturato segnava il centounesimo punto.
Finiva 101-124 per i locali in una partita tra le peggiori, se non la peggiore dell’anno per Charlotte che avrà ancora 12 partite da giocare da onorare meglio di così…
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
10 pt., 1 rimbalzo, 2 assist in 24 minuti. Dispensato da Clifford, come tutti i titolari dal giocare il finale, finisce con un 4/10 dal campo e un -13 di plus/minus. Uno de pochi a tentare qualche reazione anche se non sempre sembra fare la cosa giusta. New York è dove ha iniziato e fa vedere un paio di giocate da playground (un canestro e un assist saltato) da vecchi tempi che valgono almeno mezzo punto in più.
 
Batum: 5
2 pt., 8 rimbalzi, 2 assist. Qualche guaio fisico al tallone sinistro e non rientra in campo. Vedremo di che cosa si tratti esattamente. Molto attivo a rimbalzo difensivo (8 in 25 minuti), non è però altrettanto bravo alla conclusione. Il suo 1/7 è pessimo e anche gli assist sono nettamente sottomedia.
 
Kidd-Gilchrist: 5
8 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Frustrato. 2/5 dal campo e 4/6 ai liberi. Va a stoppare l vetro Mudiay alla grande ma lascia spazio sulla sinistra per la tripla. ‘ un esempio ma è per sottolineare che fatica su certi close out. L’arrivo nel pitturato d Howard avrebbe dovuto far distendere sul perimetro meglio la squadra, invece… Lui ci prova con energia ma non sempre le cose gli vanno bene, stoppato anch’esso non demorde ma il plus/minus è di -13.
 
M. Williams: 5
10 pt., 7 rimbalzi, 1 stoppata. Non basta il cerotto sopra l’arcata sopraccigliare. Ci sarebbe voluta una pezza grande come un tendone per aiutare il team questa sera. Continua il suo periodo d’appannamento (salvo Atlanta) sparando con un 2/8 dal campo. Triple storte e difesa sulla quale spesso si fa battere non tentando molto. Difesa di posizione che spesso non serve. Realizza un 6/6 ai liberi ma la gara, nonostante i rimbalzi in 23 minuti non è bella.
 
Howard: 5,5
14 pt., 13 rimbalzi, 1 stoppata. Serata non semplice contro Kanter che non lo lascia dominare. Lui fa il suo ma non benissimo con un 6/17 dal campo. Va comunque in doppia doppia e la squadra tiene più con lui che con altri lunghi.
 
Lamb: 5
6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. Jeremy ha una fiammata poi si spegne faticando anche in difesa. Regala un’azione da 4 punti e prende un -36 di plus/minus. 2/7 dal campo…
 
Kaminsky: 6
12 pt., 2 rimbalzi, 1 rubata. In difesa lo battono anche quando si sforza, in attacco si procura qualche libero con esperienza (5/7) e mette dentro un paio di conclusioni da giocatore di buon livello.
 
Monk: 4,5
12 pt., 5 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Gli stavo per assegnare 3,5… alzo di un voto perché anche a partita andata non molla e infila due triple ma prima era a 1/8 da tre… Finisce con 3/12 e ancora molto da imparare su ritmi e difesa. Passo indietro in una serata storta per la squadra.

La shot chart di Monk.

Bacon: 6
15 pt., 1 rimbalzo, 3 assist, 2 rubate. 6/10 al tiro. Come Monk segna nel garbage time. Non riesce a chiudere un paio di tiri che iniziano a scavare la buca nel secondo quarto. Si vede nel finale, ma è tardi.
 
Graham: 6
3 pt., 1 rimbalzo, 1 assist in 16 minuti. 6 politico, stessa cifra del suo plus/minus. Difficile valutarlo in una serata così negativa, comunque, nonostante abbia perso minutaggio, fa il suo.
 
Hernangomez: 6,5
9 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 2/2 dal campo e 4/4 ai liberi. Il punteggio è dispari perché si toglie lo sfizio di realizzare una tripla dalla diagonale sinistra. Buona partita anche se ormai compromessa. Applaudito dagli ex tifosi, è uno dei più positivi.
 
Stone: s.v.
0 pt. (0/0). Tocca il parquet.
 
Coach S. Clifford: 5
I time-out li chiama correttamente ma la prova psicofisica della squadra è nera. Tenerlo ancora come allenatore? Mah… se non riesce a motivare il gruppo…

Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.