Game 70; Charlotte Hornets Vs San Antonio Spurs 91-88

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Sottotitolo; ReaziHornets
Lamb aggressivo a rimbalzo.

Lamb aggressivo a rimbalzo.

 

La teoria del tutto, la teoria delle stringhe.
Metamorfosi continua atomi, elettroni che orbitano intorno al nucleo composto di protoni e neutroni, quark ancora più piccoli all’interno e stringhe (anelli di energia vibrante) ipotetiche più che ultramicroscopiche sulle quali s’indaga sono mistero avvolto nell’oscurità andando in profondità ma mai come quello che porta nel gene questa incredibile squadra.
Forse ha bisogno di essere stimolata e di subire per tirare fuori una reazione dirompente.
Pensare che in avvio di secondo quarto i Calabroni si trovassero drammaticamente sotto 7-30 era impensabile ma veritiero.
No, non è un errore di battitura, gli Spurs stavano dominando ma la squadra padrona del campo a un certo punto è stata colta alla sprovvista da quella sottomessa che con la panchina ha iniziato a dare i primi segnali di combattimento, poi anche diversi titolari si sono fatti trascinare da compagni e pubblico (un ambiente ormai elettrificato), una volta stringato l’aggancio, l’intensità difensiva è aumentata e quando siamo punto a punto, ormai è un’impresa batterci tra le mura amiche.
L’unica maniera era quella di metterla sull’intensità difensiva, gli Hornets, un po’ tardi l’hanno fatto e aiutati da un Lin nel finale, folletto eroico, nonostante la serata no di Kemba, hanno risolto la situazione.
 
Spurs con lo starting five ideale; Parker, D. Green, Leonard, Aldridge e Duncan, Charlotte con il solito quintetto; Walker, Lee, Batum, M. Williams, C. Zeller.
Lee in appoggio.

Lee in appoggio.

 
Partenza a razzo di Batum che sorprende Leonard, s’incunea in area e toccato riesce comunque a lasciar andare un pallone che finirà nel fondo del secchiello, peccato per il libero mancato, Hornets comunque sul vantaggio di 2-0 che durerà lo spazio di pochi secondi; i texani aprivano con Parker sulla baseline sinistra, dove si apriva sulla media Aldrdige che segnava il piazzato.
Marvin sbagliava, Cody prendeva il rimbalzo ma Lee sparava il primo air-ball di serata, così a 10:53 senza esitazioni colpiva Leonard dalla distanza e gli ospiti passavano in vantaggio di tre punti, Batum dall’altra parte invece di pareggiare con la tripla fendeva solo l’aria con il suo tiro, San Antonio si affidava a Parker che passava dietro a una nube cosmica di blocchi anche involontari dei nostri e segnava in sospensione il 2-7.
A 10:09 uno dei rari canestri del primo quarto, ancora Batum per il 4-7, San Antonio però aveva la ricetta perfetta per l’attacco e gli Hornets non riuscivano a fermarli, anche quando raramente sbagliavano raccoglievano il rimbalzo; era il caso di Parker cha a 8:30 da una seconda possibilità realizzava il 4-11.
A 8:14 da uno scarico di Marvin da sotto, Zeller riusciva a ritagliarsi lo spazio per schiacciare il sesto punto di Charlotte, da lì gli Hornets si appannavano, costretti a tirare spessissimo contrastati, Kemba subiva Parker e la squadra di Popovich era capace di produrre un parziale di 11-0 (ultimo canestro di Aldridge nella vernice) che utilizzava per portarsi sul 6-22. Jefferson interrompeva la corsa degli Spurs ma solo con un punto.
Il fallo di Ginobili su Big Al serviva solo a far salire a 7 Charlotte (secondo libero a segno), la french connection di San Antonio però iniziava a macinare nuovamente gioco; Diaw sulla corsa per Parker che al volo segnava da sotto dopo essersi infilato bene tra le divise bianche.
Un altro air-ball di Batum e un errore di Jefferson parlavano chiaro, Hornets 20% al tiro, Spurs 53%…
West chiudeva con l’ultimo canestro utile il quarto, anche perché Charlotte metteva a referto altri due air-ball (Walker e Jefferson che segnava anche, ma il canestro era annullato per un tocco/stoppata di West e data una palla a due), sulla sirena segnava Lamb che prendeva il rimbalzo e tirava subito, non abbastanza velocemente però da battere anche la luce rossa.
Il disastroso primo quarto andava quindi in archivio sul 7-28.
Il secondo periodo iniziava com’era finito il primo, ovvero con un canestro di West che costringeva Clifford all’immediato time-out da 20 secondi.
Con la panchina Charlotte cercava la risalita. In particolare i due Jeremy erano in palla; Lamb stoppava alla grande il numero 1 degli Spurs mentre a 11:09 Lin segnava su scarico di Jefferson da posizione frontale.
Tre punti più fallo per tocco di West e Hornets sopra gli undici con un gioco da 4 punti (11-30).
Mills con un lungo e preciso jumper dalla diagonale sembrava mandare un messaggio a Charlotte, l’incubo del non rientro in partita non era un’opzione ancora contemplata dalla panchina di Charlotte che vedeva Lamb ancora protagonista in difesa. Stoppata precisa su Ginobili.
Due punti di Lin segnavano il raggiungimento della metà dei punti rispetto a quelli degli ospiti (16-32), Lee inoltre anticipava un passaggio per West e correva in transizione appoggiando a destra del vetro il diciottesimo punto.
A 7:20 Lin svolazzando in salto cambiava un po’ la modalità d’appoggio per evitare la stoppata, erano comunque due punti per salire a quota 20.
Leonard ci provava due volte su Lee, la prima volta nulla da fare, la seconda del pitturato andava meglio per l’ala piccola degli Speroni che subivano però il canestro di Kaminsky a 5:54, apertura lunga di Lin da metà campo in diagonale e per il tank bastava l’appoggio.
Gli Spurs provavano con il rientro lunghi ad avvantaggiarsi Duncan e Aldridge segnavano intervallati da Batum, a 4:28 però Green si appoggiava con l’avambraccio sull’anca di Batum mentre il francese era impegnato al tiro.
Tre liberi tutti dentro e Hornets che tornavano sul -11 (27-38). Aldridge dalla media era più che un fastidio, rispondeva Cody che tirava corto, ma intuiva di non aver dato forza al pallone e correndo in avanti era il più lesto a prendere il rimbalzo e ad appoggiare il 29-40.
Cody però subiva un canestro da Duncan che riceveva sotto, il nostro centro teneva una posizione più avanzata a centro area ma il pallonetto lo scavalcava e non gli riusciva per tempo utile il rientro.
Parker segnava andando via in penetrazione sulla destra e con il suo classico allungo al vetro batteva anche Kaminsky. Hornets di nuovo nel baratro quando subivano una tripla dalla diagonale di Martin.
Finalmente si vedeva Kemba in una delle sue rare belle giocate nella notte; blocco alto di Marvin, via, subito dentro, difficoltà nel rimanere in piedi, ma palla ritrovata e appoggio a contatto con il corpo di Duncan che dava l’effetto tre punti. Spurs avanti di 19 a :40.3 con Duncan che dalla lunetta sbagliava il FT aggiuntivo, a portare le distanze sul -15 era Lin che con una drive e un tiro dal pitturato dopo l’arresto, in collaborazione con il ferro amico, mandava le squadre negli spogliatoi sul 36-51 Spurs.
Batum e Jefferson raddoppiano su Ginobili.

Batum e Jefferson raddoppiano su Ginobili.

 
A introdurre la ripresa, una difesa degli Hornets più aggressiva; Cody compiva una “deflection”, Green quasi ai 24 era costretto al tiro ma con Lee addosso, air-ball anche per gli Spurs, Kemba non ne approfittava facendosi stoppare in malo modo da Duncan però.
A 11:26 pensieri in libertà sul tiro di Zeller, ovvero come prendersi un tiro aperto dalle basse percentuali, Cody però dalla diagonale destra mi smentiva e portava a casa due punti preziosi.
Aldridge di fisico e cm sul post basso destro spalle a canestro si avvicinava facendo scivolare Williams all’indietro che non riusciva a opporsi al tiro vincente dell’ex Blazers. Dalla difesa gli Hornets ripartivano, Batum in palleggio per anticipare Parker che tentava di rubargli il pallone compiva un giro su se stesso dalle parti dell’arco dei tre punti sulla fascia destra, lo spin rischiava di farlo cadere, ma ritrovata coordinazione riagganciava la palla a spicchi sulla linea di fondo e la convertiva in due punti con un jumper leggiadro a 10:29.
Venti secondi più tardi lee dalla diagonale sinistra iniziava a far preoccupare Popovich scoccando la prima frecciata da tre punti da rientro (43-53), con I Calabroni ora al -10.
Leonard segnava, Waker commetteva un turnover e Aldridge era un fattore in entrata su Marvin, ancora una volta i Calabroni dovevano ripartire; a 8:43 lo facevano con Lee, finta di tripla, Martin abboccava con tutte le scarpe, avanzamento e jumper realizzato a flipper.
A 2:20 anche Duncan da sotto faceva male; Batum su di lui teneva un pezzo di canotta lato schiena in un pugno, il caraibico si girava e segnava nonostante il tentativo di stoppata.
Per fortuna il libero non entrava.
Sull’azione offensiva uno scarico di Zeller vedeva Marvin segnare da tre sull’uscita troppo morbida del n°2 degli Spurs, punteggio sul 50-60 a 7:07 e time-out Speroni.
Leonard provava a fare il pompiere spegnendo l’incendio, due i suoi punti subito realizzati, Walker però usava entrambe le mani per battere sull’appoggio in salto la difesa texana a 6:10, Charlotte ormai puntava alla ripartenza, Batum stoppava Leonard, Lee in contropiede concludeva di mano destra sul lato sinistro del tabellone, Marvin finalmente nel pitturato stoppava alla grande Aldridge salendo perfettamente con una mano, altra transizione, passaggio ravvicinato di Lee per Batum che in fing and roll esaltava il pubblico, il quale odorava l’impresa, ora che si tornava sul -6 (56-62).
A 4:40 doccia gelata per Charlotte; tripla di Parker dal corner sinistro e Hornets che si prendevano un tir difficile con Lee in step back, il quale riusciva però a realizzare a tenere il passo. Dopo qualche passaggio a vuoto in attacco con Parker che ora sentiva la differenza d’intensità difensiva, Marvin da sinistra replicava la tripla per mandare il maxi schermo sul 61-65.
Un blocking foul su Leonard però ci rimandava a due possessi lunghi.
A 2:48 si tornava sul -4, gran passaggio di Batum sul taglio in back door per Lee che viaggiava sulla linea di fondo desta, aggancio perfetto grazie al tempismo perfetto tra i due e canestro della nostra SG.
Cattivi pensieri a 2:33 quando rimembravo la super prestazione di Ginobili l’anno scorso, il suo fantasma si palesava in quella frazione di tempo specificata e con la tripla ricacciava Charlotte sul -7.
Lin provava a dare spinta offensiva alla squadra e forzava molto un banker su Mills ma il risultato gli dava ragione.
Ginobili andava a vuoto da tre per il mio sollievo e dall’altra parte Batum con bravura guadagnava tre liberi con Leonard un po’ depistato che lo toccava sullo spostamento e tiro da tre punti.
Il 2/3 riportava i Calabroni al -3, distacco che non si vedeva da inizio gara.
Il finale vedeva un leggero riallungo ospite e il quarto si chiudeva sul 67-72.
Vittoria dolce come il miele. Una bella Honeybee alla Time Warner Cable Arena che aveva ospitato il concerto di Rihanna la sera prima.

Vittoria dolce come il miele. Una bella Honeybee alla Time Warner Cable Arena che aveva ospitato il concerto di Rihanna la sera prima.

 
Non rimaneva che tentare nell’ultimo quarto l’impresa.
Lamb era stoppato, Jefferson mancava un clamoroso canestro da sotto con tanto spazio, dall’altra parte, però Kaminsky teneva su Diaw facendogli sbagliare l’appoggio con la mano destra, così Big Al si faceva perdonare a 1:28, rapido movimento di piedi e dopo il passettino verso la linea di fondo colpiva dalla media a destra in uno contro uno vs Big Foundamental.
A 10:47 usciva fuori un pick and pop tra i due Jeremy, Lin da tre finalizzava quasi allo scadere dei 24 e Charlotte si avvicinava al -2.
Lin non si fermava lì perché a 9:11 riapriva il fuoco realizzando un’altra tripla mettendo sei punti consecutivi, ma soprattutto la freccia del sorpasso, ora con i Calabroni avanti per la prima volta da inizio gara sul 75-74.
Duncan al vetro in post basso sinistro aveva la meglio su Jefferson, incolpevole.
Il nostro centro si rifaceva poco dopo abbassando il braccio e trovando la palla a spicchi la portava via a Duncan, i Calabroni quindi tornavano in vantaggio a 7:54, apertura per Lamb nell’angolo sinistro e triplona del 78-76 per Clifford & Company.
Si viveva una fase centrale con gli Spurs capaci di rispondere alle sorprendenti iniziative dei Calabroni; a 6:59 pareggiava Parker, facile sul non cambio mettere da abbastanza vicino la sospensione.
Kaminsky era servito frontalmente sull’arco, finta, West troppo distante saltava credendo nel tiro, avanzamento e tiro comodo per affondare due punti.
San Antonio non segnava ma sul rimbalzo dopo una lotta, l’ultimo tocco era di Lamb che spediva palla fuori a sinistra. Leonard sulla seconda azione pareggiava a quota 80. A 5:57 Lin nella vernice alzava il pull-up frontale oltre West, parabola più alta della norma ma ricaduta perfetta.
Un blocking di Lin su Green consentiva alla guardia degli Spurs di pareggiare dalla lunetta, nel botta e risposta continuo gli Hornets guadagnavano preziosi punti di vantaggio a 4:56 quando un Lin in the zone segnava un passo dietro dalla linea dei tre punti l’ennesima tripla di serata.
Walker mettendo un libero (secondo corto) a 3:45 dava il +4 a Charlotte, ma uno step back da guardia tirato su dal palleggio di Aldridge su un (in questo caso) incolpevole Marvin riportava a -2 SAS.
A 2:28 gli arbitri si accorgevano di un paio di spinte veloci e furbette di Duncan su Kaminsky che finiva per sbagliare ma andava in lunetta, da dove un po’ teso, metteva solo il primo dei due liberi.
Aldridge era bravo a prender spazio su Kaminsky e segnava il -1, Kemba tentando un’apertura in drive andava a chiudersi troppo solito le maglie nere che gli scippavano palla, o meglio, Kemba la consegnava con il passaggio nelle loro mani.
A 1:37 Lin attaccava frontalmente in velocità, l’abbraccio di Green non era considerato falloso, arrivava la jump ball sulla quale Jeremy andava un pelo oltre il suo spazio toccando l’avambraccio della guardia degli Spurs, imprecazioni di Clifford per il fallo chiamato contro Charlotte.
A 1:13 si sarebbe potuta anche materializzare la beffa quando gli Hornets combattevano sotto la propria tabella, spuntava sulla destra per un tap-in Leonard che sorpassava per l’88-89 pro San Antonio.
Lin a :48.4 faceva da solo, tiro improbabile per ma mia disperazione durata infiniti millesimi di secondo, ma ancora una volta aveva ragione lui nonostante la marcatura di Aldridge, era bucket e sorpasso.
Gli Spurs fallivano l’azione potenzialmente decisiva per loro con Leonard che dall’esagono “Buzz City” sulla sinistra sparavano, Batum fingeva di lasciare spazio poi contrastava il tiro che finiva corto senza prendere il ferro, rimbalzo di Duncan, palla fuori, altro tiro d Leonard, da tre questa volta ma sempre Batum sembrava una rondine nel tentativo di stoppata e la palla andava a sbattere tra ferro e tabella, Lin prendeva il rimbalzo e gli Spurs ci mettevano cinque secondi prima di capire che ormai erano costretti a commetter fallo con -24 da giocare.
Lin dalla lunetta era più preciso di Guglielmo Tell e la succulenta mela della vittoria si avvicinava come premio sul 91-88.
Si annidavano t ai miei pensieri le possibili soluzioni di Popovich, svelarle non era difficile essendo allenatore intelligente; scelta di tripla a qualche secondo dalla fine in modo da magari prendere un rimbalzo e riprovarci se dovesse andar male, così era, tripla di Parker che usava il blocco di Duncan, Walker non faceva complimenti abbattendo letteralmente il caraibico andando a contrastare il tiro da tre, ferro ma Aldridge portava via il rimbalzo a Zeller, apertura per Green sulla sinistra, Lin rimaneva davanti e il tiro finiva sul ferro, Zeller prendeva il rimbalzo ma la mano di Duncan si abbassava e Cody sbilanciato lasciava uscir la palla sul fondo con 4 decimi da giocare.
Sulla rimessa la palla era per Leonard in angolo sinistro ma lee capiva tutto e chiudeva non facendo rischiare nulla agli Hornets (anche se un tiro con quel tempo sarebbe stata durissima) che portavano a casa una vittoria di prestigio impressionante, da considerare un’impresa dopo il primo quarto…
Un eroico Jeremy Lin in entrata.

Un eroico Jeremy Lin in entrata.

 
Prima vittoria contro gli Speroni nella nuova era targata Hornets, i quali toccano quota 40 W e fanno un favore a Steph, figlio di Dell Curry battendo i texani.
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Pagelle:
 
Walker: 5
6 pt. (2/11), 1 rimbalzo, 2 assist, 2 rubate. Inizia male, gli Spurs portano blocchi e Parker è lesto ad approfittarne, sembra senza troppa verve. Tre palloni persi e 5 stoppate subite, su entrata soffre.
 
Lee: 7,5
17 pt. (8/13), 2 rimbalzi, 2 assist, 4 rubate. Si unisce all’attacco rapido di Lamb e Lin e da una bella mano con i suoi jumper, i suoi furti e transizioni. La difesa è buona.
 
Batum: 7,5
15 pt. (5/9), 6 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Qualche pallone gettato via, poi sale di quota come nell’ultima contro Denver, astuto, esperto guadagna anche qualche libero da mestierante. Nel finale due difese capolavoro su Leonard che non è facile da marcare…
 
M. Williams: 6
(2/7), 2 rimbalzi, 2 assist. Parte male e Aldridge lo batte come vuole, il gap in cm e penso kg sembra farsi sentire. Si guadagna la sufficienza sganciando due triple fondamentali per il rientro e per un paio di difese, anche lui nel secondo tempo sale di livello.
 
C. Zeller: 6,5
6 pt. (3/6), 14 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Preziosa la sua energia e mobilità in difesa. Non sempre è perfetto e talvolta si lascia sfuggire rimbalzi, ma serve ad aiutare a far sbagliare gli avanti degli Spurs in un finale fatto da qualche mischia sotto le plance. Momento d’oro con rimbalzi offensivi utili a Charlotte.
 
Jefferson 5,5
3 pt. (1/9), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 stoppata. Una difesa decente ma un attacco scadente. Solo un canestro dal campo.
 
Kaminsky: 6
5 pt. (2/9), 1 rimbalzo, 1 rubata. Giudicare in generale non mi piace, ma qui costretto dalle pagelle… dovessi dire sull’attacco sarebbe insufficiente (vedi anche il libero sbagliato) ma Clifford vede la buona difesa e lo tiene in campo anche nel finale e fa bene, sebbene subisca un canestro ravvicinato. Come Zeller, la sua energia da fastidio, un paio di deviazioni di palloni non consentono agli Spurs di fare il loro gioco.
 
Lin: 9
29 pt. (11/18), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Giriamo il 6 di Kaminsky… Finisce per giocare quasi due minuti in più di Walker. La sua aggressività continua lo premia. Non si deprime se lo stoppano, continua ad attaccare e alla fine ha ragione. Tre triple compresa quella del sorpasso, canestro del controsorpasso, rimbalzo finale e due liberi a segno più la difesa sul tiro di green nel finale, mette lo zampino in azioni decisive. Prestazione super. Linsanity è tornato.
 
Lamb: 6,5
4 pt. (1/5), 7 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Inserito da Clifford dopo qualche panchina è giocatore adatto per scombinare i piani delle difese più organizzate anche se non segna molto in serata ma rende la squadra più stabile dietro e imprevedibile avanti, trova una serata buona anche in difesa da subito e fa ripartire Charlotte.
 
Coach Clifford: 7
Sicuramente aiutato da Lin, si vede la mano su alcuni giochi. Battere gli Spurs è un’impresa, farlo tornando con un come back da 23 punti è quasi un miracolo. Scelte su tattiche e minutaggio buone direi, bene l’inserimento di Lamb e Lin in partita, con quello che ha, sceglie bene, utilizza una small-ball in avanti per pungere gli Speroni.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.