Game 71: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 94-108

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La via crucis è composta da 14 tappe
Agli Hornets mancano 12 partite, poi avremo la scelta del nuovo GM come tredicesima e la rifondazione come ultima parte di un progetto che dovrà forzosamente rinnovarsi in un modo o nell’altro.
Impensabile continuare così dopo la seconda stagione nella quale, in un Est non competitivo come l’Ovest, la squadra non è riuscita a centrare l’obiettivo minimo dei playoffs. Tankanti o meno poi, l’ultima prestazione offerta contro una rimaneggiata New York, è stata imbarazzante.
Non prometteva essere una serata felice per i fan degli Hornets nella città dell’amore fraterno come prima tappa. Sfortunatamente la regular season finirà una dozzina di giorni dopo Pasqua prolungando nel tempo il calvario delle stazioni. Vedremo se in qualche partita “easy” riusciremo a racimolare qualche vittoria senza star troppo a guardare Pistons e Lakers (ovviamente scrivendo in ottica lottery e Draft) , franchigie che sono appena davanti a noi nella classifica globale.
In squadra probabilmente qualche “Giuda” che non ha messo tutto l’impegno dovuto c’è, per altri si tratta solamente di limiti che emergevano.
In serata sono emersi i soliti limiti ma almeno l’impegno c’è stato.
Purtroppo il solito finale e un arbitraggio scientifico (prima del finale) con un paio di falli assurdi chiamati ad Howard, FT assegnati e poi no sulla gestione della shooting motion pessima e se vogliamo aggiungerci anche nessun tecnico a Brown, allenatore a muso duro più volte contro la terna, ha aiutato ma non spostato gli equilibri di una gara che sarebbe comunque finita così, con i Sixers alla ricerca del quarto posto non distantissimo per avere il vantaggio del fattore campo che potrebbe rivelarsi decisivo in un ambiente simile a una bolgia come quello dei 76ers anche se la serie non è ovviamente ancora definita.
Salire la scalinata del Philadelphia Museum of Art (il luogo dove Rocky si allena) era fuori portata anche perché Batum out accorciava ulteriormente la panchina per un problema al tendine d’Achille, Zeller fuori (entrambi non ufficialmente) come MCW, ormai “perso” per tutta la stagione.
Embiid ha finito per segnare 25 punti (+19 rimbalzi) e Belinelli con 21 ha fatto la differenza nei momenti importanti. Covington ha chiuso con 18.
60 rimbalzi e 30 assist per i Sixers contro i 40 e 16 degli Hornets che con il 37,6% al tiro contro il 45,2 degli avversari non potevano sperare di vincere nonostante i 9 turnover contro i 15 avversari e il 6/8 dei Sixers contro il 24/30 di Charlotte dalla lunetta (ne mancano altri in uno scontro tra due filosofie difensive diverse con i Sixers a spender senza problemi falli e Hornets sempre eccessivamente puliti).
 
Tentativo di partenza a razzo dei Sixers che con Covington provavano dall’angolo sinistro immediatamente ma non realizzavano, mentre Williams con un più ponderato turnaround portava in vantaggio Charlotte che non riusciva tuttavia a raddoppiare i punti poiché Embiid stoppava Howard mandando la sfera oltre la linea di fondo.
Dopo un altro errore di Covington Philadelphia pareggiava con Embiid e il suo tiro stretto su Howard, passando anche in vantaggio con una tripla di J.J. Redick che uscendo da un blocco si avvantaggiava sul tiro dalla top of the key rispetto a Lamb al quale non serviva il generoso rientro.
A 9:18 Howard con una finta e un semi-gancio di sinistro eludeva la stoppata di Embiid, poi era ancora Howard a forzare sulla linea di fondo che nettamente pestava senza che gli arbitri se ne avvedessero fino a trovar spazio per l’appoggio del vantaggio.
Durava poco perché dall’altra parte, sempre dalla baseline destra arrivava per il reverse layup J.J. Redick, a 8:14 Simmons ritoccava il punteggio splittando dalla lunetta (dubbio fallo di MKG).
A 7:54, Charlotte, dopo aver mosso velocemente e pazientemente la palla a spicchi, trovava un canestro su assist di Walker che servendo il libero Howard innescava il pari grazie alla dunk del nostro centro.
Simmons mancava un tiro e la correzione in schiacciata sullo stesso corto tiro piegando il ferro appendendosi ma i locali trovavano ugualmente il vantaggio con Johnson, accelerando con una tripla in transizione di Covington fino ad arrivare sul +7 con Saric.
Un passaggio missile di Kemba per Williams libero al centro dell’area si perdeva sul fondo, mentre dall’altro lato del parquet, dalla linea di fondo Simmons serviva Belinelli che si fiondava in mezzo alla nostra difesa per andare su imprevedibilmente a schiacciare (avrò visto Marco una volta schiacciare a Charlotte) sorprendendo anche i compagni. Raggiunto il -9 Clifford chiamava il time-out e due giocate da tre punti (fallo su Lamb e FT a 4:05 più spinta alle spalle di McConnell su un FT jumper di Walker con tiro libero aggiuntivo sempre a segno) a 2:44 ci riportavano sul -5 (14-19).
Una drive layup di J.J. Redick faceva sorpassare quota 20 ai locali ma Lamb rispondeva con un jumper dalla diagonale sinistra per il 16-21.
Philadelphia chiamava un time-out ma Embiid poco dopo mancava un “rigore” così a 18 secondi dalla fine Hernangomez dopo aver usato diverse finte e giro 360° su Embiid al limite dei tre secondi segnava il 18-21 che chiudeva il quarto.

Howard ci prova contro Embiid.
Foto: AP Photo/Matt Slocum

 
La panchina degli Hornets ci provava nel secondo quarto ma i tiri di Bacon, Monk e Hernangomez da 3 (nell’ordine) non entravano, toccava a Graham in entrata recuperare due FT che accompagnava nella retina per il 20-21.
Ilyasova segnava un jumper ma commettendo fallo sul Tank in entrata regalava due punti alla nostra ala grande.
Justin Anderson segnava da due ma Monk, dopo un paio di errori infilava la tripla del pari (25-25) a 9:42.
Gli Hornets passavano avanti quando bacon passando forte e tagliato in diagonale verso Monk sotto canestro vedeva il compagno marcato deviare al volo immediatamente oltre il ferro per smarcare Hernangomez che chiudendo in schiacciata ci portava avanti (27-25).
Bacon si riproponeva come passatore schiacciando un pallone verticale sulla rollata dello spagnolo che non era pedinato da nessuno riuscendo a segnare altri due punti. Brown chiamava time-out così i suoi rispondevano immediatamente con una tripla di Covington.
Hernangomez continuava a essere una spina nel fianco segnando contro Embiid usando il classico repertorio di finte.
Belinelli con un driving fing and roll veleggiava pronto a far prender l’onda del sorpasso ai suoi che l’ottenevano con una tripla di Embiid dalla top of the key.
Simmons ne aggiungeva altri due facendo fuori MKG sotto canestro, l’aiuto dello spagnolo che spazzava via era considerato goaltending così Charlotte tornava sotto di 4 (31-35).
Gli Hornets però non crollavano e lo spagnolo attivo sotto le plance guadagnava due FT che non falliva.
Un gioco a due portava Simmons a segnare facilmente rollando dentro, Kemba rispondeva con un pullup da stepback very fast su Covington ma un macchinoso ma efficace A. Johnson trovava la tripla del 35-40 (5/13 Phila da fuori).
Su un passaggio corto di Lamb dalla sinistra MKG s’incuneava in area per un layup con cambio mano chiuso di destra tuttavia sull’azione offensiva dei Sixers tre Hornets non facevano il corretto tagliafuori tanto che Embiid recuperava rimbalzo e due FT (a bersaglio).
Lamb in caduta a destra del canestro segnava il -3 mentre Ilyasova rovinava un fast break condotto magistralmente da Walker con passaggio orizzontale dietro la schiena per MKG che finiva per sbattere sul turco appena fuori dal semicerchio antisfondamento.
Fallo offensivo che il Dio del basket non vedeva di buon occhio perché il lungo avversario mancava un facile tocco su Marvin, poi prendeva in faccia uno step back pullup di Walker e tirava corto da tre punti mentre anche Belinelli andava a vuoto due volte sulla stessa azione con un paio di tentativi da fuori.
Su una transizione a 2:46 Kemba era abbracciato da Belinelli.
Due FT e Charlotte avanti per rimanerci. Una spinta su Howard in alley-oop innescava due FT per Howard che non falliva (2:19) ma il terzo fallo poco dopo lo costringeva alla bench.
A 1:40 l’arcobaleno di Bacon sopra Embiid ci spingeva sul +5.
Un canestro di J.J. Redick anticipava la meravigliosa triangolazione tra Kemba-Marvin e Hernangomez; il bound pass della nostra PF innescava Willy che come un ballerino segnava con un elegante e alto reverse layup.
Anderson da tre dalla diagonale destra colpiva per i blu mentre Kemba in fade-away replicava da due, Simmons correggeva un errore del turco al tiro ma Hernangomez a meno di due secondi dalla fine, lanciato lungo da Kemba segnava dall’angolo sinistro una tripla che chiudeva i giochi nel primo tempo sul 56-49 per gli Hornets.

Hernangomez scaglia la freccia da tre punti che chiude il primo temo (dall’angolo sinistro).

 
Il terzo quarto iniziava male con l’ennesimo errore di MKG, Saric era stoppato da Williams ma a 10:35
Embiid metteva la prima delle sue triple a stretto giro di posta.
Si aggiungeva a 9:33 un altro tiro pesante a opera di J.J. Redick che metteva la freccia per i suoi (56-58).
Kemba riusciva a pareggiare guadagnando due FT con l’entrata a 9:19.
Era finalmente fischiato un fallo a favore di Howard tartassato dalla terna, ma dopo un conciliabolo erano annullati i due liberi e a Charlotte era assegnata solo la rimessa…
Un floater di Lamb su Saric con fallo annesso era l’ultimo bagliore degli Hornets che a 8:27 passavano avanti 61-58 ma un appoggio di Simmons al quale bastava mimare un paio di finte per scappare a MKG iniziava la battaglia che vedeva resistere gli Hornets sino al 64-66 firmato da Howard (fischiatissimo faceva segno di stare zitti al pubblico dopo il libero realizzato) con un FT nella bolgia di Phila che si accendeva ulteriormente come un Belinelli che tornava on-fire nella serata sbagliata colpendo per ben tre volte da oltre l’arco mandando il tabellone sul 65-75.
Provavano a rispondere Kemba al vetro e Bacon da tre che dimezzavano lo svantaggio (2:46 ° 70-75) ma nel finale Philadelphia allungava con una tripla di Embiid (azione viziata da una spinta su Graham) e si arrivava al termine sul 70-81 in un quarto distruttivo per i Calabroni.

MKG a terra.
In tutti i sensi…
Iconico.
Foto: AP Photo/Matt Slocum

 
I ragazzi di Clifford provavano a riprender la partita nell’ultimo quarto quando Monk segnava da tre anticipando il close out di Anderson e riproponendosi sulla diagonale destra faceva secco sempre da oltre l’arco anche McConnell per il 76-83.
Kemba a 7:52 segnava la su prima tripla di serata diminuendo lo svantaggio a 4 pt. (81-85).
Dall’altro lato del campo Saric falliva da due ma A. Johnson conquistando il rimbalzo riapriva per lo slavo che non perdonava da fuori.
Charlotte sul -5 però segnava con MKG in entrata a 6:35. Saric ai bordi del semicerchio anti-sfondamento commetteva fallo e il -2 era servito.
A 6:18 arrivava anche la deflection di Hernangomez sulla squadre s’inseriva Monk per una steal e tomahawk solitario a 6:18 (88-88).
Gli Hornets però si perdevano sul più bello come quest’anno è accaduto quasi sempre nelle punto a punto contro squadre di valore incassando due punti da Belinelli, tre da Covington prima che Clifford provasse inutilmente a chiamare un time-out a 5:42.
Il parziale di Philadelphia continuava con le triple di Covington e Belinelli (4:09) a 3:42 Simmons si procurava anche due FT realizzandoli chiudendo sul 13-0 il break decisivo.
Il jumper di Lamb non addolciva la pillola, nel finale l’italiano ex Hornets segnava ancora dall’angolo sinistro chiudendo con 21 punti la sua partita.
Il match invece terminava 94-108 lasciando agli Hornets ancora una gara interna da giocare contro i Sixers per cercare di strappare una vittoria nella serie.
 
Pagelle
 
Walker: 6
24 pt., 8 rimbalzi, 6 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 8/19 al tiro e se scendiamo a scansionare i dettagli, 1/9 da fuori… Ne manca un paio nell’ultimo quarto in momenti decisivi decidendo di prendersi la responsabilità nel tiro da fuori ma ultimamente sbaglia troppo in momenti importanti. Regala perle come il passaggio dietro la schiena per MKG ma lascia anche sul campo un passaggio per Phila che chiude la transizione con Covington da tre punti…
 
Lamb: 6
14 pt., 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Lotta con fortune alterne, ne esce una partita media in senso offensivo e difensivo. In 30 minuti accumula un -8 di plus/minus. Una bella stoppata in difesa mentre in attacco sbaglia tre conclusioni consecutive ma segna con abilità in altre occasioni.
 
Kidd-Gilchrist: 4,5
5 pt., 3 rimbalzi in 28 minuti. 2/8 al tiro, decisamente in serata no anche nei tocchi da sotto. Torna a casa o quasi (Camden/Philadelphia) ma se qualcuno della sua famiglia è andato a vederlo si ricorderà certamente prestazioni migliori. Sta evaporando. Il -40 è eloquente anche per quel che riguarda una serata difensiva nella quale va in tilt.
 
M. Williams: 5
2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 1/5 al tiro che sommato al 2/8 di MKG fa 3/13 per le nostre ali titolari. Ecco perché Charlotte non vola. In due finiscono con 7 punti, tre volte meno dei pt. marcati da Marco. Il solito tentativo d’inizio scoppiettante poi zoppica…
 
Howard: 5
10 pt., 4 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 3/9 al tiro. Fatica conto Embiid ma anche con la terna alla quale darei 4. Almeno un paio di falli inesistenti lo costringono ad arrivare al quarto fallo (un offensivo su una virata con spallata fischiata) e tornare in panchina. Chiusure un po’ troppo lente se deve uscire verso l’esterno e gli avversari ne approfittano ma Clifford dovrebbe porre rimedio a questa situazione adattando la difesa in maniera diversa.
 
Bacon: 6,5
5 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. 2/8 al tiro ma non male in difesa. Accumula un +17 che a confronto del -40 di MKG… Infila la tripla del 70-75.
 
Kaminsky: 4,5
2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist in 21 minuti. Gioca come al campetto, se ha voglia va a rimbalzo, ma non ne ha… Ci costa qualche rimbalzo e canestro preso da second chance o rischio eventuale. Non amo i giocatori che non fanno il dovuto per andare aggressivi a prendere il proprio rimbalzo difensivo. Per il resto in attacco ci prova un paio di volte ma non trova la via della retina.
 
Monk: 6,5
13 pt., 4 rimbalzi, 3 assist. In difesa ancora deve fare strada. Non tiene in occasione della drive di McConnell ma in attacco, nonostante il 4/11 tira meglio da fuori con un ¾ che inizia la rimonta nell’ultimo periodo. Inchioda anche la dunk da steal dell’88 pari prima che la squadra scompaia. Non ce la fa in uscita su Embiid a evitare la tripla di Covington per l’88-93 perché guarda pallone e passatore rimanendo distante dall’eventuale pericolo.
 
Graham: 6
2 pt., 1 rimbalzo in 6 minuti. Voto politico perché si procura due FT e non sbaglia. La squadra non va male quando c’è lui anche se su una tripla di Embiid viene spinto via poco prima del tiro pur lontano dalla palla.
 
Hernangomez: 6,5
17 pt., 3 rimbalzi, 2 rubate, 1 stoppata. 6/11 al tiro. Grande primo tempo, un po’ in calo nel secondo ma è la nota più lieta degli Hornets della serata. Si muove bene sia nello spazio che sul piede perno, usa le finte. Peccato per una coppia di liberi a vuoto (4/6) e qualche rimbalzo che avrebbe potuto recuperare in più ma mette una tripla buzzer beater a fine secondo quarto. Deve andarci in maniera differente per bloccarli. Bisogna correggerlo mentre in attacco mostra scuola europea ed Embiid e soci per un po’ vanno in palla…
 
Coach S. Clifford: 6
La squadra oggi se la gioca almeno. Poi niente… nonostante il time-out coach Clifford rimane con il telecomando in mano ma il giocattolo non risponde più, ormai è irrimediabilmente rotto. Non basta fare i cambi e sostituire quindi le pile… Sfortunatamente per lui se Howard prende meno rimbalzi, auguri ad aspettare il Tank o altri… Lamb gli da una mano in tal senso e anche Bacon è aggressivo sulle palle vaganti. Fa giocare di più i rookie dandogli la possibilità di svilupparsi un po’ di più.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.