Game 72: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 105-112

 
ApocalissHornets
 
“Quando l’Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono:
“Vieni”. Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.”
Non sono un grande appassionato di dogmatiche religioni ma, da un passo dell’Apocalisse di Giovanni (almeno a lui è attribuita nonostante dubbi), ricavo una metafora calzante per l’arrivo dei Cavaliers a Charlotte nel momento più delicato (per colpe degli Hornets) della stagione.
A undici partite dalla fine, con uno scarto ridotto nelle ultime partite su Miami e Milwaukee, gli Hornets ricevevano la visita dei tre cavalieri dell’Apocalisse per porre fine alla terrena ricerca dei P.O..
Sì, lo so, sarebbero quattro i Cavaliers e 5 quelli sul parquet, ma sul primo c’è una controversia.
Mentre le antiche interpretazioni degli esegeti attribuivano valore positivo alla prima figura che andava cavalcando un equino bianco, altre più moderne interpretazioni (direi errate) leggono in lui la guerra di conquista militare (l’arco) in mano o ne vedono doti da falso profeta, anche se in realtà per la corona recante in testa, l’arco e il colore bianco, pare si tratti di Cristo, che noi (non me ne vogliano i puristi), per fare un parallelismo, Walker (maglia bianca, della Queen City e con tiro da oltre l’arco) ne farà le veci sportive.
Sdoppiamolo e inseriamo un secondo bianco, più sporco, un Irving mistificatore nel medesimo ruolo.
Poi troviamo il cavaliere sul dorso di un cavallo rosso fuoco.
A colui che lo cavalca fu dato il potere di togliere la pace, simboleggia indubbiamente la guerra, la discordia, porta con sé, infatti, uno spadone.
Il terzo cavaliere, in groppa a uno stallone nero, simboleggia la carestia, ma anche in parte la morte (colore nero).
Porta una bilancia con se con la quale pretende e prende denaro per un equivalente esiguo in grano.
Da qui si capisce come nel momento del bisogno l’ingiustizia sociale sia sequenza portante del suo DNA.
L’ultimo, in groppa a un cavallo di un verdastro pallido/cadaverico, si chiama Morte, dietro di se la scia dell’Inferno, poco altro da dire per descriverlo se non portatore di peste…
Irving, James, Love e Tristan Thompson si presentavano così per la seconda volta quest’anno a Charlotte.

Irving, James, Love e Thompson rivisitati…

 
Cercar di conseguire un successo e rimanere in testa all’Eastern Conference, recentemente minacciata dai Boston Celtics era il loro progetto “malvagio” portato a termine.
Una vera sciagura per Charlotte quest’anno i Cavaliers che con uno 0-4 si portano a casa la serie completa lasciando a Charlotte una giornata in meno sul calendario e speranze ridotte (per fortuna non l’apocalisse finale), seppur non di molto perché incredibilmente la buona notizia in una serata amara, è rappresentata dai risultati degli altri campi; sul proprio terribile terreno i Pacers hanno finito per soccombere contro i Nuggets 117-125, i Pistons hanno sbracato 87-115 a Orlando, i Bulls con problemi nel lineup hanno perso in casa contro Philadelphia 107-117, con l’unica eccezione negativa di Milwaukee che è riuscita a spuntarla in Wisconsin nel finale (100-97) contro gli Hawks.

Marvin Williams con 11 punti e altrettanti rimbalzi ha chiuso la sua prova che al tiro non è stata comunque entusiasmante.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
L’inizio di partita teneva fede alla devastante vivacità prevista; Zeller vinceva la palla a due, Marvin era sciagura vera con un tiro frettoloso a due (lungo) in attacco e con il fallo su Love in difesa. Kevin però amorevolmente si limitava a realizzare solo un libero ma gli Hornets in attacco, ancora un po’ addormentati latitavano, quindi i Cavaliers prendevano campo andando sullo 0-4 grazie a una tripla di J.R. Smith in transizione toccando anche lo 0-7 quando James dall’angolo sinistro falliva un open 3 dopo aver visto Cleveland far girare gli Hornets su tutto il perimetro, il rimbalzo di Love e il susseguente lungo linea da destra per l’accorrente James procuravano alla stella dei Cavs un gioco da tre punti con il quale gli ospiti si proponevano la fuga immediata per fortuna stoppata a 10:26 dal primo canestro degli Hornets con Zeller e dal secondo di MKG su passaggio di Cody.
Love realizzava due liberi per il 4-9 ma Kemba chiudendo una triangolazione in allontanamento da canestro scagliava la prima frecciata contro il canestro dei Cavaliers che rispondevano immediatamente con uno sfuggente James sulla sinistra bravo a lasciar sul posto Batum in marcatura e a chiudere con una potente schiacciata a una mano sulla quale Cody non arrischiava la stoppata.
Uno step back di Irving su Marvin dava il +5 ai Cavs che tuttavia si vedevano rimontare dal secondo dardo avvelenato di Walker a 8:08 (10-12) prima di tornare almeno sul +4 con due punti dal pitturato di Irving.
Kemba a 7:33 senza esitazioni rispondeva ancora con un’altra bomba; una macchina che consentiva a Charlotte di rientrare sul -1 e poi di pareggiare grazie a un assist di Batum per Zeller trasformato da Love in due liberi.
Cody ne realizzava uno agguantando sul 14 pari gli uomini in divisa bordeaux.
Un bound pass di Batum per Williams era controllato in modo difficile dalla nostra ala che da sotto canestro riusciva solo ad alzare un campanile anziché chiudere dalla linea di fondo, sulla palla in aria si alzava Zeller che con un fulmine potente schiacciava per il primo vantaggio di serata Hornets (16-14).
A 6:37 Lue chiamava un time-out ma per Cleveland ancora si registravano problemi; sulla stessa azione Zeller conquistava due rimbalzi offensivi, Kaminsky ne aggiungeva uno, dalla sinistra Batum si avvantaggiava su J.R. Smith che provava a recuperare l’irrimediabile canestro con una manata sull’avambraccio del nostro numero cinque favorendo la giocata da tre punti del francese a 5:44.
Thompson da sotto realizzava il 19-17, poi Batum sbagliava da tre ma Kaminsky con un tal-off allungava su MKG che favoriva il secondo tentativo di Batum da fuori, quello buono per il 22-17… Fuori Love per il secondo fallo (reo d’aver interrotto una transizione), dentro Kemba fino al ferro con passaggio volante ravvicinato per la facile dunk di Zeller liberato dall’assist del capitano.
Shumpert metteva due pt. dalla baseline destra e Irving ne aggiungeva tre a 3:13 portando sul 24-22 il match, costringendo Clifford al time-out a 3:04.
A 2:43, con la panca di Charlotte in campo, Shumpert trovava anche il vantaggio realizzando da tre punti dal corner sinistro. Non si dava per vinto però Belinelli bravo a realizzare a 2:19 tre punti frontali per poi usare successivamente un velo, passato il quale continuando la sua corsa in diagonale verso l’esterno sinistro si arrestava per realizzare altri due punti in jumper. Thompson a 1:40 faceva “sgonfiare” il pallone sul secondo ferro, l’oggetto amorfo si accomodava nella retina consentendo il nuovo -2 agli ospiti (29-27).
Irving dalla lunetta (fallo di Lamb) a 1:09 pareggiava e successivamente con un’incursione centrale portava anche in vantaggio i suoi.
Gli arbitri chiamavano un fallo a Kaminsky che andava al tiro per cercare di anticipare Shumpert bravo a stopparlo, la palla tuttavia continuava la sua corsa, smorzata, oltre il bandanato difensore, Frank la raccoglieva e provava da sotto a segnare subendo il fallo di Korver.
Gli arbitri fischiavano fallo contro The Tank ma le sincere e continuate proteste di tutta Charlotte costringevano gli arbitri a ravvedersi.
Con pochi secondi sul cronometro Belinelli riceveva e costringendo al fallo il difensore andava a metter dentro i due FT del pari.
A due secondi e mezzo dalla prima sirena Irving, cercando il fallo, trovava il canestro caricando un lungo due dalla destra, Cleveland così finiva sopra 31-33 i primi 12 minuti.

Kemba Walker con altre 5 triple (5/10) viaggia a medie alte nella statistica.
28 i punti finali per il capitano.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
L’avvio di secondo quarto era veemente per gli ospiti che trovavano subito un alley-oop di Jefferson su imbeccata di James, Korver segnava da tre dall’angolo sinistro battendo Belinelli.
A 11:08 Clifford chiamava un secondo time-out sperando di guidare la panchina a una miglior sorte.
Weber accorciava sul 33-38 ma un jumper di James sfruttando la marcatura di un Williams troppo distante, faceva toccare prematuramente ai Cavs quota 40.
Lamb perdeva un pallone ma anche Korver andando a sbatter su Belinelli lasciava la sfera oltre il fondo, Marco da tre non segnava, Jefferson usando una parabola altra da destra invece sì, segnando di fatto il +10 (33-43) per Lue e i suoi.
D. Williams per James e la dozzina di punti di svantaggio era servita insieme all’assist.
Niente passaggi per Batum che andava con il fai da te con un turnaround vincente.
Un pass di James per il back-door di Korver era buono per tornare sul +12 ma Kemba non ci stava e realizzando la quarta tripla della sua serata riportava il distacco a una cifra a 7:29 (38-47). Batum in attacco raggiungendo la linea di fondo destra tirava oltre Love trovando il cotone della retina ma proprio due punti di Love a 6:43 interrompevano il tentativo di rientro di Charlotte, la quale arrancava in lunetta con l’1/2 di Walker e poi Zeller (pick and roll sul quale andava a sbattere J.R. Smith rimasto a terra).
Sul 43-51 MKG recuperava l’ennesimo rimbalzo offensivo su un errore di Kaminsky da fuori portando a termine la missione due punti.
I Cavalieri tuttavia cercavano l’allungo nuovamente; due punti di Love appoggiando sulla destra del glass portavano il punteggio sul 47-59 prima che una finta da sotto a sinistra con appoggio al plexiglass di Batum su Thompson e un’incursione di Kemba a :48.3 portassero il punteggio sul 51-59.
Un fallo a pochi secondi dalla fine costringeva gli Hornets alla rimessa a sinistra e alla soluzione veloce; un passaggio in diagonale per lo smarcamento di Belinelli era la scelta, Marco continuava la cosa cedendo a destra al meglio piazzato nonché accorrente e convergente al ferro Zeller, per Cody il canestro era semplice poiché l’avversario veniva risucchiato dal Beli, più difficile battere il tempo ma il cronometro recitava ancora 6 decimi da giocare.
Finiva così dunque il primo tempo, con gli Hornets sotto di 6 (53-59).

Hugo e due ballerini in un break sul finire del secondo quarto ballano Beat It di Michael Jackson.

 
Il terzo quarto iniziava con un floater non a segno di Irving, dall’altra parte un passaggio in angolo destro era intuito da Thompson che tuttavia, non arrivando sulla sfera, consentiva a Williams di partire indisturbato nel corridoio lasciato dal centro; linea di fondo destra percorsa con decollo e dunk a una mano senza che Love potesse intervenire in chiusura.
Riallungavano ancora i Cavalliers sul 55-63 nell’elastico eterno, Cody non ci stava e segnando da sotto, toccato da Tristan, realizzando anche il libero aggiuntivo segnava il 57-63.
Walker segnava su Thompson ma in difesa a MKG veniva assegnato il quarto fallo e Belinelli rientrava sul parquet, era comunque ancora Irving a dettar legge appoggiando alla tabella il 59-67.
A 8:00 Marvin partendo da sinistra batteva Love che andava a contatto, i Cavs chiedevano il fallo per se ma gli arbitri decidevano per il canestro in continuazione e il libero addizionale.
Tre punti portati a casa d Williams più una tripla di Belinelli (7:35) aiutato dall’anello e dal plexiglass accorciavano l’elastico quasi al minimo (2 punti), peccato Batum fallisse l’ipotesi del vantaggio, così i Cavalieri tornavano a macinare; un 2/2 di James (fallo di Marco), era interrotto da Walker che con la mano sx veleggiava chiudendo un attacco frontale ma Thompson con il reverse da sotto e J.R. Smith da tre punti ridavano 7 pt. di vantaggio agli uomini di Cleveland.
A 4:48 Kemba, sfruttando un mezzo schermo, rompeva il raddoppio con passo laterale e attacco in modalità cavallo da scacchi; rapida virata a L più appoggio ma solamente 10 secondi più tardi Irving segnando da tre costringeva ancora Kemba a superarsi (4:16) per realizzare la bomba frontale contrastata lateralmente dal play dei Cavs.
Zeller in difesa andava sotto pressione cavandosela con la deviazione (non facile) su Irving in entrata.
Dalla palla finita oltre il fondo, sulla rimessa attaccava anche James costringendo Zeller al fallo.
Il 2/2 della stella di Cleveland portava al 72-79 ma Batum con un top shot in fade-away a 3:36 portava lo scoreboard sul 74-79. LeBron, Walker, ancora LeBron e Batum allungavano il brodo sul 76-83, Irving segnava senza trovare opposizione e per un fallo su una palla vagante di Love su Marvin, Williams pareggiava il parziale dalla lunetta. James, servito dalla sinistra da Irving, sfruttando la poca densità nell’area degli Hornets, appoggiava, a interrompere il parziale perfetto per Cleveland ci pensava Marco, il quale a 1:24 infilando la tripla dalla diagonale destra faceva guadagnar un punticino ai bianchi (81-87).
Lamb provava ad accorciare ma stoppato da Shumpert “guadagnava” solo una rimessa dal fondo.
Sulla rimessa lo stesso Shumpert, a palla lontana si arrangiava su Williams, scelta non fantastica con Charlotte in bonus.
Il 2/2 dava a :45.5 dalla terza sirena l’83-87.
L’Agnello (Lamb) apriva il sigillo rifilando una manata a James in entrata: canestro più fallo, gioco da tre punti e Cavs di nuovo avanti oltre le speranze di recupero di Charlotte (83-90).
Un floater di Lamb a poco più di un secondo dalla fine e la stoppata di Walker su Deron Williams consegnavano un 85-90 come risultato di partenza dell’ultimo periodo.

Anche Belinelli qui “danza” con Shumpert.
Per Marco ben 22 punti con 7/12 dal campo.
2017 NBAE (Photo by Kent Smith/NBAE via Getty Images)

 
La frazione terminale si apriva con Cleveland a difendere, nonostante una small ball messa in campo da Lue, Marvin andava corto, l’altro Williams, l’eterno Deron, realizzava al vetro purtroppo.
A 10:40 un break down di Lamb; un lampo bianco in schiacciata con la mano destra irrompeva frontalmente spezzando le difese dei Cavaliers.
Charlotte provava a trovar slancio da questa giocata e dal pubblico, benché “troppi fan” di Cleveland fossero presenti allo Spectrum, il boato si alzava ma Korver con la tripla da destra silenziava momentaneamente gli spettatori con 3 punti che ricacciavano i Calabroni sul -8.
Gli Hornets subivano anche la tremenda dunk di James dopo uno spin su Lamb e due punti di Shumpert precipitando nuovamente sul -12 a 8:32 dal termine.
A tentar la riscossa ci provava Batum, il quale affondando una tripla dalla diagonale destra faceva scemar lo svantaggio a una sola cifra (90-99).
I titolari degli Hornets in campo, con la sola eccezione di Frank al posto di Cody provavano l’impresa; a 7:27 un morbido tiro dal colorato viola di Marvin era aiutato dal ferro, una gomitata sinistra di James (nel tentativo di prender spazio) su Williams nel pitturato degli Hornets riconsegnava palla agli uomini di Clifford, i quali non segnando con un jumper di Batum accusavano l’1/2 dalla lunetta di James (fallo di MKG) per il 92-100.
Poco male, Batum in contropiede faceva passar la sfera involontariamente alla destra di Irving che si girava mentre Nic in tuffo tentava il recupero, Belinelli si avvicinava e recuperava sulla linea di fondo alzandosi per segnare toccato da dietro da Korver. La giocata di Marco a 5:56 era premiata dal libero aggiuntivo a segno per il 95-100.
Love da tre dalla destra andava corto con l’uscita scomposta di Zeller a due mani, Batum serviva sulla rollata Zeller che fermato irregolarmente da James a 5:27 continuava a litigare con la linea. Primo FT messo, secondo errato, Hornets sul -4 pronti a ripartire in transizione.
L’occasione arrivava con Walker bravo a servire Marco, il quale a 5:08 chiudeva con una vigorosa e inusuale per lui schiacciata a una mano scrivendo il 98-100 sul tabellone.
Passi di Love sulla pressione di Batum a sinistra, lo stesso transalpino s’incaricava di tentare il sorpasso affidandosi alla tripla, scelta ancora pretenziosa e non a buon fine ma dall’altra parte James tentando una drive and kick cedeva la sfera al volo in viaggio verso l’angolo sinistro.
A metà strada Walker arpionava il pallone, una parata che valeva il possibile pari.
A 4:20 due tiri liberi dello stesso Kemba avevano sorte alternata; nulla da fare sul primo, bene il secondo.
Hornets sul -1 che subivano però la tripla dall’angolo sinistro di un J.R. Smith sino a quel momento piuttosto dormiente.
Troppo frettoloso Walker provava a tirar in faccia da tre a Irving ma la sfera colpiva solo il ferro e i Cavs se ne andavano on un canestro di Love e due punti di James imbeccato dal passaggio tagliato da Love sotto canestro.
99-107 con Marco a fallire da tre, palla che toccava la parte superiore della tabella, Marvin “salvava” dalla linea di fondo la sfera saltando fuori, Belinelli riceveva in avvicinamento servendo Cody a destra per una schiacciata riparatoria.
Da un uno contro uno di James Vs Belinelli ne uscivano due liberi splittati da The King, dall’altra parte a 1:44, Belinelli attaccando costringeva Korver al fallo.
Il connazionale con un 2/2 quindi guadagnava un punto per gli Hornets rispetto al lavoro di James precedente.
Irving era stoppato da Williams in aiuto dalle parti del ferro ma Charlotte perdendo palla in attacco tornava in difesa con l’accoppiamento Belinelli/James non tra i migliori.
Fallo e due FT realizzati da LeBron a 1:03. Marvin da tre non segnava, Belinelli aveva un ultimo sussulto riuscendo in due tempi a conquistar il rimbalzo e a segnare da sotto nonostante il difensore avanti a lui.
Il 105-110 e il seguente errore di Irving consigliavano a Clifford di chiamare un time-out a :29.5 dalla fine.
Sulla rimessa laterale di Belinelli da sinistra, l’uscita dal blocco centrale di Zeller di Batum per il taglio alle spalle di James altissimo oltre la linea dei tre punti, dava la possibilità a Batum di provar per la terza volta in serata, se non l’azione del sorpasso, una giocata decisiva, ancor più rispetto alle altre, ma il suo tiro (effettuato direi troppo velocemente) colpiva il secondo fero, palla nelle mani dei Cavs e partita congelata a :22.4 dalla fine con il 2/2 di James dalla lunetta mentre parte del pubblico iniziava a sciamar fuori dall’Alveare.
Finiva così 105-112 per gli ospiti sebbene i risultati dagli altri campi restassero favorevoli a Charlotte.
 
Pagelle
 
Walker: 6,5
28 pt. (10/20), 2 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Nonostante 4 perse, un errore dalla lunetta che non ci consente l’aggancio e un affrettato tiro da tre finale in un momento delicato, ha un +12 di plus/minus. Gioca con la linea da tre inizialmente (5/10 nella notte) da dove dovrebbe se non erro aver passato di una nientedimeno che Glen Rice per triple in una stagione. Qualche buon assist e alcune buone difese su Irving.
 
Batum: 6
19 pt. (7/18), 2 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. +10 di plus minus, bene con le steal e i punti ma il 2/9 da tre ci condanna, i suoi tre tentativi in momenti decisivi li erra, sottotono gli assist, statistica riempita con due assist arrivati in serie. Due buonissimi canestri dalla linea di fondo in allontanamento.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
4 pt. (2/4), 4 rimbalzi, 1 assist. Gioca solo 17 minuti fermato dai falli che gli arbitri gli affibbiano. Peccato. Tuttavia, nonostante il +5 di plus/minus, anche lui non riesce a fermar la cavalcata di punti dei Cavalieri.
 
M. Williams: 5,5
11 pt. (3/11), 11 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 5/5 dalla lunetta ma 0/3 da fuori. Sia che si tratti di aperta o assurda scelta di tiro, Marvin da fuori non segna, i Calabroni ne risentono e nonostante una bella dunk e qualche azione pregevole, oltre l’evidente doppia doppia, il suo apporto offensivo è quasi dannoso.
 
C. Zeller: 6,5
15 pt. (6/6), 11 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. Finisce in doppia doppia, buone le statistiche con un 100% dal campo realizzando il possibile da sotto. Non sempre un fattore sulle chiusure ma comunque tra rimbalzi e stoppate, difficile chiedergli di più se poi dall’altra parte Thompson fa peggio di lui. Lui comunque ci prova.
 
Belinelli: 6,5
22 pt. (7/12), 3 rimbalzi, 2 assist. Prende un -15 di plus/minus. Su un paio di chiusure c’è da lavorare. Lasciarlo in uno contro uno con James è da irresponsabili. Lui ci prova al meglio, poi commette alcuni falli, tuttavia ben spesi, non molli per fermare James. In attacco è un fattore trovando la miglior prestazione di punti dell’anno. Il 3/7 da tre non è malvagio ma è attivo su tutti i fronti.
 
Kaminsky: 4,5
0 pt. (0/9), 8 rimbalzi, 2 assist. L’anno scorso fu determinante per battere I Cavs in casa, quest’anno per gli 8 rimbalzi aumento il voto di mezzo ma lo 0/5 da fuori, il -10 di +/- danno poche possibilità di una sufficienza. Ricordo una buona difesa su James ma poco altro.
 
Lamb: 5
4 pt. (2/6). Poco altro, forse un accecante manata in faccia a James… Bellissima la dunk, artistico il floater, la sua gara però si ferma lì. In difesa dalla linea di fondo sinistra nei pressi dell’area prende uno spin di James che va a schiacciare.
 
Weber: 5
2 pt. (1/4), 1 rimbalzo, 1 assist. Gioca 9 minuti, accusa un -19 di +/-. In campo nel momento peggiore degli Hornets ma anche lui non riesce a dare valido apporto al team in fatto di personalità. Un facile canestro da due e due triple fuori giri.
 
Coach Clifford: 6
La squadra si è battuta bene nonostante la L. Non dico nulla a livello tattico con il senno di poi, l’unico appunto è la marcatura di Belinelli su James nel finale. Alla prossima giacché, visti gli altri risultati, avendo degli scontri diretti in casa, non è ancora clamorosamente finita.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.