Game 75: Charlotte Hornets @ Dallas Mavericks 117-109

P.J. Washington (28 punti, in combo con Hayward 53) aiuta gli Hornets ad uscire vittoriosi dal Texas.
In foto affrontato dall’ex C. Wood.

Flagellata dagli eventi i menomati Hornets parevano non voler estrarre il pungiglione in Texas in un back to back per di più…

Backcourt “nuovo” di zecca con Dennis Smith Jr. e Mykhailiuk che sostituivano Ball, Rozier e Oubre Jr. tutti fuori causa tanto che in serata ci sarà breve spazio anche per i richiamati da Greensboro: Maledon e Bouknight fatti salire su un aereo di corsa.

Alla fine i Calabroni disputavano un’ottima partita di squadra aiutandosi, ispirati offensivamente inizialmente da P.J. Washington (28 punti, motivato con il padre Paul Washington sugli spalti) e Gordon Hayward (25 punti) con Dennis e Svi capaci di realizzare 13 punti a testa (9 assist per il primo anche, Richards chiudeva con 10 punti e 10 rimbalzi, anche i lunghi Mark Williams (recuperato ma partito dalla bench e JT Thor davano un bel contributo con 13 punti e 8 rimbalzi il primo e 12 punti, 3 rubate e 2 stoppate il secondo.

Buona difesa, rubate, fast break, gioco di squadra con passaggi interessanti (fiera dell’And1) e tiro da tre punti le macro di squadra finali che avvantaggiano gli Hornets contro una Dallas impegnata a trovare un posto ai playoff e caduta clamorosamente in casa nonostante i 34 punti e 10 rimbalzi di Doncic, i 18 di Irving (1/8 solo per lui da 3), Wood e Powell offrivano poi 14 punti a testa completando gli uomini in blu in doppia cifra.

Serata magica per Charlotte che raggiungeva anche il +21 prima che Dallas tornasse nell’ultimo quarto sul -1 con le risposte di Williams e il big 3 (unico canestro in serata m al momento propizio) di McGowens, classe operaia al potere.

Game Recap

Doncic apriva le danze da due punti ma Mykhailiuk rispondeva subito da tre punti, Irving mancava uno dei tiri liberi portando la partita in parità ma gli Hornets trovavano i canestri dei due protagonisti del primo tempo: P.J. Washington (10:31) e Gordon Hayward (9:58) per il 7-3 accarezzando primordiali idee di fuga quando un two in a row di P.J. Washington (ben trovato da due passaggi smarcanti) mandavano Charlotte sul 14-8 a 7:39.

La squadra di Clifford continuava a giocare bene trovando la schiacciata di Richards su assist geniale di Hayward che faceva da sé poco più tardi per un fade-away rainbow.

Doncic spingeva i Mavs al 18-16 ma un alley-oop di Richards era il preludio all’allungamento delle distanze: Hayward e schiacciata di Richards a 4:01 per il 26-20, tripla di Thor e turnaround del rientrante (bentornato) Mark Williams a 2:38 più lo step-back di Mykhailiuk che dall’angolo destro assestava una tripla e un colpo apoplettico alla bench dei Mavs (colpita poi ancora da Thor da 3) ed incapace di reggere: 37-26 il finale di primo quarto.

L’ucraino di Charlotte avviava il secondo quarto con tre liberi e a 11:03 Williams contro due difensori appoggiava ottenendo anche l’And1 del +19 (45-26) prima che velocemente Kidd si affrettasse a rilanciare sul parquet Irving prime e Doncic poi.

Erano più che altro Powell in alta quota da alley-oop e Ntilikina a dare un po’ di brio all’offensiva dei blu che a 6:18 si presentavano sul -12 dopo un And1 del francese.

Irving realizzava in corsa alla vecchia maniera e Doncic infilava da tre ma per ben due volte alle stelle avversarie Hayward replicava in maniera identica rispondendo ed intervallando i canestri dei locali che a 3:43 vedevano scomparire il divario in singola cifra: 58-48.

Charlotte assorbiva la botta e tornava a salire lentamente chiudendo il quarto con l’alley-oop di Williams su cortesia di Hayward.

69-55 all’intervallo a sorpresa.

A fine primo tempo le ragioni del vantaggio erano presto dette: 55,8% contro il 47,7% dal campo (46,7% Vs 18,8% da tre punti), 18-12 negli assist e 2-0 nelle stoppate che per quanto possa sembrare risibile testimonia l’attenzione difensiva di Charlotte (battuta qualche volta via aerea dagli alley-oop di Powell) e della costruzione offensiva attraverso il gioco di passaggi degli Hornets.

Irving provava da tre a ridare un senso al match in avvio di ripresa ma Charlotte segnava da due con P.J. Washington in jumper frontale a 7:53 e con lo stesso player da sotto per un two and1 a 7:14 (80-66) con gli Hornets a macinare canestri interessanti come il reverse galleggiante di Hayward che resisteva al fallo di Bullock dopo aver tagliato in back-door.

A 6:46 quindi altro And1 ed 83-67, vantaggio che saliva con Richards a 5:33 e fischi dei fan dei Mavs all’indirizzo della propria squadra.

A 4:26 pazzesco Hayward che tagliava i rami secchi Green e Wood andando in corsa a resistere al fallo e al contatto segnando di forza dalla media ravvicinata con altro, ennesimo And1 per il 90-69.

Per i Mavs, alla disperata, si scatenava Doncic con 10 punti ma a 1:30 P.J. Washington replicava il libero addizionale per il +14.

La partita tornava intensa quando Hardy infilava due triple consecutive mandando sul 93-85 il match.

La panchina di Charlotte era in difficoltà in avvio di ultima frazione e Dallas tornava a mettere paura avvicinandosi sino al 97-96 quando ad Hardy bastava un mezzo blocco alto per prendere la via centrale ed appoggiare con la difesa di Charlotte che non aiutava per scarsa comunicazione.

Clifford correva ai ripari chiamando sul cubo 4 titolari di serata ma Williams (correzione) e McGowens (big 3 dal corner destro) avevano un lampo d’orgoglio per riportare a +6 Charlotte a 7:09.

Thor nel pitturato e la wide open frontale a 5:58 di DSJ davano a Charlotte un margine di 11 punti, Wood e Svi si rispondevano da oltre l’arco e a 3:38 da persa di Doncic, Richards andava a schiacciare in transizione il 112-101 ma Dallas in qualche maniera cercava di rimettere in piedi la partita segnando con Doncic un floater (mancava per onestà il fallo sul passaggio in mezzo a due difensori Hornets).

I Mavs si giocavano il challenge su una stoppata affondata di Doncic su Richards.

Piuttosto incredibile tra il contatto e l’affondo i Mavs l’abbiano vinta ma… dato che “San Giovanni non fa inganni” (almeno in questo caso), DSJ sulla rimessa possesso successiva, tirando da casa sua, centrava la tripla del 117-109 a 13:07 chiudendo la partita definitivamente con il cinque aggressivo in break all’assistente Kreutzer super felice.

Cuban rimaneva una maschera di sale e gli Hornets strappavano la più improbabile vittoria dell’anno.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.