Game 76: Charlotte Hornets Vs Cleveland Cavaliers 105-118

 
Quando era piccolo Kemba Walker amava la danza, l’hip-hop, la break dance tanto da esibirsi anche all’Apollo Theater di New York.
Sarà quel ritmo nel sangue che lo ha portato ad acquisire quel je ne sais quoi che fa la differenza tra un giocatore normale e uno come il n° 15 dei Calabroni.
Tempo, ritmo, cambio di passo e direzione, step back, finte, esitazioni, accelerazioni…
Kemba ha trasformato una delle sue passioni sul parquet fino a divenire tutt’uno con il basket stesso.
Uno Shadow Dancer (un’ombra danzante per ricordare un vecchio titolo di un videogame datato 1989) che nella notte si apprestava a superare il record di punti all-time per la franchigia (Bobcats/Hornets) detenuto da Dell Curry da ormai 20 anni…
Nel farlo cercava anche rivincita su James che quest’anno si era portato a casa i match precedenti.
Kemba, per rimanere affini al titolo sopracitato, entrava in modalità Revenge of Shinobi, uno splendido videogioco nel quale per il ninja protagonista (Joe Musashi) le difficoltà erano notevoli.
Facendo un breve inciso sul videogame c’è da dire che la storia narrava di alcuni sicari della Neo Zeed (organizzazione criminale) abili ad assassinare il maestro di Musashi e rapire la Donna del suo cuore, Naoko.
Joe apprende sull’ultimo respiro del suo sensei la storia e parte per salvare Naoko e sconfiggere definitivamente (l’aveva già battuta in passato) l’organizzazione terroristica e i suoi folli piani di dominio.
Ricordo i continui difficili doppi salti sui tronchi in caduta verticale da una cascata, la difesa indifesa nei pochi lampi al buio in una discoteca, il labirinto finale che portava all’oni (demone) finale.
Battuto senza mai riuscire però a salvare Naoko (mi era stato prestato e non ho avuto tempo di provarci molte volte).
Un gioco difficilissimo, insomma, che metaforicamente Kemba si apprestava a rivivere nelle difficoltà alla sfida al Demone Re James, il quale in serata non ha fatto sconti con in ballo la terza posizione (Cavs tallonati da 76ers vincenti nella notte su New York e Pacers) per i suoi ai playoffs.
James (pareggia il record di partite consecutive con almeno 10 punti detenuto da MJ) con le sue subitanee impennate d’azione ha chiuso una big night con 41 pt., 10 rimbalzi e 8 assist mentre una bella mano gli è arrivata da un caldo JR Smith (19 punti con un 8/9 al tiro) e da Green con 18.
Kemba vestito con la divisa nera Buzz City (eravamo ancora imbattuti con questa tenuta nero ninja) in serata rimaneva un ombra ma nel finale, a maglie più larghe, trovava lo spazio per il nuovo record all-time punti per la franchigia e l’intervista post game ma ci fermavamo a 4 W consecutive.

Il recordman Curry intervista prima della partita il nuovo uomo record Walker.

Per le stats di squadra… 2-9 le steal con un paio tramutare dagli arbitri in FT (senza lamentarsi sul punteggio finale), una di Monk buonissima, 22/24 ai liberi contro il 17/20 dei Cavs sono indicatori comunque di una certa metodologia d’arbitraggio che sin da subito ha reso il gioco più frammentario con fischi anche un po’ forzati da ambo le parti, dimenticanosene o sbagliando in altre circostanze.
Andiamo alla partita però…
 
Charlotte partiva con un tentativo d’entrata di Howard che era stoppato dagli arbitri per un fallo di Thompson (blocking).
A 11:39 Howard sbloccava lo 0-0 infilando due FT, dall’altra parte Green fuggiva a Williams ma sul suo floater in canotta nera trovava un altro ninja, Dwight Howard che si serviva dell’Ikazuki che gli serviva per arrivare altissimo a fare da scudo stoppando il tentativo.
Kemba a 10:54 ci riportava avanti segnando tre punti in ritmo ma Green riprendendo da un suo errore infilava un tap-in e James a 9:58 lanciato in ripartenza finiva giù sulla leggera pressione di MKG.
Due FT per il primo sorpasso ospite di serata non bloccavano il contro sorpasso di Batum ottenuto sempre dalla linea dei FT ma in sospensione su un’azione a gioco attivo.
Howard a 8:58 giocava agli autoscontri sulla baseline sinistra e otteneva altri due FT che trasformava ancora aiutando insieme a MKG (bound pass verticale bassissimo di Batum non raggiunto da James) a portare gli Hornets sull’11-6.
I Cavs tornavano alla carica avvicinandosi con un open di Nance Jr., pareggiando con una dunk di Hood e passando avanti grazie a un libero di Green per tre secondi difensivi di Howard.
Nance Jr. segnava ancora lasciato troppo solo e i Cavs ottenendo un parziale di 8-0 viaggiavano sul +3 prima che una ripartenza degli Hornets con alzata da giocoliere di Kemba per sottrarre la possibile palla vagante a un avversario segnasse il -1.
A 5:25 un fallo su MKG da parte di Hood ristabiliva l’equilibrio poiché la nostra ala piccola splittava; si susseguivano canestri dei Cavs subito replicati dagli Hornets…
LeBron, Batum, ancora James, Marvin, erano i nomi che trascinavano il match sul 18 pari prima che Nance Jr. fallisse un alley-oop e Bacon portasse sopra i Calabroni con un arresto e tiro frontale.
Kemba sbagliava da destra una tripla in transizione ma il rimbalzo era preda di Howard che scaricava la schiacciata del 22-18.
Calderon da sinistra colpiva con perizia in jumper, i Cavs potrebbero allungare quando James buttandosi dentro incappava sulle mani rapide di Williams che gli sottraevano palla, Howard dall’altra parte chiamava in area la sfera ma Williams andava in uno contro uno per il floater cortissimo, Dwight si ritrovava la sfera e schiacciando ancora ci dava il +4.
Clarkson con un movimento in post basso destro superava Howard che si rifaceva poco più tardi con altri due punti portando il punteggio finale dei primi 12 minuti sul 26-22.

Walker nel pitturato avversario.
Sam Sharpe-USA TODAY Sports

 
Il secondo quarto vedeva inizialmente rientrare i Cavs che colpivano con Calderon (ottimo movimento per crearsi spazio su Lamb) in jumper e pareggiavano con un contropiede due contro uno chiuso da una dunk di Smith per colpa di una persa di Monk.
A 10:37 uno spin di Frank con la forzatura in uno contro uno in area era buona per ripartire, Graham poi dal post basso destro al secondo tentativo faceva centro realizzando il 30-26.
Rientrava per i Cavaliers Osman il quale non segnava la bomba, Bacon così in entrata producendo il suo floater grazie alla separation di spalla firmava il +6.
Dimezzava lo svantaggio Clarkson da sinistra a mezzo tripla, Frank in post basso sinistro toccato in caduta appoggiava al plexiglass il 34-31 mentre la girata dal post basso sinistro di Green verso la tabella era seguita da tre punti del Tank che cannoneggiava dalla diagonale destra per il 37-31.
L’esperto Jr Smith rientrando produceva in poco tempo due entrate micidiali che si rivelavano essere giochi da tre punti con due liberi addizionali a segno, Lamb replicava dalla diagonale destra quando sul cambio marcatura JR Smith/Osman intuiva che il turco non avrebbe avuto i riflessi per stoppare il tiro.
42-37 con JR Smith però lanciato in area che mostrava anche il cambio mano per il fing and roll del -3 che diveniva -1 quando un altro bad pass di Monk apriva la transizione chiusa da James appena rientrato.
Time-out di Clifford con Monk che si riscattava parzialmente saettando una tripla a 6:11 però JR Smith si trasformava in assist man lasciando campo a James che si produceva in un plastico alley-oop a due mani inarcando la schiena.
James pareggiava con uno spin su Bacon lasciato troppo solo ma Monk con un pullup su Green firmava il nuovo vantaggio sino al pareggio dalla lunetta dello stesso avversario (fallo di Monk).
James in entrata era “allargato” dalla minima spinta di Howard… sulla circumnavigazione del pitturato gli arbitri fischiavano il terzo fallo dei Dwight che abbandonava il parquet.
2/2 recuperato da MKG che faceva tutto da solo per l’aggressione su Kemba sin dalla rimessa.
James dava la spinta ai suoi realizzando dal corner destro da tre pt. offrendo anche un pass per Hill in transizione.
A 3:03 una chiamata pro James, francamente ridicola, portava ancora l’asso avversario in lunetta ma lo 0/2 lasciava sul 49-54 la partita.
Ritoccava il megaschermo Frank dalla lunetta con un 1/2, ma un James ormai lanciato si liberava del Tank a rimbalzo per depositare il +6 ospite.
Gli Hornets erano ancora penalizzati quando un assist di James inginocchiato apriva la linea di fondo destra a Green che pattinava superando il limite di passi consentiti.
Frank tentava la stoppata ma arrivava la chiamata contro il Tank.
2/2 per il +8 prima che Williams segnasse due FT.
James schermandosi sfuggiva al controllo di Williams, pioveva quindi la tripla del 52-61 che Hood replicava a :35.9 dal termine.
Williams era affossato da Hill nel pitturato sulla tripla mancata di Lamb.
Altri due FT per il 54-64, finale di primo tempo.

Faccia a faccia tra James e Walker.

 
Non era l’avvio desiderato quello della ripresa quando James continuava a colpire; questa volta dalla baseline sinistra in jumper, anche se un piazzato di Howard lungo da destra replicava alla stessa maniera al Sire.
Un passaggio all’interno vedeva l’entrata circolare di Green che posterizzava Marvin, il quale non opponeva però molta resistenza.
A 10:17 Kemba in entrata faceva segnare il quinto punto personale di serata ma Green batteva Williams in jumper, inoltre a 9:21 James servito sulla corsa decollava per la schiacciata senza resistenza visto il raddoppio portato dai Calabroni sulla linea di fondo destra.
Hill a 8:57 schiacciando in transizione costringeva al time-out Charlotte che al rientro con una giocata ragionata portava Batum a segnare in jumper. Howard da sotto accorciava sul 60-72, Batum con il passaggio verticale serviva il classico taglio di MKG che dalla linea di fondo destra oltrepassava il canestro chiudendo in reverse layup.
A 6:36 lo screen roll di Kemba su Howard con conclusione dal pitturato finiva nel cesto così come il libero addizionale per fallo di Thompson.
67-78… -11 che tuttavia peggiorava solamente nonostante JR Smith provasse un passaggio dietro la schiena consegnato agli spettatori.
Green segnava due punti poi James era furbo a mimare un tiro da tre punti quando MKG portava la mano a contatto con l’arto dell’attaccante.
Un 3/3 che tagliava le gambe nuovamente a Charlotte che cadeva anche sul laconico -19 quando una tripla aperta frontale di James mandava il mega schermo a segnalare un impietoso 69-88 a 3:41 rimanenti nel terzo quarto.
Dopo il time-out un semi-gancio di Howard dal post basso di sinistro su Nance Jr. un doppio palleggio di James e un jumper di Lamb su JR Smith (non troppo aggressivo nell’occasione) facevano rientrare sul -15 la squadra di Clifford ma dall’altra parte JR Smith segnava un pullup lungo dalla destra nonostante Lamb fosse decisamente più aggressivo dell’avversario.
73-90 che Kemba a 2:07 riduceva ancora in entrata.
Il finale vedeva giocate di qualità; tripla di James, JR Smith (ormai in the zone) in jumper su Howard e l’alzata di Kemba per Dwight che chiudeva appoggiando toccato dal rientro di James.
Libero che chiudeva il quarto sul 78-95.
 
Charlotte tentava di giocarsi le ultime carte di rientro con la panchina; apriva la frazione Lamb con due FT, Graham fermava Green e salvava un rimbalzo offensivo difficile dopo l’errore di Frank.
Monk in jumper dalla linea di fondo sinistra per il -13 consigliava il time-out ai Cavs.
I Cavalieri però raffreddavano più volte con le triple i principi d’incendio degli Hornets; Green toccava la sfera per tre punti (82-98), Lamb (a risolvere i 24), Bacon (rimbalzo difensivo e spin veloce nel pitturato avversario in uno vs uno) erano ghiacciati da una tripla di JR Smith a 7:58 per l’86-101… Frank metteva dentro 4 punti in due azioni avvicinandosi al canestro, Marvin stoppava Hill e dopo qualche giocata, ancora Kaminsky, prima recuperando un rimbalzo offensivo (mancato tagliafuori su un tiraccio di Bacon) e poi battendo Hood trascinava Charlotte sul -9 (94-103) ma Hill chiudeva il match con una tripla laterale.
Si rivedeva James con qualche giocata spettacolare (360° layup su MKG mancato in volo e correzione volante in schiacciata) e Kemba, fino a quel momento piuttosto in ombra spediva dentro nel finale i punti necessari per superare Dell Curry sino al 105-118 finale.

Un Kemba dagli occhi lucidi per il record intervistato da Stephany Ready. “Non dovrei essere qui, molte persone da dove vengo non ce la fanno… questo è un risultato enorme” ha dichiarato un modesto ma lucido (mentalmente) e oggettivo Kemba riferendosi ai sobborghi poveri per i colored di NY.

La mamma di Walker (al centro) esulta a pochi secondi dal termine.
Suo figlio ha appena passato di due punti il mitico Dell.

 
Pagelle
 
Walker: 5,5
21 pt., 2 rimbalzi, 4 assist. Ingrato compito quello d’assegnargli un voto negativo in una serata per lui storica. Chiude con 7/18 al tiro migliorando nel finale la sua prestazione. 5/5 ai liberi. Anche qui batte il record di FT consecutivi per la franchigia rompendo il precedente di 43… Intervista commossa a fine partita, pallone portato a casa. George Hill gli ha chiesto la canotta storica ma lui sa di non aver disputato un buon match. Poco fluido, primo tempo in sordina, fatica a segnare, probabilmente l’emozione si è fatta sentire. Ora liberatosi del peso, a traguardo raggiunto, speriamo torni a farci vincere a Washington. Un gentleman, se qualcuno avesse proprio dovuto battere il record di Curry, sono contento sia stato lui.
 
Batum: 5,5
6 pt., 2 rimbalzi, 5 assist. 2/5 al tiro in 25 minuti. Molto più in ombra di Kemba, trova alcuni buoni assist ma non da consistenza ai numeri. Manca di magnetico carisma.
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
11 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. Dal campo è spesso preciso, peccato per un jumper corto nell’ultimo periodo, in difesa non riesce, salvo alcune occasioni a tenere James e la sua mobilità, ancor prima del fisico. I gentili tre FT concessi alla star avversaria per i reiterati tocchetti sugli arti superiori concedono agli arbitri una ghiotta occasione per portare il fischietto alla bocca.
 
M. Williams: 5,5
6 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. -17 di plus/minus, quando va su James ci prova con risultati alterni, una steal clamorosa e una tripla incassata grazie allo schermo offensivo. Fa di tutto un po’ meno segnare dal campo (0/4) compensando con un 6/6 ai liberi.
 
Howard: 7
19 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata. 7/12 dal campo, un po’ penalizzato dagli arbitri. Si arriva al paradosso quando due arbitri fischiano sulla stessa azione un fallo pro e uno contro al nostro centro che almeno in questo caso vede avere la decisione finale a favore. Altra doppia doppia con buone giocate, vicino al canestro (compresa una smart bomb ninja kariu) dove continua ad avere occasioni per giochi da tre punti. 5/5 ai liberi, un buon jumper lungo da destra. Forse la fase difensiva avrebbe potuto esser migliorabile ma su qualche chiusura e rotazione finisce fuori causa.
 
Lamb: 6,5
11 pt., 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 4/6 dal campo. Da un po’ di spinta alla panchina di Charlotte senza eccedere. Sfortunato in difesa, in attacco da il suo contributo. +1 di plus/minus.
 
Kaminsky: 7
16 pt., 5 rimbalzi. 7/9 dal campo. Come Lamb da spinta alla squadra specialmente ottenendo punti nell’ultimo quarto sull’ultimo tentativo valido di recupero. Buona prova, solida mostrando buone doti realizzative con movimenti d’avvicinamento a canestro. Da quando evita di sparare sempre da tre (1/1 nella notte) è migliorato.
 
Monk: 5,5
7 pt. 2 rimbalzi. 3/6 al tiro ma due turnover pessimi. Fatica ad aprire il gioco nella maniera corretta e chiude con 0 assist. Peccato perché al tiro non è andato male a parte una scheggiatura al ferro esterno provando da fuori nell’ultimo quarto.
 
Bacon: 6,5
6 pt., 7 rimbalzi, 2 assist. ½ al tiro. Gioca 23 minuti. Se va su James cerca di non conceder la penetrazione Non facile ma alla fine fa un discreto lavoro… Buon senso della posizione, cattura diversi rimbalzi ma poco fushin (arte di fluttuare). Qualche giocata mal consigliata come lo spin uno contro uno in area dopo il coast to coast, ma su quello finisce per aver ragione.
 
Graham: 6
2 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. Male nella prima parte di gara, meglio nella seconda. Gioca solo 9 minuti, una sufficienza pare equa.
 
Hernangomez: s.v.
0 pt., 1 minuto. Si segnala per un turnover e un fallo. Non fa in tempo a fare altri danni.
 
Coach S. Clifford: 6
Squadra che ci prova ma il finale di primo tempo è decisivo. Qualche breve e rapido passaggio a vuoto e un paio di triple pesanti incassate ci tagliano fuori dalla possibilità di rientrare seriamente nonostante i tentativi di time-out siano apprezzabili. Si chiude a 4 la seconda striscia positiva dell’annata. La squadra c’è anche se non ha le qualità per poter battere certi avversari. Da risolvere ancora i problemi sul perimetro. Non solo triple frontali o diagonali in serata ma anche negli angoli. Gli arbitri non l’agevolano, ad esempio nel finale perseverano sul 98-113 quando un tiro di James in uscita dal ferro è toccato sopra di esso da Thompson in netta interferenza. Canestro assegnato a James, Walker se ne avvede, i tre a strisce bianconere no…

Questo articolo è stato pubblicato in Games da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.