Game 79: Charlotte Hornets @ Chicago Bulls 114-120

 
Nuvole attuali rapide cariche di foschi e loschi presagi, storie che s’intrecciano in nebbie passate profonde, labirinti del tempo, dolci e amari ricordi che si fondono accompagnando la nostra storia personale con sensazioni ed emozioni “d’epoca”, di quel basket dorato, provate a suo tempo.
Nell’occasione risorgono a bassa quota, rivalità un tempo più accese, quando Michael Jordan (attuale proprietario di Charlotte) dominava la NBA mettendo a servizio il suo talento a favore dei Bulls.
Tori a parte, devo confessare che non mi è simpaticissima la Wind City, in primis per un motivo che nulla a che vedere con il basket.
Forse qualcuno avrà sentito parlare di “scuola di Chicago”… un vento nuovo che negli anni ’70 cominciò a spirare malignamente su questo pianeta fino a produrre danni antropologici e concreti, per il pianeta, per gli Stati ma soprattutto concretamente per le persone.
Sostanzialmente sto parlando di neoliberismo, sorto proprio all’Università di Chicago, la dottrina “rifondata” dall’austriaco Von Heyek e portata avanti da Milton Friedman in maniera molto astuta e di cui oggi si sta dimostrando empiricamente l’infondatezza di tesi numeriche atte a portare benessere nella società autoregolata dal mercato come esposto dai sostenitori di questa truffa ai danni del pianeta.
Il cambio di rotta avvenuto dagli anni ’80 in poi consisteva in tre punti fondamentali:
(1) Privatizzazione di tutto (compreso parchi nazionali, ecc.), (2) Deregolamentazione (togliere dazi doganali e qualsiasi norma che impedisca il profitto illimitato),
(3) Riduzione delle spese sociali (tagliare i fondi per le pensioni, per i disoccupati, assistenza sanitaria, ecc,) indicando una bassa tassazione uguale per tutti indipendentemente dal reddito.
Ovviamente tutte queste misure non fanno altro che creare sempre maggiori diseguaglianze che intaccano il livello della sicurezza della società e incidono sulla qualità della vita delle persone.
Individuato come falso nemico il comunismo (in realtà all’epoca era impensabile d’andare a mutare un sistema economico oltrecortina), l’attacco di Von Heyek e Friedman fu rivolto relmente contro Keynes e il suo sistema che utilizzava con più successo un sistema ibrido in cui lo Stato facesse la sua parte, cosa tra l’altro che fece anche Roosvelt con il suo New Deal dopo la crisi del 1929 dovuta al laissez faire d’impostazione liberista.
Insomma… la perdita di diritti fondamentali spacciata e bollata dai neoliberisti come richieste “stataliste”.
Sarà per questo che anche nella NBA, tra regole ed eccezioni, differenziazioni tra small e big market, introduzione sponsor, la lotta delle piccole squadre contro le più grandi sta diventando impari.
Ci sono squadre che negli ultimi anni stanno vivendo momenti di lunga depressione, anche peggio di quelli ottenuti dalle parti del North Carolina, basti pensare a Sacramento e Orlando a esempio.
La partita è stata quasi lo specchio dell’annata.
Una punto a punto persa con un team sulla carta più debole, anche perché nella notte “rinunciava” a giocatori come Lopez, LaVine, ecc…
Pochi a salvarsi per Charlotte, squadra simpatia dell’anno in versione Babbo natale anche fuori periodo più volte…
Tra tutti i giocatori oggi citerei Howard che ha battuto il record storico di doppie doppie appartenuto fino a oggi a Larry Johnson.

Howard e i suoi record prima della partita.

Ben 50 per Dwight.
Non è bastato Monk con la sua verve da tripla nell’ultimo quarto.
Ci si è svegliati troppo tardi e soprattutto si sono palesati i soliti limiti difensivi.
44,1% da tre pt. per i Bulls contro il nostro 38,2% oltre a ben 20 turnover di Charlotte contro i soli 7 commessi dai tori sonos tate statistiche pesanti non compensate dalla lotta a rimbalzo vinta 49-44.
Di questa squadra mi auguro proprio di non vedere più diverse facce l’anno prossimo che, per usare un vecchio slogan di Charlotte in era Cowens, non sono esattamente da Hard Ball…
Per i Bulls da citare Markkanen con 24 pt. in 24 minuti frutto principalmente di un 5/6 da oltre l’arco…
Justin Holiday ha chiuso con 19 dando una mano ai Tori a vincer la serie stagionale per 3-1…
 
Palla a due vinta da Felicio ma non concretizzata dai Bulls con il tiro di Payne da tre che si spegneva sul ferro, dall’altra parte Batum correva schiacciando un passaggio verticale a terra, contemporaneo taglio sulla linea di fondo da parte di MKG che chiudendo in reverse layup ci portava sul 2-0. Markkanen a 11:11 colpiva da tre, tuttavia a 10:19 era ancora MKG con un’entrata a ricciolo e un tocco sopra i difensori a un metro dal canestro a riportarci in vantaggio.
Payne con un driving floater cambiava ancora leader team ma Howard splittando dalla lunetta a 9:11 pareggiava (5-5).
MKG recuperava fortunosamente un passaggio deviato a Kemba chiudendo con due punti più fallo subito da Holiday. FT mancato, rimbalzo di Howard che non riusciva a segnare tuttavia, quindi pareggiava il finlandese Markkanen dalla linea di fondo sinistra con un pullup dal mid range.
Williams sulla diagonale destra appena fuori dall’area dei tre punti era raggiunto dalla sfera in transizione, catch n’shoot 3 per il 10-7 buono…
Chicago si riavvicinava con Felicio (goaltending di Howard) ma a 6:42 Williams, dopo aver fatto fuori un difensore con la rapida finta da tre punti chiudeva con un runner pullup per il nuovo +3.
A 5:37 Holiday in jumper lasciava nuovamente un solo punto tra le squadre con il jumper tuttavia un’altra tripla di Williams ci mandava su un buon +4 prima che Howard stoppasse Felicio. Sfortunatamente la palla rimaneva ai Bulls e Payne chiudeva agilmente con un fing and roll in entrata.
A 4:32 i Bulls si riaffacciavano sul vantaggio con la tripla di Markkanen (16-15) che si ampliava dopo due FT del finlandese per fallo di Williams nel pitturato.
Walker con un fade-away in area e un tiro ritardato a 3:05 da sotto riportava avanti i Calabroni che a 2:09 beneficiavano di un rimbalzo offensivo di Howard convertito in un gioco da tre punti dallo stesso con FT aggiuntivo per un fallo di Portis.
Sul 22-18 la situazione cambiava poco.
A 1:07 un “buon” fallo di Stone sotto canestro serviva ai Bulls per ritoccare il punteggio e portarsi a fine primo quarto sotto di tre punti (22-19).
 
Come di consueto il secondo quarto vedeva presentarsi in campo tutta la nostra panchina che subiva il canestro di Portis (marcatura di Kaminsky).
Frank, inguardabile, almeno passava dentro per Willy che chiudeva in appoggio per due punti.
A 11:02 uno 0/2 di Vonleh in lunetta serviva ad Arcidiacono per recuperare il rimbalzo offensivo e far convertire la second chance a Grant che con tre punti impattava la partita a quota 24.
A 10:45 un fallo su “Willy” consentiva alla squadra di Clifford di tornare sul +2, vantaggio dimezzato dall’1/2 dalla linea di Arcidiacono (fallo del Tank).
Hernangomez ancora da sotto ci provava due volte ottenendo due contatti, zero fischi, primo tiro corto e secondo centrato. Monk da sinistra potrebbe segnare da tre ma Killpatrick lo stoppava nettamente mandando la sfera oltre il fondo. Dall’altra parte (sulla destra) ci provava anche Stone che mandava un tiraccio a baciare il plexiglass prima di finire dentro.
Anche lo stesso Julyan rimaneva sorpreso ma il vantaggio si ampliava comunque sul +6 (31-25).
Frank da tre mancava il tiro, Grant segnava in pullup subendo fallo del Tank. -3…
Monk si faceva portare via palla da Arcidiacono e Killpatrick chiudendo la transizione realizzava il -1 per i Tori.
A 8:22 Portis con il jumper dalla media faceva piombare gli Hornets in negativo d’un punto, Stone cacciava dalla laterale un air-ball da tre e una palla deviata a Lamb portava Portis a chiudere in transizione.
Clifford chiedeva il time-out a 7:35 e dopo soli 6 secondi dal rientro sul parquet Monk appoggiava facile, senza incontrare resistenza in entrata.
Hernangomez di sinistro depositava in entrata oltre il difensore e Lamb allungava sul 37-34 con la sospensione lunga da due dalla diagonale destra.
Willy aveva la mano lesta sul dribbling di Arcidiacono ma dalla parte opposta si faceva stoppare dal rientro di Portis che gli appoggiava una mano dietro la schiena…
A 5:52 la terza tripla su altrettanti tentativi del finlandese equilibrava il match a quota 37 prima che Lamb pescato sotto chiudesse facilmente per il nuovo vantaggio.
La partita rimaneva aperta e una transizione chiusa dal riccioluto finlandese con fallo di Monk cambiava ancora il team sopra nel punteggio.
Howard realizzava di sinistra su Felicio restituendoci il vantaggio e Batum a 3:58 subiva il tocco di Killpatrick.
Due FT realizzati per il +3.
Gli Hornets però rimanevano ancorati a quota 43 mentre Markkanen da due, Holiday da tre più una transizione (persa Walker) di Nwaba spingevano i Bulls (parziale di 7-0) sul 43-47…
A 1:12 per un fallo preventivo di Felicio (lontano dalla palla) su Howard tornava a far muovere il punteggio anche a Charlotte che con il 2/2 di Howard si riportava in scia.
Kemba sbagliava una tripla ma la dunk appesa di Howard in correzione impattava ancora una volata la gara.
Purtroppo nel finale piovevano le triple di Holiday e di Portis a poco più di un secondo dalla fine del primo tempo.
I Bulls quindi si portavano sul +6 chiudendo in vantaggio sul 47-53.

Charlotte Hornets’ Kemba Walker (15) makes a reverse layup past Chicago Bulls’ Sean Kilpatrick (0) during the second half of an NBA basketball game Tuesday, April 3, 2018, in Chicago. The Bulls won 120-114. (AP Photo/Charles Rex Arbogast)

 
Batum apriva dopo sei secondi con due FT a segno ma rispondeva Felicio dal campo.
Howard in girata rapidissima congelava sotto canestro i due difensori ai lati appendendosi per una schiacciata dirompente andando a rifilare anche in difesa una stoppata al malcapitato di turno consentendo a MKG di realizzare in area il -2 (53-55). Purtroppo gli Hornets come il solito si distraevano in difesa consentendo a Holiday e Payne due facili canestri in entrata. Batum da tre mancava la conclusione ma sull’azione seguente l’allungo e il tocco portato a destra del canestro finiva per essere una giocata da tre punti per il -3 (56-59).
Nwaba da due e un pessimo passaggio che apriva la strada a Portis in transizione per altri due punti erano terreno perso parzialmente colmato dalla tripla dello stesso Batum che tuttavia assisteva alla tripla di Markkanen (schermato) sulla diagonale destra senza che Williams riuscisse a intervenire. Il canestro del 59-66 non prometteva nulla di buono, anche perché Howard, in lunetta a 6:58, splittando, portava solamente sul divario iniziale di quarto il risultato.
Markkanen poi con la tripla frontale su Walker spingeva i rossi sul +9, gli Hornets a 4:03 rientravano sul -5 con la tripla di Williams dopo un buon giro palla di squadra.
Howard continuava a giocare forte (unico dei nostri) andando a battere dopo rapide finte sul posto Portis, passato dalle parti della linea di fondo, spettatore della potente reverse dunk a una mano del nostro centro.
Con il rientro in campo del Tank Nwaba trovava facili canestri in entrata, Portis centrava la tripla a 1:40 e i Calabroni ripiombavano nel baratro sino al -12 (74-86) riuscendo a chiudere il quarto sul 79-86 grazie a una bomba di Monk che anticipa quanto accadrà negli ultimi 12 minuti.

Charlotte Hornets’ Malik Monk, second from right, flies past Chicago Bulls’ David Nwaba for a dunk during the second half of an NBA basketball game Tuesday, April 3, 2018, in Chicago. The Bulls won 120-114. (AP Photo/Charles Rex Arbogast)

 
I primi a segnare nell’ultimo quarto erano i Tori con Grant in pullup, Kaminsky faceva una delle poche cose buone della sua partita recuperando due FT e infilandoli a 10:51.
Gli Hornets però ripiombavano sul -10 per colpa di Killpatrick ma si accendeva improvvisamente Monk al tiro.
A 10:21, e a 9:47 infilando due bombe faceva rimontare Charlotte ma ripetendosi dopo aver conquistato un rimbalzo difensivo ci portava incredibilmente sul -1 (90-91).
Killpatrick schiacciava in transizione dopo un tentativo di passaggio di Monk stoppato.
Il nostro numero 1 però si faceva perdonare a 8:46 chiudendo un palleggio su Arcidiacono per il pullup da tre che portava al pareggio a quota 93.
Purtroppo Charlotte si avvantaggiava finendo sul +5 con un gioco in transizione di Killpatrick che trovava il corpo di MKG sulla transizione per un blocking.
93-98 ma tripla di Willy dal corner sinistro che precedeva due punti di Grant per il 96-100.
Lamb al vetro da destra segnava il nuovo -2, purtroppo però in difesa avevamo Kaminsky che perdendo il duello a rimbalzo con Felicio lasciava una second chance ai Bulls sfruttata magistralmente da Holiday da tre punti.
98-105…
Charlotte tornava ad affidarsi a Monk che con il runner ci riportava sul -5 mentre a 5:09 un numero di Kemba che passando dietro lo schermo di Willy lasciava indietro Arcidiacono per saltare in lungo (da dx verso sx) oltre Killpatrick, era costretto al colpo di reni da taekwondo per chiudere con un numero in reverse subendo anche fallo. Il libero però era fallito, così Kemba fermava la sua lunga striscia di FT consecutivi.
Killpatrick in lunetta per l’1/2 (102-106) costringeva all’inseguimento disperato Charlotte che tuttavia riceveva l’aiuto razzo di Monk, il quale partendo dalla baseline sinistra evitava un difensore con un up & under in salto per chiudere una bimane dalla potenza sorprendente (104-106).
Nwaba dall’area era aiutato dal primo ferro sul suo tiro corto, dall’altra parte Kemba da tre punti sembrava poter riportare nella completa incertezza il match con la tripla (107-108) prima che Killpatrick segnasse e Williams pescasse Howard al centro del pitturato al limite dei tre secondi.
Esplosiva dunk a una mano e Hornets ancora a -1 (109-110). Una tripla di Killpatrick rischiava d’ammazzare la partita anche perché il tempo scorreva ma a 3:04 Williams segnava un’altra bomba, quindi lo stesso ex Nets, ora Bulls, mancava un runner su Kemba ma anche Batum dal corner destro mancava il canestro.
Nwaba segnava nuovamente mentre gli Hornets ansavano poco più tardi in lunetta con Howard.
A 2:00 esatti dalla fine il 2/2 del centro era valevole per il 114-115.
Grant sbagliava un tiro, Kemba falliva la tripla, finiva così per segnare Chicago.
Williams andava a sinistra sul blocco portato a Killpatrick infilandosi esattamente dietro, nessuno copriva adeguatamente e da posizione quasi frontale il numero zero apportava tre punti decisivi per i suoi.
Monk non riusciva nel miracolo dell’ennesima tripla e nei secondi finali i Bulls ritoccavano dalla lunetta sino al 114-120 finale.
 
Pagelle
 
Walker: 5
9 pt., 1 rimbalzo, 4 assist. Da dove iniziare? Kemba è in vacanza. Gli mancano le ciabatte. Ogni tanto si alza dalla sdraio e si ricorda per passione di voler fare un canestro al campetto in spiaggia. Stupendo il numero con il reverse layup su Killpatrick poi quasi il nulla. Tiro libero sulla stessa azione mancato (l’unico di serata, vuol dire che attacca poco in penetrazione), una tripla su sei tentativi con una bomba pesante mancata nel finale. Una palla persa che ci costa due punti.
Nel primo quarto e ancora una volta sotto i 10 pt. In 30 minuti…
 
Batum: 5,5
11 pt., 4 rimbalzi, 5 assist. Croce e delizia. Buoni gli assist ma il 2/9 al tiro grida vendetta con due triple tentate nel finale a vuoto, soprattutto la prima con spazio e piedi a terra tirata senza fluidità. La seconda in girata era già più disperata. Segna un paio di canestri che ci rimettono un po’ in pista nel terzo quarto ma si prende in faccia nell’ultimo una bomba veloce di Holiday da destra con la mano alzata più come resa che per stoppare il tiro…
 
Kidd-Gilchrist: 5,5
10 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 5/9 al tiro e tre turnover. Fa un fallo ingenuo in rientro tentando di prender lo sfondamento, non parte male, ma poi si perde un po’. I tentativi sono quasi tutti intelligenti tranne un jumper forzato altissimo in uno contro uno finito sulla base del ferro inevitabilmente.
 
M. Williams: 6,5
18 pt., 8 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. 6/8 al tiro. Big night come shooter con 4/6 da fuori, un bel passaggio per Howard in verticale, peccato che la difesa non sia sempre all’altezza e commetta un’ingenuità clamorosa andando da solo a infilarsi dietro il blocco portato per Killpatrick sulla tripla decisiva della gara. Alla fine del blocco non lo trova, non viene aiutato ed ecco il danno finale… Non fantastico anche prima in alcune circostanze ma porta a casa diversi rimbalzi, non tutti difficili.
 
Howard: 7,5
23 pt., 17 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. Termina con 7/11 dal campo e 9/13 ai liberi. Ci prova in tutte le salse in attacco, rimane attivo in difesa dove tenta anche diverse stoppate, alcune finite in goaltending. Batte il record di doppie doppie storico che era di Larry Johnson arrivando a 50 in stagione. Lotta e lo ringrazio per questo. Ad averne altri così…
 
Lamb: 5,5
6 pt., 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Tre turnover, un paio evitabili e un fallo mal speso sui due totali. +10 di plus/minus, il migliore, nonostante la serata con pochi punti (3/6 al tiro) in 20 minuti. Non arriva alla sufficienza con tutta la simpatia e stima che ho da quest’anno per lui per la serietà dimostrata.
 
Kaminsky: 2
2 pt., 1 rimbalzo, 1 assist. 0/3 dal campo e 2/2 ai liberi in 19 minuti parsi anche troppi. Questi sono i numeri di “Big Frank” nella notte nella sua Chicago. Praticamente un infiltrato che fa danni collaterali come falli inutili che procurano FT addizionali o difese lascive come su Nwaba… Uno dei volti che non vorrei più rivedere anche in considerazione del solito rimbalzo a portata che si fa strappare da Felicio non tentando il tagliafuori ma andando a rimbalzo normalmente. Da lì arriva una second chance di Chicago con tripla…
 
Monk: 8
21 pt., 2 rimbalzi, 2 assist. Credo sia il season high di Monk… se non lo è mi scuso ma poco ci manca. Big night. Esplode a fine terzo periodo con una bomba, poi ne mette altre 4 riportandoci in partita. Perde un pallone e non gli riesce il miracolo di riportarci in gara negli ultimi secondi dell’ultimo quarto lo si vede in difesa andare in stoppata e dall’altra parte del campo percorrere la linea di fondo sinistra, abbassarsi sotto il corpo del difensore con entrambe le silhouette in salto per rielevarsi e schiacciare una slam dunk bimane dalla potenza devastante. Entusiasmante. Peccato per la L. Lui avrebbe meritato di vincerla.

 
J. Stone: 5
3 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. 15 minuti, 2 palle perse e tre assist. Ci prova due volte da fuori pretenziosamente. Sul primo tiro incontra l’amica tabella che gli manda a segno il colpo, sul secondo dal lato sinistro devo far notare che la tabella laterale non l’hanno ancora messa… air-ball clamoroso. Giocatorino buono per l’Europa.
 
G. Hernangomez: 6,5
11 pt., 8 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. 4/7 dal campo cerca di giocare sotto canestro ma se c’è bisogno non ha paura, infatti dal corner sinistro usa la sua mattonella da tripla per un tiro pesante nell’ultimo quarto che da una mano a Charlotte. Soffre un po’ il duello con Felicio nella parte finale della sua partita ma fa una discreta prestazione.
 
Coach S. Clifford: 4
Va beh… se uno nasce quadrato non può morire rotondo. La stagione è finita, lui ha defezioni, ma un paio di volti nuovi nel quintetto li potrebbe anche schierare, ad esempio Monk al posto di Batum. Il problema è che lui gli fa fare il playmaker e anche un non vedente si è accorto che non è una PG… Glielo dimostra in serata nella versione PG e SG… Solita sconfitta punto a punto. Con la stima per la persona, credo che nei momenti decisivi non ci sia uno straccio d’idea per liberare un giocatore e mandarlo a canestro semplicemente. La palla a Howard o le triple non sempre funzionano…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.