Game 78: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 91-121

Mark Williams tenta di fermare LaVine.

Hornets reduci da tre vittorie sorprendenti forse un po’ sazi e partita che non poteva esistere con tutti i migliori giocatori degli Hornets assenti (solo un Mark Williams non al meglio recuperato) per infortunio ai quali si univa in avvio di secondo quarto anche il collante P.J. Washington per infortunio al piede destro lasciando spazio a una squadra da G League piena.

Andava da sé che Chicago, partita subito meglio, anche perché spinta maggiormente a raggiungere almeno l’obiettivo dei play-in, riuscisse a creare quel margine di sicurezza che le consentiva di giocare sul velluto per tutta la partita nonostante qualche buon canestro i giovanissimi di Charlotte lo regalassero ma l’inesperienza generava turnover e fruttava ai Bulls tiri liberi a favore, oltretutto la qualità non eccelsa di alcuni giocatori (si notava molto nelle entrate inn area con palloni spesso persi o spediti da qualche parte in qualche maniera) crollava in serata come quella di JT Thor con un 3/10 al tiro e ben 4 palloni persi.

Debuttava Sneed ma anche lui senza far faville, anzi, generando subito un fallo in attacco che costava agli Hornets tre punti realizzati da McGowens.

La differenza larga finale arrivava nell’ultimo quarto quando gli Hornets si diradavano 1 i Bulls continuavano a giocare creando un parziale da 14-31 che chiudeva il match sul +30 ospiti: 91-121 chiudendo la serie stagionale in favore dei rossi per 1-3.

Difficile fermare le principali armi avversarie senza molti difensori di spessore e così D. DeRozan e LaVine chiudevano con 23 punti a testa mentre Vucevic ne aggiungeva 21 per un totale di 67 punti, oltre la metà di quello segnati dai Tori.

15 anche per Patrick Williams, 11 per White e 10 per Caruso, importanti nell’economia dei Bulls.

Il pressing iniziale di Chicago non ha impedito a Bouknight (subentrato dalla panchina) di raggiungere ben 22 punti (molte triple con 8/16 dal campo) mentre Mykhailiuk ne ha realizzati 16.

Gravi i palloni persi: 21-7 ma da una squadra improvvisata sempre più, senza troppa amalgama ciò è sembrato quasi naturale mentre i punti da turnover sono stati 10-29.

Faceva brodo anche il 7/10 ai liberi di Charlotte contro il 18/22 avversario.

45,5% per Charlotte dal campo contro il 51,1% avversario.

Game Recap

Disastrosa partenza di Charlotte che dopo lo 0-1 firmato Vuc dalla lunetta a 11:14 non riusciva a trovare varchi per segnare cominciando a perdere palloni, oltretutto la difesa di Charlotte non riusciva a chiudere bene arrivano al time-out chiamato da Clifford a 9:26 avendo incassato ben 8 punti.

Gli Hornets segnavano a 9:29 il primo canestro con P.J. Washington che impostava, si faceva restituir palla e realizzava dalla parte opposta da tre ma DeRozan replicava subito creando un contatto con McGowens per un classico mid range 2+1.

Il divario a 7:25 si assestava a 10 punti esatti quando Maledon in transizione realizzava subendo fallo ma mancando l’aggiuntivo.

Charlotte segnava da tre con Bouknight a 5:39, poi con P.J. Washington da posizione frontale, con Mykhailiuk a 1:28 e chiudeva il cerchio ancora con James Bouknight a 4 decimi tirando da lontano ma il gap rimaneva alto: -8 per il 23-31 dovuto al fatto che Charlotte perdesse 8 palloni contro uno solo dei Bulls e alla differenza dei tiri liberi: 0/1 per Charlotte, 6/7 per gli ospiti.

Nel secondo quarto segnava ancora Bouknight da distanza siderale poi P.J. Washington completava l’opera di costruzione del lazzaretto degli Hornets uscendo per un dolore al piede destro e Chicago allungava a 9:35 con la tripla di White sul 26-40.

Gli Hornets rispondevano con una tripla di Thor prima e più tardi con una mazzata a una mano di McGowens che posterizzava Vucevic dopo esser partito in corsa dalla sinistra: 35-45 che diventava un -6 (39-45) dopo un ottimo fade-away ala mid range sinistro di Maledon in uno contro uno ma Charlotte, infarcita di riserve come Sneed, calato sul parquet, si perdeva contro il rientro dei più navigati titolari avversari che portavano Chicago all’intervallo sul 46-62 davanti a Patrick Ewing (molto amico di Clifford), presente allo Spectrum Center.

Ancora una volta i TO (12-5) e i FT (1/3 Vs 12/13) giocavano una parte importante nella differenza di punteggio.

Chicago arrivava nella prima parte di terzo quarto anche sul +20 dopo un’entrata di Caruso (53-73) quindi Charlotte reagiva con le triple dagli angoli di Svi (sx) e JT (dx) per tornare sul -14 a 8:37.

L’inseguimento di Charlotte sembrava sempre naufragare, anche quando Nick Richards, per necessità, trovandosi la sfera in mano ai quasi 24, tirava per necessità da tre segnando il -9 (77-86) a 1:06 dalla terza luce rossa ma subito Patrick Williams per Chicago, dal lato, colpiva ai fianchi la squadra di Clifford con la tripla del -12 che diventava -13 dopo un ½ di DeRozan dalla lunetta.

L’ultimo quarto era inesistente con Chicago che allungava e gli Hornets rimanevano a guardare non troppo convinti del possibile recupero.

Si arrivava sul -32 prima del -30 finale con Simmons (10 day contract anche per lui) sul parquet che recuperava un buon pallone ma nulla più.

Quattro partite alla fine per l’estate più incerta forse di sempre degli Hornets che tra possibili quote di cessione della società, scelte al Draft e progetti dovranno decidere dopo più di 30 anni di vita, che squadra vorranno essere in futuro.

https://www.youtube.com/watch?v=7lRhJRbeUKQ&ab_channel=BasketballHighlights

 

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.