Game 81: Charlotte Hornets Vs Houston Rockets 109-112

25 punti per Mykhailiuk, shooter degli Hornets ma con i due errori finali che non hanno permesso a Charlotte di mandare all’OT la partita.

Ultima partita casalinga per Charlotte che allo Spectrum Center aveva poco del “Fantastic Fanale” di un tempo, nel giorno del ritorno del figlio di Paul Silas, coach degli Houston Rockets.

Squadra C con qualche intersezione di B e il ritorno di Mark Williams, il quale però non bastava a frenare i problemi notati di recente.

Cartina tornasole Sengun finiva con 21 rimbalzi, proprio massimo in carriera una partita che a livello di numeri finiva quasi per equilibrarsi maggiormente anche rispetto al primo tempo ma il 16-21 nelle second chance e soprattutto il 44-64 nel pitturato (ottenuto anche da drive con una difesa di Charlotte modello Telepass troppo di frequente) privavano gli Hornets della possibilità di una stagione da 6-0 contro le texane (2-0 Vs SAS e 2-0 Vs DAL con un parziale di 1-0 contro HOU) lasciando briciole di gioia a Jalen Green e Kevin Porter che in serata combinavano 52 punti dividendoseli equamente (26 a testa) aiutati da Sengun/Martin che chiudevano entrambi a 14 anticipando Jabari Smith Jr. a 13.

Hornets con la coppia di guardie Maledon (22 punti) e Mykhailiuk (25) in spolvero anche se l’ucraino non con una media buonissima ma pagano la serata pessima di Bouknight sia al tiro che in difesa, tra le altre cose, non certamente “unico colpevole” della sconfitta che avrebbe troppe cose da recriminare non essendo certo stata una serata perfetta partendo dai 17 TO sebbene alla fine Houston ne abbia commesso uno in più ma sfruttando meglio i POT: 21-28 giacché gli Hornets mostravano una copertura pessima sulle transizioni avversarie.

Kobi Simmons, briciole per lui con 2:22 sul parquet, 1 rimbalzo e una stoppata.

Game Recap

Gli uomini di Clifford tentavano di disincentivare la voglia di una rara vittoria dei texani offrendo una partenza sprint nella quale la coppia di guardie Mykhailiuk e Maledon – tra l’altro – offrivano una tripla a testa con quella del francese che a 9:10 trascinava Charlotte sul 13-4.

Gli Hornets però cominciavano a perder palloni e dalla lost di Maledon arrivava il canestro in appoggio in transizione di J. Smith Jr. che chiudeva il parziale da 0-9 con il quale i Rockets impattavano a 7:00 dalla prima luce rossa.

Era lo stesso Maledon a ripartire con due punti per il nuovo vantaggio di Charlotte a 6:21 con una partita che si equilibrava anche dopo il canestro con And1 di Jones a 31.4 per il 26-23, infatti, K. Porter Jr. all’ultimo istante appoggiava il 26-25 e nel secondo quarto la squadra di Silas passava nuovamente avanti e anche dopo esser stata colpita dalla freccia di Mykhailiuk a 7:45 (Hornets a +4), rimaneva in scia con la risposta di J. Green, sempre da oltre l’arco, solo 6 secondi più tardi per il 39-38.

Le seconde file degli Hornets non riuscivano a trovare il canestro e anche con qualche buon stop difensivo, lasciavano ai Razzi la possibilità di prendere qualche punto di vantaggio (5:05, tripla di K. Porter Jr. per il 39-44) prima che Bouknight graffiasse due volte portando a casa 5 punti ma tre FT dello stesso Porter Jr. (fallo di Sneed in close-out sul tiro da fuori) davano il +6 ospite (43-49) a 3:19.

Thor estraeva dal cilindro una tripla (46-49 a 2:54) ma il distacco rimaneva il medesimo dei 3:19 perché K. Martin Jr. sulla sirena con una putback dunk ribadiva il 49-55 all’intervallo.

Hornets ancora con la possibilità di regalare una gioia ai propri fan ma i Rockets partivano meglio in avvio di ripresa nonostante una correzione di Williams su tripla di McGowens (toccato) finita sul ferro.

Sengun, Green aprivano al +8 ospite, poi la tripla di Smith Jr. dal corner sinistro valeva il 53-64 e Clifford era costretto al time-out a 9:37 sul -11…

Gli Hornets riuscivano a dimezzare lo svantaggio quando Mykhailiuk lanciava teso verso Williams, Sengun disturbava l’aggancio ma il Condor si dimostrava tale anticipando il turco e la difesa dei bianchi tornando a completare l’opera in schiacciata per il 61-66 a 6:25.

I razzi però tornavano a marciare a tutta e a 4:41 Porter Jr. firmava il +11 Houston (61-72), un vantaggio implementato dalla bomba di Sengun (65-77) e che non accennava a diminuire molto nemmeno dopo l’alley-oop e la schiacciata di Jones (con tecnico preso per un gesto malinteso poi errato da Green) tanto che nonostante la jam di Sneed in entrata decisa dopo aver preso la curva a ricciolo, il fallo sello stesso Xavier sulla sirena consentiva ai Rockets di conservare la dozzina di punti di vantaggio (73-85) con due liberi realizzati.

Ultimo quarto con canestro di Green in floater che distanziava in spinta Richards, poi bomba di Jones da destra a 11:26 replicata dall’ucraino degli Hornets a 10:06 ma la risposta in caduta da oltre l’arco con primo rimbalzo sul ferro e palla che alla fine finiva dentro sembrava voler aiutare il destino ospite.

Mykhailiuk realizzava un ottimo pull-up dalla destra ancora da tre punti a 9:30 e la stoppata impressionante per atletismo – in seconda battuta – (probabilmente non buona ma data per tale) di Jones su Christopher più il catch n’shoot di McGowens dalla distanza a 8:59 riportava Charlotte sull’87-92.

Houston pareva controllare riprendendo 9 punti di Margine (90-99) con l’appoggio di Christopher ma la sfida si infiammava nuovamente e Maledon serviva facilmente in transizione McGowens che da sotto era una delle opzioni libere per depositare mentre faceva da solo poco più tardi la PG di Charlotte con la tripla che a 5:06 valeva il 97-101.

Green in entrata era stoppato da Williams ma il rimbalzo free era il diciannovesimo di Sengun che subendo fallo andava poi a splittare in lunetta.

La finta con arresto in entrata valeva due punti in allungo di Maledon su Sengun che tuttavia vedeva i compagni segnare (conquistando nel mezzo prendere il ventesimo rimbalzo, record personale): J. Smith e Porter mettevano dentro due buoni pull-up e Green passava 4 difensori per andare a posterizzare un Thor che si era appena fatto stoppare in transizione mosciamente sull’altro fronte.

A 2:30 il 99-108sembrava aver chiuso ogni possibilità di finale emozionante, invece, Maledon a 1:40 e Thor a 1:01 centravano il bersaglio dalla gran distanza per il 107-112, due FT di Svi a :41.0 valevano il -3 poi lo stesso ucraino cercando il contatto con il difensore andava cortissimo da fuori per il pari e costretto a commetter fallo regalava a Martin due FT a 8 secondi dalla fine per chiuder la partita che l’attaccante ospite gentilmente falliva per lasciare aperto ad un possibile ed incredibile finale ma con gli Hornets senza time-out la palla data da Maledon a un Mykhailiuk raddoppiato valeva solo un tiro da ben oltre la linea da tre che colpiva il ferro lasciando il 109-112 finale, una rimonta incompleta e il logico finale di una stagione devastante sotto tutti i punti di vista (personale di alcuni giocatori, infortuni, societario) giusto per regalarsi l’ennesima amarezza, la penultima di stagione, l’ultima per il pubblico presente allo Spectrum Center.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.