Il Punto @ 33.

33 il punt

Il punto di questa edizione, anziché essere composto dalle canoniche dieci partite, è stato allungato un po’ a causa delle feste, portandolo a tredici gare di parziale e all’età di Cristo per quanto riguarda il totale dei games.

Charlotte era riuscita sul filo a vincere gara 20 contro i Knicks e sull’onda dell’entusiasmo è riuscita a superare anche Boston nella gara casalinga successiva. Una buona vittoria maturata nel finale che ha dato convinzione alla squadra che ha giocato bene e ha trascinato ai supplementari i lanciatissimi Memphis Grizzlies sul loro parquet. Per mancanza di strategia hanno finito per perdere e sono arrivati scarichi a gara 23 contro i Nets in casa, così hanno alzato bandiera bianca ben presto. Contro Cleveland in trasferta non c’è stato troppo da fare, con James che ha sfruttato il suo fisico e la sua tecnica contro gli swingman degli Hornets. Gara 25 contro Phoenix in casa è stata persa negli ultimi tre minuti, un’altra gara che si sarebbe potuta tranquillamente vincere ha denotato la scomparsa della squadra nel momento topico della partita. Un suicidio assistito dagli spettatori increduli. A soccorso degli Hornets arrivava però Philadelphia che quest’anno non ha vinto molte partite. Per Charlotte le cose si sono rivelate abbastanza semplici ed è arrivata una larga vittoria.

Gara 27 e gara 28 erano due sfide da giocare all’Alveare contro avversarie di bassa classifica della Western Conference, ma comunque di tutto rispetto poiché la Ovest è una conference molto dura. Gli Hornets si sollevavano in classifica grazie a due brillanti vittorie contro queste squadre, iniezione di fiducia per andare a vincere sul campo di Milwaukee e inanellare una striscia vincente di 4 partite, ottima come regalo di Natale per i propri tifosi. Il panettone però faceva male a Charlotte che si presentava senza troppe velleità a Oklahoma City finendo per fare da comparsa contro i Thunder. Forse con la testa più rivolta alla gara alla sera successiva contro i Magic… purtroppo però Orlando riusciva senza eccessivi sforzi a vincere anche la seconda gara stagionale tra le due franchigie lasciando perplessi i suoi tifosi.

Gara 32 era la terza stagionale contro i Bucks, i quali arrivavano più decisi e si portavano in vantaggio di 21 punti. Charlotte però iniziava la rimonta con Jefferson in campo e la completava trascinando la gara all’OT anche senza di lui, il centro uscito per un problema all’adduttore non sarebbe più rientrato dopo aver preso la via degli spogliatoi. Ancora una volta però Charlotte scompariva sul più bello e l’overtime era appannaggio dei ragazzi del Wisconsin. A oggi quindi Charlotte ha giocato 33 gare ed è sul 10–23, al 12° posto in classifica nella Western Conference a due gare di distanza dagli Indiana Pacers, nettamente fuori dalla zona playoffs con una pct di .303…
Gli Hornets hanno affrontato 5 squadre (Milwaukee due volte però) che al momento si trovano sopra i .500, e 7 sotto i .500. Le gare casalinghe erano 7, quelle esterne 6. Gli Hornets hanno perso tre delle quattro gare disputate contro formazioni che avrebbero potuto essere rivali nella Eastern per un posto al sole. La sola Milwaukee è stata battuta, mentre il riepilogo completo delle gare giocate è il seguente:
21) Vs Boston Celtics (11-18) W
22) @ Memphis Grizzlies (23-8) L
23) Vs Brooklyn Nets (15-16) L
24) @ Cleveland Cavaliers (18-14) L
25) Vs Phoenix Suns (18-16) L
26) @ Philadelphia 76ers (5-28) W
27) Vs Utah Jazz (11-21) W
28) Vs Denver Nuggets (13-19) W
29) @ Milwaukee Bucks (17-16) W
30) @ Oklahoma City Thunder (16-17) L
31) Vs Orlando Magic (13-22) L
32) Vs Milwaukee Bucks (17-16) L
33) @ Houston Rockets (22-9) L

Gli Hornets dopo la vittoria iniziale sono andati in striscia negativa di quattro partite, per poi riprendersi con vigore prima del periodo natalizio con una controstriscia di 4 partite vittoriose. Nel post Natale hanno racimolato altre sconfitte e sembrano ormai aver perso le speranze di entrare in zona playoffs. C’è da ricordare che dalla surreale partita casalinga contro Phoenix, la squadra di Jordan sta facendo a meno delle prestazioni di Lance Stephenson. Il suo infortunio alla regione pelvica lo sta tenendo più lontano del previsto dal parquet, anche se a questo punto nutro forti sospetti sulla veridicità di quanto riportato da quotidiani e mass media, Born Ready, infatti, era già in odore di possibile scambio e gli Hornets forse potrebbero pensare di preservare l’integrità fisica del giocatore nel caso in cui andasse in porto qualche trade. Inoltre le performances di Stephenson sono state talmente altalenanti da poter pensare che non sia sempre un vantaggio averlo in campo. Così da gara 26 in SG ci è finito Gerald Henderson, il quale è migliorato un pochino da un inizio incubo, ma è ancora altalenante, anche se ha trovato diverse serate buone. In ala piccola è tornato Kidd-Gilchrist che non pare essere proprio la seconda scelta dietro ad Anthony Davis nonostante un inizio promettente. E’ un giocatore ancora acerbo che non ha il tocco per completare transizioni o il tiro in uno contro uno contrastato. In difesa deve salire di tono e aumentare i ritmi se vuole competere con ali sovradimensionate rispetto a lui. Purtroppo in un ambiente dove non si vince molto anche i migliori giocatori, trovano difficoltà maggiori rispetto a un nucleo solido, consolidato vincente. A tal proposito mi pare di vedere la mancanza di schemi validi alternativi a quei pochi che fanno e sanno usare gli Hornets. Nella penultima partita Marvin Williams ha provato a fare un blocco per avvantaggiare il portatore di palla ma gli è stato fischiato fallo contro per aver trattenuto l’avversario in un momento importantissimo della gara. Pochi blocchi fatti bene quindi, pochi hand-off e troppe azioni in solitaria da parte di alcuni giocatori come Zeller e Neal.

Il lungo bianco ha esaltato in qualche occasione il pubblico, guidando dentro l’area e schiacciando violentemente la palla nel cesto. Neal nelle ultime gare (tutte giocate con la protezione per la spalla alla quale aveva subito l’infortunio), invece di dare una mano a Charlotte, l’ha data agli avversari poiché le sue percentuali sono state bassissime.

Big Al Jefferson ha finito di giocare nel secondo tempo contro Milwaukee nella gara giocata in casa. Saluta la compagnia per quattro settimane a causa di uno stiramento a un muscolo adduttore dell’inguine sinistro dopo aver giocato qualche partita in condizione non ottimale e ciò si è visto. Se per l’attacco la perdita è drammatica, per la difesa non lo è. Big Al, infatti, nonostante abbia preso parecchi rimbalzi è molle nella difesa e diversi centri, vedi Vucevic o Pachulia, per restare sul recente, hanno approfittato della sua scarsa capacità di difendere per colpire Charlotte. Probabilmente nelle prossime settimane assisteremo al rientro in quintetto di Marvin Williams come ala grande e di Zeller come centro, anche se nella notte appena passata, contro Houston, sotto le plance si è visto Biyombo, anche a causa della sua maggiore fisicità per contrastare Howard. Non due grandi scorer purtroppo. Questo potrebbe aggravare il peso dell’attacco sulle spalle di Walker, il quale nelle ultime gare ha fatto decisamente un balzo in avanti a livello di prestazioni, forse complice l’assenza di Stephenson, trovando più spazio per le sue giocate, anche se molte non vanno a buon fine. Di certo non deve più rendere conto a Lance che metteva il broncio se veniva servito troppo poco. A Houston però l’attacco è stato più equilibrato e Kemba ha forzato meno, tuttavia il suo apporto è stato inferiore al previsto.

Con 95,3 punti a gara, Charlotte ha il venticinquesimo attacco soltanto in NBA e concedendo 100,4 punti a partita agli avversari ha la difesa in ventesima posizione, sempre sulle trenta franchigie ricordiamo. La squadra in stagione ha tirato con il 42,7 % dal campo ma è scesa nelle ultime cinque gare a 37,8% e sono arrivate 4 sconfitte.

Queste le zone di tiro dal campo con le % fino a oggi:

campo zdt 33

Nella classifica assist i Calabroni sono diciottesimi, mentre in quella a rimbalzo occupano il 13° posto. Con 309,990 spettatori in totale, Charlotte è nona nella relativa classifica, anche se qui bisognerà aspettare di vedere fine stagione perché ci sono differenze nel numero di partite giocate in casa rispetto ad altre franchigie al momento. La difesa subisce ancora troppi punti, Clifford non ha trovato un metodo efficace per difendere su tutto il parquet. Sembrava avere trovato un equilibrio durante la striscia positiva, ma poi sono tornate le sconfitte e il vecchio problema della difesa sull’arco. Houston ha segnato diciassette volte da 3 punti, anche se ha tirato più di quaranta volte dalla lunga distanza, alcune triple concesse sono state open e in momenti decisivi, si sono ripetute a distanza di brevi intervalli senza che nessuno modificasse la difesa apprendendo dalla situazione precedente. In particolare Beverley ha sfruttato le rotazioni e le chiusure in ritardo di Walker per dare il break decisivo alla gara a inizio secondo tempo.

Williams ha dato più energia alla sua difesa ma Zeller al contrario ha perso vivacità e capacità predatorie sulla palla a spicchi a rimbalzo. Psicologicamente la squadra va su e giù, 4 sconfitte, 4 vittorie e ancora 4 sconfitte. Dopo il Natale pare aver già mollato e dimenticato il buono fatto prima. I canestri talvolta sono usciti da iniziative personali e non da una palla mossa per prendersi un vantaggio.

Gary Neal con 27 su 83 da tre punti sta tirando con la sua peggior percentuale di sempre nella NBA ed è sceso dal precedente .395 a .325… Gary non pare in forma e il suo body language, basterebbero le espressioni, parla chiaro. Si sta deprimendo sconfitta dopo sconfitta, che arrivano però anche a causa della mancanza di un suo valido contributo. Hairston nelle ultime gare ha seguito Neal nella statistica ed è sceso a .284 da 3 pt. Il rientro di Taylor dopo la squalifica inflittagli dalla NBA è stato incolore.

Ormai giunti a più di un terzo del campionato e con un piede e mezzo fuori dai playoffs, penso che Charlotte dovrebbe riuscire a portare un pezzo pregiato o due elementi utili alla squadra in quintetto, magari commerciando Stephenson. La pazza idea da fantabasket sarebbe cedere Lance a Cleveland per Love (al momento fuori per spasmi alla schiena), ma difficile che i Cavs vogliano privarsene avendo puntato tutto per un titolo in due anni. Lance potrebbe sostituire bene Marion come SG e Love sarebbe un’ala grande che potrebbe dare cm e punti ai Calabroni. Kevin inoltre guadagna $15,719,062, difficile che Jordan voglia sborsare questa cifra che comporterebbe altri problemi.

Il dato oggettivo è che l’ala grande al momento è la posizione su cui gli Hornets dovrebbero concentrare le maggiori attenzioni, non sottovalutando uno swingman prettamente difensivo che riesca ad asfissiare il fenomeno avversario di turno. MKG gioca da comprimario e Henderson sta tra il 6 e il 6,5 attualmente, ma non ha quel qualcosa in più per fermare la velocità di avversari monstre.

La squadra è abbastanza giovane e paga un po’ d’inesperienza, considerando le età riportate, partendo dai 19 anni di Vonleh a salire; 21 anni Kidd-Gilchrist, 22 Biyombo e Zeller, 24 Walker e Stephenson, 25 Taylor, Hairston, 27 Henderson, 28 M. Williams, 29 Jefferson e Roberts, 30 Neal, 31 Maxiell e 35 Pargo.

Pargo è infortunato e a oggi completa il poker nell’infermeria dei Calabroni con Jefferson, Stephenson e Williams, il quale spero possa rientrare per la successiva gara contro Cleveland in casa. Maxiell è rientrato nei giochi dall’infortunio di Jefferson e l’altro lungo Vonleh è durato una partita in D-League dalle “Formiche Pazze”, richiamato d’urgenza (nemmeno dovesse giocare 10 minuti, gioca sempre pochissimo se gioca) dopo l’infortunio occorso a Big Al.

Nell’immediato futuro Charlotte dovrà giocare 6 gare in casa e 4 in trasferta, teoricamente tutte o quasi alla portata della squadra se avesse serate come quelle contro Utah o Denver. Jefferson sarà un’assenza importante, ma una maggiore compattezza difensiva potrebbe dare risultati buoni in fase di transizione.

Mancano scorer affidabili in grado di segnare una ventina di punti, eccetto Walker, che comunque finisce per catalizzare il gioco quando supera i 20. Cleveland ha appena perso contro i Bucks. Priva di molti uomini chiave, se questi rimanessero fuori, Charlotte potrebbe approfittarne sicuramente. Pensare positivo è indispensabile, la squadra esiste e deve iniziare credere di più in se stessa non cedendo nulla in ogni fase della partita. Tenacia dev’essere la parola d’ordine della squadra.

Sotto, la classifica con la media dei voti dei giocatori che ho assegnato (senza pretese) nelle prime trentare partite:
Classifica Provvisoria
01) K. Walker 6,22 (33 partite giocate nelle quali ha preso un voto valido) +7 posizioni rispetto alla precedente classifica.
02) J. Pargo: 6,20 (5) +4
03) N. Vonleh: 6,16 (3) +2
04) A. Jefferson: 6,09 (32) -3
05) M. Kidd-Gilchrist: 6,00 (19) -2
06) B. Biyombo: 5,92 (25) -4
07) L. Stephenson: 5,90 (24) +2
08) B. Roberts: 5,82 (32) +2
09) C. Zeller: 5,74 (33) -2
10) G. Neal: 5,59 (30) -6
11) G. Henderson: 5,58 (27) +1
12) J. Maxiell: 5,55 (22) +2
13) M. Williams: 5,53 (31) =
14) P.J. Hairston: 5,40 -3
15) J. Taylor: 5 (1) new entry
Coach Clifford: 5,50 (20) +0,20 (media voto rispetto alla % precedente)

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.