Peccato Capitale

Strani giroli cosmico karmici sull’Eastern Conference.
Come molti di voi sapranno gli Charlotte Hornets prendono il nome grazie a un generale inglese, Cornwallis, che s’imbatté in una colonia d’indipendentisti americani durante la guerra di secessione dalla madre patria inglese e definì la zona un nido di Calabroni perché non capiva da dove colpissero i suoi nemici.

Battle of Charlotte

Come talvolta accade nella storia, gli oppressi passarono da vittime ad aggressori quando il primo presidente Washington iniziò una guerra contro gli indiani che porterà alla battaglia di Fallen Timbers dove i nativi originari delle terre americane presero una sonora batosta.

Alla fine del 1800 gli Indiani avevano perso gran parte dei loro territori, fra il 1891 e il 1898 tutti i Nativi furono rinchiusi nelle riserve, ad eccezione dei Chippewa che diedero origine a una rivolta che finì in un massacro.

Traditi dalle promesse dell’esercito, dall’aggressione dei pionieri in combutta con l’esercito e il governo di Washington, da episodi famosi raccontati anche dal poeta cantautore Fabrizio De André in “Fiume Sand Creek”, villaggio in cui l’esercito massacrò donne e bambini benché i Pellirossa esponessero bandiera bianca…
Proprio contro la capitale del “peccato originale del nuovo mondo” anche gli Hornets hanno perso molto, fortunatamente non la vita, ma due giocatori fondamentali, Cody Zeller e Michael Kidd-Gilchrist.

Il primo si è infortunato a Charlotte contro i Wizards il 9 marzo, ormai un mese fa.Si sperava fosse una cosa momentanea, ma la spalla slogata non ha dato chance alla nostra ala grande titolare giacché le terapie per recuperarlo non hanno dato esiti positivi. Cody aveva tentato il rientro, ma si era dovuto arrendere ben presto (nella stessa partita di rientro) a causa delle sue condizioni non ottimali. Ancora oggi ha problemi nel muovere efficacemente il suo braccio sopra la spalla.

Auguri a Cody Zeller per un rientro in gran forma a breve.

Cody Zeller, ancora fuori stanotte.

Il secondo si è infortunato a Washington il 27 marzo alla caviglia sinistra e ancora oggi la parte è gonfia e dolorante. Potrebbe rientrare per venerdì forse.

MKG.

MKG.

Due perdite fondamentali comunque per una squadra che fa della difesa la sua forza, importanti per dare una mano a Jefferson il primo, semplicemente un gran difensore il secondo.

Queste due perdite potrebbero confinare Charlotte nella riserva delle squadre che quest’anno guarderanno i playoffs alla tv, anche perché il destino si è divertito a togliere dai giochi anche Al Jefferson che si è dovuto arrendere a Indianapolis e non agli indiani per un doppio problema (inguine e ginocchio). Big Al aveva già subito un infortunio contro Milwaukee in casa e nonostante un primo lungo stop, contro Sacramento il problema si era riproposto. Stava giocando trascinandosi in campo, incapace di fare alcuni movimenti che non gli consentivano un buon attacco e permettevano agli avversari di prendersi un vantaggio considerevole in attacco. Anche lui non dovrebbe rientrare prima della gara di venerdì contro i Falchi di Atlanta.

Bismack Biyombo (il centro che sostituisce il nostro N°25) invece si è appena fratturato il naso contro i 76ers, o meglio… contro Marvin Williams quando i due nel finale si sono avventati sullo stesso pallone come rapaci per togliere la possibilità a Phila di segnare i punti che avrebbero chiuso la gara a pochi secondi dalla fine. Charlotte però ha fatto sapere che si è allenato al shootaround e sarà regolarmente in campo anche se con una maschera protettiva.
Anche Miami fino a questa mattina non sembrava messa benissimo, la lista degli infortunati era/è lunga, anche se a parte Bosh in lungodegenza, le perdite del Calore sono meno importanti nell’economia globale della squadra rispetto a quelle di Charlotte. Michael Beasley (ginocchio), così come Hassan Whiteside (mano) e Luol Deng (ginocchio) sembravano più per il no che per il si, ma nella giornata di oggi sono dati in dubbio, migliorando quindi la loro situazione… Wade (ginocchio) e Dragic (schiena) hanno leggeri problemi ma ci saranno sicuramente contro di noi.

A Miami quindi scontro fondamentale per continuare a sperare oltre la ragione in un viaggio ai playoffs per dare un po’ di entusiasmo all’ambiente, benché le difficoltà descritte siano veramente una montagna da scalare, ma gli Hornets non hanno bisogno di una nota bevanda per mettere le ali essendone dotati.

Sta a loro ora decidere se usarle o meno…

Charlotte-Calabrone Vero

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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