Dalla-s-hop(e)?

L’eco delle voci dello Spectrum Center si spegne.
Qualcuno abbandona l’arena prima.
Si sapeva come sarebbe andata a finire in una gara punto a punto.
Lo sapevano anche quelli di Bring Back The Buzz…
 
Il morale della città sportiva è basso, il mio ancor di più, non si vince uno scontro sentito da tempo, non si vede una via d’uscita al limbo della mediocrità di una bassa classifica inaspettata ma giusta se osserviamo l’intensità che giocatori mettono sul campo nei frangenti decisivi e non solo.
Zeller è sempre out mentre nella notte abbiamo visto andare in onda per quasi tre minuti un duello O’Bryant/Cousins improponibile.
I Playoffs si allontanano sempre più, gara dopo gara perché il 6-4 delle ultime dieci partite non è sufficiente a far svoltare la stagione di Charlotte che è giunta, giocando contro New Orleans, alla quarta gara casalinga di fila.
Ne avrà ancora una contro Atlanta prima d’intensificare il calendario lontano da Charlotte.
E non è detto che sia un male.
La testa dei giocatori sembra più sgombra lontana dall’Alveare, quello che hanno in testa forse alcuni giocatori, relativamente distratti dalle voci di mercato. Inutile però nascondersi dietro a un dito.
Contano poco i disturbi esterni o episodi arbitrali capitati durante la partita; non c’è forza nei finali.
La squadra si perde dimostrando nel bilancio al fotofinish, un saldo ampiamente negativo.
Soluzioni offensive poche, rimesse in campo senza fantasia o schemi validi e difesa rivedibile in qualche occasione, la quale diventa spesso decisiva in negativo.
Le cose non vanno bene, per questo, almeno secondo Steve Kyler di Basketball Insiders, si dice che i Charlotte Hornets abbiano cercato di ingaggiare Leonard di San Antonio provando ad adescare gli Spurs con Kemba Walker.
 
Il mercato si accende sempre in prossimità della scadenza (8 febbraio quest’anno).
Voci parlano d’interessamenti di Detroit e Milwaukee per Walker, mentre un contatto tra Hornets e Mavs potrebbe essere più fattibile visti i 13 milioni sotto il tetto salariale di Dallas.
Con spazio, l’idea degli Hornets sarebbe affiancare un contrattone di quelli pesanti insieme a Walker, in cambio di?
Non si sa bene… probabilmene una prima scelta e chi altri?
I Mavs espressero nel 2016 interesse per Batum e forse oggi potrebbero interessarsi a Marvin Williams ma siamo nel completo campo delle ipotesi, Dallas potrebbe anche solamente entrare come terza squadra in un giro di scambi a tre… tutto possibile ma estremamente fumoso in questo contesto.
La speranza Dallas consisterebbenello sbarazzarsi di un contrattone, di recuperare una stella al posto di Kemba (dovesserlo cederlo) e magari una prima scelta… difficile dire quale altra squadra potrebbe esser coinvolta tra quelle sondate o le altre sei sotto il tetto salariale (Brooklyn, Sacramento, Indiana, Phoenix, Chicago) fissato per quest’anno a 99,093,000. Phila e Atlanta sono leggermente sopra.
Un po’ più intrigante, rimanendo in Texas, è l’ipotesi Leonard, suffragata da un recente “rapporto” di Jalen Rose, il quale ha detto che Kawhi vuole uscire dal contratto con San Antonio (RealGM.com).
Resta da vedere se questa uscita sia vera giacché il direttore generale degli Spurs ha detto che non c’è “nessun problema” tra la squadra e il giocatore.
Questa notizia quindi potrebbe scaturire dal lungo periodo d’inattività di Leonard causa infortunio.
Il complottismo da scambio ha raggiunto picchi altissimi quando Jordan è uscito dicendo che non avrebbe scambiato Walker per nessun giocatore se non un’altra All-Star, avvisando così potenziali GM speculatori.
Aggiungendo ad esempio però il nome di Leonard, molti hanno creduto non fosse una coincidenza, portare a casa un giocatore così importante sarebbe indubbiamente un colpo per Cho che sovvertirebbe momentaneamente le gerarchie con Buford, abilissima controparte Spurs pluripremiata con vari premi d’annata.
Ovviamente il carpe diem per acquisire Leonard è questo. Leonard è un terribile difensore, potrebbe essere l’upgrade di MKG (ormai non più lui atleticamente dopo l’infortunio alla spalla patito due stagioni fa), giocatore dalla storia particolare con il padre ucciso da un colpo d’arma da fuoco a Camden quando lui era piccolissimo.
Per tornare a Kawhi Leonard, il suo biglietto da visita recita: “Defensive Player of the Year, ex MVP delle Finali e due volte All-Star.”
Basta e avanza… inoltre quest’anno ha una media di 16,2 punti, 4,7 rimbalzi, 2,0 palle rubate e una stoppata per partita in nove gare disputate.
Gli Hornets però dovrebbero finalizzare il tutto con una multitrade o un blocco di giocatori poiché se Kemba guadagna 18 milioni quest’anno, l’anno prossimo salirà oltre i 20, contro i 12 stabili di Walker.
Per far quadrare i conti qualcuno pensa a Jeremy Lamb, giocatore che non scambierei vista la sua ottima stagione dalla panchina.
Altra voce, meno importante, ma più plausibile invece riguarda Emmanuel Mudiay, 196 cm, PG di casa a Denver che ha perso il posto da titolare a vantaggio di Jamal Murray.
La sua stagione fino a oggi non è stata un granché e forse Cho spera di rivitalizzarlo inserendolo “dietro?” (se ci sarà ancora) a Walker, giacché il cambio della guardia tra guardie playmaker di riserva nel roster degli Hornets non ha sortito effetti benefici.
Da un Sessions deludente archiviato insieme a Roberts, a un Carter-Williams altrettanto disastrato che anche ieri notte ha sbagliato un appoggio semplice, come spesso gli capita, a uno Stone invisibile, non c’è stato cambio di passo.
La parola d’ordine è quindi trovare solidità in aiuto alla squadra quando Kemba non è sul cubo del cambio.
I minuti di una vera PG di riserva consentirebbero di sviluppare anche un miglior gioco, aprire spazio per innescare gli esterni, cosa che con MCW accade di rado poiché sovente preferisce attaccare il canestro in penetrazione o tirare.
Certo… anche lui ha diminuito notevolmente il numero degli assist, anche se il playmaker al terzo anno è sceso a 18,7 minuti di media saltando diverse partite.
Pare che i Nuggets stiano pesando anche ad altri giocatori da scambiare, questo potrebbe aprire un fronte interessante, sebbene a Charlotte dovranno tenere a mente quali sono i pezzi del puzzle mancante per evitare si squilibrare i reparti.
Secondo Marc Berman del New York Post in riferimento a Mudiay:
“Le fonti dicono che i Nuggets hanno tentato di scambiarlo più volte”.
MCW è salito di pochissimo al 30,1% al tiro dal campo dopo essere stato per molto sotto il 30%, non cambia molto, è una delle percentuali più basse della lega, inoltre il 28,1% da tre di MCW è nettamente inferiore al 38,7% con il quale il congolese sta tirando da oltre l’arco.
Mudiay è un 1996, giovane con potenziale per ripartire, contro un MCW (1991) che si sta perdendo dopo il primo anno esplosivo con Philadelphia.
Scappa dal suo paese natale (il Congo), durante il secondo conflitto congolese. Suo padre purtroppo muore presto e nel 2001 la madre con i fratelli di Emmanuel scappa dal paese sotto il controllo delle milizie Tutsi per trasferirsi in America dove chiedono asilo politico.
Non è tutto rose e fiori però, la famiglia versa in condizioni economiche non semplici e lui decide di tagliare un anno ed entrare nel mondo dei Pro, approciando prima la Cina (Guandong Tigers) per inserirsi l’anno successivo nella NBA, forte di 18 pt. di media nel campionato cinese.
Settima scelta assoluta dei Denver Nuggets, inutile dire che mi piace, solo per la sua storia non facile, in simbiosi, sportivamente parlando, con quella di Charlotte.
Emmanuel sta tirando con l’80% ai liberi in questa stagione e in difesa non farebbe rimpiangere l’aggressività di MCW.

Mar 25, 2016; Los Angeles, CA, USA; Denver Nuggets guard Emmanuel Mudiay (0) dribbles the ball as Los Angeles Lakers forward Kobe Bryant (24) defends in the first quarter of the game at Staples Center. Mandatory Credit: Jayne Kamin-Oncea-USA TODAY Sports

Cosa potrebbe volere in cambio Denver non è chiaro, forse Kaminsky se qualche lungo dovesse muoversi, difficile credere che uno scambio diretto con MCW funzioni se non con qualche first round pick a favore delle Pepite in aggiunta…
Rimane il fatto che, se si vuole tentare ancora di raggiungere la post season (direi cha a fine febbraio avremo un quadro definitivo della situazione dopo le numerose trasferte), Clifford ha veramente molto bisogno di migliorare le prestazioni del proprio play di riserva.
Capitolo a parte Marvin Williams, giocatore che fece una buona stagione due anni fa per sparire nella serie contro Miami.
Raramente si è visto ad alti livelli dopo allora salvo qualche sporadica occasione ma nelle ultime uscite Marvin è apparso più tonico e motivato.
Soprattutto la sua mano è sembrata fatata in alcune partite recenti (vedi trasferta a Detroit), così da scalare la classifica dei tre punti finendo attualmente al quinto posto con il 44,4%…

Le percentuali totali in carriera confrontate con quelle dell’annata in corso. marvin è in controtendenza rispetto a molti altri giocatori ed è quinto nelle percentuali da oltre l’arco.

Come detto per Leonard, anche se stiamo parlando d’altri livelli, un Marvin così in forma potrebbe tornare a essere appetibile per altri team che cerchino un uomo d’esperienza, il problema è che a Charlotte dovrebbero promuovere Kaminsky come titolare, un giocatore con un grado di difesa inferiore, così come le percentuali da oltre l’arco.
In una NBA che parla sempre di più con il tiro da tre punti, la mancanza di uno stretch four si rivela decisiva, specialmente per quel che riguarda la squadra sorta nel 1988.
Se Batum tira male da fuori (28,8%), MKG e Howard non si avvicinano nemmeno all’arco, Kemba, sempre più marcato degli altri è sceso dal 39,9% dello scorso anno al 34,5% di questo…
Non ci sono altri tiratori in squadra da fuori estremamente affidabili se escludiamo Graham che ha la stessa percentuale di Williams ma non è in classifica avendo un numero di conclusioni tentate relativamente basso (54 con 24 realizzazioni).
Kaminsky si ferma per ora al 36,3% ed è il marcatore più vicino, seguito da Lamb con il 35,6%…
Gli Hornets nella notte hanno mancato ben 13 FT, questa tendenza è dovuta sicuramente a Howard che rimane sul 53,4% dalla lunetta (n realtà in miglioramento dopo un tragico inizio stagione a gioco fermo), ma anche a tanti altri…
Una statistica che non possiamo permetterci se consideriamo il fatto che i 27,4 liberi recuperati ci portano al primo posto con un incremento del 14,9% ma il 72,4% di realizzazioni creano un’evidente discrasia tra liberi ottenuti e percentuali di realizzazione.
27° posto con un saldo negativo di -0,90 rispetto l’annata precedente…
Zeller, ma soprattutto MKG sono chiamati a migliorarsi e, scritto con un po’ d’ironia, speriamo che Cho non ingaggi Fizz se il piano non è arrivare ultimi…

Ale e Franz, con il loro”… e Larry? E’ morto!” edito da Rizzoli, illustrati da L. Parmigiani e F. Brusco.
Spari a vuoto anche per Charlotte che deve migliorare le percentuali, comprese quelle dalla lunetta.

Questo articolo è stato pubblicato in Inside The Hornets da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.