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Pas de nouvelles, bonnes nouvelles, potremmo titolare, ovvero; “Nessuna notizia, buona notizia”.
In realtà questo modo di dire francese, presente anche in Italia viene utilizzato quando non si ricevono notizie da una persona e si suppone stia bene, tuttavia visto il fiacco andamento del mercato invernale NBA di quest’anno (in contrapposizione con lo scorso), potremmo dire che Charlotte si è rafforzata con Courtney Lee, giacché le altre non si sono mosse molto, almeno, se consideriamo che non avremmo avuto un giocatore determinante come MKG da qui alla fine.
Tra le avversarie possiamo citare Detroit, la quale dai Rockets ha preso due discreti giocatori come Motejunas e Marcus Thornton per Joel Anthony, il quale è stato girato immediatamente a Phila dai texani.
Un altro giocatore che ha fatto il doppio salto di casacca è l’ex Brian Roberts, Miami l’ha mandato a Portland.
Tra gli altri affari, Markieff Morris è andato ai Wizards per DeJuan Blair (questi sarà tagliato), Kris Humphries e un future first-round pick che vanno ovviamente a Phoenix.
Utah ha preso da Atlanta Shelvin Mack e i Thunder Randy Foye da Denver in cambio di DJ Augustin, Steve Novak e due second-round picks .
Varejao da Cleveland a Portland, ma sarà tagliato dalla franchigia dell’Oregon. Per il brasiliano si profila un opzione Hawks…
I Clippers hanno mandato Lance Stephenson a Memphis per Jeff Green.
Channing Frye da Orlando a Cleveland…Jarnell Stokes da Miami invece è finito ai Pelicans, Kirk Hinrich dei Bulls (che non hanno mosso Pau Gasol come i rumors facevano intendere) agli Hawks per una seconda scelta.
 
"Big" Al Jefferson pronto al rientro nella notte contro Milwaukee. Mancano 29 gare alla fine della stagione, se i suoi problemi di salute fossero effettivamente risolti come sostiene il diretto interessato, potrebbe indubbiamente dare una buona mano a questa squadra.

“Big” Al Jefferson pronto al rientro nella notte contro Milwaukee. Mancano 29 gare alla fine della stagione, se i suoi problemi di salute fossero effettivamente risolti come sostiene il diretto interessato, potrebbe indubbiamente dare una buona mano a questa squadra.

 
L’affare Howard non si è concluso, né noi né Boston hanno ottenuto il centro dei Rockets, il quale è rimasto a Houston che si troverà la patata bollente della sua scadenza contrattuale, così come gli Hornets avranno quella di Jefferson, non voluto dai Rockets (insieme a Hawes) per un eventuale scambio.
Personalmente mi piaceva molto l’idea di poter avere un centro con un fisico massiccio che senza fatica potesse andare a segno senza inventarsi entrate in corsa, strani ganci, giocate meno semplici comunque…
Dwight Howard avrebbe sicuramente creato quel ronzio intorno alla tifoseria che si sarebbe tradotto in maggiori vendite, ma evidentemente per Cho le richieste dei Razzi erano troppo pretenziose per un buon giocatore, comunque in parabola discendente, la sua media punti è scesa e il suo 14,6 in questa stagione, è la sua media peggior dopo la stagione giocata da rookie.
I Rockets, evidentemente non soddisfatti, hanno tentato di forzare la mano perché probabilmente Dwight in estate si accaserà in qualche altra città NBA.
L’aggiornamento del suo stipendio il prossimo anno avrebbe potuto essere un altro problema, ventidue milioni oggi, con l’innalzamento del tetto salariale, forse “qualche milioncino” in più l’avrebbe preteso…
Certo, oggi come oggi ci avrebbe portati ai playoffs e magari fatto passare anche il primo turno o il secondo ma la filosofia di Cho è sempre quella di passare per le scelte e quindi i Calabroni sul piatto non avrebbero mai messo scelte future da primo giro.
 
Se un centro non arriva, un altro si recupera; Al Jefferson è riuscito ad allenarsi mercoledì per la prima volta in maniera completa con la squadra e probabilmente nella notte sarà della partita contro i Bucks, anche se è altamente probabile che parta dalla panchina per un rientro graduale senza forzature.
“E ‘davvero bello. L’operazione chirurgica sostanzialmente risolto il problema. Cercavo di aspettare fino alla fine della stagione per farmi operare. Ho dovuto farla finita per essere pronto per la seconda metà della stagione”.
 
Gli Hornets si sono allenati per circa due ore Mercoledì, dopo una sei giorni di stop per l’All-Star break.
Lee non è arrivato in tempo per l’allenamento di mercoledì e non giocherà contro i Bucks, esordio rinviato quindi contro i Nets nella trasferta successiva rispetto a quella di Milwaukee.
Lee è stato definito da Clifford un solido difensore, un giocatore con un consolidato tiro dalla media distanza e da tre punti, in generale il nostro allenatore pensa che possa aiutare la squadra a giocare meglio.
Gli Hornets hanno acquisito Lee da Memphis per compensare la perdita di Michael Kidd-Gilchrist, il quale si è operato mercoledì a Philadelphia. L’intervento ha avuto successo dicono fonti ufficiali degli Hornets, ma ovviamente salterà il resto della stagione 2015/16.
Batum tornerà in SF e Lee giocherà da SG perché Clifford pensa che non abbia altezza e stazza per poter prendere ali piccole più grandi di lui. Marvin Williams contro i Bucks potrebbe anche giocare come ala piccola seguendo gli adattamenti di Clifford.
“E’ un giocatore da starting five, ha giocato i playoffs e nelle finali della Western Conference”, ha detto Clifford.
“E ‘ intelligente, affidabile, un professionista.
Quando si ha la possibilità di ottenere un tipo del genere, si prende e poi basta risolvere le cose ” ha detto Clifford che aveva già conosciuto Lee ai tempi dei Magic.
“Courtney è un ragazzo che capisce la spaziatura e la tempistica. Sarà lui a capire dove i suoi compagni vogliono la palla. E’ efficace il suo modo di giocare. Mo (Williams) era un creatore, Courtney è più un giocatore che muove palla” ha proseguito Clifford.
 
Intanto nella notte Charlotte riprenderà a giocare sul campo dei Bucks (ore 2:00 italiane, probabilmente il mio pezzo sul match lo vedrete finito causa lavoro nel pomeriggio di domani), cercando di proseguire la propria corsa interrotta dal break, allungando la striscia vincente su un campo di una squadra che in casa è una mina vagante (basti pensare alla vittoria contro i Warriors), ma non ha molto da chiedere a questa stagione.
 
L’obiettivo di Jordan è costruire un team che possa avere il vantaggio del campo al primo turno.
Sarà dura quest’anno perseguire l’obiettivo ma se dovessimo uscire da queste cinque trasferte con tre vittorie e sfruttare le gare di marzo in casa, le altre non sono poi così lontane, anche se per ora meglio guardarsi le spalle.
Intanto nella notte i Bulls, sconfitti a Cleveland, sono scesi all’ottavo posto concedendoci il settimo a pari record (noi abbiamo una miglior differenza canestri e anche la serie a favore chiusa sul 3-1)…
Si riprende quindi nella notte, sarà un venerdì con molte squadre impegnate nell’immaginifico mondo NBA…
 
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.