Brian and Harrison

Mentre la coppia di ballerini statunitensi Brian and Garrison è praticamente scomparsa per il grande pubblico, anche Brian Roberts vive la sua stagione ai margini vedendo le partite dalla panchina, poiché, Clifford non pare intenzionato a ripetere l’esperimento small ball in alcuni frangenti della partita con Walker e Sessions in campo contemporaneamente (laddove l’anno scorso a far compagnia a Kemba c’era Lin), quindi Roberts finisce dietro ai due da terzo playamker puro, la danza dei giocatori in entrata e uscita potrebbe avere inizio, poiché Aaron Harrison (fratello dell’Andrew che gioca a Memphis) è stato tagliato dai Calabroni.

In realtà alcune fonti dicono che non c’è un piano immediato per sostituire la SG (il roster di Charlotte quindi scende a 14 giocatori) che quest’anno ha toccato solamente cinque volte il campo sotto l’egida di Clifford. Il fatto è che il contratto dell’ex Kentucky sarebbe stato garantito venerdì e gli Hornets evidentemente non sono rimasti soddisfatti di quel poco visto nei garbage time e in allenamento, anche se il buon Harrison era stato spedito in D-League con i Greensboro Swarm, società affiliata/satellite degli Hornets.

Non era la prima volta che Charlotte spediva ad un’affilliata Harrison; a inizio febbraio 2016 Aaron era finito agli Oklahoma City Blue.

 


La coreografia degli Hornets per ora dovrebbe essere sempre la medesima giacché lo stipendio di Harrison non sarebbe stato comunque oneroso per Charlotte, alla quale consiglio di guardarsi in giro un attimino; diverse squadre hanno giocatori quasi epurati o casi; vedi Frazier, Ajinça, Monroe, ecc., se non loro, qualcosa di utile si potrebbe rimediare visto le lacune in qualche settore, specialmente nei lunghi, dove Wood pare abbandonato da qualche parte sulla Tivola Road…

Intanto nella notte gli Hornets scenderanno sul parquet amico cercando la vittoria numero 20, ma dovranno fare molta attenzione a Westbrook, dopo i 32 concessi a James e i 52 a Butler (229 punti subiti in due partite), ci vorrà più attenzione sul play avversario e su eventuali scarichi per tiri da tre punti.

Zeller purtroppo è dato ancora out e per noi non è una buona notizia, Belinelli è in game time decision, mentre OKC ha fuori solo C. Payne (assenza marginale).

 

Confido comunque in Walker e nel fattore “Alveare”…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.