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Cody Zeller ha prolungato il proprio contratto con gli Hornets.

 

Cody Zeller in una vecchia partita a Denver. Il numero 40 in 3 partite (19,7 minuti di media) ha 10,7 punti (.611 dal campo), 5 rimbalzi e 1,7 stoppate di media a partita.

Cody Zeller in una vecchia partita a Denver. Il numero 40 in 3 partite (19,7 minuti di media) ha 10,7 punti (.611 dal campo), 5 rimbalzi e 1,7 stoppate di media a partita.

 

Saranno altri quattro gli anni (salvo ovviamente mercato) che trascorrerà in North Carolina.

http://www.nba.com/hornets/hornets-sign-zeller-multi-year-extension

Ci si chiede se Cody possa valere tutti quei soldi.

Certamente è uno di quei ragazzi che ci mette impegno e profonde energia per la causa. Non sempre gli va bene, non sarà un fenomeno, ma è uno di quei comprimari che vorresti aver sempre con te, anche perché mi pare stia facendo intravedere qualche miglioramento oggi (non conosco il peso attuale ma sembra anche un po’ più massiccio e meno filiforme rispetto lo scorso anno), nonostante abbia saltato la preseason per infortunio, oltre agli inserimenti e ai pick and roll chiuso a volte da qualche jam spettacolare, sembra più confidente in attacco.

La domanda principale però è un’altra… ovvero perché Charlotte spesso paghi di più rispetto al valore del giocatore se paragoniamo due player dalle statistiche simili.

La strategia credo si possa riassumere nell’alzare preventivamente il prezzo e chiudere un contratto che, viste le impennate dei prossimi due anni (legate all’aumento dei contratti in virtù degli accordi chiusi dalla NBA con le tv e i media), potrebbero divenire veri affari.

In quest’ottica in estate sono stati sacrificati Lee e Lin, preferendo aumentare i contratti di Marvin Williams e Nicolas Batum, non di poco.

Ora… va bene che per stessa ammissione del presidente MJ Charlotte è un piccolo mercato che ancora non attrae stelle, ma non credo sia solo questo o in società siano sprovveduti.

La mossa di pagare il francese (forse stanco dagli impegni estivi e partito in sordina, ma credo possa migliorare sensibilmente) come una super star va inquadrata in quest’ottica.

Cho ha voluto esercitare l’opzione per il rookie Kaminsky per il terzo anno. I cingoli del carro armato quindi dovrebbero strisciare sul parquet di Charlotte anche per la prossima stagione.

 

http://www.nba.com/hornets/press-releases/hornets-exercise-team-option-frank-kaminsky

 

Dall’infermeria invece registriamo che Roy Hibbert è in game time decision per la partita contro Philadelphia giovedì notte e Lamb (piccolo stiramento al quadricipite del ginocchio sinistro) sarà fuori almeno sino al 9 novembre. Per fortuna da calendario le prossime due sfide (Philadelphia in casa e Brooklyn fuori), con tutto il rispetto per questi due team, non sembrano proibitive.

Zeller avrà più spazio, dalla panca seguirà Hawes e forse vedremo anche l’ex 76ers Wood per la prima volta in stagione.

Inizia novembre… da qui a fine anno gli Hornets giocheranno più partite lo scorso anno avendo un calendario più intenso che a metà gennaio circa si riporterà in pari.

Servirà l’energia di tutti per arrivare al nuovo anno con un buon record ed essere salutati come la solita meteora.

La squadra pare esserci in attesa di test più probanti.

Let’s go Hornets!

Questo articolo è stato pubblicato in News da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.