La famiglia Howard

Da un po’ di tempo latitavo su questo “blog”, anche se a me piacerebbe chiamarla “pagina dedicata ai tifosi Hornets”…

Scelta un po’ per staccare la spina dopo la lunga maratona di 82 partite stagionali (più preseason), un po’ perché realmente a poco meno di due giorni dal Draft (ricordo che gli Hornets sceglieranno per undicesimi salvo accordi dell’ultimo momento che paiono andare di moda, specialmente nelle alte sfere, vedi accordo Phila/Boston) non era successo molto in North Carolina per quel che riguarda il basket professionistico.

Notizia fresca fresca, la scelta delle nuove Honey Bees (sul sito ufficiale troverete le prescelte) che daranno quel tocco di freschezza e femminilità durante le partite e poi andando a ritroso vi sono i provinati in attesa del Draft che in questi giorni stanno passando per Charlotte, una piccola operazione per Kemba Walker in artroscopia al ginocchio andata bene e poi per trovare una qualche notizia di rilievo sugli Hornets di questi tempi si potrebbe girare con Diogene il cinico (fosse ancora vivo) con il lanternino in pieno giorno, cercando la notizia anziché l’uomo…

Ebbene… nonostante il GM Cho lo scorso anno fu uno degli artefici (a mio parere) della costruzione di una squadra sicuramente inferiore a livello tecnico ma anche caratteriale, devo dire che la breaking news arrivata nella notte italiana lo riscatta poiché se un guru come Wojnarowski aveva dato la notizia di Superman D12 a Charlotte come ufficiosa, ora è arrivata anche l’ufficialità che Dwight Howard sarà un nuovo giocatore degli Hornets.

In cambio, in questa trade con gli Hawks, Belinelli (questo mi dispiace e auguro a Marco buona fortuna) e il “catafalco” Miles Plumlee (stipendio altissimo in rapporto alla qualità prezzo) si accomoderanno ad Atlanta.

 

La news riportata anche sul gruppo FB Bring Back the Buzz.

 

E’ vero che Howard ha 32 anni  e percepità più di 23 milioni a stagione per due anni (il risparmio degli Hawks di 5 milioni a stagione è quasi l’unico vantaggio di Coca-Cola City oltre ad aver acquisito Marco, tiratore che li avrà impressionati lo scorso anno a “Coke Town”) ma permetterà di risolvere molti problemi difensivi provvedendo da sé a difendere l’anello e consentendo agli altri quattro uomini di andare a difendere meglio sul perimetro (l’anno scorso fu tragica per noi in fatto di triple subite), inoltre un classico asse play-pivot, come lo chiamavano gli “antichi”, si formerebbe in maniera devastante grazie alle improvvisate di Walker e alla potenza di Howard, avremmo anche più soluzioni offensive, oltre che difensive, vero motivo per il quale Clifford, memore di Dwight a Orlando, avrà sicuramente spinto per riportarlo “in famiglia”.

 

 

Chissà se ora Zeller sarà spostato in PF, in panca o sarà ceduto. La mia opinione è che sarebbe meglio cedere Marvin Williams, sostituendolo con un giocatore più economico che sia in grado di colpire da fuori.

Gli Hornets cederanno poi la scelta numero 41 acquisendo la 31, quindi ipoteticamente, altro vantaggio… sarebbe stata troppa grazia riuscire a prendere D’Angelo Russell visto che i Lakers l’hanno messo sul mercato in cambio di una delle prime 12 scelte. Poteva sicuramente fare gola a un team che sceglierà prima di noi, infatti è finito ai Nets con Mozgov, mentre Brook Lopez si è accasato nella L.A. gialloviola. Lakers che avranno in cambio anche la scelta numero 27.

Intanto dalle parti di Charlotte si è posato un mattone per la costruzione di una buona annata, un benvenuto a Dwight, sperando Rich Cho non si limiti a Dwight, ma convenga che anche per la panchina serve qualcosa.

 

 

 

Questo articolo è stato pubblicato in News da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.