La grande bellezza.

Esagoni che compaiono e scompaiono…

A Milano, da San Babila fino a Piazza della Borsa (in centro), sul selciato vi sono anche talvolta alcune forme esagonali che creano un dislivello che capita di calpestare e personalmente, credo come la maggior parte degli abitanti della città, osservando altro, camminando un po’ freneticamente non mi è mai capitato d’accorgermi della loro presenza.

E’ il giornalista e scrittore Paolo Sciortino a darmi la fonte su un suo libro su Milano di pochi anni fa.

Cosa siano queste forme esagonali perfette che squarciarono il suolo è presto detto:

Si trattava di barre incendiarie che gli aerei americani (i cosiddetti “Pippo”) sganciavano (oltre le bombe) durante i bombardamenti avvenuti nella seconda guerra mondiale.

Queste barre a volte cadevano in piedi provocando scintille incendiarie.

La Scala stessa fu colpita con diversi danni.

Prima d’addentrarmi nel pezzo, come trait d’union, visto che paradossalmente siamo nell’intervallo tra le date delle due bombe atomiche che furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki vorrei ricordare le vittime innocenti che perirono nei due attacchi nucleari dal mio punto di vista piuttosto gratuiti vista la situazione del Giappone in termini di mezzi, ormai ridottissimi con diverse fabbriche inservibili.

Fu un avvertimento all’Unione Sovietica che aveva aspettato la scadenza del trattato di Matsuoka per attaccare le guarnigioni giapponesi in Cina, dilagando piuttosto facilmente vista la superiorità di carri armati e altri mezzi pesanti.

Arrivare prima dei sovietici era l’obiettivo.

Chiuso il capitolo (sarebbero vastissime le tematiche da discutere), tornando a parlare di America in termini sportivi (decisamente meglio), l’obiettivo di oggi della società dei Calabroni è probabilmente quello di prendere attraverso il senso della vista, del bello, i propri tifosi…

L’operazione “La Grande Bellezza” (oserei dire) è stata condotta presentando un nuovo parquet, molto simile a quello inaugurato dagli Hornets nella stagione 1995/96, con esagoni all’interno dell’area mentre esternamente il bicolore foglia di tè e viola regna sino alla linea bianca del tiro da tre punti. A centrocampo torna Hugo, il secondo logo usato dai Calabroni dopo aver velocemente abbandonato il primo.

Una striscia, una scia come se fosse una s meno curva da un lato bordo campo arriva sino all’addome del Calabrone.

 

 

 

 

E se il mio personale giudizio storico sulle due bombe atomiche oscilla tra l’inutilità e il crimine, in questo caso è palese che sia oggi il campo più bello della NBA, tornato in auge per celebrare i 30 (circa viste le peripezie) anni di Charlotte nella lega.

Difficile dire se sarà sin die o l’anno prossimo verrà smantellato per far posto a del legno con una nuova livrea ma per quest’anno sarà bello giocare su un parquet spettacolare.

 

 

 

 

Un tuffo nel passato quando a metà anni 90 diversi campi avevano colori accesi (i primi che mi vengono in mente sono quelli dei Raptors, dei Pacers, dei Suns e dei Rockets) che insieme ai vari protagonisti dell’epoca (da Jodan a Barkley, passando per Bryant e Iverson oltre a molti altri), contribuivano al successo scenografico della Lega “baskettara” più famosa al mondo.

 

 

Il campo dei Rockets a metà anni ’90 riprodotto in videogame.

 

 

E dopo la polemica Donald Trump/LeBron James sulla quale non solo la moglie di Trump, Melania si è schierata con il neo cestista giallo-viola (ha aperto una scuola in Ohio per ragazzi in difficoltà finanziata da lui stesso), anche Michael Jordan (tirato in ballo dal presidente americano dicendo che a lui piace Mike) ha appoggiato il collega, pur essendo restio a parlare su questioni politiche e affini.

 

 

L’entrata della LeBron James’ I Promise School in Akron, Ohio.
Gli studenti avranno da impegnarsi…
Foto: Jeff Zillgitt, USA TODAY Sports

 

 

MJ però ha trovato modo di rendere il suo tempo più produttivo mandando una lettera e un regalo a un signore australiano che sta lottando contro il cancro.

 

 

 

 

E se come giocatore MJ non si poteva discutere, come presidente l’ho criticato per i mediocri risultati, dal punto di vista umano, con questo gesto disinteressato guadagna molti punti.

Adesso i tifosi degli Hornets, dopo il regalo dello splendido parquet, aspettano che “Mike” colmi l’ultima lacuna (come proprietario) per diventare trinità, anche se c’è già chi lo idolatra “solamente” per la sua carriera cestistica, ma come dimostrato da James e dallo stesso Mike, c’è di più fuori…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.