Milestone?

L’accordo è ufficiale, da poco.
Più che una pietra miliare (milestone), non volendo scrivere di una pietra tombale, diciamo che è una pietra rotolante, di quelle che rotolano giù a valle.
Un pesante macigno forse sulle ambizioni degli Hornets per questa stagione.
Se Melo come secondo scorer, per toglier pressione a Kemba è sogno irraggiungibile, con le già citate e più quotate Cleveland, Los Angeles (sponda Velieri) e Boston alla finestra, in questi giorni si era scritto di un Ibaka lasciato libero a Orlando.
Per Clifford sarebbe il giocatore perfetto, per la sua idea di difesa con una squadra che al momento latita in questo fondamentale aspetto…
Invece è arrivato Miles Plumlee acquistato dal GM Rich Cho.
 
Chi è costui?
 
Miles (Christian) Plumlee, nato a Fort Wayne (Indiana), è il fratello maggiore (due anni in più) del Mason di Portland, ed è un nuovo giocatore degli Charlotte Hornets.
In cambio, Milwaukee (che taglierà Steve Novak), detentrice del “cartellino”, riceverà Roy Hibbert e Spencer Hawes più “cash considerations”.
Miles è un centro di 211 cm e ha 28 anni (nato il primo settembre 1988).
Quest’anno ha giocato 32 partite partendo 12 volte come titolare. Miles ha iniziato nella NBA con gli Indiana Pacers, poi ha giocato per i Phoenix Suns e attualmente era ai Bucks.
La sua migliore stagione è stata quella del 2013-14 con i Suns, quando ha tenuto una media di 8,1 punti e 7,8 rimbalzi.
Premesso che trovo l’affare piuttosto marginale dal punto di vista tecnico, lo trovo abbastanza sconveniente dal punto di vista economico e assurdo da quello dell’utilità.
Mi spiego meglio… partiamo dall’utilità.
Per utilità intendo dire che, giacché Charlotte sarebbe stata costruita per partecipare ai Playoffs, quindi possibilmente avere un record vincente, oggi, nella condizione particolare nella quale siamo finiti, sei sconfitte consecutive e ormai ai bordi dei Playoffs (che comunque ci vedrebbero eventualmente uscire ben presto contro Cleveland), la prima operazione di Cho sul “mercato di riparazione” è stata pessima.
Pessima, non solo perché Miles Plumlee è giocatore che ha poco minutaggio (in una sola occasione quest’anno ha superato i 20 minuti ed era il 3 novembre), ma perché a noi serve qualcosa che faccia la differenza, pronto e possibilmente subito.
Recentemente si è ritagliato qualche minuto ma le sue statistiche non sono fantastiche.
In 9,7 minuti giocati di media ha a referto 2,6 punti, 1,7 rimbalzi, 0,6 assist, 0,3 stoppate e il 62,9% ai liberi.

Le statistiche di Miles Plumlee in NBA.

Marginale appunto si diceva nonostante Cho si dica eccitato per la sua fisicità, l’abilità a rimbalzo e l’etica professionale.
E’ vero che Hibbert ha deluso, gioca poco (anche per problemi a un ginocchio e non so se rimarrà ancora molto in NBA a causa di questi dolori) e raramente bene.
Non è riuscito a essere il rim protector desiderato dopo la buona partenza a Milwaukee (chissà che in Wisconsin abbiano visto solo quella di partita del buon Roy?), è altresì vero che se Hawes porta punti, in difesa è sponsorizzato Telepass ultimamente, inoltre le percentuali da tre sono crollate sotto l’effetto di una tecnica di tiro da fuori, completamente da rivedere.
A chi giova questa trade?
Dal punto di vista tecnico non credo che Plumlee, cifre alla mano (spero di sbagliarmi), non possa portare grandi miglioramenti alla causa degli Hornets, con il rientro di Zeller giocherà dietro di lui.
Charlotte sicuramente voleva qualcosa di più atletico rispetto al zampettante Cervo Hawes e al pachidermico Hibbert.
Da quest’angolazione, per ipotesi euristica, Charlotte avrebbe fatto un affare, poiché, se Plumlee giocasse con voglia e intensità, non sarebbe certo compagno degli zombie vaganti sotto il canestro (Hibbert e Hawes) visti recentemente.
H&H da Hero Quest quindi out, dentro M.P., peccato non via sia una V in mezzo…

Dal punto di vista economico Milwaukee fa un affare liberandosi del contratto quadriennale del fratello meno nobile dei Plumlee. Già, perché i 12,5 milioni a stagione per quattro anni sono ben cinquanta milioni per un giocatore che non sembrerebbe valerli, salvo miracolose riabilitazioni dalle parti di Charlotte.
Hibbert costava cinque milioni (contratto in scadenza), mentre Hawes avrebbe avuto due anni di contratto; quest’anno 6,3 mil., la stagione prossima 6,0 mil., in diminuzione.
Paradossalmente gli Hornets superano il salary cap e prendendosi questo contratto potrebbero avere di più da spendere come MLE (mid level-exception) durante la prossima stagione non attiva.

Grazie a Paolo Motta per avermi indirizzato su questo dettaglio.

A Charlotte comunque mancano un giocatore in post basso che possa attrarre l’attenzione e fare gioco dentro fuori (vedi il Jefferson dello scorso anno), un incursore e playmaker dalla panchina e un 4 o un 5 (eventualmente da invertir con Zeller) che sappia difendere.
Gli arrivi estivi sono sembrati in maggior parte “cinesate” copie, più scarse (salviamo Belinelli che ha a altre caratterisiche rispetto ai ceduti) dei giocatori dello scorso anno dalle qualità migliori.
Qualcos’altro dovrebbe arrivare, in genere gli Hornets sono soliti muoversi per un paio di trade negli ultimi anni, il problema è il livello.
 
In ultimo da registrare un contratto da dieci giorni fatto firmare a Mike Tobey (vista la perdita di due centri), pivot bianco già visto in preseason, tagliato prima della stagione regolare.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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