Once upon a time

ddddddnce upon a time l’All-Star Game a Charlotte, ma la National Basketball Association ha deciso da qualche ora di cancellarlo.

 

 

Cos’è successo nel frattempo?

Il 23 marzo scorso in North Carolina il governatore Repubblicano Pat McCrory (il quale saputo della cancellazione ha detto che la NBA ha interpretato male le leggi e diffamato la popolazione del North Carolina”) aveva introdotto una legge discriminatoria ribattezzata da qualcuno come “anti-gay” approvata il 23 marzo scorso.

Ne avevamo già scritto sul blog a suo tempo.

Qui trovate un articolo in inglese sullo spostamento possibile:

http://sports.yahoo.com/news/nba-pulls-2017-all-star-game-from-charlotte-focuses-on-new-orleans-190148437.html

Il comunicato della NBA è inequivocabile: “La NBA ha deciso di spostare l’All-Star Game del 2017 da Charlotte, con la speranza di poterlo organizzare lì nel 2019. Sappiamo che la NBA non può scegliere le leggi di ogni città, Stato e paese in cui ha degli interessi, ma non crediamo di poter organizzare con successo le nostre esibizioni All-Star a Charlotte nel clima che si è creato con l’approvazione della HB2” (o LGBT), la sigla con cui è conosciuta la legge negli Stati Uniti.

Delusione per gli Charlotte Hornets che si erano schierati con la NBA ma evidentemente non è bastato.

Jordan e la società hanno postato in maniera non polemica questo pensiero mostrando un’immarcescibile fede (almeno di facciata) su un eventuale All-Star Game futuro promesso alla Queen City dalla lega nel caso le condizioni mutassero come già fatto intuire nelle righe soprastanti:

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Negli ultimi mesi anche Bruce Springsteen avrebbe dovuto tenere un concerto a Greensboro poi cancellato per gli stessi motivi, hanno «interpretato male le nostre leggi e diffamato la popolazione del North Carolina».

Dove si terrà ancora non si sa, se dapprima Atlanta aveva tentato di soffiare a Charlotte la parata di stelle, un paio di giorni fa si parlava d’Orlando per la strage avvenuta nel locale gay poco tempo fa, nelle ultime ore prende quota l’ipotesi New Orleans (ospitò l’All-Star Game nel 2008 e due anni fa nel 2014), come se dal buco nero che ha inghiottito Charlotte spaghettificando e poi ricomponendo la materia uscisse da un buco bianco qualsiasi cosa transiti di lì…

Insomma… in generale la stagione non parte sotto i migliori auspici, risulta più grigia, da quel trampolino di lancio che furono gli scorsi playoffs pare essersi già esaurita la spinta propulsiva, mentre gli uomini del roster di Charlotte ormai contano 14 unità e si aspetta di capire se chiuderà il buco uno stipendio minimo o si riuscirà a piazzare magari un colpo in extremis sfruttando qualche exception rule.

Il roster attuale.

Il roster attuale.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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