Summer League Monk-a

E’ uscita la lista dei partecipanti per la Summer League che gli Hornets spediranno a Orlando.

Trattasi di una rappresentativa con qualche nome che ha visto la prima squadra lo scorso anno, ma naturalmente non ha giocato molto.

La competizione serve più che altro per visionare rookie, osservare uomini in odore di taglio e magari scoprire qualche talento, provinato o no, l’importante è aver indicazioni dal campo.

Diffusa dal sito ufficiale la lista sottostante:

La lista delle partite:

 

Mentre uno dei partecipanti (Dwayne Bacon), a causa del suo nome è stato confuso con il più famoso Wade dal GM Rich Cho, il quale nella presentazione si è poi quasi subito corretto, resta da vedere l’espressione tra l’imbarazzato e il divertito del novello “Wade”…

 

 

 

Monk e Bacon con le loro nuove maglie. Non dovrebbero esserci problemi per Monk, una steal al Draft scelta alla posizione numero 11, Bacon dovrà mostrare invece le sue doti alla Summer League per convincer lo staff tecnico a inserirlo nei 15 per la futura stagione.

 

C’è da sottolineare che Monk (.39,7% da 3 pt. l’anno scorso con 104/262) già entrato in lista infortunati, non ne avrà per molto, pare dalle due alle quattro settimane per una caviglia (la sinistra) infortunatasi durante il workout.

Poco male… rientrerà per il training camp con Clifford, il quale ora dovrà pensare a sostituire Ramon Sessions, in scadenza di contratto.

Domani sarà il giorno nel quale il contratto scadrà. Teoricamente gli Hornets potrebbero includerlo in un pacchetto per uno scambio vi fosse qualche team interessato, oppure lasciar scadere il contratto e liberare poco più di 6 milioni di spazio salariale per cercar qualche PG di riserva interessante, anche se, senza spostare altre pedine, facendo delle trade, sarà difficile arrivare a giocatori discreti. Lo scorso anno fu deludente per lui.

I suoi numeri in totale caduta fino all’infortunio che interessò il menisco sinistro e lo tolsero di mezzo sino al termine della stagione e gli Hornets, “persa la fiducia” nel giocatore, dichiararono che non sarebbe stato rinnovato.

In cerca di play di riserva affidabili sul mercato si potrebbe guardare a Mudiay (Nuggets), il quale avrebbe potuto approdare ai Phoenix Suns, ma non si è fatto più nulla di questo scambio dettato da un rumors.
Se gli Hornets cercheranno di andare su agenti liberi potranno usare la mid-level exception e pagare uno stipendio di 8,4 milioni al secondo di Kemba (salvo altri scambi futuri).
Altri comprimari svincolati e interessanti nel ruolo di playmaker che da luglio saranno disponibili potrebbero essere: Darren Collison, Shaun Livingston, Patty Mills, Raymond Felton e Brandon Jennings, quest’ultimo controversamente si accasò a New York durante il mercato invernale lo scorso anno dopo esser sembrato sul punto di firmare per Charlotte.

Al contrario ci si prepara per l’All-Star Game riottenuto da Charlotte (2019) cercando di costruire un team migliore di quello dello scorso anno.

L’arrivo di Dwight Howard (maglia numero 12), nonostante qualcuno lo marchi come giocatore ormai passato, se non tinge di celestiale eccellenza, avvampa l’estate degli Hornets.

 

 

Se nelle statistiche di stoppate e rimbalzi gli Hornets non se la passavano benissimo nelle classifiche generali, Dwight porterà con sé i 12,7 rimbalzi e l’1,2 in stoppate di media dello scorso anno ma soprattutto tante motivazioni dovute al retroscena: “Avevo appena fatto un allenamento da due ore e mezzo. Dopo aver parlato con lui, avrei voluto tornare in palestra “, ha detto Howard. “Chiamarmi al telefono e dire: “Io credo in te”. ” Ecco come mi ha motivato. Sto parlando del più grande giocatore di basket. “

Forse poi non è del tutto vero ciò che diceva MJ a proposito di sé stesso, rimanendo una volta tanto con i piedi per terra (riassumendo che i giocatori badano ormai ai soldi o a vincere il titolo), forse ci sono ancora speranze che piccoli mercati possano crescere e coltivare un sogno… Howard è un primo mattone ma il magnetismo di MJ potrebbe in futuro regalarci di più…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.