TabellHornets fermo e movimenti di mercato.

La bomba estalló e adesso fino alla fine della prossima stagione “Vamos A La Playa” canterebbero i Righeira oggi dovessero vedere questa nuova NBA, dal mio punto di vista sempre meno interessante.

Già, perché per onestà intellettuale, esercizio che nel giornalismo sottostante a qualche padrone di turno viene praticato sempre meno, c’è da dire che, nonostante si scriva di NBA, non ho nessun prodotto da sponsorizzare per quel che mi riguarda, quindi, sembra palese che dopo l’esplosione mediatica con sovrapposizione radioattiva di LeBron James sui media di tutto il pianeta, è evidente che il prossimo titolo (al momento) finirà in mano a un team su un manipoli di tre squadre che staccano le altre di molto.

Se i Lakers con James e Rondo danno la caccia anche a Leonard (ormai una saga infinita) per formare un super team da terzo polo, Houston e Golden State saranno gli altri due team che cercheranno di vincere il titolo a mani piuttosto basse.

Già, perché a Ovest squadre come quelle citate potrebbero già sfidarsi al second round o in semifinale, con l’unica possibilità per le squadre buone a Est come Boston o l’emergente Philadelphia di trovare (improbabilmente) stanca e decimata la squadra che uscirà vincente dalle battaglie dell’Ovest.

Gli sponsor possono oggi aiutare e permettere ai team di pagare ogni dollaro sopra la Luxury Tax a chi è in odor d’anello e poi c’è il fenomeno (va sempre più scomparendo) di quei giocatori franchigia che una volta rimanevano a vita (vedi Stockton e Malone) o quasi nella stessa città più legati alla piazza, senza magari mai vincere nulla pur giocando molto bene mentre oggi non esiste nessuna regola freno che imponga a un Cousins qualsiasi divenuto free agent di negoziare cifre ridicole con un team che presumibilmente potrebbe garantirgli il titolo.

Mentre questi giocatori ricattano le piccole franchigie che stagnano sul fondo, chi per incapacità, chi per mancanza di strategie, chi perché è costretta a intasare il proprio salary cap per giocatori mediocri che ricattano le suddette società, la differenza di valori in campo si sta facendo sempre più catastroficamente abissale.

Sia chiaro… non ce l’ho con Golden State che per 3/5 si è ricostruita un futuro con Curry, Thompson e Green, ma con il modus agendi che consente, come capita oggi nella vita reale a chi ha di più di avvantaggiarsi sempre più sproporzionatamente rispetto a realtà più piccole in mancanza di regole eque o addirittura di regole che favoriscono l’accumulo di capitali, in questo caso di ottimi giocatori…

Uno dei fattori fondamentali per il quale iniziai a seguire la NBA assiduamente a partire dalla prima metà anni ’90 fu il fatto che vigeva un equilibrio tra le squadre.

Certo… c’erano i Chicago Bulls di MJ ma ogni squadra aveva una o due stelle che potevano essere molto più facilmente scambiate con altre nel caso qualche franchigia avesse dei problemi con esse.

Oggi il mercato si è sviluppato in una maniera più selvaggia e imprevedibile tra eccezioni, scambi alla disperata per cash o scelte future magari da secondo giro, ecc..

Sicuramente per chi tifa quelle 6/7 squadre di vertice la regular season sarà anche piacevole da vedere ma direi che il pronostico al momento è chiuso a sole tre squadre che hanno un vantaggio pari a una Ferrari che sfida a una Panda su un rettilineo…

Personalmente la mia idea sarebbe di limitare i contratti al ribasso modello Cousins.

Il contratto di Cousins a New Orleans superava i 18 milioni che probabilmente New Orleans avrebbe potuto adeguare se il giallo non s’infittisse.

Dal mio punto di vista il contratto dovrebbe al massimo lentamente scendere di anno in anno rispettando una percentuale garantita sulla base dello stipendio percepito l’anno prima dal mio punto di vista (per fare un esempio pratico, se guadagnavi 20, non potrai guadagnare meno di 15/16 milioni), con eventuali modifiche per raffinare il contratto in base all’età e situazioni contingenti al mercato che potrebbero portare il giocatore fuori dalla NBA.

Già, perché qualcuno ha detto che Cousins avrebbe ricevuto zero offerte da New Orleans, la quale, fosse vero, probabilmente comunque non avrebbe pagato i 5,3 dei Warriors con la mid-level exception che su per giù sono i soldi di un comprimario come Baynes (5,5) a Boston.

Pare che Boston sia rimasta alla finestra mente Portland puntava su una sign and trade dei Pels.

Comunque sia, abbandonato il Draft, vediamo nella tabella sottostante quali sono stati i movimenti di riconferma dei Free Agent o i nuovi giocatori che hanno trovato casa in un ambiente differente fino ad oggi.

 

 

 

Free Agency

 

 

Per Charlotte l’unico movimento è stato quello di muovere Howard per i Nets in cambio del contratto spropositato di Mozgov per altri due anni, il che garantisce agli Hornets di non pagare la Luxury Tax ma getta ombre sul futuro operato estivo perché si è scritto in questi giorni che Charlotte punta prioritariamente a una PG di riserva.

Ne sono state menzionate tante, ultimo nome caldo Tony Parker da San Antonio.

Nel caso sarebbe il secondo play, il rookie Graham passerebbe in terzo piano mentre Julyan Stone potrebbe finire agli Swarm o esser tagliato visto che ha un contratto non garantito che lo diventerà (circa 1,6 $) se gli Hornets non cambieranno idea su di lui prima del primo agosto.

Charlotte ha poi completato il quintetto di head coach che aiuteranno Borrego a cercare di migliorare tattica, tecnica, condizione fisica dei giocatori di Charlotte che saranno:

Dutch Gaitley (arriva dagli Spurs come Borrego), Jay Hernandez (ultime 4 stagioni da assistente ai Magic ha anche gestito Pro Hoops Inc., società che migliorava i giocatori professionisti aiutandoli nelle loro prestazioni) Chad Iske (ultimi due anni ai Wizards, inizio carriera nel 1999 a Denver come stagista), Roland Nored (Capo Allenatore dei Long Island Nets squadra G League affiliata a Brooklyn) e Jay Triano (15 anni in NBA e 308 partite da head coach con Toronto e Phoenix).

Altre facce nuove a Charlotte saranno quelle di 8 Honey Bees che non facevano parte del gruppo lo scorso anno (sottopagina delle Honey Bees aggiornata con foto e nomi).

Poco altro da segnalare se non la dichiarazione di Borrego di voler far entrare in rotazione più pesantemente Monk e mentre da domani potranno essere firmati i contratti che attendevano la fine della moratoria, per sbloccare la situazione di un team impantanatosi da due anni nelle sabbie mobili della mediocrità, rimane possibile quasi esclusivamente qualche trade, magari multipla…

Noi attendiamo…

 

Sul gruppo Bring Back The Buzz si fotografa fedelmente l’immobilismo attuale in maniera simpatica.

 

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.