TrasferimentHornets

Sono giorni di festa per chi può riunirsi in famiglia.

Malik Monk, ex Kentucky, è stato dirottato da Cho & Company ai Greensboro Swarm in questo post Natale, salvo ulteriori ricongiungimenti al gruppo…

Trasferimenti e voli che avranno forse contagiato anche l’entourage degli Hornets che incomprensibilmente (o almeno parzialmente incomprensibilmente) hanno deciso di spostare alcuni giocatori per poi richiamarli, ma sempre tutto “in famiglia”.
Gli Hornets stanno, infatti, in questi giorni trasferendo giocatori ai Greensboro Swarm per poi richiamarli.
E’ successo a Julyan Stone, terza PG di Charlotte (apparsa in quattro partite con gli Hornets) spedita, richiamata e rispedita oggi, 26 dicembre, nella società affiliata ai Calabroni nella lega di sviluppo.
Percorso differente per Monk (29 partite con 5,9 punti, 1,5 assist e 1,1 rimbalzi di media in 14,5 minuti a partita) e Bacon; i due rookie di Charlotte lasciano molto a desiderare nella fase difensiva, probabilmente per fargli prendere più confidenza e dargli qualche minuto in più sul parquet (entrambi ormai erano totalmente ai margini delle rotazioni di Silas), ieri, 25 dicembre 2017 sono stati mandati anch’essi a Greensboro.
Bacon, ex Florida State, è stato tuttavia richiamato oggi in gruppo.
Si riunirà quindi al team di Charlotte, pronto per affrontare la notte del 28 (01:00 AM italiana) i Boston Celtics in una partita casalinga che vedrà anche il nostro Paolo M. (ora in viaggio verso Charlotte), presente per assistere e spingere la squadra verso la vittoria.
Fermo restando possibilità tecniche favorevoli all’interno dello Spectrum, avremo “live” i video mandati da Paolo dall’Alveare.
Sfida sicuramente improba ma, immaginando d’avere un po’ di fortuna, forse avremo un bel ricordo della missione del nostro mitico “autoinviato” (tutto pagato da lui stesso per passione) Paolo.
 
Let’s go Hornets!
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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