Under The Bridges

Dopo tanto chiacchericcio e mentre Howard sta trattando il buyout (taglio) con i Nets (vuole giocare in una squadra meno disastrata), proprio dal Barclay Center di Brooklyn sta andando in scena il Draft NBA 2018.

Vediamo la prima dozzina di scelte, appena dopo la prima scelta degli Hornets, com’è andata la nottata, considerando che i Dallas Mavericks si sono portati a casa inaspettatamente un potenziale top player.

Scontata la scelta di Phoenix sul lungo di Arizona:

N° 1: DeAndre Ayton, Phoenix Suns (C, Arizona)

N° 2: Marvin Bagley III, Sacramento Kings (PF, Duke)

N° 3: Luka Doncic, Atlanta Hawks (SG, Real Madrid)

Attenzione: Scambio posizionamento scelte al Draft con gli Hawks che avrebbero avuto originariamente la terza scelta. Una futura prima scelta dai Mavs (protetta) in cambio. Lo sloveno quindi giocherà per Dallas.

N° 4: Jaren Jackson Jr., Memphis Grizzlies (PF Michigan State)

N° 5: Trae Young, Atlanta Hawks (PG, Oklahoma)

Nota: Come già scritto sopra, Young finirà ad Atlanta nello scambio posizionamento fatto con i Mavericks.

N° 6: Mohamed Bamba, Orlando Magic (C, Texas)

N° 7: Wendall Carter Jr., Chicago Bulls (PF, Duke)

N° 8: Collin Sexton, Cleveland Cavaliers (PG, Alabama)

N° 9: Kevin Knox, New York Knicks (SF, Kentucky)

N° 10: Mikal Bridges, Philadelphia 76ers (SF, Villanova)

Nota: Finito ai Suns per Z. Smith e una prima scelta 2021 via Heat.

N° 11: Shai-Gilgeous Alexander, Charlotte Hornets (PG, Kentucky)

Shaivonte Aician Gilgeous-Alexander è un play canadese nato il 12 luglio 1998 a Toronto in Ontario.

Di nazionalità canadese ha buone medie tiro si ai liberi che da fuori, oltre che dal campo per essere un play.

Nel 2017/18 con i Kentucky Wildcats ha fatto registrare in questa statistica il 48,5% dal campo mentre da fuori ha ottenuto il 40,4%.

198 cm, per 82 kg, partito come sesto uomo dietro il play titolare Quade Green, in dicembre è andato affermandosi segnando 24 punti più 5 rimbalzi contro Louisville, tanto da prendere quota dopo l’eleggibilità al Draft.

N° 12: Miles Bridges, Los Angeles Clippers (SF, Mich St.)

Nota: C’è da dire che in questo momento voci da ESPN dicono che i Clippers vorrebbero il play e agli Hornets andrebbe la scelta n°12 oltre a due scelte da secondo giro con le quali gli Hornets stanno riempiendo i cassetti (vedi le due appena ottenute dai Nets per Howard).

Ora è arrivata anche l’ufficialità.

Miles Emmanuel Bridges giocherà quindi, salvo altri scambi successivi, per gli Hornets.

 

Jan 4, 2017; East Lansing, MI, USA; Michigan State Spartans guard Miles Bridges (22) dunks the ball over Rutgers Scarlet Knights forward Issa Thiam (35) during the second half of a game at the Jack Breslin Student Events Center. Mandatory Credit: Mike Carter-USA TODAY Sports

 

Nato il 21 marzo 1998, ha giocato due anni per i Michigan State Spartans.

201 cm e 102 kg, finirà per giocare in NBA come ala piccola, anche se ha ricoperto la doppia posizione di ala.

Con gli Spartans ha tenuto una media punti pari a 17,0.

Costante.

Passando dai 16,9 del primo anno ai 17,1 del secondo, dimostra continuità, anche se le percentuali dal campo sono scese mentre dalla lunetta si è registrato un sensibile miglioramento.

Nella stagione d’esordio è stato nominato ben 5 volte Big Ten Freshman of the Week.

Il ragazzo pare un prospetto completo ma per passare alla NBA bisogna “saltare il fosso”, comunque sia, promette bene:

https://www.youtube.com/watch?v=_32LDxryzLA

Il colpo di scena quindi è andato in onda pochi minuti più tardi (scambio pressoché immediato con i Velieri) con Miles Bridges al posto di Alexander (pare non abbia gradito Charlotte).

Per vedere che tipo di stagione sarà per Charlotte bisognerà aspettare le prossime mosse.

Se saremo Under the Bridge-s (sotto a un ponte), per parafrasare una famosa canzone dei Red Hot Chili Peppers o se giocheremo sotto il segno di un possibile talento pronto a esplodere anche in NBA…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.