Game 78: Charlotte Hornets @ New Orleans Pelicans 115-109


Intro

Derby dei poveri nella nuova NBA.

Con la ricompera della parte dei risultati storici acquisiti dal 1988 al 2002 da parte di MJ per conto di Charlotte, la franchigia della Louisiana “diventa”in qualche modo la più giovane della NBA.

Charlotte, nata due anni dopo proprio a causa del trasferimento in Louisiana dei Calabroni 1.0 così torna a essere una delle più giovani ma non la matricola.

Delle squadre sorte tra il 1988 a oggi solo gli Heat hanno avuto successo.

Oggi Toronto lotta da grande team ma nei playoffs non ha mai combinato un granché…

i Magic al contrario sono arrivati due volte in finale grazie ai loro big man (prima Shaquille O’ Neal e poi Dwight Howard) ma le hanno perse malamente.

Memphis, Charlotte, New Orleans e Minnesota latitano da anni con i primi capaci di un piccolo doppio exploit nei P:O. E i terzi lo scorso anno a battere Portland prima di affondare nella Baia contro gli impossibili Guerrieri.

Probabilmente andrebbero considerati tanti aspetti: soldi, eventuali amicizie, appeal della città, blasone della franchigia, forza attuale del team (a nessuno piace perdere costantemente), progetto della presidenza, il clima e le tasse: ricordo che Eddie Jones quando militava a Charlotte e cercava di andare altrove diceva qualcosa di simile riferendosi alla Florida: “25 gradi all’ombra e zero tasse” (si pensava andasse a Orlando poi virò su Miami)…

Sicuramente la maggior parte delle franchigie giovani non ha l’appeal di Miami e tra le paludi di New Orleans e il cemento di Charlotte in questi anni abbiamo visto cose differenti ma con i medesimi risultati.

Hornets al risparmio (nel senso che non vogliono andare sopra la luxury per sbloccare una situazione contrattuale pessima) mentre a New Orleans l’ex GM Demps aveva anche provato a costruire qualcosa di buono da mettere intorno a Davis ma Cousins è scappato e Mirotic ha fatto altrettanto dopo che il Monociglio ha espresso l’intenzione di allontanarsi dalla Louisiana la prossima estate.

Sostanzialmente un derby di bassa classifica che tuttavia NOLA porta spesso a casa mentre Charlotte che ha vinto solamente 2 volte su 9, non ha ancora mai vinto nella terra dei Pellicani.

L’obiettivo per gli Hornets era ovviamente togliersi una soddisfazione e non chiudere 0-4 il ciclo di trasferte visto che di P.O. Non se ne parla per entrambe e la prossima estate giura di essere quella dell’anno 0 per entrambe le formazioni…

Le formazioni:

La partita in breve

Sembrava quasi una partita di preseason per le assenze: Zeller, Parker, Batum e Williams su un fronte, Anthony Davis (in giacca e spilla con un Calabrone) sull’altro bastava a compensare le 4 degli Hornets…

Con New Orleans eliminata da tempo vista la maggior competitività sul fronte Ovest, l’unica squadra a poter dire ancora qualcosa era Charlotte che per mantenere in vita le flebili matematiche speranze da PO avrebbe dovuto vincere sperando in una L di Miami.

Miami cedeva a Boston mentre nel contempo Charlotte andava a giocarsi una partita punto a punto con diversi cambi di leadership.

Sul finire del primo quarto gli Hornets andavano sul +3 con un layup di Monk in transizione (24-21).

Nel secondo quarto S. Johnson segnava i primi 5 punti per NOLA portando sul +2 i loro ma l’esplosione di Graham con tre bombe (più altro) serviva a Charlotte per rimanere avanti.

Nel finale una tripla di Monk su scarico di Kemba segnava il 59-55 all’intervallo.

Nel terzo quarto gli Hornets dal +5 (Bacon con la flipperata da 3 a 10:29) si ritrovavano sul -5 dopo un fade-away di un Randle che grazie a kg e tecnica dettava legge nel pitturato (69-74).

Frank metteva una tripla, poi gli Hornets mancavano l’aggancio diverse volte finché sempre il Tank con un two and one (fallo dell’ex Wood) pescando il jolly, portava sull’80-78 la partita a 44 secondi dalla terza luce rossa.

Kaminsky realizzava nel finale ancora da tre per far tornare Charlotte sul +5 (83-78).

I vantaggio si estendeva a 7 punti con l’assist di Graham per Bridges ma NOLA rimontava rapidamente riportandosi sul -1 con l’entrata di Clark (85-84).

Quei 4/5 punti oscillavano come un pendolo e a guadagnarli era NOLA che concentrando il gioco tra triple e tiri da sotto segnava con Bertans l’88-91 e con Randle il 91-95 (lo stesso lungo mancava a 5:48 sulla stessa azione il libero addizionale).

Nel crunch time partiva l’one man show di Kemba ma sull’altro lato Borrego ci metteva un po’ troppo a capire che MKG da solo non era in grado di fermare Randle.

Il Tank, sempre lui, pareggiava a quota 99, poi un raddoppio su Randle portava Clark a sbagliare una tripla da scarico, Kemba invece faceva tutto da sé e bene con paleggio in mezzo alle gambe, step back e tripla del +3. Dopo 2 pt. di Walker per il 104-101, un intercetto di Lamb su un passaggio verso Randle serviva a Kemba per infilare una second chance (106-101).

Con Randle messo fuori gioco i Pelicans si affidavano alle triple ma Hill, Johnson e Clark le mancavano così gli Hornets dalla lunetta ghiacciavano la gara finendo per vincerla 115-109 nonostante le ultime due triple (queste a segno) di Randle.

Prima vittoria su cinque tentativi degli Hornets 2.0 nella Big Easy.

La partita

1° quarto:

Charlotte passava in vantaggio con uno spin e allungo in layup di MKG oltre il proprio difensore ma dopo una stoppata di Okafor su MKG, il passaggio per Randle nel mezzo portava il lungo in divisa rossa ad andare a schiacciare a rimorchio nel corridoio centrale dell’area.

Bacon da destra infilava il 5-2 ma Randle con un fade-away su Biz e Okafor in avvicinamento da sotto trovavano il primo vantaggio per i locali.

Kemba in layup a 9:21 trovava i primi due punti della sua gara ma la seconda stoppata subita da MKG (Okafor) apriva al nuovo vantaggio NOLA targato Williams dal corner destro ai 24.

Bacon volava in stoppata da dietro a fermare Clark in transizione favorendo finalmente due punti di MKG che in solitaria non poteva più essere fermato.

Okafor percorrendo la baseline destra scavalcava Biz per superare il canestro e alzarsi in girata per una dunk a una mano che consegnava al primo time-out il 9-11.

Bridges e Randle allungavano il punteggio con due liberi a segno a testa poi Kemba riprovando da tre punti favoriva il pareggio di Miles in tap-in gentile.

Una tripla frontale di Randle spareggiava la gara a 5:25 e il floater di Kemba centrale dopo aver rotto un raddoppio serviva per il riavvicinamento sul -1.

Su un’uscita di Kemba sull’arco Clark commetteva fallo sul tiro del capotano.

3/3 e Hornets avanti 18-16 a 3:43 ma l’ex Wood da sotto si arrangiava in qualche maniera per trovare immediatamente il pari.

Lamb mancava un tiro dopo aver mandato a terra Johnson con il crossover ma dalla destra spuntava Monk che volando correggeva con una potente bimane per il 20-18.

Hill colpiva da tre punti ma a 1:50Walker in lunetta riportava sopra Charlotte che rimaneva avanti sino a fine quarto allungando con un layup di Monk lanciato in transizione.

24-21 dopo i primi 12 minuti.

Bridges contro K. Williams. Foto: The Times-Picayune.

2° quarto:

Stanley Johnson cambiava momentaneamente la gara infilando i primi 5 punti del secondo quarto mentre Lamb in floater sopperiva da due punti alle carenze della squadra da fuori (1/10 da tre), inoltre Frank in entrata era trattenuto e girato da Hill senza che quest’ultimo riuscisse a impedire il canestro.

2+1 e >Hornets avanti sul 29-26.

Johnson con un pullup su Graham e Hill da tre (buon lavoro di passaggi di NOLA) sul Tank in uscita rispondevano portando il match sul 29-31 tuttavia cominciava a lievitare Graham che dalla diagonale sinistra metteva dentro la prima personale tripla della gara.

A 9:05 S. Johnson pescava un two and one prima che sull’altro fronte con la drive e l’appoggio di mancina sulla sinistra Lamb depositasse nonostante il fallo di Wood trovando un’altra giocata two and one per il 35-34 (8:51).

Johnson replicava con una saetta rapidissima, tre punti in un colpo sopra il sorpreso Miles che osservava stupito anche l’alzata di Graham per Monk che non incontrando nessuno per sbaglio dietro le linee nemiche si alzava per uno spettacolare alley-oop rovesciato.

Dopo aver trovato il pari, un fulmine di Graham a 7:19 (un passo dietro l’arco) serviva alla causa per il 40-37, punteggio ritoccato da Lamb che in transizione era costretto a rallentare da due giocatori ma in area dopo la finta arrivava comunque il floater vincente.

Williams da fuori per il 40-42 anticipava la risposta di Graham che con la terza bombarda personale a 5:28 realizzava il 45-40.

Nonostante NOLA traesse la propria principale forza sotto le plance, una tripla veloce dallo strano caricamento di Clark serviva per riavvicinare la Crescent City che subiva due punti in area di Graham ma tornava a segnare con Randle dalla lunetta (lavoro in avvicinamento su MKG con errore millimetrico).

Hornets che a 4:23 tornavano il lunetta sfruttando l’ottimo momento del rookie Graham.

Ancora una volta nessun errore a gioco fermo e sull’azione successiva, sul lato destro Randle in girata sul piede perno, abbassando la testa, risaliva nel cilindro di Okafor mandandolo K.O..

Il congolese si rialzava guadagnando la palla per Charlotte ma proprio lui ma poco più tardi subiva uno step-back del rivale diretto arrivato a 13 punti.

Diallo scivolava tra l’incrocio delle linee della baseline sinistra e dell’area, Miles tentava lo scippo ma il centro, mani sulla palla a livello del legno, era lesto a girarsi sulla linea di fondo per metter dentro.

Una violenta dunk di Biyombo più un FT portava sopra Charlotte 52-49, un teardrop di Clark ricordava di non sbagliare in una punto a punto così Kemba in entrata si procurava due FT trasformandoli a 1:46 (spinta di Diallo).

Un tap-in di Biz su Wood faceva girare la gara sul 56-51 poi un ½ a :43.6 di Wood (fallo di Lamb opinabile) e un 2*1 di un Randle in corsa bravo a trovar Biz sbilanciato a commetter fallo, servivano ai locali per tornare sul -1.

Sull’ultima azione però Kemba andando in penetrazione, con la drive and kick trovava fuori Monk che non fallendo il colpo pesante mandava le squadre negli spogliatoi sul 59-55.

Charlotte Hornets guard Kemba Walker (15) drives to the basket in the second half of an NBA basketball game against the New Orleans Pelicans in New Orleans, Wednesday, April 3, 2019. The Hornets won 115-109. (AP Photo/Gerald Herbert)

3° quarto:

Una dunk di Payton in tre contro uno apriva il quarto, dall’altra parte una flipperata da tre punti di Bacon issava Charlote sul +5 a 10:29 ma Clark da dietro un blocco utilizzava ancora l’arma pesante per realizzare il 62-60.

Bacon prendendo palla e il centro si avvantaggiava su Clark andando a schiacciare oltre un timido Okafor per il 64-60.

Okafor e Randle però usavano la loro supremazia nel pitturato per trovare i punti del pari.

MKG trovato da Walker sulla sinistra metteva la bomba in tempo utile ma New Orleans volgeva la partita momentaneamente a proprio favore sfruttando le triple di Clark (corner destro) e Williams dall’angolo opposto.

67-70 che si aggravava con l’entrata di Randle.

NOLA sfruttava ora il tiro pesante e il solito lavoro in area evitando le soluzioni dal mid-range ma sull’altro fronte anche Charlotte provava a sfruttare i lunghi:dopo un gancio orizzontale di Biz a colpire il primo ferro, il congolese pescato da un lob dietro le linee metteva dentro al volo con una specie d’alzata da pallavolista.

Con un fade-away Randle raggiungeva i 22 punti per il +5 NOLA (69-74).

Per fortuna Frank pescando la bomba del -2 cominciava un elastico tra il -4 e il -2 con gli Hornets a mancare diverse volte la possibilità d’aggancio sino al canestro di Kaminsky che con una finta sotto, facendo saltare Wood, il quale si appoggiava con una mano su di lui, metteva dentro sbilanciandosi all’indietro due punti.

Il libero aggiuntivo valeva l’80-78 e nel finale l’errore da fuori di Bertans e la tripla del Tank, favorita da un passaggio laterale di un Graham altruista e intelligente a ceder palla sul raddoppio, valevano 12 punti a Frank e il +5 Hornets (83-78).

New Orleans Pelicans guard Kenrich Williams (34) competes during first half action against the Charlotte Hornets at the Smoothie King Center in New Orleans on Wednesday, April 3, 2019. (Photo by Brett Duke, NOLA.com | The Times-Picayune)

4° quarto:

Drive sulla linea di fondo per Graham che riprendendo da dove aveva lasciato, serviva l’assist anche a Bridges in layup sinistro.

Hornets sul +7 che si mangiavo rapidamente il vantaggio concedendo un ½ a Wood (10:59) dalla lunetta e una tripla aperta 30 secondi più tardi a Bertans.

Johnson in layup trovava anche il -1 mentre il Tank andando a contatto con Johnson su una finta recuperava un punto ma arrivava ugualmente il pari (88-88) a 8:33 targato Okafor agevolato da Wood con passaggio sotto.

A 7:30 la seconda realizzazione da oltre l’arco del Bertans meno conosciuto sembrava potesse aprire un corridoio per la vittoria degli uomini in rosso perché Bridges continuando a litigare con il ferro (altra tripla aperta mancata) agevolava la schiacciata sul fronte opposto di Wood trovato sotto con un passaggio teso verticale.

-5, entrava allora in azione l’esercito della salvezza per l’armata Brancaleone.

Un sol uomo, non al comando ma in tutto… sempre lui, Kemba Walker che in modalità solitaria a 6:17 realizzava una tripla in avanzamento con arresto e tiro così rapido che per vederla bene servirebbe il rallentatore…

A 6:17 sul 91-93 arrivava quindi anche il record di triple realizzate in una singola stagione per Kemba non contento però di osservare Randle sbagliare il tiro su MKG, poi recuperare con una lotta nella quale valeva tutto e segnare spingendo via il nostro n° 14 usando i kg in più.

Gli arbitri davano anche il fallo contro ma il FT era sbagliato dopo una lunga serie di realizzazioni per NOLA.

91-95, Kemba in attacco a prender le distanze dal difensore pensava alla tripla ma poi preferiva l’entrata per il 93-95…

Miles sbagliava ancora da fuori ma in questo caso si faceva perdonare con una deflection per il contropiede di Kemba fermato irregolarmente all’ultimo.

Splittati i liberi gli Hornets rimanevano sul -1 (94-95) che diventava un -3 quando l’onnipotenza fisica di Randle su MKG si faceva sentire ancora.

Giro e appoggio con Borrego latitante in panchina a capire un po’ tardivamente questa situazione.

Kemba in entrata valeva il -1 e a 4:10 Gentry fermava il tempo chiedendo un time-out.

Ne approfittava Borrego per dare a Frank la consegna dell’ingombrante avversario che tuttavia proprio dal Tank recuperava due FT poi realizzati.

Per fortuna era il Tank in attacco, dopo essersi mosso bene intorno a Kemba, a prendersi lo spazio per l’open 3 dalla diagonale breve sinistra.

99 pari e Hornets al raddoppio su Randle in area: scarico, tripla di Clark ben chiuso, rimbalzo Hornets e tiro spartiacque del match: Kemba con palleggio in mezzo alle gambe e step-back 3 a 3:15segnava clamorosamente il 102-99.

Johnson da sotto alzava su Lamb per il -1ma ormai Kemba era lanciato e non solo metaforicamente: la sua entrata valeva il 104-101.

Lamb intercettava un passaggio diretto verso Randle e anche se in attacco, pur sbagliando la conclusione, non arrecava danno perché dopo il rimbalzo di Monk era Walker con un lungo due su Randle a realizzare il +5.

Piovevano triple innocue per i Pelicans; quella di Hill non faceva danno, poi fantastica finta di Kemba a :1.25 e invasione di Randle che lamentando del contatto era rassicurato dagli arbitri sul fallo esistente.

2/2, 108-101…

S. Johnson e Clark da te andavano a vuoto dalla grande distanza, il Tank a :36.2 chiudeva la gara con un 2/2 ai liberi (110-101) arrivando al season high di 21 punti ma i Pels non si arrendevano segnando con Clark e provando a fermare il gioco con i falli volontari.

Nel fiale s’intervallavano un ¾ dalla linea di Lamb e un 2/2 di Walker con due bombe piazzate dal quasi inarrestabile Randle ma era troppo tardi per NOLA, l’one man show di Kemba decideva la partita tenendo viva la matematica vista la sconfitta di Miami contro i Celtics nella notte.

Kemba saluta cordialmente Gentry sotto lo sguardo del Monociglio che ha un’evidente spilletta a forma di imenottero. Calabrone, ape o bombo? Non credo sia un messaggio pro Hornets purtroppo…

Per New Orleans sugli scudi va Randle con 34 punti e 11 rimbalzi, Clark e S. Johnson seguono sul podio con 17 punti a testa.

Male Payton con un 1/8 dal campo e 2 pt. compensati in parte da 7 assist.

L’ex Wood ha chiuso con 8 punti e 9 rimbalzi.

Tra gli aspetti decisivi del match le 13 palle rubate da Charlotte che poi porteranno anche a 19 TO di New Orleans contro gli 11 di Charlotte.

Tiri liberi: nel primo tempo Charlotte chiude con un 14/14 contro il 9/10 di NOLA finendo, grazie anche ai liberi nella parte finale, con un 27/32 (84,4%) contro il 14/17 avversario (82,4%).

Rimbalzi pari a quota 48, al tiro meglio New Orleans: 42,2% CHA: 47,1% , NOP, da 3: 35,5% CHA, 36,6% NOP.

Pagelle

Kemba Walker: 8,5

32 pt., 3 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate. 9/17 dal campo e 2/5 da fuori. Non arriverà a 40 punti ma se la va a vincere quasi da solo. Sicuramente spinge alla grande in un finale dove gli Hornets rischiano di esser battuti da NOLA priva di AD. L’assenza della stella della Crescent City fa la differenza. Brilla quella di Kemba che diventa così inarrestabile nelle realizzazioni mentre prima si era dedicato molto bene a trovare compagni fornendo ottimi assist. Diventa recordman della franchigia per maggior numero di triple realizzate in stagione.

Dwayne Bacon: 6

8 pt., 2 rimbalzi, 1 assist. -10. Importante in attacco quando affonda due triple (2/4) aggiungendo una bella e decisa schiacciata in entrata per il 3/6 finale ma dietro crea dei buchi e deve migliorare sotto questo aspetto. Il plus/minus non è casuale.

Miles Bridges: 5,5

8 pt., 6 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 2 stoppate. 1 TO, 3/8 dal campo, 0/3 da fuori. Nonostante gli 8 punti e una palla importante intercettata nel finale mi piace poco in serata. Mette dentro un layup su assist di Graham, un tap-in facile… non fa granché, anzi, anche lui non mi convince molto. Un po’ meglio di Bacon in difesa ma in attacco sbaglia sistematicamente i tiri quando contano. Uno 0/3 con errori nel secondo tempo sembrando non credere nemmeno lui nel suo macchinoso tiro.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

5 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. -8 in plus/minus. 4 falli, uno in aiuto su Randle. Non lo tiene da solo perché non ha i kg ma dorme anche un po’. Ma anche in avvio parte male subendo due stoppate e segnando il primo tiro in schiacciata solitaria.

Bismack Biyombo: 5

7 pt., 9 rimbalzi, 2 rubate. 3/7 dal campo. -6. In difficoltà nel mezzo, in attacco le famose mani da fabbro-ferraio sarebbero un complimento per lui. Lotta (finisce a terra per una testata accidentale di Randle, una randellata che ci restituisce il possesso) e prende rimbalzi ma a confronto dei dirimpettai è a un livello più basso.

Jeremy Lamb: 6,5

12 pt., 2 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate. 4/13 dal campo. Brutta serata al tiro per Lamb che parte con uno 0/3 poi riesce anche a mettere il suo classico two and one resistendo al tocco di Wood sul layup. In difesa nel finale però è decisivo su un paio di episodi chiave chiudendo bene Clark su una tripla e rubando un pallone a Randle, inoltre mette un ¾ dalla linea per evitare strane rimonte. +17 in plus/minus.

Devonte’ Graham: 7

13 pt., 2 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata. 4/8 al tiro con un 3/6 da fuori. Fiammata realizzativa nel secondo quarto poi alcune belle dish come quella per l’alley-oop di Monk, quella sul finire del terzo per Frank con lui raddoppiato o il passaggio dalla linea di fondo per Miles in entrata. Tra bombe consecutive e personalità in serata riesce anche a prendere una legnata in sfondamento da parte di Wood piazzandosi in tempo davanti al semicerchio antisfondamento…

Willy Hernangomez: 6

0 pt., 7 rimbalzi, 2 rubate. 0/3 dal campo e 1 TO, tutto sommato chiude con un +4 in +/- e prende i suoi rimbalzi. Prova una lunga giocata a due con Frank che non gli riesce e recupera un paio di palloni.

Frank Kaminsky: 7,5

21 pt., 6 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 6/13 dal campo con 3/8 da fuori. Punti pesanti quando servono. Da una bella mano a Kemba nel momento più difficile della gara. Non era partito bene ed era stato anche il primo a sbagliare un tiro per Charlotte ma arriva al massimo stagionale in punti anche grazie alla bravura sulle finte, ai contatti presi e agli eventuali two and one grazie alla capacità realizzativa in queste situazioni. Sbaglia un layup già fatto in entrata ma stiamo a questo punto guardando il pelo nell’uovo. Serata felice.

Malik Monk: 6,5

9 pt., 6 rimbalzi, 1 stoppata. 4/ 8 al tiro con un ¼ da fuori. Passa dietro le linee nemiche un paio di volte sganciando devastanti schiacciate volanti. Fa più danni dei “Pippo” della seconda guerra mondiale… Ottima ricezione e layup in corsa in un tempo sul finire del primo quarto. Gli si chiede di segnare non sbagliando eccessivamente. Ci riesce firmando punti importanti in 17:55.

Coach James Borrego: 6

Corregge il tiro nel finale ingabbiando Randle ma prima non si erano trovate contromosse per bloccarlo. La squadra continua a giocare con sempre più giovani (out anche Marvin in serata) e nonostante le 3 sconfitte consecutive, siamo ancora matematicamente dentro la corsa playoffs, chimera e utopia ma a volte lasciare un po’ d’indeterminazione è anche bello.

Voti Pelicans: E. Payton: 5, Clark: 6, K. Williams: 6, Randle: 8, Okafor, 6,5, Diallo: 5, S. Johnson: 6,5, Wood: 6, S. Hill: 5, D. Bertans: 5,5. Coach Gentry: 6

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.