5ª intervista – Erik

Per quella che sta divenendo pian piano la nostra sempre più ricca rubrica domenicale sui fan degli Hornets in Italia e around the world, lasciamo la Campania e l’ombra del Vesuvio trasferendoci all’estremo nordest della nazione (in Friuli Venezia Giulia) per incontrare Erik, allenatore di formazioni giovanili locali.

Erik con una splendida felpa degli Hornets. Sicuramente il coach ha buon gusto.

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1ª domanda

La prima domanda va da sé… Ci racconta qualcosa su di lei? Anni, città, cosa fa nella vita e le sue passioni? Qual’è tra i tanti, l’episodio che ricorda con maggior affetto nella sua veste da allenatore?

1ª risposta

Ciao a tutti!

Ho 25 anni, sono di Udine e sono uno studente universitario, per la precisione studio “Economia e Commercio”.

Le mie passioni sono: lo sport – in generale – ma in particolar modo calcio e basket.

L’episodio che ricordo più piacevolmente riguardo la mia carriera in panchina è il seguente: partita con l’under 16, all’intervallo si era sotto di 21 punti (25-46), feci una ramanzina di quelle toste alla squadra negli spogliatoi.

I ragazzi rientrarono sul parquet con la “rabbia” giusta, organizzai una zone press in modo che gli avversari facessero fatica a passare la metà campo.

Morale della favola, la partita venne vinta di un punto (67-66) con un tiro allo scadere…

Lì mi innamorai ancor di più di questo sport e del mio lavoro.

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2ª domanda

Per la rubrica: “La classica domanda oscenamente simpatica”, ecco la questione da non prender troppo sul serio… Se le dessero la possibilità per un anno (non importa in che epoca) di fare l’assistente allenatore di uno di questi coach, chi sceglierebbe e quale sarebbe secondo lei la frase più improbabile – che abbineremo – alla quale non crederebbero le sue orecchie?

A) Gianmarco Pozzecco nel prepartita: “Erik, sostituiscimi, mi ha appena chiamato una bella ragazza alla quale “stavo dietro” da tempo, stasera sostituiscimi, poi ti spiego”…

B) Sentir dire da Želimir “Željko” Obradović durante un time-out nel quale un suo giocatore si è permesso di rispondergli male: “Caro ragazzo, forse ti sovverrà alla mente quel vecchio detto serbo che dice d’esser umile perché sei fatto di terra e d’esser nobile perché sei fatto di stelle.”

C) Phil Jackson in riunione con la proprietà ai tempi dei Bulls: “Toglietemi dai piedi questo Michael Jordan, è scarso, non farà strada.”

D) Coach James Borrego nella riunione tattica: “Ok ragazzi, capito? Se qualcuno oggi osa soltanto provare un tiro da tre punti lo tolgo immediatamente e non lo faccio più giocare per un mese”…

E) Tyronn Jamar Lue durante un time-out ai tempi Cavs: “Dai LeBron, vammi a prendere un caffè e fa con comodo, tanto lo sanno tutti che sei scarso e vinceremo l’anello solo per i miei innovativi schemi di gioco.”

2ª risposta

A me piace parecchio il gioco imbastito da Pozzecco, fatto di velocità, spaziature, tempi e spazi…in poche parole i postulati della pallacanestro sono esaltati con lui. Sarei onorato di poterlo sostituire e che lui vada con tutte le ragazze che vuole, ci penso io!!

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3ª domanda

A livello di tecnica di tiro, quale pensa sia il miglior tiratore attualmente nel roster degli Hornets e perché?

3ª risposta

A livello di tecnica di tiro, il migliore degli Hornets – parere personale – è Terry Rozier.

Imprime una frustata di polso, una rotazione di palla esemplare, le percentuali dal campo lo testimoniano, unica pecca (forse) sono i piedi durante i tiri liberi, qualche volta li “stringe” troppo quando dovrebbero essere in linea con la larghezza delle spalle.

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4ª domanda

Se fosse stato il coach degli Hornets, tra questi giocatori che citeremo unitamente a una loro frase famosa, dovesse sceglierne uno, quale avrebbe avuto il piacere d’allenare e quale invece avrebbe preferito non avere in squadra?

A) Gianmarco Pozzecco: “Il basket è uno sport razzista perché chi è piccolo parte svantaggiato”.

B) Shaquille O’Neal: “Ho iniziato come giocatore di football, mi piaceva infliggere dolore. Nel basket è la stessa cosa.”

C) Dennis Rodman“Dicono che Elvis è morto. Egli non è morto. Ha solo un colore diverso. È alto due metri e tre centimetri, pesa 102 chili, gioca a basket ed è nero.”

D) Magic Johnson: “Non chiederti cosa i tuoi compagni di squadra possono fare per te. Chiediti cosa tu puoi fare per i tuoi compagni di squadra.”

E) Paul Pierce: “Spesso alcune persone danno il 98% nelle cose che fanno… ma a volte è proprio quel 2% che conta davvero.”

F) Kobe Bryant: “Se non credi in te stesso, nessuno lo farà per te.”

G) Allen Iverson: “Puoi avere tutto il talento del mondo, ma se non hai cuore, non ho bisogno che tu scenda in campo al mio fianco.”

H) Larry Bird: “Un vincente è qualcuno che riconosce il suo talento naturale, lavora sui suoi limiti per tramutarli in abilità, e usa queste abilità per realizzare i suoi obiettivi.”

I) LeBron James: “Non ho bisogno di troppo. Di tutte le cose glamour che non mi entusiasmano. Io sono solo contento di avere il gioco del basket nella mia vita.”

J) Michael Jordan: “Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci.”

4ª risposta

Kobe Bryant.

Vero, il basket è un gioco di squadra ma prima dei giocatori, ci sono le persone e avere una predisposizione mentale pronta al sacrificio e al combattere è quello che fa la differenza sia in ambito sportivo come nella vita ma tutto questo deve partire da sé stessi.

Rodman, per il suo carattere troppo garibaldino.

Avrebbe potuto spaccarmi lo spogliatoio.

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5ª domanda

Essendo un allenatore giovanile sa bene cos’è importante insegnare ai ragazzi per una crescita umana non solo sportiva.

In che cosa secondo lei Borrego manca su questa tematica (se manca) e su quali aspetti dovrebbe insistere dato che, età anagrafica alla mano, Charlotte ha un roster monto giovane?

5ª risposta

Premetto che, secondo me, Borrego non sta facendo poi così tanto male.

Dovrebbe ancora di più insistere sul fatto di non mollare.

Gettarsi a terra su una palla vagante, non è per il bene del singolo ma lo sforzo si può tramutare in energia positiva galvanizzando tutta la squadra.

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6ª domanda

Il basket è fatto di fondamentali e di gesti tecnici.

Se dovesse scrivere un manuale del basket, quali giocatori NBA userebbe come icona per descrivere le azioni sottostanti?

A) Terzo tempo

B) Pick & Roll

C) Tiro dai 3 punti

D Alley-oop

E) Passaggio No Look

F) Crossover con jam al ferro

6ª risposta

Premetto che il terzo tempo nel basket moderno non esiste più e sono per l’arresto di potenza.

A) Il giocatore però che lo incarna meglio è Kyrie Irving

B) Pick & Roll, non posso che andare da loro, Stockton to Malone…tanta roba.

C) Tiro da 3 punti, per la pulizia tecnica vado da Jesus Shuttlesworth, per gli amici Ray Allen.

La coppia preferita a livello di alley-oop è Dwayne Wade/LeBron James quando giocavano insieme a Miami.

Passaggio no look… vado su un giocatore che si è ritirato: “White Chocolate” Jason Williams.

Crossover con jam, ce ne sono molteplici.

Il mio preferito – quando stava bene – giocava con la numero 1 a Chicago è… penso abbiate capito di chi si tratta, proprio lui, Derrick Rose, primo passo fulminante che non teneva nessuno.

Purtroppo con la serie di infortuni che l’ha colpito oggi non ha più l’esplosività di un tempo ma resta un ottimo elemento.

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7ª domanda

Partita standard ma a pochi secondi dal termine è sotto di un solo punto.

Ha ancora un time-out a disposizione per provare a predisporre uno schema.

Cosa sceglierebbe per l’ultimo tiro?

7ª risposta

Vado di sottomano da sotto, mi spiego meglio, la guardia va in rimessa dalla mia metà campo offensiva, l’ala forte viene incontro, ma non riceverà la palla, l’ala piccola che si trova sull’angolo opposto alla palla farà un taglio dentro l’area, in modo da raggiungere l’altro angolo ma nemmeno lui riceverà, probabilmente, il pallone. I due ragazzi che dovranno lavorare saranno il mio terminale offensivo principale e il mio uomo più abile a portare un blocco.

Il mio “attaccante” che si trova sotto canestro dovrà fare un “ricciolo” sul blocco che intanto il mio altro giocatore ha fatto all’altezza del “gomito”, dopo, cambiando velocità e attaccando il canestro, il player che deve effettuare la rimessa dovrà avere la prontezza di fare una specie di alley-oop, in modo da approfittare di un eventuale errore della difesa.

Un saluto a tutti.

Buona lettura e sempre forza Hornets!

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Grazie a Erik Chialina per la pazienza, la competenza e il tempo speso per rispondere alle domande e condividere il suo pensiero con noi.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.