Un Washington a Charlotte

Riepilogando… dopo che Trump si è autoproclamato come miglior presidente della storia degli Stati Uniti dopo George Washington, ecco spuntare un altro Washington dalla notte del Draft… Zion è ovviamente la numero uno mentre più in là Charlotte non cede la scelta né scala avanti (come si ipotizzava da più parte visti i contatti tra Hornets, Cavs e Hawks) ma mantiene la dodicesima posizione dove “pesca” da un mazzo molto variegato di carte equivalenti ciò che le sembrava più utile, ovvero l’ala grande PJ Washington (saltano Coby White da N.C. alla settima per i Bulls, Hayes all’ottava per i Pelicans e Hachimura alla nona per i Wizards) così a Charlotte al 1° giro arrivano 203 cm per 104 kg perchè alla 12 Kup sceglie forse un po’ a sorpresa il Kentucky Wildcats Paul Jamaine Washington…

PJ Washington, nato a Dallas, giocava per Kentucky. Foto tratta dala pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Un’ala grande un pochino sottodimensionata ma versatile che andrà a competere con Williams oppure vedremo eventuali sviluppi estivi all’interno del possibile macromercatHornets…

15,2 pt., 7,5 rimbalzi, 1,8 assist, 1,2 stoppate e 0,8 rubate di media lo scorso anno per lui.

Charlotte poi sulle proprie seconde scelte è andata su Cody Martin alla 36 e Jalen McDaniels alla 52, due ali piccole (almeno così le presenta ufficialmente la NBA un po’ rigidamente, almeno Martin), una mossa che bisognerebbe comprendere…
Pensano in società che ci sia poco spazio per rifirmare Lamb e questi quindi sia in partenza o hanno finalmente deciso di eclissare un po’ Batum?
Certamente ci sono Bridges e Bacon a poter ricoprire quel ruolo se Lamb e Batum per opposti motivi dovessero andarsene…

Da sinistra a destra: McDaniels, Martin e PJ Washington dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.


https://www.sports-reference.com/cbb/players/pj-washington-1.html

https://www.sports-reference.com/cbb/players/cody-martin-1.html

https://www.sports-reference.com/cbb/players/jalen-mcdaniels-1.html

Un ruolo di swingman fondamentalmente ormai per tutti questi giocatori che passano da guardia tiratrice ad ala piccola con facilità e in alcuni casi giocano anche da playmaker (grazie anche all’amico Filippo per la segnalazione su Martin come possibile portatore di palla, sperando però non si faccia la fine dell’esperimento Monk, giocatore indubbiamente diverso).
Di certo ancora una volta a “Kup” non sono riuscite le manovre tentate per cercare una posizione migliore o arrivare a Love scaricando un nucleo di giocatori non semplice da piazzare (si parlava di Williams, Monk e Biyombo, una pista che comunque Kup potrebbe decidere di non abbandonare e magari proporre ad altri team per altro materiale con possibili adattamenti), qui sotto trovate la lista completa delle scelte avvenute nella notte (scelgo prima Wikipedia perché dal sito ufficiale che trovate nel secondo link ancora mostrano i Lakers come quarta squadra a scegliere, è così ma la posizione è stata ceduta ad Atlanta da New Orleans che a propria volta aveva interagito con i Lakers ottenendola), poi piccoli spostamenti come Bol Bol finito a Denver o Salomon Hill ceduto dai Pelicans ai Falchi (nella pagina dopo quella dedicata al Draft)…

https://en.wikipedia.org/wiki/2019_NBA_draft

https://www.nba.com/draft/2019/board#/

https://www.espn.com/nba/story/_/id/23736393/nba-trade-tracker-grades-details-every-deal

Per gli Hornets si sposta poco, sulla scelta c’è chi recrimina per il giocatore scelto ma sulla decisione del ruolo concordo si sia trattata di una mossa intelligente e lascio qui sotto un’articolo in inglese dell’amico Filippo (scrive su Swarm and Sting) che aveva anticipato il Draft dedicando una panoramica alla nostra scelta numero 12, giocatore versatile, moderno che può tirare anche da fuori che l’anno scorso ha portato in dote.

Al momento questi tre giocatori sembrebbero prospetti interessanti, dotati di buone capacità atletiche, forse il secondo fil rouge dopo la necessità dei ruoli, elementi atletici, in grado di apportare appunto sin da subito energia a una squadra che vuole giocare velocemente…

Martin e Washington, pur con le loro pecche mi sembra possano essere considerati tali, anche se poi si dovranno scontrare con il muro NBA, più fisico delle università ovviamente.

Passato il Draft vedremo cosa succederà… per ora ancora l’orizzonte di Kupchak è calmo ma tutti sperano che succeda qualcosa che smuova le acque e affiori un’esplosione di vita simile a quella del Cambriano dove gli organismi giocatori saranno sempre sperimentali ma si adattino maggiormente all’ambiente risultando più funzionali di quelli attuali perché con i soliti elementi in squadra non c’è una solida base per competere nemmeno in un Est più debole in media della controparte tramontante ed è vietato sognare ma la pikaia di Ediacara, pur non offrendo certezze alimenta sempre nuove possibili forme di realtà “migliori”.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.