Addio a Kobe

Non ho mai fatto mistero che Kobe Bryant (Philadelphia 23/08/1978 – Calabasas 26/01/2020) non fosse tra i miei giocatori preferiti (questo perché scelse i Lakers invece di rimanere magari qualche anno a Charlotte) e lo scrivo subito perché odio i post retorici (per questo scriverò a 360° su di lui) in queste ore dove tutti ricorderanno Kobe ma ovviamente non ho mai nemmeno odiato Bryant.

Lo sport non dovrebbe essere fonte di odio anche se delle vigorose rivalità possono sussistere ma devono sempre essere risolte nei confini di un parquet senza sfociare in altro.

Kobe il Calabrone che ha solo sfiorato la nostra maglia, un destino già scritto con i Lakers che l’avevano provinato e lo volevano a ogni costo.

Al Draft 1996 gli Hornets scelsero Kobe (alla numero 13 poiché qualche squadra come i Nets rinunciarono per paura Bryant puntasse i piedi per giocare solo in gialloviola) che tuttavia venne immediatamente scambiato con LAL per Vlade Divac e al povero GM Bob Bass (anche lui “lassù nei cieli”) verrà imputato di aver fatto il peggior scambio della storia NBA.

NEW YORK – JUNE 26: Kobe Bryant poses for a portrait after being selected by the Charlotte Hornets in the first round of the 1996 NBA Draft on June 26, 1996 at Madison Square Garden in New York, New York.
Copyright 1996 NBAE (Photo by Andy Hayt/NBAE via Getty Images) [Via MerlinFTP Drop]

Ma il suo destino era già scritto, non era in Italia dove suo padre Joe venne a giocare per anni nella seconda lega più bella del mondo, quella italiana degli anni ’80; la spaghetti circuit, non era a Charlotte dove gli attuali Hornets avrebbero dovuto chiamarsi Spirit.

Era a Los Angeles, in California, attirato dalla leggendaria aura gialloviola.

Proprio in California (a Calabasas) sul suo elicottero leggero Sikorsky S-76 Spirit Kobe ha perso la vita oggi insieme alla figlia Gianna Maria.

Le prime fonti riguardo al tragico incidente shock arrivano da TMZ Sports.

L’elicottero (datato 1991) che porta ancora il nome del primo pioniere ex russo (oggi sarebbe ucraino) Igor Sikorskij, immigrato in America a cercar fortuna (deceduto nel 1972).

L’azienda fondata dall’autore del paradosso del calabrone sta collaborando alle indagini per capire che cosa sia successo, alcune fonti parlano di visibilità scarsa dovuta a nebbia ma tutto in queste ore sembra essere confuso e per ricostruire il tutto bisognerà aspettare.

Secondo le prime ricostruzioni l’elicottero sembrerebbe stesse dirigendosi alla Mamba Academy, l’accademia di basket fondata da Kobe stesso, gli allenamenti della figlia in mattinata quando l’elicottero perso completamente il controllo si è schiantato sul terreno prendendo immediatamente fuoco all’impatto.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 10.00 della mattinata e il 911 ha ricevuto una telefonata alle 9.47, ma le decine di soccorritori, compresi 56 vigili del fuoco non hanno potuto salvare le persone a bordo, ormai era tardi.

La figlia tredicenne di Kobe e della moglie Vanessa, era un astro nascente del basket femminile.

Proprio nel femminile c’è da ricordare la controversa vicenda dell’accusa di stupro ai danni di Bryant che in un hotel in Colorado, nel 2003, ebbe una notte di sesso con una cameriera.

Fu accusato di stupro, la verità non la conosceremo mai, di certo questa vicenda fece perdere a Bryant diversi contratti tra cui quello con la nostrana Nutella.

Qualche anno dopo il dominio texano, Bryant vinse altri due titoli portando a cinque i personali anelli mentre con la nazionale a stelle e strisce arrivò a 36 partite senza subire una sola sconfitta.

Nel 2016 si ritira e al suo passaggio su ogni parquet gli viene già riconosciuto lo status di Leggenda dello sport in quel che sarà il “Kobe Tour” con un massimo in carriera di 81 punti contro Toronto.

Le contingenze mortali che hanno portato via nove vite in questo incidente (oltre a Bryant, la figlia e il pilota vi erano a bordo altre sei persone) non guardano in faccia a nessuno, non importa quanti anni hai, che colore di pelle hai, quanti soldi possiedi, di che sesso sei o per che squadra hai giocato.

Questo piccolo articolo non avrei mai voluto scriverlo, avrei preferito fossi rimasto tra noi e aver visto tua figlia diventare una campionessa di basket.

Sembra sempre che una cosa del genere non possa mai accadere a un campione di tale calibro, che in qualche maniera siano protetti dalla loro buona stella, purtroppo non è così, in casa Charlotte come non ricordare Bobby Phills…

Da oggi nel cielo del basket splende una stella in più nella costellazione del Serpente (quella di Charlotte l’hai sfiorata) ma penso che tutti ti avremmo voluto ancora con noi per la gioia di chi ti ha amato e magari ti avrebbe accolto con gioia nel paese dove sei cresciuto.

C’è chi ti ha immaginato con questa canotta (in un universo parallelo magari). Ciao Kobe.
La CBS live sul tragico accaduto.
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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.