Ballast-um-h…

Nicolas Batum in un’intervista rilasciata al Charlotte Observer ha rilasciato alcune dichiarazioni che riguardano la situazione tra lui e la franchigia.

Ringrazio Paolo M. per avermi procurato l’articolo e quello qui sottto sostanzialmente sarà l’articolo del giornale della città del North Carolina arrichito con qualche considerazione più qualche necessario taglia e cuci.

Batum, inutile negarlo, è il più grande rimpianto di Charlotte dell’epoca moderna.

Certamente, sono arrivati altri giocatori che non hanno risposto alle aspettative, vedi Stephenson, Neal e chi magari si ricorda Hibbert?

Sembra passato un secolo ma in realtà il volto familiare di Batum lo avveriamo tutti i giorni e il dramma per i tifosi è che il contratto di Batum abbia fatto da zavorra in questi ultimi quattro anni per Charlotte non solo nel non raggiungere i playoffs, ma anche per il drastico cambio di otta a livello di roster con l’uscita o il ritiro dei nostri migliori ex giocatori l’estate scorsa.

Ballast in inglese, tedesco e secondariamente in francese, significa zavorra.

Ed è proprio questo che oggi Batum rappresenta per Charlotte, bloccata a terra da un contratto pesante che ha insabbiato il volo dei Calabroni.

E’ vero, a Charlotte negli ultimi anni non ha mai voluto venir nessun top player che non fossero di secondo piano o campioni del passato come Howard (se la cava ancora bene ma non è certo quello di Orlando) o Tony Parker, come se la città fosse avvolta ante-litteram di una specie di Coronavirus che avesse portato psicosi nelle Star della NBA e questa condizione ha fatto sì che Charlotte pagasse tenenzialmente più deglle altre franchigie, giocatori che quei soldi non li valevano, ma torniamo all’argomento principale.

In un’intervista esclusiva di Observer martedì, un Batum “umile”, si è scusato per non aver giocato a livelli paragonabili a quelli che ci si aspetterebbe a causa del suo enorme contratto.

Batum è in linea con Borrego per il fatto che Charlotte oggi dipenda dai giovani in questa stagione, anche se perdente e a sue spese.
“Questo franchise ha un futuro brillante, ma non credo che ne farò parte.” ha detto il francese.
Batum, non vuol dire che se ne andrà presto.

Il contratto quinquennale da 120 milioni firmato nell’estate del 2016 lo rende praticamente incommutabile e la scadenza commerciale di quest’anno è già passata.

Il contratto di Batum (è ancora il più redditizio nella storia dello sport di Charlotte) non si esaurirà fino alla fine della stagione 2020-21.

Lui e gli Hornets non hanno realizzato quello che tutti speravano quando lo hanno firmato.

“Mi sono scusato con la gente qui, perché hanno riposto tanta fiducia in me” ha detto Nic.

“Non è andata bene… non ha funzionato ma cosa devo fare? Perché sono ancora qui.”
Batum ha deciso che la cosa migliore che possa fare è essere la cheerleader più costosa del mondo, cercando di salvare questa situazione imbarazzante.
E’ una situazione davvero surreale quella che si è venuta a creare a Charlotte con Batum.

Batum è il giocatore nettamente più pagato nel roster degli Hornets.

È sano eppure non ha giocato nemmeno un minuto a febbraio.

L’allenatore di Calabroni, Borrego, deciso a impegnarsi nel monitorare e sviluppare i giovani giocatori a disposizione, ha panchinato Batum per 15 partite di fila prima della partita di stanotte contro i Denver Nuggets.

L’ultima volta che Batum ha giocato è stata il 24 gennaio quando i Calabroni gli concesso trentatre minuti sul parquet, non casualmente, la partita si svolgeva a Parigi, sua madrepatria.

Un Batum (a dx) sorridente insieme al “fratello” Willy Hernangomez (a sx) davanti alla Tour Eiffel a Parigi nella trasferta francese di gennaio degli Hornets. Foto tratta dal profilo Instagram di Nicolas Batum.

Uscito dal parquet tra gli applausi, su “suolo americano” non ha più giocato, eppure guardate Batum in panchina: Applaude costantemente, si alza così spesso che i fan seduti dietro di lui dovrebbero ottenere un rimborso parziale.

Ha mediato anche su diverse controversie tra “officiating” e compagni in più, invece di mettere il broncio, Batum ha aggiunto di non essere “arrabbiato” per la situazione che si è venuta a creare anche se ha ammesso di esser “frustrato.”

Batum però sta controllando quella frustrazione, non vuole che si diffonda nel suo comportamento in una squadra nella quale un numero di giovani giocatori lo sta osservando inevitabilmente per vedere come gestirà questa situazione.
“Non voglio essere uno stronzo”, ha detto Batum all’Observer, “Non voglio essere egoista, non voglio essere quel ragazzo che è tipo: “OK, usciamo stasera. L’allenatore fa schifo, non presentarti, spara 25 volte a partita, non ascoltarlo. No, non ne ho bisogno. Non ne hanno bisogno.”

Rimpianto Batum


Batum, ala di 6 piedi e 8, conosciuta per la sua versatilità, è arrivato agli Hornets in uno scambio con Portland per Gelald Henderson e Noah Vonleh nell’estate del 2015.

Sembrava un furto, quella che viene definita steal, a favore degli Hornets.

Batum era esattamente ciò di cui Kemba Walker aveva bisogno: qualcuno che togliesse un po’ di pressione dalla regia.

Batum ha detto che voleva fare di Kemba Walker una stella della NBA e lo ha fatto, più volte.
Batum può gestire la palla, giocare offensivamente, lanciare ficcanti bound pass tra difensori che arrivano sotto canestro per il bersaglio mobile, pronto a schiacciare.

Passaggi così, da fermo o su pick and roll ne abbiamo visti.

Ha fatto segnare in media 14,9 punti, 6,1 rimbalzi e 5,8 assist in quella prima stagione.
I Calabroni adoravano Batum allora, tanto da dargli più soldi di quanti non abbiano mai pagato nessuno, durante una perfetta tempesta finanziaria nell’estate del 2016, quando i soldi offerti dalle TV alla NBA sono aumentati e le squadre hanno pagato in eccesso anche per giocatori mediocri a destra e manca.

Se i Calabroni non avessero firmato Batum per 120 milioni, molte pretendenti sarebbero state pronte per offrirgli qualcosa di simile

E’ facile dire ora che Charlotte avrebbe dovuto semplicemente lasciare Batum a piedi, ma a quel tempo un sacco di persone (incluso Kemba Walker e cosa molto più importante, anche il proprietario degli Hornets Michael Jordan e il direttore generale Rich Cho) pensavano che fosse una buona idea mantenere lui nel roster.
Ma subito dopo aver firmato quel contratto, Batum è sparito velocemente.

E’ stato pagato come una superstar, ma ha sempre preferito recitare nel ruolo di miglior attore non protagonista.

Non cerca il suo tiro con abbastanza ferocia.

Non ti dà 25 punti e 10 rimbalzi per partita.

Il suo stato quasi permanente può sembrare la passività.

Rick Bonnell scrisse abilmente in una colonna:

“Batum è un tipo di colla, e si è scoperto che gli Hornets hanno ampiamente pagato per questa colla.”
Nel suo insieme, sugli ultimi anni, Batum ha detto: “Potrei fare un lavoro migliore (ovviamente) e mi pento.”
La migliore stagione di Batum con gli Hornets è stata la prima, nel 2015-16.

Gli Hornets ebbero un record di 48-34, fecero i playoffs come sesta forza nella Eastern Conference (ultima di quattro squadre con lo steso record) e poi trascinarono Miami alla settima partita in una serie di playoffs al primo round prima di soccombere a qualche magia di Dwayne Wade dopo esser stata avanti 3-2.

Quell’estate, Batum prese i 120 milioni che Charlotte gli aveva offerto.
Dal giorno in cui è stato firmato l’accordo, gli Hornets non sono più tornati ai playoffs (questa sarà la quarta stagione consecutiva senza post season, salvo improbabili miracoli).

Charlotte ha vinto solo il 43% delle proprie partite perdendone il 57%.

Batum si considera parte di quella che definisce “la vecchia era”, in una squadra nella quale i giocatori del primo e del secondo anno giocano la metà dei minuti totali.

Ha detto di apprezzare i giocatori veterani di Portland che gli hanno mostrato “le corde” da adolescente della NBA.

Ora sta cercando di portare avanti giocatori come Devonte ‘Graham, Miles Bridges, P.J. Washington, Malik Monk e i gemelli Martin.

“Sono un grande gruppo di giovani”, ha detto Batum.

“E se nel prossimo anno o due saranno una squadra da playoffs, ne sarò orgoglioso.”

La busta paga di Batum (guadagna l’incredibile cifra di $ 292.683 a partita per tutta la durata del contratto, indipendentemente dal fatto che giochi) e il giornalista dell’Observer osserva che da ogni parte è incluso come uno dei “peggiori contratti NBA.” continuando a dire che questi soldi pagati non sono spesi da noi ma da Jordan che se lo può permettere.

Sinceramente non sono d’accordo con questa affermazione da inquadrare nell’ottica dello spirito della proprietà privata, ciò che viene considerato lo spirito del tempo come concetto di borghesia e proprietà privata si rivela drasticamente fragile quando l’interesse svanisce.

Voglio dire.. se non vi fosse nessun fan a seguir la squadra a pagare le partite allo Spectrum Center, a comprare gadget e qualsiasi cosa affine, se mancasse l’afflato, la spinta vitale che sta sostenendo una franchigia che da più dispiaceri che gioie ai propri fan e non è sicuramente astratta dal mercato (purtroppo), probabilmente subiremmo velocemente la stessa sorte che hanno subito in passato altre franchigie con spostamenti di città o stravolgimenti nell’immagine, nel nome e nei colori.

Batum comprende la frustrazione che i fan degli Hornets hanno per lui.

“Non ho soddisfatto le aspettative nei primi 2-3 anni”, ha detto Batum, lo capisco. Lo so.”

I dubbi di Batum

Al termine di questa stagione, Batum ne avrà un’altra “disponibile” a Charlotte, ciò presupporrebbe che il numero cinque voglia raccogliere l’opzione a favore del giocatore da 27,1 milioni.

Da mio punto di vista Batum si potrebbe riscattare lasciando Charlotte non esercitando la player option ma non essendo nell’iperuranio, la situazione di Charlotte potrebbe restare ancora in criostasi.

Batum ha detto che non penserà a queste cose fino alla fine della stagione, ma sarebbe folle per lui non prendere i soldi.
C’è anche la possibilità che la prossima stagione a febbraio, quando l’accordo sarà scaduto solo da un paio di mesi, Batum possa negoziare un buyout con i Calabroni per far parte di un’altra squadra. Questo è quello che hanno fatto Marvin Williams e MKG il mese scorso.
Batum ha detto che non discuterà presto di nessuna delle questioni finanziarie.
“Non ci penso ora, perché ci sono così tante cose in corso con la squadra”, ha detto.

“Non voglio mettere cose nella testa della gente… Come ho detto, non voglio essere un stronzo (il termine che usa l’Observer è –hole), devo rimanere concentrato su questi giovani ragazzi fino al 15 aprile (quando la stagione di Charlotte sarà conclusa).”

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.