Barrel-l’hornet

Dopo aver condotto una prima parte di stagione su buoni livelli (a game 50) gli Hornets si trovavano sul 28-22 ma la squadra è scivolata a quota .500 subendo ben sei sconfitte consecutive anche se quella contro Cleveland è stata piuttosto indotta dalla terna.

Comunque sia i Calabroni, come i Maghi di Washington, si sono persi nei meandri di un’incomprensibile smarrimento al tiro e questo non ha fatto altro che mostrare anche tutte le altre lacune che la squadra porta nel suo DNA ingigantite dalle perdite di alcuni uomini.

Gli Hornets erano quindi alla ricerca di un centro che potesse aiutare i vari Ball e Bridges a far uscire dallle recenti difficoltà una squadra che necessita di solidità.

Alla scadenza contrattuale di ieri alle 21:00 è giunto un “piccolo” rinforzo, d’altra parte si dice che nella botte piccola ci sia il vino buono e per un giocatore un po’ sottodimensionato per il suo ruolo (in realtà può giocare in due posizioni ma Charlotte l’ha scelto come centro) non potrebbe esserci descrizione migliore.

Proprio dai Wizards (con Beal out per tutta la stagione per un polso da operare) è arrivato l’atteso rinforzo per la posizione di centro che da anni risulta essere l’anello debole della catena del quintetto degli Hornets.

Mason Plumlee non ha convinto, a parte aver aumentato numericamente le statistiche a rimbalzo permane un protector rim di scarso livello tra il poco atletismo, lentezza nel chiudere le penetrazioni e un’intelligenza tattica difensiva limitata, oltretutto al tiro libero sta vivendo nettamente la sua peggior annata (drammatico 34,0% da non far invidia a Shaq), il che costringe Borrego nei momenti chiave a lasciarlo fuori dal parquet.

Montrezl Harrell è un giocatore che rende 10 cm a Plumlee (201 cm contro 211) e anche se non è un protector rim di primissimo livello (media di 0,8 stoppate a partita in carriera) garantisce energia e determinazione, due caratteristiche che dovrà infondere agli Hornets per renderli battaglieri per 48 minuti.

E’ vero, potrebbe non essere considerato un nome di primissimo piano ma migliorerà attacco e difesa se Borrego riuscirà a inserirlo nella maniera corretta nel contesto, inoltre i 108 kg e una propensione battagliera unita al suo 7 e 4 di wingspan potrebbero spostare qualche equilibrio contro alcuni team che al momento potevano permettersi di ignorare Plumlee.

E’ vero che “Trezz” non ha un tiro da tre punti ma potrebbe riuscire ad allungare il campo per i compagni in determinate partite perché con più peso sotto canestro Charlotte potrà forse riuscire a liberare più spazio per il tiro sugli esterni tanto amato da Borrego.

La sua percentuale al 64,5% (uno che non forza mai troppo all’eccesso i tiri) permetterà a Charlotte di sprecare meno possessi anche perché il nativo del N.C. è un giocatore offensivamente migliore di Plumlee.

La squadra è leggerina, non è arrivato nulla sugli esterni per compensare alle momentanee perdite di Martin e Hayward (Gordon listato già almeno al 25 febbraio ma ne avrà probabilmente di più), mi sarebbe piaciuto Smart ma Kupchak ha preferito non toccare troppo una squadra che dal mio punto di vista ha bisogno d’essere riequilibrata.

Harrell, nativo del North Carolina (Tarboro) arriva in cambio del mistero Vernon Carey Jr. (mai preso seriamente in considerazione da Borrego nonostante avesse fatto intravedere lo scorso anno potenzialità a BKN), della guardia Ish Smith (per il charlottean un lesto ritorno a Washington) e una scelta ottenuta dai Boston Celtics, una seconda protetta fino alla posizione n° 45 che i capitolini potranno spendere nel 2023.
Harrell (28 anni già compiuti a gennaio, figlio di Selena e Samuel Harrell ha due fratelli: Cadarius e Quatauis) è entrato nella sua settima stagione NBA e oltre ad essere stato sesto uomo dell’anno nel 2019/20 ha una media di 14,1 punti, 6,7 rimbalzi e 2,1 assist a partita in 46 apparizioni, tre da titolare per i Washington Wizards in questa R.S..
A Charlotte potrà ritrovare il fit con Terry Rozier perché prima dell’approdo NBA entrambi giocavano per i Louisville Cardinals, un’ottima cosa perché introdurre nello spogliatoio un ragazzo considerato dal carattere non facile potrebbe essere un jolly per far esplodere la bomba proprio dove vogliamo indirizzarla.
Salutiamo Carey Jr. e I. Smith augurandogli buona fortuna.

Ish ha chiuso con: 4,5 punti, 2,6 assist e 1,5 rimbalzi in 13,8 minuti a partita in 37 uscite.

Passando dallo shopping degli Hornets alla follia personale, anche per cercare di uscire un po’ dal momento nero di Charlotte, in stile un po’ eclettico ho immaginato di intervistare alcuni personaggi famosi, ovviamente imitati da me (alla buona, non siate iper esigenti), in merito alla franchigia del North Carolina…

Aspettando Harrell ed il verdetto di Detroit, buon ascolto:

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.