Dopo quello su “The Chief”, ecco un altro pezzo scritto da me e pubblicato su From The Corner (per l’amico Gabriel e gli altri ragazzi del gruppo) a fine novembre o nel frimaio (21 novembre/20 dicembre se fossimo nel periodo post rivoluzione francese).

Se non avete mai sentito parlare di Larry Johnson probabilmente siete troppo giovani o non avete approfondito molto la conoscenza sulla NBA anni ’90, quella della generazione d’oro e in effetti LJ un dente d’oro l’ha anche…
LJ, ala grande di Charlotte e New York, prima scelta assoluta al Draft 1991 da Nevada…
Niente proprio?
Comunque sia, per chi non lo sapesse, posso darvi un aiutino.
Avete mai visto il film cult Space Jam?
Se l’avete visto probabilmente vi ricorderete le divertenti scene sui giocatori/attori del film quando furono privati del loro talento.
Dopo un lento e impacciato Sir Charles Barkley al campetto, la divertente scena nella quale il dottore camminando parla a Muggsy Bogues (altro storico Hornets player) cercando di capire il perché i suddetti player non abbiano più una briciola di talento è iconica.
Mentre Muggsy – 158 cm – e il dottore camminano tranquilli, di sfondo da sinistra a destra osserviamo: Larry Johnson, Shawn Bradley (non ditemi che vi ricordate di lui e non di Johnson) e Pat Ewing (centro dei Knicks che qualche anno fa aiuto allenatore negli Hornets di Jordan) che vanno a sbattere sullo stipite alto della porta autoabbattendosi essendo dei giganti divenuti anche un po’ maldestri e stupidi…
Comunque sia, per darvi un’infarinatura su Larry Johnson: dopo la sua uscita da Nevada già da futura promessa NBA, “LJ” giocò 11 stagioni NBA, fu un’ala grande che attraversò gli anni ’90 dividendo la carriera tra Charlotte e New York.
LJ (primo nella foto a sx, qui sul set di Space Jam), nato a Tyler (Texas) il 14 marzo 1969, verrà poi per fortuna scelto dai bisognosi Hornets nel Draft 1991 uscendo da UNLV (Nevada) dove, avendo già messo in mostra il suo vasto repertorio (aiutato da un fisico da armadio a quattro ante), sbaragliando la concorrenza andò subito alla numero uno.
Gli Hornets nicchiarono un po’ pensando se cedere la loro futura scelta per “altro” ma alla fine convenirono di mantenerla e convergere su quell’emergente giocatore.
La sua carriera non si protrasse a lungo però poiché i problemi alla schiena la limitarono costringendolo a un ritiro anticipato ma se volete vedere subito un po’ del primo LJ targato Charlotte, eccolo qua:
Comunque sia nella Queen City diventa il giocatore fulcro della franchigia e, infatti, diviene subito rookie of the year, in più nel 1993 viene selezionato come primo Hornets (i Calabroni nacquero nel 1988) della storia per un All-Star Game.
Chiude la regular season con 22,1 punti e 10,5 rimbalzi di media portando Charlotte oltre il primo turno playoffs nel 1992/93 nella mitica serie a sorpresa contro Boston.
In ottobre firma il contratto complessivo più ricco dell’epoca: 84 milioni per 12 anni ma qui cominciano i guai.

Lui e Mourning si infortunano nell’annata successiva per diverse partite e Charlotte non arriva per un pelo ai playoff.
Vince i mondiali del 1994 insieme a Mourning e nel 1994/95 i due trascinano Charlotte alle 50 vittorie però la rivalità latente sul parquet e soprattutto quella inndiretta per questioni di cifre tra Johnson e Mourning si inizia a sentire pur rimanendo sottotraccia ancora una stagione ma alla richiesta del procuratore di “Zo” Mourning (D. Falk, lo stesso di MJ) di “foraggiare” maggiormente il suo assistito, il presidente Shinn decide che non se lo può permettere e alla vigilia della regular season 1995/96 gira Zo in uno a Miami in cambio di Glen Rice più aggiustamenti minori.

LJ rimane un’altra stagione, la 1995/96 (la migliore per Charlotte ancora attualmente con 54 W arriverà soltanto l’anno successivo alla partenza di LJ), ma quando il contratto inizia a incrementare e le sue cifre contrattuali divengono “insostenibili” per Shinn, viene tradito e prontamente girato a New York per Anthony Mason e Brad Lohaus.
Il destino beffardo vuole che ai playoff 1997 davanti a lui (purtroppo) si trovino proprio gli ex compagni di Charlotte e nonostante la miglior stagione di sempre a Charlotte degli Hornets, arriva uno 0-3 a favore di New York e LJ che aveva voglia di rivalsa su un presidente che l’aveva definito leader prima di scaricarlo nonostante “Gran Mama” si fermasse ogni tanto, per affetto, a dialogare con i tifosi a fine partita.
I nervi si faranno sempre più tesi nei vari playoffs con Mourning visto che Heat e Knicks si troveranno spesso fino a sfociare in una scazzottata accennata tra i due.
Nel 1999 una sua giocata da 4 punti (26 i suoi punti in partita con un 3/6 da 3) allo scadere alle Finals dell’Est contro i Pacers servirà per vincer gara 3 (la serie la vincerà 4-2 NYK).
Comunque sia in questo pezzo vorrei accennarvi più che altro alla storia che sta dietro al personaggio iconico di Grandmama che magari non molti conoscono.
LJ, ex pugile dal fisico incredibile, con un’autostima infinita come l’universo decide di proporre alla Nike una partnership.
La Nike prende una cantonata rifiutando (un’ala grande di 201 cm secondo la Nike non avrebbe avuto una grande carriera) l’affare perché ancora LJ deve dimostrare di più nella NBA ed è così che la Converse, la quale accetta l’offerta, ha un’idea meravigliosa.

Sfruttando il soprannome del famoso “Magic” dei Lakers (Earvin) e il nome del Bird dei Lakers (i due più iconici giocatori anni ’80 prima del sorgere di MJ) propone a LJ la seguente trama:
Bird e Magic travestiti da dottori (e dai, ci risiamo… gli americani devono avere una strana mania per i medici) in sala operatoria stanno operando un paziente misterioso cercando di creare il giocatore perfetto (o.k., perché io che mi chiamo Igor non sono stato inserito come assistente?) ma i due hanno un battibecco sul nome.
Bird lo vuole chiamare Larry e Magic preferirebbe Johnson, quando durante il battibecco si alza Larry Johnson, saluta i due e se ne va…
Non vi torna?
Non avete mai visto questo spot?
Non c’è problema, non siete pazzi, è semplicemente che l’entourage Converse chiama Johnson, il quale aveva già firmato un contratto da un milione e gli dice di recarsi in studio.
Lì i referenti Converse gli rivelano d’aver cambiato idea (costi?) informando Johnson che dovrà travestirsi da Donna anziana abile nel giocare a pallacanestro.
Johnson rimane un po’ stupito ma accetta ed eccolo qui in tutta la sua magnificenza.

Lo spot diventerà un cult dei 90s e ne saranno prodotti altri.
Sull’onda di questo successo LJ farà anche un cameo in un telefilm chiamato Family Matters (in Italia “Otto Sotto un Tetto) interpretando appunto Grandmama (Clarabella in Italia) al playground intento ad aiutare Steve Urkel (colui che diverrà protagonista della serie) ad aver fiducia in sé.
Steve, aiutato da Grandmana, segnerà il canestro della vittoria dopo l’infortunio (anche questa è una mania però…) nel finale.
LJ insomma, fa migliorare anche un imbranato cronico, un simpatico pasticcione, impacciato anche nel basket, abile nel commettere disastri vari…
L’apparizione di LJ come Grandmama nel telefilm credo resterà qualcosa d’indimenticabile anche se non l’avremmo mai visto probabilmente se la Converse avesse optato per la pur bella idea originaria…
Il trailer nel quale compare Larry Johnson come Grandmama con il suo dente brillante…
E per chiudere, se volete gustarveli un po’, ecco i commercial in questione, anche se in genere ho un’idiosincrasia per gli spot pubblicitari, trovo questi piuttosto divertenti.
Sperando che presto Charlotte possa rivivere quelle belle stagioni con personaggi altrettanto iconici mi tuffo nella nostalgia di uno dei giocatori più impattanti in ogni senso per Charlotte nominato al 4° posto nella classifica all-time realizzata dai fan lo scorso anno…