
Questo articolo è un ibrido tradotto dal Charlotte Observer che ha intervistato con Roderick Boone il coach dei Warriors Kerr ma anche Oubre e Smith Jr., più diverse parti di mio pensiero aggiunte a completare il panorama della situazione odierna.
Gli Charlotte Hornets non avevano nemmeno ottenuto la loro straordinaria vittoria contro i Golden State Warriors allo Spectrum Center in un chiassoso sabato sera, rovinando l’ultimo ritorno a casa di Steph Curry, quando l’allenatore dei californiani Steve Kerr spiegava le caratteristiche spesso associate all’affrontare una squadra con Clifford al timone.
C’è da dire che la bizzarra tattica di Clifford, il quale ci ha messo tre giri di lunetta prima di togliere Plumlee (2/6 ai FT in quel frangente), vittima di Hack-A Shaq, ha rischiato grosso di perder la partita togliendo peso e difesa nel pitturato inserendo McDaniels al posto del più naturale Richards, rimasto in panca.
Alla fine ha avuto ragione lui, con un po’ di fortuna e follia giocandosi la partita con soluzioni più rapide ed alternative.
Clifford, che è al suo secondo mandato come head coach degli Hornets, è stato in giro nella NBA per decenni e ha ottenuto un enorme rispetto tra i suoi coetanei, incluso Kerr.
“È un allenatore infernale”, ha detto Kerr.
“Penso che Steve sia uno degli allenatori più sottovalutati del campionato. I suoi schemi difensivi sono davvero acuti. Fa sempre delle cose interessanti contro di noi per farci pensare, per farci lavorare per i canestri. Le sue squadre tendono a funzionare molto bene sul lato offensivo quindi è un allenatore davvero, davvero bravo che probabilmente non ha (finora) ottenuto il riconoscimento che meriterebbe perché non ha avuto la possibilità di allenare una grande squadra ma sono entusiasta per lui che sia tornato qui (a Charlotte, essendo Kerr nella Queen City per disputare il match) con questa opportunità. Charlotte è una squadra emergente. Charlotte ha un grande talento, quindi è una buona cosa”.
Clifford sta facendo miracoli, cercando di far passare gli Hornets (3-3) attraverso la turbolenza che ha minacciato di portarli rapidamente fuori rotta.
Nonostante manchino il loro playmaker All-Star LaMelo Ball e Terry Rozier più un difensore chiave come Cody Martin, hanno tenuto insieme tutto.
Sono stati competitivi in ogni partita con l’unica eccezione arrivata nella sconfitta di venerdì a Orlando quando gli Hornets sono apparsi spenti ma a parte game in Florida, la buona partenza è innegabile ed il merito andrebbe addebitato in gran parte a Clifford.
Ironia della sorte, il miglior capolavoro di Clifford dall’inizio della stagione è arrivato contro i campioni in carica dei Warriors, la stessa squadra a cui è stato offerto il lavoro all’assistente coach Kenny Atkinson che ha rifiutato gli Hornets e scelto di rimanere a San Francisco.
Se la prima mezza dozzina di partite è relativamente indicativa, il ritorno di Clifford a Charlotte è esattamente ciò di cui il franchise aveva bisogno.
Alimentati dal loro vivace inizio della campagna 2022-23, gli Hornets la pensano certamente così.
Credono che Clifford porti qualcosa di diverso, un cambiamento che è stato evidente subito dopo il suo arrivo a giugno pochi giorni prima dell’inizio del mercato.
“Structure”, ha detto Kelly Oubre.
“Comunica molto bene ciò che vuole da noi e se non lo facciamo ci ritiene responsabili. Questo è tutto in questo campionato perché ovviamente abbiamo una squadra giovane ma alla fine stiamo cercando di crescere, imparare ed essere i migliori nella nostra professione e l’allenatore lo sta facendo ogni giorno”.
Ciò include senza dubbio Dennis Smith Jr., l’ultimo giocatore a godersi una sorta di rinascita sotto la guida di Clifford.
Considerato un ripensamento (rispetto ai nomi ipotizzati di K. Walker, E. Payton o I. Thomas) quando ha firmato un anno non garantito giorni prima del campo di addestramento, in realtà Smith Jr. si è rivelato un’aggiunta inebriante al roster.
Sta giocando più che adeguatamente durante il tempo concessogli (prima dalla bench con la distorsione alla caviglia sinistra di Ball) e poi da titolare dopo l’infortunio di Rozier.
Nel loro breve periodo insieme, Smith Jr. e Clifford hanno sviluppato una relazione abbastanza brillante da evocare un cenno del capo o una spiegazione verbale concreta.
La prima chimica di squadra è innegabile a Smith riconosce il valore di Clifford come allenatore vero (non soppiantato dalle possibili ingombranti star che alcune squadre hanno) sotto svariati aspetti, anche quello tattico fornendo diversi tipi di soluzioni a un giocatore.
“Penso che faccia un ottimo lavoro nel fare entrambe le cose. Finché seguiremo il piano di gioco, saremo in grado di vincere le partite” ha detto Smith Jr..
Se lo staff di allenamento degli Hornets desse il via libera al recupero dei tre giocatori mancanti sarà interessante vedere esattamente come si assimileranno nel flusso cliffordiano una volta tornati.
La buona notizia è che almeno gli Hornets pare abbiano un nucleo giovane su cui costruire (vedi Richards, Thor, ecc.), il che dovrebbe dare a Clifford qualcosa che non ha avuto molto mentre accumulava una percentuale di vittorie del 45% in più di otto stagioni.
“A questo livello è tutta una questione di talento. Lo è sempre stato. Guardi i grandi allenatori della storia – Pat Riley e Phil Jackson, Red Auerbach – avevano tutti un grande talento. Sono anche grandi allenatori, ma pensi al numero di allenatori in questo campionato che sono passati e non hanno avuto molto talento nel corso degli anni e la storia sarebbe potuta essere diversa se avessero avuto un diverso livello di talento a loro disposizione quindi vi è sempre una specie di fortuna e/o tempismo e queste cose entrano sempre in gioco” ha detto Kerr.
“Potevamo notarlo l’anno scorso. Charlotte era molto migliorata dal punto di vista del talento. Potresti sentire quel livello di talento, non solo LaMelo. Ma Bridges (*che a onor del vero non c’è più per via del triste caso giudiziario aggiungo io) e P.J. Washington Jr., Rozier. Hanno ragazzi. Sembrerebbe che questo sia davvero un buon posto per lui e ovviamente conosce la zona, conosce l’organizzazione quindi è un buon posto”.
Dal mio punto di vista è prestissimo per fare un bilancio ma gli Hornets che hanno battuto 3 squadre sopra i .500 perdendo contro team più abbordabili come NYK e ORL sono alla ricerca di una stabilità sebbene il giovane roster porterà inevitabilmente a dei rollercoaster.
In attesa che rientrino tre elementi fondamentali la squadra è viva e part del merito è di Clifford che sta proponendo una pallacanestro più godibile e concreta cercando di cambiare anche sé stesso integrando le caratteristiche della squadra, innestate ai suoi modelli di gioco.
Per ora abbiamo un Cliff-hanger o finale sospeso (già due volte all’OT anche non metaforicamente) in cui siamo arrivati al termine di una puntata interrotta con un finale a sorpresa attendendo gli sviluppi delle prossime puntate, una suspense che genera interesse, crea pathos e restituisce speranze, il che non è poco ad oggi…