Cronaca di un disastro annunciato

Intro

Dopo ¾ di stagione regolare giocati a buoni livelli nonostante tutti i limiti del caso, gli Hornets si trovavano ancora in corsa ma nelle ultime partite Charlotte sta gettando al vento la stagione e i playoffs sembrano una chimera per il terzo anno consecutivo.

La situazione salari è intricata e Walker è sempre l’uomo con le valige in mano secondo qualcuno.

Inutile dire che la delusione reale ci sia, per sdrammatizzare un po’ ho deciso di getto di buttare lì un pezzo ironico a fare da antistress…

La situazione reale la conosciamo (tradotta in numeri da classifica eccola qua sotto):

Gettiamo un po’ di calce colorata sul grigio muro, fantasia per ricordare che nonostante il grande attaccamento è comunque un gioco…

Cronaca di un disastro annunciato

Parte male la stagione degli Hornets nonostante il licenziamento del vecchio allenatore Steve Clifford e l’abbandono prematuro del vecchio GM Rich Cho, appassionato cuoco.

Il nuovo GM Kupchak si dimostra subito molto attivo e vola a destra e a manca, tutti pensano per scoprire nuovi talenti, in realtà è tutta una scusa per essere spesato da Jordan e andare a provare le specialità locali.

Il problema è che Jordan da un budget limitato e “Kup”, goloso di dolci sfora, tutt’oggi ci sono pendenze tra i migliori ristoratori internazionali e Mitch promette a Cracco un posto in squadra dopo aver frainteso le parole di Jordan di portargli un crack, ma lo chef, dopo aver saputo dell’accaduto lo insegue con un cric mentre Kup sgranocchiando delle Crik Crok ammette di non aver capito un kazz.

Mitch, presente al Draft, sceglie Gilgeous-Alexander ma poi, essendo bipolare ci ripensa e prova a barattarlo per due fustini di Dash, nessuno accetta ma i Clippers gli offrono Bridges.

Lui, pensando di andare a vivere sotto un ponte dopo questa stagione accetta e Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers gli dedica un rifacimento di Under the Bridge.

Come seconda scelta strappa il contratto di Gamberone del telefilm My Name is Earl dandogli il nome di Devonte’ Graham.

Gamberone quando scopre di esser stato selezionato da Charlotte reagisce così…

Devonte’ “Gamberone” Graham quando faceva l’attore al momento del cambio mestiere.

Nel frattempo saluta cordialmente Howard con una frase del tipo: “Mitico, grande, come stai?” promettendogli che starà con noi a vita visto che tra l’altro l’aveva portato proprio lui ai Lakers quando era GM dei gialloviola.

Si scopre però che quella frase l’aveva pronunciata con l’intonazione alla Galeazzi, infatti, Howard, dopo esser stato offerto ai venditori di armi, a organizzazioni criminali e a discoteche locali per far da buttafuori, viene tradato ai Nets dove lui, come tutti sanno, ha ben piacere di rimanere…

Ad inizio agosto c’è l’appuntamento con NBA Africa Game 2018 ai quali partecipa Biyombo come congolese naturale per il team di casa mentre tra i colored d’origine africana si viene a scoprire che dovrebbe partecipare Batum perché d’origine camerunense ma a Pretoria si scatena un putiferio ma questa volta l’apartheid non c’entra.

Semplicemente non vogliono avere un giocatore del genere ad abbassare il livello della competizione.

Scoppia un caso diplomatico tra States e Sud Africa nel quale vengono coinvolte altre nazioni con Putin pronto a sposare la causa sudafricana.

Il mondo rimane con il fiato sospeso sull’orlo della terza guerra mondiale.

Passa quindi in secondo piano l’acquisizione di Parker tirato fuori da un ospizio a San Antonio.

Parker accetta di buon grado solo perché pensa che Batum, il quale nel frattempo aveva tentato di raggiungere le coste sudafricane con una barchetta, è circondato dalle rispettive marine che minacciano d’affondarlo se dovesse girare i remi nella loro direzione.

La condizione di Parker è che avendo mal di schiena (back) non giochi i back to back.

Nell’aria permangono le voci su Walker che dovrebbe andare a giocare nel campionato CSI, scambiato per un cameraman senza Parkinson, tutte le puntate de “Tutti in campo con Lotti”, anime sul golf nel tentativo di arruffianarsi Jordan, una macchina per lo zucchero filato dentro la quale “Kup” si cotona i capelli e due esterni fortissimi da comprare da Enrico Preziosi che nel frattempo stava cercando di vendere il Genoa e comprare tutto il possibile, anche in campo cestistico, pur di far plusvalenza.

Anche quest’anno i ragazzi si preparano in palestra ma dopo aver visto Zeller ieri e oggi, a distanza di due anni, aver messo su un po’ di massa ma aver perso tutti i capelli ed essergli spuntato il mento/sedere in io me ed Irene, oltre che sembrare ormai il padre di sé stesso, gli appassionati fanno uno più uno e la parte che faceva uso di stupefacenti decide di smettere.

E’ un duro colpo perché cala il consumo di droghe prima considerate “fighe” e ora non più.

L’effetto Zeller push down the seller passa in secondo piano perché parte la preseason e Charlotte sembra stupire giocando bene e vincendo ma in una partita Monk dimentica la canotta negli spogliatoi, almeno così ci viene fatto credere…

In realtà la canotta, che già aveva capito tutto, si dissocia da tale giocatore e si rifiuta di scendere in campo.

Borrego, il quale nel frattempo aveva partecipato a una selezione per allenatori indetta da Kupchak nella quale oltre a Messina erano stati invitati anche il Gabibbo, Roberto Sedinho, il mio omonimo Igor Kokoskov, tutti “stranieri” purché MJ riesca a far un dispetto a Trump, spera di farcela.

Alla fine la spunta proprio il primo allenatore d’origine ispanica Borrego ma solo perché viene ingannato da Kup che, dopo aver incassato il no degli altri allenatori, gli dice di essere in grado di clonare altri 4 Walker.

James decide ovviamente di far giocare Walker come PG, d’inserire Lamb come SG e Batum (nel frattempo rientrato in patria di nascosto nottetempo con l’aiuto di Borrego stesso solamente sotto la promessa di pagamento del francese) come SF e schierare nuovamente come in passato Williams e Zeller come lunghi titolari tenendo accanto a se Parker, il quale durante una partita prestagionale armeggia con strani fogli.

Borrego avvicinatoglisi gli chiede di che si tratti e Parker, entusiasta del progetto di Kup, risponde che si tratta di moduli per andare in pensione anticipata grazie a quota 100.

Anche in Italia c’è fervore per la partenza della nuova stagione NBA, Mattarella invita al senso di responsabilità dell’Hornets nation, Salvini è fan Hornets per un giorno ma viene colpito dal fenomeno di bandwagonerismo e inizia a cambiare una canotta al giorno (a oggi sposa il verde bostoniano), Berlusconi compra un pacchetto solo per cercare di circuire qualche dance braket raccontandole qualche incomprensibile barzelletta tranciata a metà perché non se la ricorda, Renzi, ormai ridotto a decantare le bellezze delle città parte per Charlotte e fa uno speciale ma sulla Charlotte del Michigan, dimostrando ancora una volta di sbagliare essendo un abile stratega, Di Maio promette ai Lakers di mandargli Toninelli per costruire un ponte con dentro il circo se i Lakers si qualificheranno ai PO, a Casa Pound si picchiano per decidere chi sarà il fortunato vincitore dell’unico biglietto per assistere a Warriors-Hawks e così finisce per non partire nessuno così come in Rifondazione Comunista indignata per il contratto a Batum (come dargli torto) mentre Ignazio La Russa intercettato all’aeroporto con destinazione Washington rivela d’andare in America solo per comprare un parrucchino per cambiar look rimanendo indeciso se quello di Trump, Hulk Hogan o Kim Jong-un, il quale tra l’altro viene accusato di fare troppo bordello dai vicini ma tutto si risolve facilmente quando spunta Rodman autoaccusandosi d’aver movimentato un po’ troppo la festa nella quale si trovava a partecipare anche il senatore Antonio Razzi…


La stagione parte tra l’entusiasmo dei fan che nonostante tutte le delusioni precedenti sono programmati per ripartire…

“Quest’anno ce la facciamo” si pensa ma è subito sconfitta di misura (pur giocando bene) contro la squadra che si rivelerà essere la più forte a Est (Milwaukee) ma rimboccandosi le maniche la squadra salirà anche sopra quota .500 per poi stabilizzarsi circa a quella quota anche se spesso sotto di essa tra qualche vittoria inaspettata e sconfitte sul filo, ormai un classico.

I Playoffs sembrano essere a portata e si arriva all’All-Star Game di Charlotte nonostante tutto ancora tra “le magnifiche 8”.

Dalle stelle alle stalle in poco tempo…

La squadra barcolla e tracolla e il tifoso di Charlotte “Sta come d’autunno sugli alberi le foglie” (cit. Ungaretti) ma nel frattempo si “incazza anche un attimo”…

Tipico panorama e tipica espressione rivolta dal fan di Charlotte ai propri giocatori…

La partecipazione ai PO sembra ormai solo illusoria, la delusione c’è ma quel piccolo gruppo di tifosi Hornets è ancora qua, nonostante tutto il tradimento non è contemplato, fino alla fine…

Questo articolo è stato pubblicato in Uncategorized da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.