Flash News: Movimenti Charlotte

Dopo otto anni a Charlotte, Cody Zeller è divenuto ufficialmente un ex giocatore degli Hornets che, dato il suo oneroso contratto in scadenza, hanno preferito non rinnovarlo lasciandolo libero di vagliare il mercato.

Il suo agente, Sam Golfeder è riuscito a trovargli un contratto di un anno con Portland.

Sulla costa Ovest, ai Lakers è finito anche Malik Monk, altro svincolato, mentre come già scritto, Graham è finito a New Orleans.

A fronte di queste uscite, le entrate di quest’anno al Draft, Scottie Lewis (firmato come two-way contract, Kai Jones e James Bouknight attendevano solo l’ufficializzazione con le firme che sono arrivate.

Venerdì arriverà l’ufficialità anche per Mason Plumlee e JT Thor.

Anche Arnoldas Kulboka che era stato selezionato da Charlotte nel 2018 alla posizione numero 55 ma lasciato a giocare in Europa per farsi le ossa, a quasi 24 anni (è un 1998) ha firmato un contratto da two-way con Charlotte.

Uno dei due posti pesi nei two-way è quello di Nate Darling che avrebbe dovuto partecipare alla Summer League ma il canadese non ci sarà, ufficialmente per un infortunio al ginocchio destro.

Al roster – invece – si aggiunge il contratto da 4,5 milioni per il prossimo anno del nativo di Charlotte Ish (mael) Smith.

Veterano nato il 5 luglio 1988 (Wake Forrest al college), è un incursore rapido che ha girato 12 squadre in NBA (Detroit e Washington le ultime esperienze), sarà il sostituto di LaMelo Ball in panchina.

Il suo contratto prevede una team option per il secondo anno mentre agli Hornets rimangono circa 14 milioni da poter spendere sul mercato (per Smith è stata usata la room-level exception) ma cosa faranno i Calabroni con questo tesoretto (insieme ai Mavs e ai Thunder sono una delle squadre che attualmente può spendere di più per gli agenti liberi) è difficile sapere visto che molti team si sono già accaparrati i buoni pezzi sul mercato disponibili (a ieri erano disponibili Markkanen, Oubre Jr., Millsap, Matthews, Winslow, L. Williams, D. Green, Scroder, T. Davis, J. Redick, J. Hart, R. Jackson, Diallo e Oladipo tra gli altri) ma il tempo stringe, di certo, a mio parere, questa squadra (attualmente i 17 posi a roster sono completati), per poter ambire almeno ai PO, ha bisogno di due o tre pezzi come Miles Turner (17,5 milioni di contratto), Jeremy Lamb e aggiustamenti per rifarmi alle voci sullo scambio con Indiana che vorrebbe Gordon Hayward (magari rinunciando a P.J. e/o a Vernon Carey Jr.).

Gli Hornets, a parte Mason Plumlee e Ish Smith per compensare con un po’ di esperienza nel roster, hanno riportato le lancette dell’orologio del successo indietro di uno o due anni almeno, affidandosi e scommettendo sulla crescita dalla panchina di un gruppo giovane.

Tra i fan serpeggiano diversi pensieri, c’è chi preferisce aspettare ancora per far crescere questi ragazzi e aggiungere il prossimo anno o tra un paio d’anni, pezzi importanti (sempre che Charlotte riesca) per cercare di arrivare in alto e chi, specialmente è fan di lungo corso, che comincia a non credere più in un progetto che è al via al l’anno numero 3 D.K. (dopo Kemba), il quale, lasciata OKC, ieri si è accasato con i Knicks tornando anch’esso “a casa” mentre per gli Hornets, attualmente, quei record vincenti che erano propri degli anni ’90 e inizio 2000, sembrano essere più lontani da riportare a casa anche per la prossima stagione.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.