Game 1: Charlotte Hornets Vs Chicago Bulls 126-125

Intro

(contro i pronostici)

L’attacco al cuore dei tifosi avvenne rapidamente, in una assolata giornata d’estate quando MJ passeggiando per le strade del Bel paese non lasciava intravedere l’azzeramento delle principali forze che negli ultimi anni hanno aiutato Charlotte a vincere qualche battaglia.

La furia del mercato spazzò via le possibili velleità di playoffs a breve termine e la Charlotte baskettara si ritrovò in uno stato di frustrazione più intenso, immersa in un buio profondo simile a quello di Gotham City, senza speranze, tuttavia è necessario che vi siano stato di bisogno per far sorgere nuovi eroi e mentre scrivo questa intro, prima della partita, sono ansioso di vedere in questa prima uscita, se qualche nuova leva brillerà mostrando doti particolari per salvare la Buzz City del futuro.

Analisi Breve

Charlotte ci mette il cuore e compensa alle proprie mancanze fisiche e tecniche.

In una partita equilibrata la maggior voglia e freschezza degli Hornets li porta nel primo quarto a ottenere un vantaggio di 9 punti.

Nonostante i Bulls abbiano la meglio nella prima e nell’ultima fase del secondo periodo, Charlotte va a riposare sul +8 (63-55).

Il vento di Chicago però soffia gelidamente e quando a Markkanen (difficile contenerlo sotto le plance per gli Hornets) si aggiunge LaVine (primo tempo a 2 punti), Chicago va sopra di 6.

Williams diventa eroe della frazione riportandoci in parità con due bombe e sganciandone ancora nel finale così i Calabroni tornano sul +1 (96-95).

Gli Hornets hanno un brutto black-out nella prima parte del quarto e Chicago ne approfitta con i fast break point, dai TO i punti dei Bulls sono 29 contro i 7 Hornets mentre la gara va sul 105-115…

Hornets all’inferno e nonostante un chiasso che non sentivo da tempo (nonostante vi siano buchi allo Spectrum), difficile crederci ancora ma gli incoscienti giovani, condizione tipica dell’età, non badano a ciò, così Graham e Bacon silurano i Bulls e con un parziale di 15-1 dopo la tripla di Bacon a 1:10 i Calabroni si issano sul 123-119…

Il finale è tirato perché la partita è fisicamente gagliarda, i Tori non ci stanno e quando Cody manca un libero sono sotto di tre punti.

Markkanen porterà gli ospiti al -1 ma Graham nel finale con due FT ci ridarà i tre…

Stranamente LaVine con palla in mano decideva per la soluzione personale in entrata a una manciata di secondi dalla fine.

Elastico ripristinato ma sull’ultima rimessa Hornets c’era l’escape for the win di Graham che arretrando nella nostra metà campo passava palla sul lato, i Bulls non riuscivano a commetter fallo e gli Hornets la spuntavano di misura 126-125.

C’è da dire che in difesa si sono evidenziati problemi a rimbalzo e qualche lacuna nelle marcature, con alcuni canestri troppo semplici concessi nella terra di nessuno ma la swarming defense nel pitturato, la densità ha compensato un po’ a qualche carenza, sebbene tap-out e rimbalzi lunghi offensivi siano spesso stati catturati dai Tori.

In attacco molto bello il giro palla, anche quello perimetrale che ha esaltato i nostri tiratori all’occorrenza, una partita inaugurale varata dal record di franchigia di triple, ben 23 su 44 con un 52,3% spaziale…

Partita pazza, fiera delle triple dell’età moderna ma con un giro palla spesso divertente.

Eccezionali alcuni giocatori come Graham, P.J. E anche Marvin dalla panchina ma quasi tutta la squadra è andata bene è non si è risparmiata lesinando energie.

Lottando ha finito per vincere.

Ci saranno test più probanti ma questa pattuglia giovane di giocatori venuta quasi dal nulla merita fiducia.

La Partita

Starting Five:

1° quarto:

Partenza energica di Charlotte che nonostante lasciasse il primo possesso agli ospiti reggeva sul cambio difensivo con l’alzata di Lavine imprecisa grazie alla marcatura di PJ Washington, Lavine sbagliava nuovamente ma poi i Bulls con una correzione di Carter e un’entrata di Markkanen si portavano sullo 0-4.

Bisognava aspettare i 10:18 perché Bacon correggesse una sua alzata/tiro al vetro per vedere i primi due punti dei viola.

P.J. A 9:41 sparava un catch n’shoot no fear da tre punti portando in vantaggio i Calabroni e a 8:46 su assist filtrante laterale fornito da Miles, Cody in corsa rifilava una di quelle mazzate stordenti agli avversari: hammer a una mano in corsa con Charlotte a tornare sopra sul 7-6.

Un giro palla ampio consentiva agli Hornets a 8:21 di far caricare a Bacon la tripla vincente.

Sull’onda dell’entusiasmo era PJ a mettere la seconda tripla personale, quella del 13-8.

A 7:00 PJ entrava nell’assurdo calando la terza perfetta tripla della propria serata (16-10) mentre dalla parte opposta Markkanen faceva la figura di Shaquille O’Neal per peso e rimbalzi, troppi concessi ai Bulls e esagerati i punti concessi al finlandese, 12, che riportava a galla i Bulls con due canestri per il 18-16.

Cody e Dwayne ci spingevano sul 22-16 ma un parziale di 0-7 dei Bulls concluso con un cambio velocità in entrata di Dunn che a 3:06 guadagnava anche il FT senza realizzarlo (22-23).

Graham apriva il raddoppio varcando il passo con un passaggio dietro la schiena per arrivare a canestro con l’appoggio più fallo (25-23 dopo il libero a segno).

Con la vecchia pattuglia in campo si vedeva l’assist di Batum per Williams che mandava a segno un catch n’shoot uscendo dai blocchi mentre Graham beneficiava di una penetrazione sino sulla linea di fondo di Monk che scaricando al volo consentiva l’open 3 alla nostra PG di ricambio.

Lungo lancio di Rozier per appoggio di Monk volante e parziale di 11-0 a tener fede al motto “All Fly” per un 33-23 interrotto a 1:20 da Young.

Marvin segnava in floater pur molto pressato ma in ripiegamento, su una delle ultime azioni difensive del primo quarto, volava nell’angolo destro toccando White.

Tre FT a segno per il rookie in bianco prima che P.J: per un fallo di Carter, dalla lunetta fissasse il 37-28.

2° quarto:

Partenza favorevole ai Bulls quella del secondo periodo nonostante da fermo Rozier sparasse in faccia l difensore gli unici tre punti del suo primo tempo per il 40-30.

I Bulls caricavano e una tripla di Young portava la situazione a un bivio (42-39) ma i canestri di Zeller e Monk tornavano a dar respiro a Charlotte che sul 46-40 vedeva un’altra gemma di Bridges, spin ciclonico su Markkanen e appoggio in terzo tempo mentre il finlandese dall’altra parte andava spesso a vuoto nel secondo quarto con gli Hornets a prendergli le misure.

Bridges stoppava LaVine e Bacon dopo aver recuperato una sfera sotto il nostro canestro portava a termine la transizione per il +10 (50-40).

Markkanen con l’alzata in corsa tornava in ritmo, Graham rispondeva da 3 a 5:56 mentre la pressione difensiva di Charlotte faceva sì che il finlandese sbagliasse anche una tripla (air-ball).

LaVine metteva dentro i primi due punti stagionali ma PJ da tre dal corner sinistro valeva il 60-47.

A 2:46 Washington si ripeteva dalla mattonella consegnando il +16 agli Hornets che tuttavia si disperdevano nell’ultima fase di gioco lasciando ai Bulls inferociti una piccola corsa che li portava a fine primo tempo sul 63-55 tagliando metà dello svantaggio.

Fine primo tempo, qualche statistica.

3° quarto:

Markkanen e Bacon aprivano il quarto come scorer per le proprie squadre: due canestri a testa con i due centrali di Dwayne, il divario non mutava ma i tre secondi chiamati contro Charlotte a :10:01 davano la possibilità a LaVine di sbloccarsi.

In poco oltre al FT, la guardia avversaria segnava andando in taglio e in appoggio sinistro, l’entrata di Satoransky in transizione dopo aver visto Bacon murato da due difensori, era campanello d0’allarme e Borrego a 8:42 sul 67-66 chiamava il time-out.

Rozier alla ripresa del gioco sparava da tre subendo fallo da Satoransky in uscita dal blocco di Zeller; giocata da 4 punti che dava respiro a Charlotte ma il vento della Wind City non si era ancora arrestato e soffiava forte sulla tripla di Porter per il pari a quota 73 e sul gelido piazzato dalla baseline destra di Markkanen in faccia a Zeller per il +2 Bulls.

Davvero difficile il momento per Charlotte che finiva sotto di quattro prima e di 6 poi quando Batum con una leggerezza apriva verso l’esterno per la steal di LaVine che fuggendo facilmente appoggiava in fing and roll il 76-82.

Marvin Williams diveniva protagonista inaspettato, skip pass di Graham e bomba del nostro numero 2 dall’angolo destro replicata a 4:01 per il pari a quota 82.

Infuocato finale con Dunn e P.J. a segnare nel colorato, canestro di White in transizione e replica da tre di Graham contro l’avversario facendo tutto da solo…

Letale tripla di Williams ancora una volta (90-88) , Young da due e mortifera bomba di P.J: su assist schiacciato dietro la schiena di Rozier…

Niente da fare per Charlotte però perché Arcidiacono pareggiava immediatamente a quota 93 anche se Marvin indossando ormai i panni dell’eroe segnava ancora da oltre l’arco prima del contestato canestro finale di Young del -1 (96-95).

4° quarto:

Dopo 19 secondi Markkanen splittando dalla lunetta pareggiava, Graham con la tripla ci riportava sul +3, P.J. Schiacciava grazie al buon lavoro in palleggio di Graham che con l’assist rimbalzante lo liberava nel mezzo ma Markkanen, sempre lui, impattava a quota 101.

Monk dalla destra realizzava con perizia un’altra tripla alla fiera del tiro pesante ma una tabellata senza arte di Young (plexiglass a rischio rottura) impattava ancora il match.

Dunn in entrata di sinistra metteva dentro un mezzo circus shot e a nulla serviva la pausa chiesta da Borrego perché lo stesso Dunn, arrangiandosi fallosamente su Monk, scappava in transizione per un two and one.

Carter da sotto segnava al secondo tentativo (8-18 i rimbalzi offensivi) mentre LaVine con una dunk cattiva appesa realizzava il 105-115.

Sembrava fatta per i Bulls che tra l’altro incassavano s^ la tripla di P.J. Ma a 6:16 la pareggiavano con la siderale di LaVine che riportava la squadra dell’Illinois in doppia cifra di vantaggio.

5:02, 4:19, numeri differenti, stesso risultato, tripla di Devonte’ e deficit tagliato sul -4.

“Defense, defense” era il grido che si levava dallo Spectrum Center e così era, gli Hornets chiudendo le maglie giungevano a 2:42 al pari grazie a due canestri di Bacon.

Gli Hornets costringevano ai 24 scaduti i Bulls che tuttavia tornavano sull’azione seguente in lunetta dove Markkanen mancava stranamente i due FT ma per un’infrazione di Zeller il secondo andava ribattuto e lo scandinavo non tradiva.

Graham rimaneva dentro nel finale dopo la small ball provata in precedenza da Borrego, il coach lo preferiva al titolare vedendolo ispirato e la scelta era ripagata da “Gamberone” che smazzava l’assist in screen roll per Zeller che catapultatosi a canestro infilava la dunk da saltatore in lungo.

A 1:10 la 23^ tripla (Bacon) valeva il franchise record ma ancor di più era valida per il +4 (123-119).

I Bulls recuperavano sino al -1 (Markkanen 2/2 ai FT dopo l’1/2 di Cody) ma a:11.3 dalla fine Graham si mostrava freddissimo ai liberi.

2/2.

Palla in mano ai Bulls per il pari ma LaVine propendeva per andar dentro.

Gli Hornets lo rallentavano ma lo lasciavano fare per non rischiare il fallo.

126-125 a :04.5.

Sull’ultima rimessa dopo il time-out Graham si staccava ricevendo e girando palla, non arrivava il fallo e i Calabroni agguantavano la prima vittoria stagionale a dispetto del +3,5 Bulls pronosticato dai bookmakers.

Le Pagelle

Terry Rozier: 5

Primo tempo da 3/3/3, poi a parte un buon assist dietro la schiena per la tripla di P.J. Poco altro. Ancora fuori ritmo passa una palla alla difesa di Chicago e sparacchia un po’ a vuoto, infine Carter gli stoppa il layup.

Emozione della prima, fuori ritmo nel secondo tempo quando ci sarebbe bisogno di lui, nel finale Borrego gli preferisce un ispirato Graham, può solo migliorare.

Dwayne Bacon: 8

22 punti, 5 rimbalzi e tanta leadership nel secondo tempo. Non sempre convincente in difesa nella seconda frazione, buono nella prima, inverte la modalità andando ad attaccare il ferro.

Quando lo murano Charlotte va sotto ma si ritrova e va a mettere appoggi, a procurarsi FT.

E’ il suo gioco e non si risparmia.

Ci crede e aggancia i Bulls nel finale quando sembrava impossibile.

Miles Bridges: 7

Alcune perle nella prima frazione come uno spin vertiginoso con terzo tempo a canestro.

Molto più incluso nella manovra rispetto lo scorso anno, non ha numeri eccezionali, limitandosi all’essenziale ma prendendo anche iniziative, da una mano in difesa dove le tre stoppate alla fine saranno decisive.

8 punti, 5 rimbalzi, buona la prima.

P.J. Washington: 9

Chiudete tutto a Charlotte, forse hanno “azzeccato” una scelta buona e ready a Charlotte.

Da anni non vedevo un rookie giocare con questa sicurezza a Charlotte.

Un po’ portato al fallo ingenuo perché ci prova sempre, non è ancora un rebounder ben definito ed esperto e si soffre sotto le plance ma a parte un air-ball nel finale ogni volta che tira regala emozioni.

7/11 da 3 punti per un totale di 27 a compensare 4 TO.

Debutto più che convincente e utile, c’è da rimaner con i piedi per terra ma se qualcuno aveva mosso critiche per lui al tiro, questa sera si sarà forse un po’ ricreduto.

Cody Zeller: 7

Due martellate a una mano in corsa nella prima parte sono la punta dell’iceberg, quella che si nota ma il lavoro sporco di Zeller si fa sentire in difesa anche se soffre parecchio a rimbalzo.

Un po’ dura dire quanto debba dargli di voto perché i Bulls sotto le plance ci travolgono ma è solo.

Borrego risparmia Willy e Biz dando fiducia a PJ e Marvin come ricambi.

Va comunque in doppia doppia con 15 punti e 12 rimbalzi.

Una sua infrazione fiscale viene presa dagli arbitri per far realizzare al finlandese il secondo libero che aveva mancato.

Sbaglia un libero alla fine ma quello che mette è decisivo, fortuna LaVine sceglie di buttarsi dentro.

L’inserimento nell’ultimo quarto da screen roll semplice con Graham per la dunk è un capolavoro.

Devonte’ Graham: 9,5

23 punti, 8 assist, 6/7 da fuori.

Artefice della rimonta.

Gira nudo come un piromane pazzo a incendiare le retine dei Bulls anche quando nessuno ci crede più sul -10…

Padronanza nel fornire splendidi passaggi smarcanti ai compagni e quando si alza al tiro da tre punti è incredibile.

High in carriera per Devonte’, sperando possa ripetersi e migliorarsi ancora. Borrego lo tiene in campo nel finale e Gamberone ripaga la fiducia.

Qualcuno forse stanotte, solo per stanotte avrà esclamato: “Kemba chi?”

In the zone…

Marvin Williams: 9

In quasi 17 minuti segna 17 punti con 5/7 da fuori.

Si infervora nel terzo quarto quando ci riporta a galla dal -6 e nel finale con altre conclusioni balistiche degne delle migliori serate di Marvin.

L’avevamo forse accantonato vicino a un cassonetto ma lui non ci ha fatto caso e ha trovato una di quelle serate che ogni tanto gli capitano.

Magic.

Nicolas Batum: 5,5

In 11 minuti non prende un tiro ma 4 rimbalzi e smista due assist con 2 palle perse.

Mah… probabilmente gioca troppi minuti viste le precarie condizioni anche se non credo avrebbe migliorato molto le statistiche stando bene.

Una sua apertura scellerata apre il campo per una prima mini-fuga di Chicago.

Finisce per prendere una botta nel pitturato sulla mano sinistra che gli frattura il dito medio.

Malik Monk: 6,5

7 punti, 1 rimbalzo, 3 assist. Partecipa alla fiera della tripla ma ha ancora il problema del TO, un paio, tuttavia il ¾ dal campo è indice di poco spreco ma deve migliorare in difesa dove ha la tendenza al fallo anche se su una ripartenza Bulls su una steal ai suoi danni la maglietta gli si allunga e poi “rimedia” con il fallo nel finale dell’azione in transizione. Si muove e va bene.

Coach Borrego: 8

Usa la preseason per sperimentare non badando al risultato e alla prima uscita stagionale, complice il livello non stratosferico dei Bulls ne approfitta nonostante i TO siano ancora troppi (19-10) e i rimbalzi offensivi siano stati 9-20 ma in attacco la squadra si è mossa bene favorendo spesso conclusioni con spazio sul perimetro ben sfruttate dagli interpreti. Coraggioso nel proporre P.J. dall’inizio e ancor di più Graham nel finale dove gestisce i time-out meglio di Jim Boylen il quale stile sembra a volte quello di Oronzo Canà contro il Barone Liedholm (fin troppo compassato James a volte).

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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