Game 10: Charlotte Hornets @ Philadelphia 76ers 106-114

Intro

Limiti

Se dovessimo romanticizzare, mitizzare, esaltare il basket NBA paragonandolo a una serie anime questa potrebbe essere: “Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann”.

Già nel nome è insito l’animale mitologico fluttuante, galleggiante o veleggiante in aria pronto a scagliare temporalesche dunk, raggi gamma jam o alley-oop fotonici.

Le qualità atletiche dei giocatori NBA sono evocative perché vanno oltre i limiti dell’umano medio, c’è la la sfida alla gravità ma in senso più ampio l’anime ripropone lo scontro tra il limite e l’illimitato.

La Brigata Gurren sconfigge i robot degli uomini bestia tornando sulla superficie della Terra dalla quale erano stati scacciati ma quando la popolazione terrestre raggiunge i 1.000.000 individui, una terribile nuova minaccia costituita dagli Anti-Spiral, si palesano cercando di bloccare la capacità evoluzionistica degli esseri viventi.

Dal robot pilotabile più piccolo e buffo esistente, l’unione tra vari mecha fa sì che diventi molto più grande di un pianeta arrivando a dimensioni galattiche (alto più di 10.000.000) anni luce fa sì che diventi anche il più grande mai comparso in un anime testimoniando l’evoluzione e la crescita degli esseri viventi. La serie è incentrata sulla ciclicità della spirale (la forma di energia panteisticamente presente nell’universo) che si evolve, dalle spirali galattiche al DNA umano alla iconica trivella, chiave d’avvio e arma del robot.

Gli Anti-Spiral però temono che l’eccesso dell’utilizzo di questa energia però porterebbe alla Spiral Nemesis, una specie di Big Bang al contrario che distruggerebbe l’universo, per questo gli Anti-Spiral preoccupatissimi intervengono quando vi sono a loro giudizi dei prodromi per una futura pericolosità.

Sarebbe bello superare gli ostacoli potendo varcare dei limiti utilizzando questi poteri in maniera consapevole in maniera da non danneggiare l’ambiente circostante unendo anche la volontà di sopravvivere e la resilienza, armi che nell’anime accrescono l’energia umana (grazie a questa vinceranno l’ostinato scontro finale), ma qui stiamo vaneggiando in una dimensione intangibile per l’uomo e gli Hornets odierni (in back to back per giunta) per sperar di batter Phila dovrebbero poter accedere a questa dimensione dimostrando la stessa ostinazione.

Partita in teoria segnata sulla carta ma andiamo a vedere che succederà…

Analisi

Torniamo alla realtà.

Charlotte ha tanti problemi ed emergono i limiti.

I rookie e i sophemore, Graham a parte, devono crescere ancora tanto contro i top player.

In attacco si è cercato all’inizio di sfruttare i blocchi per creare situazioni di entrata per Rozier, eventuali pick and roll o scarichi, poi il gioco è sembrato più casuale e disordinato ma la pressione sulla palla e un Cody Zeller on-fire nel finale di secondo quarto hanno portato gli Hornets sul +5 all’intervallo.

Lo 0/4 degli Hornets in avvio ripresa contro il 3/3 (un TO anche) d Phila ribaltavano una gara dalla quale Charlotte usciva velocemente facendo spesse pessime scelte in attacco come se esistesse un anamnesi negativa su questo parquet.

Si recuperava a suon di triple nel finale con la panchina avversaria in campo ma era troppo tardi per rubare la vittoria.

Rimbalzi e punti nel pitturato sono stati due fattori determinanti a vantaggio degli avversari: 31-49 e 42-58 rispettivamente, a volte collegati così come il 54,8% di Philadelphia contro il 45,2% di Charlotte che ha faticato a costruirsi tiri validi e quando gli è capitato dal mid-range, P.J. Miles e Terry e Bacon soprattutto, sono andati a vuoto…

Contenuti i TO (13), la fase di pressione e della chiusura del pitturato ha portato Phila a perder 20 palloni.

Il 42,4% contro il 35,7% da tre a favore di Charlotte da fuori non è bastato a dimostrazione che servirebbe qualcosa di più consistente sotto le plance nonostante la serata ispirata di Zeller in attacco.

La partita

Starting Five

Per la nona volta su dieci Borrego schierava il consueto quintetto: Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e Zeller. Phila con out Simmons andava con: Neto (9 pt.), Richardson (11 pt.), Tobias Harris (14 pt.), Horford (15 pt.), Embiid (18 pt.).

Korkmaz e Burke dalla panchina chiuderanno rispettivamente con 17 e 12 punti.

1° quarto:

La prima sfera giocabile a favore dei 76ers andrebbe spinta dentro da Embiid a un passo dal canestro ma sull’alley-oop il centro avversario era impreciso, tuttavia sulle azioni successive, Embiid dalla sinistra con il piazzato e Harris dal mid-range infilavano un canestro testa per lo 0-4 mentre gli Hornets arrancavano.

Charlotte cercava di iniziare a sfruttare il duello tra guardie con screen roll per ottenere dei vantaggi e così arrivava il jumper in avanzamento di Rozier seguito da Zeller che fronte a canestro, completamente libero, portava sul 5-4 il risultato.

Horford scappava sulla linea di fondo per il 5-6 ma Bridges da 3 punti a 8:10 ci issava ancora una volta avanti (8-6) però gli Hornets si bloccavano in attacco e subivano in difesa: Bacon in raddoppio sotto si appoggiava su Embiid inutilmente aggravando il canestro subito con un libero per l’8-9, Cody a 7:59 commetteva il secondo fallo (su Embiid che trasformerà i liberi) uscendo per Biz, Horford su P.J. Infilava il fade-away per l’8-13 prima che P.J. In alley-oop interrompesse il ciclo vizioso di Phila a 7:10 (10-13).

Harris in appoggio era contrastato da Rozier in pull-up sull’altro fronte ma a 6:12 piovevano due tiri liberi per Embiid e da un passaggio dietro la schiena di Korkmaz in punta verso la diagonale sinistra per Neto nasceva la tripla della pg avversaria (12-20).

Bridges da sotto costringeva Harris al secondo fallo, c’erano i due punti in appoggio ma lo 0/1 dalla lunetta non favoriva ulteriormente Charlotte.

Richardson segnava da tre sull’oscillante Bridges e Korkmaz appoggiava dopo il TO di Graham.

L’alley-oop di Miles serviva a romper la monotonia di Philadelphia che tuttavia con una tripla vincente di Korkmaz e una second chance di Burke si apprestava al doppiaggio (16-30)…

Si svegliava Charlotte in attacco con l’alley-oop di P.J. Washington e con la tripla di Graham, po un ½ di Monk dalla lunetta ci riportava a -8 (22-30) tuttavia dalla penetrazione sino al fondo con scarico di Richardson sorgeva la tripla aperta di Burke prima che due FT affondati da Biz a :03.9 segnassero il 24-33 come finale di quarto.

Embiid contro Monk e Williams.

2° quarto:

Era ancora Biz a ripartire dalla lunetta nella seconda frazione ma questa volta con un ½ mentre gli Hornets difendevano bene il pitturato ma da due TO nascevano le transizioni che porteranno Ennis alla medesima conclusione in schiacciata per 4 punti e il 25-37…

A 9:35 Biz metteva dentro una dunk assistita e Bacon attaccando il canestro costringeva Embiid all’ombrello falloso.

½ soltanto però così sfruttando una finta e l’appoggio al vetro da destra sul bump in avanti di Biz ecco arrivare canestro più fallo ma l’unico libero andava a vuoto.

Embiid strappando un rimbalzo dalle mani di Zeller andava a schiacciare con gli Hornets a metter tristezza sotto 28-41…

A 7:38 però Cody andava alla riscossa realizzando un tiro dal pitturato che, ritardato, consentiva il raddoppio falloso dei lunghi Sixers.

Un mancato tagliafuori su una tripla e Harris appoggiava semplicemente per il +12 dei locali, tuttavia sulla tripla frontale di Cody, O’Quinn andando in salto a contrastarla lasciava il corridoio per la rincorsa di Cody che recuperava il tiro finito corto sul primo ferro e andava per la runner jam.

Graham provava a spinger Charlotte ma mancava il tiro, il rimbalzo era preda di Zeller che favoriva l’azione che porterà Monk a due liberi a segno.

Horford servito dal lato andava in dunk lanciata a una mano lasciando Charlotte sul -10 (35-45) poi un tecnico (3 sec. difensivi) battuto da Graham e un escape dribble 3 di Monk valevano il 39-47 a 4:58 ma Korkmaz in floater ripristinava il vantaggio in doppia cifra per il team di Br. Brown.

Charlotte finalmente riuscendo ad arginare gli attacchi avversari cominciava a recuperare: Graham da tre punti a 4:20, il tap-in di Cody a 3:45 e la tripla di P.J. a 3:18 costringevano alla chiamata di un time-out anche Brown con gli Hornets a ridosso (47-49).

Embiid dalla linea dei tre punti fintava la bomba e mettendo giù palla batteva Cody, troppo lesto ad abboccare lanciandosi incontrastato per la dunk.

Un’alzata di Zeller e una steal di Graham con appoggio in fuga ed ecco i Calabroni riagguantare la parità a quota 51, addirittura arrivava il vantaggio il vantaggio a 1:03 con Zeller in teardrop…

Korkmaz e Scott mancavano le triple sull’azione offensiva di Phila, Cody, assoluto protagonista del finale di secondo quarto, no…

La bomba valeva il 56-51 per un +5 difeso dagli Hornets che incassavano un FT jumper di Neto ma replicando con un 2/3 di Graham (fallo di Net uscendo dal blocco di Zeller) chiudevano sul 58-53 il primo tempo.

3° quarto:

L’ingresso a livello mentale degli Hornets nel secondo tempo era inesistente: 0/4 per gli Hornets, 3/3 per Phila (tripla di Richardson dal corner sx dimenticato in angolo sullo skip pass di Embiid, 2 di Horford agli autoscontri e un TO per shot clock violation prima del canestro sorpasso descritto) e sull’appoggio in entrata di Neto arrivava il sorpasso sul 58-60.

Borrego chiamava il time-out e la cosa serviva perché Rozier pareggiava e anche se Embiid da sinistra piazzava il tiro dal mid-range su assist in corsa dietro la schiena di Neto, nonostante un insensato tiro da tre di Rozier e un FT jumper mancato da Bacon, un coast to coast di Rozier ci faceva tornare in parità.

Harris metteva dentro un soft floater dalla baseline sinistra con Harris contro un P.J. Discreto nel contrastarlo.

L’ennesimo colpo a vuoto di Bacon e l’appoggio di Horford davano il +4 ai locali.

Un bagliore di lucidità era costituito dal tap-in di Zeller, poi più nulla: Horford superando P.J. Era trattenuto da Bacon sul reverse per il two and one, Malik da 3 andava a vuoto, Korkmaz su Malik stesso no…Finalmente Monk creando per Zeller e Graham a 4:46 ci davano qualche punto (68-74) ma Ennis correggendo fortunosamente al vetro portava sul 32-44 il vantaggio dei locali riguardo i punti nel pitturato con un 22-36 a rimbalzo preoccupante.

La tripla di Korkmaz a 3:54 mandava lontani gli Hornets, -11, sul 68-79 prima di un time-out e di un alley-oop potente di Monk con taglio in back-door.

Gli Hornets tornavano sul -7 ma un taglio di Korkmaz non dava buone speranze per una difesa troppo disattenta.

Monk a 2:15 dalla diagonale sinistra trovava il ritmo per la bomba sparata in faccia alla difesa: -6 (77-83) ma negli scambi finali i 76ers si avvantaggiavano di un punto chiudendo sull’81-88 nonostante l’ultimo canestro fosse un piazzato ravvicinato di Biz dalla baseline destra servito dall’assist in penetrazione di Graham.

YONG KIM / Staff Photographer Sixers guard Josh Richardson and forward Al Horford double-team Hornets guard Dwayne Bacon.

4° quarto:

Si partiva con le due squadre inabili a segnare, poi a 9:57, dopo due giocate offensive di Biyombo da urlo di Munch e due difese di Martin su Scott buone, Richardson con il fing and roll batteva per un soffio Biz mentre su una palla vagante, il settore occupato solamente da Sixers consentiva il comodo jumper a Scott.

81-92.

Canestro di Burke più fallo contemporaneo sull’eventuale rimbalzo di Martin (trattenuta su Embiid) e libero per il lungo.

81-95…

Martin da tre, first 3 bucket in regular season: 84-95.

Fine della trasmissione: Charlotte andava a vuoto, Phila no: Burke, Scott e Harris portavano due punti a test per l’86-101.

Dopo un canestro di Neto per l’89-108 entrava in campo la panchina dei Sixers e gli Hornets si sentivano a proprio agio senza troppa pressione: P.J., Rozier, Ennis III (per Phila) e Graham non sbagliavano un colpo tirando da fuori.

Rozier aggiungeva due liberi mentre P.J. e Graham recapitavano per posta intercontinentale altre due triple.

A :33.3 gli Hornets passavano dal -19 al -5 ma era tardi.

Un paio di falli di Martin per fermare il gioco e il ¾ finale dalla lunetta ritoccava il punteggio finale sul 106-114.

Le pagelle

Terry Rozier: 5,5

13 pt., 1 rimbalzo, 4 assist, 2 rubate. Gioca 22:21, quasi un finto starter. Parte sfruttando i blocchi dei compagni per superare la pressione sulla palla del difensore trovando un paio di buone azioni così come più tardi. Sono flash. Potrebbe crearsi qualcosa di più insieme a Zeller, pick and roll difficili da chiudere per il centro. Lui chiude con un 5/12 e un ¼ da fuori e 3 TO.

Dwayne Bacon: 3

1 pt., 1 rimbalzo i 16:30. Salvate il soldato Dwayne. 0/6 dal campo, tiri a vuoto, specialmente nel momento decisivo. Chiude con uno 0/6 dal campo, 1 TO, 2 falli che portano a liberi addizionali per gli avversari e un eloquente -20 in +/-…

Miles Bridges: 5,5

7 pt., 5 rimbalzi, 4 assist. 3/10 dal campo. Si impasta in qualche azione offensiva, tira a salve da tre (1/5) e ha la tendenza a saltare troppo dentro il cilindro degli avversari quando fintano o ritardano il tiro. Alterna buone difese ad altre da dimenticare, spende sicuramente molto a livello energetico e si spera che da questi confronti ne esca sempre più maturato. Per ora si salva il suo interesse per la squadra che si vede nello spendersi in difesa e nel fornire anche assist ai compagni.

P.J. Washington: 5,5

15 pt. (6/11), 4 rimbalzi, 4 rubate. Si vede nel confronto con Horford o Harris che è immaturo e ancora non sa usare appieno le sue potenzialità fisiche. Non corre nemmeno fluidamente come si dovrebbe fare nel basket e a rimbalzo c’è poco. Mette due bombe nel finale e recupera un pallone con la panca dei Sixers in campo. Forse un domani sarà un buonissimo giocatore ma per ora contro giocatori top level paga il fio in esperienza.

Cody Zeller: 7

24 pt., 7 rimbalzi, 1 rubata. 10/13 dal campo in 26:58. Partenza in sordina, poi assoluto protagonista del finale di secondo quarto quando gli Hornets chiudono sul +5 tra triple, teardrop, blocchi, buona guardia. Lo ignorano un po’ nel terzo non creando molto per lui e dai 17 punti del primo tempo sale poco nel punteggio. Con lui fuori si avvantaggiano ulteriormente i Sixers che chiudono la gara nettamente prima che rientri dal riposo in panca. +2 in plus/minus. Suo massimo di punti in stagione. Rimane sino quasi la fine poi Borrego gli risparmia gli scampoli.

Marvin Williams: 5,5

0 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 1 stoppata. 15:07 in campo, -13. Quasi invisibile se non per una bella chiusura su Burke in seconda per la stoppata e un fallo di spalle rocambolesco che fa piroettare a terra Embiid. Ectoplasmatico quasi.

Devonte’ Graham: 6,5

19 pt., 10 rimbalzi, 1 rubata. 6/15 con 4/8 da tre punti. Mette su ancora discreti numeri ma la squadra perde. Doppia doppia in minutaggio da starter (33:39). Ormai come shooter è più affidabile di Bacon e Borrego gli da fiducia. Pela l’assist effetto entanglement per l’alley-oop di Monk. Non ha la bacchetta magica anche se nel finale contribuisce con una tripla a metter pressione ai 76ers. ¾ dalla linea, 2 TO, +9 in +/-.

Malik Monk: 6

15 pt. (4/8), 8 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. 2/5 da tre punti. Nonostante la mano sinistra fasciata si ravviva dal punto di vista realizzativo dove il back-door e l’elevazione paurosa gli fanno sfruttare il perfetto lancio effetto entanglement di Graham, riesce a metter spazio tra sé e il difensore anche in entrata dimostrando sempre capacità atletiche e di coordinazione ma Korkmaz sull’altro lato gli segna da tre in faccia, gli scappa via (troppo aggressivo nell’occasione finisce per andare da una parte e l’attaccante dall’altra) per andare a mettere un floater e segna in back-door. Una sfida pari tra attacco e difesa ma speriamo continui così in attacco prestando un po’ più di attenzione in difesa.

Bismack Biyombo: 5

7 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Fatica a tener in mano palloni, specialmente in avvio di ultima frazione è in streaming. La palla è lì ma lui arriva dopo non accorgendosi di assist al bacio o mostrando lentezza pachidermica. Prima prende una mazzata sull’avambraccio da Embiid che lo manda in lunetta, poi è lui a commetter un onesto ma gratuito fallo che lo toglie dal campo nella prima parte, per il resto ovviamente segna punti solamente aggirandosi dalle parti del ferro tra dunk, piazzati e FT. -14 in 12:59. Lento e difesa nella seconda parte insufficiente.

Cody Martin: 6

5 pt. in 10:42. Non gli riesce di recuperare un pallone o un rimbalzo, difende comunque bene un paio di volte su Scott in avvio di ultimo quarto, poi nello scambio di veloci battute ha un paio di colpi d’arresto ma difende meglio di altri compagni anche se in serata si evidenzia per la prima tripla in NBA (regular season) con un 2/3 dal campo. L’altro canestro è uno spin da destra con appoggio in uno contro uno.

Coach James Borrego: 5,5

Ritarda troppo un time-out a inizio ultimo quarto secondo me. Charlotte a inizio dei due ultimi quarti non gioca con raziocinio e perde il confronto negli scambi, oltretutto metter Biyombo per troppo tempo ci danneggia perché il congolese a rimbalzo ripaga poco la fiducia ma soprattutto a livello difensivo/realizzativo è inferiore alla serata di Zeller. Ai limiti del mobbing non tentare MKG (la colpa è quella di aver firmato in estate come Biz e Williams ma esitando?) in serate come questa dove la pressione sulla palla stava dando buoni risultati. Triplisti dipendenti, è con quelle che accorciamo il divario, per il resto addolcisco il voto perché si nota come con i mezzi a disposizione i panzer avversari non si possano bloccare facilmente.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.