Game 13 – Charlotte Hornets @ Toronto Raptors 108-111

Intro

Toronto quest’anno come saprete – causa pandemia – gioca a Tampa Bay in Florida.

Alla Amalie Arena però i giocatori della franchigia canadese stanno stentando oltre il previsto e aldilà delle loro capacità.

L’inizio sul pessimo 2-8, oltre le difficoltà sul parquet sono dovute ad ambientamento e altri fattori che stanno incidendo.

Strano vedere i canadesi in Florida come strano vedere un americano a Napoli che nel 2011 (non so se sia ancora da quelle parti) insegnava inglese.

Se per di più era stato un buon cestista e un hippy negli anni settanta le stranezze aumentavano.

Potei raccontarvi di John Fultz da Framingham (Massachussetts), nato il 20/10/1948 (dal libro John Fultz mi chiamavano Kociss edito da Minerva Edizioni nel 20111) che andò a un passo dal giocare per i Lakers (suo sogno) ma, dopo la sua Uscita da Rhode Island – sotto la guida di coach Tom Camody – si affermò in Italia giocando una stagione a Varese (1970/71) e altre tre a Bologna sponda Virtus.

Passò al campionato elvetico (al Viganello) segnando 36,2 pt. di media per tornare brevemente in Italia nel 1978/79 (Pordenone) e finire la carriera professionistica allo Sporting Lisbona nel 1982.

“Kociss”, uomo onesto ma pieno di contraddizioni, dalla dura etica lavorativa in palestra che dormiva poco per concedersi a tutti gli eccessi che mal si conciliano con la vita sportiva di un professionista: Donne, alcol e droghe soprattutto, una specie di George Best del basket.

Altri tempi ma il talento c’era, la testa no.

Fred Shaus, dopo la seconda stagione di Kociss a Bologna lo chiama dicendogli di essere interessati a lui.

L’idea era quella di cedere Travis Grant ma al suo arrivo a L.A., nonostante le cose con West andassero bene si partì subito male con coach Sharman per via dei capelli lungi, un’inezia rispetto a una una sera di baldoria, sregolata con una cameriera e della cocaina.

La stessa polvere bianca, avvolta in una stagnola, la portò per l’allenamento il giorno successivo – per “ricaricarsi” visto che dormiva pochissimo la notte – ma la lasciò alla mercé dell’allenatore.

L’allenamento andò benissimo, sembrava si sdoppiasse ma venne convocato appena dopo l’allenamento nell’ufficio del GM Shaus e nonostante i Lakers non fecero denuncia rimanendo anche gentili nel congedarsi da lui a causa del suo stile di vita (si sospetta gli avessero messo anche un detective alle calcagna), ruppero il sogno di John o meglio, fu lo steso Fultz ad autodistruggere una parte di sé stesso.

John non ha rinnegato quegli anni della Hippy Generation ma sportivamente le soddisfazioni le prenderà in Italia, relegato in una seconda lega de facto.

Nel 1973/74 gioca ancora a Bologna con Dan Peterson, vince la Coppa Italia qualificando la Virtus per la Coppa delle Coppe dando inavvertitamente il via alla nascita della “Basket City.”

Per ora Tampa Bay non lo è, è una remota ipotesi di apertura a 32 squadre insieme a Seattle, Las Vegas e qualche altra città ma tra pandemia e Raptors non sembra essere destinata a città del basket tuttavia c’è poco da fidarsi dei Raptors, in una situazione ambigua a due facce, gli Hornets per cercare di tornare a quota .500 dovranno sfoderare una grande prestazione.

Analisi

I soliti ambigui Hornets danno battaglia alla Amalie Arena contro dei Raptors che stanno carburando.

Charlotte rimane orfana di Hayward (avrebbe voluto giocare ma l’entourage degli Hornets ha preferito non rischiarlo) – anche se dato per probabile – non ce la fa, al suo posto partirà titolare Caleb Martin, non esattamente la stessa cosa…

In un primo tempo dai punteggi altissimi nel quale anche Charlotte riesce a dire la sua a livello offensivo, i Raptors sembrano prendere il sopravvento nella seconda frazione continuando a suo di triple passando dal +1 al +9 all’intervallo passando per un terzo quarto dove toccano anche il +18 sebbene alla fine del periodo Charlotte torni a -13.

Una partenza sprint dei Calabroni pone le basi per il rientro sino al -3 ma la small ball degli Hornets è croce e delizia.

Se in attacco con pochi passaggi si trovano canestri in difesa la scelta di giocare senza vero centro costa caro: Boucher nel finale mette dentro tre canestri importanti fino a quando P.J. non lo stoppa consentendo agli Hornets l’ultimo attacco con :09.8 sul cronometro.

Buono schema sulla rimessa di Charlotte ma il pick and pop con tripla di P.J. era imprecisa, Graham lanciava dall’angolo la tripla disperata in girata ma il profilo del tabellone diceva no.

Sui singoli andremo nelle pagelle, di certo la coperta è quella di Linus, corta: senza un centro mobile e di peso con buona mano che possa giocare insieme agli altri “piccoli” ragazzi le speranze sono ancorate alle percentuali di tiro, nostre e avversarie, soprattutto sul tiro da fuori in una partita come questa dove i Calabroni hanno preso 35 tiri (15 quelli a segno) su 87 da oltre l’arco (42,9%) contro i 20/50 dei Raptors (40,0%).

Gli Hornets si sono imposti a rimbalzo 52-46 ma hanno sofferto concedendone 13 offensivi(14 i catturati), molti nel finale con la small ball in campo.

32-33 negli assist, 5-6 nelle stoppate la dicono lunga su una partita tirata arrivata a un finale stretto nonostante Toronto sembrava potesse chiudere in controllo la partita grazie alla maggior qualità approfittando dell’assenza di Hayward.

Toronto è stata guidata dalla super prestazione di Boucher che ha chiuso con 25 pt. e 10 rimbalzi, Van Vleet seguiva a 17 tallonato da Lowry a 16 e 12 assist.

Siakam concludeva a 15 pt., Anunoby a 13 e Powell chiudeva per gli uomini di Nurse in doppia cifra con 11 punti.

Si va sul 6-7, Toronto dimostra di essere ostica ma gli Hornets fanno vedere che commettendo meno errori possono rimanere agganciati e magari vincer la prossima, anche se sul filo.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Charlotte vinceva la palla a due con Biyombo ma faceva scadere i 24 secondi mentre la palla andava a perdersi oltre la linea laterale sinistra.

Lowry iniziava bene fornendo un assist verticale per la rapida schiacciata di Anunoby.

Gli Hornets, dopo un attacco a vuoto, pareggiavano con una drive di Graham con pass sotto per la schiacciata di Biyombo quindi Siakam a colpo sicuro era stoppato all’ultimo da P.J..

La difesa di Charlotte funzionava: Rozier intercettava un passaggio in angolo e partiva in coast to coast per appoggiare in allungo un atletico layup con spin perfetto poi Lowry colpiva da fuori ma Caleb Martin dalla diagonale destra segnava due punti dal gomito.

Il piano di VanVleet da tre falliva mentre Rozier, lanciato nel cuore del pitturato compiva uno spin, arresto e tiro rapido vincente.

Anunoby segnava due triple consecutive ma Charlotte riequilibrava la situazione con la tripla di Graham a 6:57 (diag. sx) e si portava avanti con Caleb Martin che tentando la fearless dunk su Baynes era toccato dal centro.

2/2 poi un fast break concluso da P.J. valeva il +4 quindi toccava a Lowry da sotto colpire dopo una finta ma sull’altro lato P.J. andava con autorevolezza in euro-step a battere l’avversario diretto.

Baynes metteva due punti con una dunk assistita e un’alzata dalla FT line di Lowry consentiva il pari ai canadesi.

Un passaggio laterale in corsa di Ball per il poco più esterno P.J. consentiva agli Hornets di riprendersi il vantaggio (19-17) che aumentava a 3 pt. dopo due FT di P.J. (21-18).

Boucher individuava la debolezza di Charlotte colpendo da tre ma Charlotte tornava sopra quando Rozier dalla metà campo difensiva tracciava un lungo assist perfetto per Miles che andava alto dietro il difensore a colpire in alley-oop dalla baseline destra.

Graham aggiungeva un catch n’shoot da 3 dalla destra (ottima palla ricevuta da Ball) dentro Monk ma due su due per Boucher (26-23).

Finale dai parziali estesi con un 5-0 Hornets che realizzavano con Biz (gancio in girata su Anunoby) e Monk da tre, VanVleet e Johnson rispondevano con due tripla e Watanabe che appena entrato metteva la sua difesa a servizio degli avversari facendo anche vedere di poter colpire da fuori portando i padroni di casa in vantaggio 31-32 grazie allo 0-9 run.

Miles segnava con l’open 3 libero per chilometri ma allo scadere, una tripla di Boucher inaspettata (marcato e a un decimo) segnava il +1 Raptors in un quarto combattuto.

Biyombo in gancio su Anunoby. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

L’alto punteggio continuava rapidamente ad accumularsi: 11:36, circus shot da sotto di Rozier, 11:25 Powell dal corner destro da te punti che spingeva fisicamente in entrata i difensori e metaforicamente i Raptors realizzando il 36-40.

La panchina dei Raptors viaggiava sull’8-21 dopo i due FT ottenuti e realizzati da Boucher (Monk foul) a 10:25, Charlotte perdeva il filo e la difesa venendo colpita ancora dal n° 25 in transizione.

Watanabe si permetteva il lusso di stoppare Biz ma Rozier in transizione ne metteva due.

Powell era influenzato sulla tripla da Rozier e non riuscendo a metterla gli toccava vedere Terry andare a metterne altri due tuttavia arrivava anche il momento del giocatore dei Raptors abile in 1 vs 1 nel realizzare il 40-46.

Graham cercava il contatto con Watanabe, tiro storto da tre, la terna non fischiava e Powell andava a segnare sotto gli occhi di un frustrato Devonte’.

Time-out inutile -alla prova dei fatti – di Borrego a 8:11: tripla di Lowry (10/19 da tre per i Raptors) due FT di Boucher prima del canestro di Ball che finalmente rompeva l’avanzata locale (42-53).

Era senza sosta però la marcia dei bianchi che ne mettevano dentro altri 4 prima di essere colpiti da P.J. due volte (tripla e fing and roll in transizione su passaggio di LaMelo).

Gli Hornets si portavano sull’8-0 di parziale con la tripla di Monk del 50-57 ma Flynn, pericoloso tiratore, riusciva a infilare lateralmente la tripla del +10 TOR.

Monk esplodeva un altro siluro con un relocated 3 dalla sinistra dopo una finta.

Lo scambio orizzontale tra Monk e Graham portava il secondo e mettere una tripla dalla diagonale sinistra, canestro che arrivava ancora per il nostro numero 4 in uscita difensiva con un rapidissimo tre dalla diagonale opposta a 2:15.

Il catch n’shoot riportava a -3 Charlotte (59-62) ma VanVleet da tre ci rispediva indietro e in un finale convulso il vantaggio degli uomini di Nurse saliva a 9 punti quando un’altra tripla allo scadere pioveva dentro il cesto degli Hornets per il 62-71.

3° quarto:

I piani di recupero di Charlotte erano freddati dalla tripla di Lowry ma Rozier non rinunciava al difficile sogno del comeback: 3 pt. oltre Lowry dalla diag. dx.

VanVleet ne metteva due in jumper lungo poi Biz segnava da sotto e stoppava Siakam andando sull’altro fronte a recuperare un rimbalzo offensivo ripetendosi per altri due punti a 9:37 (69-76).

Anunoby da sotto aveva la meglio su P.J. appoggiando al vetro, Rozier ne metteva altri tre dall’angolo destro per il -6 (72-78) ma quando Biyombo si staccava dal gioco di passaggi dei Raptors, VanVleet colpendo per l’ennesima volta da fuori senza nessun difensore attorno.

Anunoby usava il fisico per metterne altri due così a Rozier toccava inventarsi un’entrata nel traffico per appoggiare oltre le mani dei Raptors.

Gancio di P.J. in area buono ma tripla dall’angolo di VanVleet con Martin a vuoto sull’intercetto del passaggio in diagonale.

Poca cosa gli Hornets in attacco in questo momento: errore di P.J. in post basso dx contro due difensori ma fallo sulla put-back dunk di Martin: ½ e sfondamento dello stesso sull’azione seguente.

LaMelo metteva dentro un lungo runner ma la difesa di Charlotte si scioglieva concedendo di fiorire ulteriormente alle pendici del tiro da tre ai Predatori che con Lowry a 3:58 tornavano sul +13.

Siakam ne realizzava altri due, Johnson ai 24 era lasciato libero di tirare da tre difensori Hornets che colpevolmente non capivano chi dovesse marcarlo…

+18 Raptors (79-97), gelati anche se in Florida, gli Hornets coltivavano timidissime speranze di recupero con un deep 3 di LaMelo a 1:41.

Uno contro uno aperto di Bridges con passaggio per sé stesso e ottima rifinitura contro Watanabe, LaMelo con un nice runner davano il 7-0 di parziale chiuso prima della sirena da Powell che con una finta e spin da sotto depositava l’86-99.

4° quarto:

Partenza sparatissima per Charlotte che guadagnava due punti da Rozier, altri 3 da Graham e due da Biyombo ricevendo il pass in corsa di un Miles raddoppiato.

Borrego inseriva Caleb Martin per Bridges rovinando tutto e dopo il libero di P.J. a 8:21 per l’8-0 run, Siakam trovava a 7:15 il primo canestro del quarto dei canadesi partiti 0/6.

Caleb mancava la tripla, Siakam a 6:45 no, small ball degli Hornets con rimbalzi offensivi a ripetizione sulla stessa azione per Toronto che arrivava alla fine a battere due FT con Boucher: ½ e 94-105.

Dentro di nuovo Miles, passaggio di Ball sulla baseline e poster in tomahawk di Bridges su Boucher.

A 4:26 si invertivano le parti, assist volante di Bridges che dall’angolo passava a Ball per la tripla del -3 (102-105).

Boucher da sotto sfruttava il rimbalzo offensivo andando a segnare il ventunesimo punto ripetendo una buona giocata anche in difesa su Ball che in entrata era stoppato facilmente.

Charlotte sfruttava una second chance con P.J. ma Boucher da pallavolista spingeva dentro in back-door il lob di Lowry.

Altro assist di LaMelo per Miles che dalla sinistra faceva veleggiare nella retina un tiro con poco spin.

Steal in angolo per LaMelo e atletico appoggio di Rozier: Charlotte non cedeva rientrando sul -3 a 1:37 (106-109).

Dopo un errore di Bridges da tre punti per il possibile pari, ancora Boucher da sotto: troppo facile mostrare i lati negativi della small ball anche per un giocatore non di primissimo piano…

Gomitata arretrando di Siakam su P.J. che andava giù, palla vagante recuperata da LaMelo che si mostrava in una flash dunk appesa per tener vive le speranze di Charlotte…

Finalmente P.J. sulla baseline stoppava Boucher al quale scorreva la palla sul braccio.

Rimessa dal fondo pro Toronto ma challenge vincente chiamato dagli Hornets a :09.8.

Rimessa di Ball, palla a P.J che cercava un compagno trovando Rozier arrivato dalle retrovie; Scary si allargava quel tanto che bastava per essere raddoppiato, pick and pop con P.J. che nel frattempo – allargatosi sula destra – era rimasto solo, tutto bene tranne la cosa più importante ovvero il tiro di P.J. che si spegneva sul ferro, rimbalzo di Graham che in girata dall’angolo sinistro tentava l’impossibile disperato tiro spentosi sul bordo tabella.

Toronto manteneva i tre punti di vantaggio in un finale al fotofinish.

Devonte’ Graham: 6

15 pt. (5/15), 4 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +15 in +/-. 4 TO. Devonte’ mostra ancora percentuali non efficienti al tiro anche se ha un buon momento nel primo tempo quando piazza due triple consecutive. Frustrato nel primo tempo quando non gli viene riconosciuto un fallo subito. Riesce a equilibrare un po’ la squadra in attacco ma perde 4 palloni.

Terry Rozier: 7

22 pt. (10/16), 3 rimbalzi, 5 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -3 in +/-. 1 TO. Come la precedente serata è il migliore dei nostri. Piuttosto affidabile al tiro, che si tratti di tripla (2/4 indovinate nello spazio di poco tempo dalla destra battendo i suoi marcatori), invenzioni al ferro come circus shot (ne abbiamo viste un paio) ibridate con atletismo dirompente poco importa. Scorer affidabile. Impegno difensivo anche in uscita sui close-out ma quello che non va di tutta la squadra è il chiudersi troppo a testuggine nei pressi del pitturato, le triple che piovono sopra lo scudo degli Hornets vanno a bersaglio senza la prima linea difensiva.

Caleb Martin: 5

5 pt. (1/7), 6 rimbalzi, 4 assist, 3 rubate, -8 in +/-. 3 TO. Buona partenza. L’intensità c’è e riesce a strappare anche tre palloni ma ne perde altrettanti. Gioca con la squadra ma quando ha la possibilità di far male con spazio sbaglia e il suo 1/7 costa caro. Nell’ultimo quarto rientra per un breve periodo ma con lui sul parquet la squadra perde ulteriore equilibrio giocando una small che balla.

P.J. Washington: 6,5

20 pt. (7/14), 11 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate, +3 in +/-. 3 TO. Partita interminabile per P.J. che avrà la stamina a zero. Dietro ha il suo bel da fare. Va a corrente alternata riuscendo qualche volta a fermare l’avversario ma Boucher nel finale ha la meglio sebbene possa diventare l’eroe della serata dopo la sua stoppata proprio sul lungo canadese ma il suo tentativo da fuori è impreciso e gli Hornets non ce la fanno a protrarre il match. Peccato ma dal mio punto di vista è andato oltre le aspettative sebbene ritenga che il ruolo di centro non sia il suo. Rimbalzi e punti, peccato per un paio di TO forse evitabili e una gomitata che Siakam inavvertitamente gli rifila e l’avrebbe mandato in lunetta se fischiata ma Ball provvedeva comunque a metterne dentro due..

Bismack Biyombo: 6,5

10 pt. (5/8), 8 rimbalzi, 1 assist, 1 stoppata, -6 in +/-. 1 TO. Gioca 24:51, troppo pochi. Arriva in doppia cifra e va meglio a rimbalzo. Peccato che, nonostante parta da starter poi sia lasciato fuori senza ritegno per lunghe fasi del match alle quali a volte (come in serata) corrispondono parziali avversari non più rimediabili. Deciso sotto canestro solo in un’occasione fa una cosa poco furba cambiando lato per andare a schiacciare ma viene stoppato. Un bel gancio su Anunoby e un paio di situazioni nell’area opposta risolte in maniera facile e veloce.

Miles Bridges: 6,5

12 pt. (5/7), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, +14 in +/-. 1 TO. Plus/minus da tener d’occhio. La sua energia nel finale contribuisce a trascinare gli Hornets vicini al pari che lui stesso manca da tre dopo aver segnato una tripla in precedenza. Anche lui scala di ruolo nella small ball e ha problemi a rimbalzo per via dell’inferiore altezza Combatte commettendo tre falli. 2/3 da fuori e buone percentuali.

LaMelo Ball: 6

14 pt. (6/14), 6 rimbalzi, 11 assist, 3 rubate, 1 stoppata, -4 in +/-. 5 TO. Primo tempo incolore se non scialbo, secondo tempo quasi di lusso andando in doppia doppia, invertendo la tendenza che lo voleva più fresco ed efficiente nei primi. Tanti assist smarcanti davvero vincenti ma vuole strafare e commette alcuni TO (5 alla fine) con passaggi non eccelsi come lob troppo lenti e al tiro si va a prendere spesso soluzioni non consigliabili. Si prende una stoppata su un tentativo d’appoggio ma nel 2° tempo realizza anche due deep 3. Una bella palla rubata nel finale e una flash dunk appesa per restituire speranze a CHA.

Malik Monk: 6

10 pt. (3/6), 3 rimbalzi, 3 assist, -11 in +/-. Finalmente Borrego lo testa seriamente gettandolo nella mischia. Lui risponde iniziando con un 3/3 da fuori poi non gli entra più nulla e commette alcuni falli difensivi lamentandosi con la terna ottenendo in cambio probabilmente una non simpatia. 22:59, tre assist ma viene tolto perché inizia a sembrare avulso in attacco e in difficoltà in difesa.

Cody Martin: 5,5

0 pt. (0 /0), 1 rimbalzo, -15 in +/-. 5:32 sul parquet, plus/minus eloquente, nessun apporto offensivo, un rimbalzo difensivo, coinvolto nel peggior momento della squadra, se cambia una virgola è solo per spostarla su cifre peggiori per gli Hornets.

Coach James Borrego: 5

Giocare così contro tutte le squadre diventa un problema, anche questa sera arriva un parziale, anzi arrivano un paio di parziali che stendono virtualmente una squadra che lotta ma di priva di arrivare a un finale da gestire.

Seconda sconfitta consecutiva a dimostrare pregi e difetti della small ball.

Toronto tenuta a 12 punti nell’ultima frazione (molti i demeriti canadesi) ma il primo tempo è da incubo sul tiro da fuori.

Toronto colpisce in continuazione e non si trovano soluzioni.

Inserisce nell’ultimo quarto Caleb per Miles abbassando ulteriormente il peso della squadra che fatica a rimbalzo difensivo anche nel finale con lo stesso Bridges, senza Biz.

Alternative al gioco che vuol fare senza Biyombo non se ne vedono.

Semplice ma buono lo schema sull’ultima rimessa anche se non va a buon fine.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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