Game 15: Charlotte Hornets @ Orlando Magic 112-105

Mason Plumlee con 18 pt (8/9) e 11 rimbalzi ha aiutato gli Hornets a uscir vittoriosi da Orlando.

Charlotte, giunta a otto sconfitte consecutive, rimaneva in Florida alla ricerca di una vittoria che spezzasse la serie negativa, approfittando per l’occasione anche dell’assenza di Paolo Banchero sperando di avere un banco di prova più morbido.

Nonostante un Mo Bamba da 14 punti nel primo tempo, molto attivo anche a rimbalzo e gli esterni degli Hornets a basse percentuali da fuori ma pronti nello smistare assist, la squadra di Clifford chiudeva la pratica nel primo tempo partendo decisa e facendo una buona difesa.

All’attacco provvedevano le invenzioni di Ball mentre Oubre, P.J. Washington e Plumlee portavano a casa 10 punti a testa dando più della metà punti a Charlotte nei primi 24 minuti (58-45).

Nel secondo tempo tutta la squadra faceva un buon lavoro, il solito Rozier, poi McDaniels con qualche punto prezioso nelle mani mentre emergeva Maledon con solidità a dare ricambio a un Ball con qualche problema di falli (precauzionalmente).

Il francese terminava con 14 pt. (4/4), 3 rimbalzi, 3 assist e 2 rubate in 24:47.

Alla fine la vittoria ha arriso alla squadra che ha giocato meglio, il team di Clifford ha interpretato meglio la partita cercando di indirizzarla sin da subito sui binari giusti.

Se non è un sorriso completo, almeno un mezzo sorriso si può portarlo a casa, ben 7 uomini hanno terminato in doppia cifra mostrando un attacco bilanciato mentre Richards, leggermente al di sotto dei 15 minuti ha chiuso con 6 punti e 3 stoppate.

Per i Magic 23 punti di Franz Wagner e 20 di W. Carter Jr. mentre la coppia Bol Bol/Bamba ha terminato con 14 punti a testa (il secondo aggiungendo 11 rimbalzi).

Per Charlotte anche Plumlee ha catturato 11 rimbalzi andando in doppia doppia mentre LaMelo ha solo flirtato con 9 assist in 33:40.

Nonostante il 47-59 a rimbalzo e il 20,0% al tiro da fuori contro il 38,9% avversario, Charlotte è riuscita ad avvantaggiarsi sui palloni rubati con un 15-3 ampio mentre le volate (18-4) nei fast break sono state decisive unite ai tiri in lunetta dove, una volta tanto, in questo inizio di stagione, Charlotte è stata precisa chiudendo con un 21/24 che le ha evitato di farsi risucchiare nel finale in un’altra beffarda fatale sconfitta.

Curiosità, a Ball sono state fischiate tre accompagnate…

Riassunto partita

Gli Hornets partivano decisi alla ricerca della vittoria perduta: se da una parte Paolo Banchero privava la partita di un possibile protagonista, sull’altro fronte l’attore principale ritrovato – Ball – innescava con un vertical bound pass P.J. Washington che realizzava da sotto, quindi ancora l’ala degli Hornets raddoppiava ravvicinatamente con gli Hornets pronti a scattare sul 7-0 grazie ad una tripla di Ball.

Orlando rompeva il digiuno e si riavvicinava ma gli Hornets dapprima tornavano ad avere un vantaggio da 7 punti (14-7) poi a 7:02 si staccavano in doppia cifra grazie alla tripla di Rozier (17-7).

Da segnalare l’ottimo no look pass di Maledon per il 23-9 di Plumlee sotto canestro.

Il divario rimaneva ampio anche grazie a giocate come quella di Plumlee che in corsa con uno spin si liberava del difensore aprendo il compasso per poi appoggiare fluidamente.

Orlando si riavvicinava sino al 37-30 prima che Charlotte trovasse due canestri con McDaniels il quale apriva il gas in transizione sparando di destra in una classica transizione veloce portata da Charlotte nel primo tempo (8-4 i punti in fast break e 13-10 negli assist) come quella che da Ball passava a Plumlee per una jam in corsa (49-34).

All’intervallo Charlotte arrivava sul 58-45 agevolmente.

Nel terzo quarto a 9:49, pur subendo fallo, Rozier in caduta – ritardava il tiro – segnando con un acrobatico appoggio al vetro un two and one per il 63-47.

Ball in transizione riusciva finalmente ad alzare le sue percentuali da fuori (2/8 al momento) portando sul +19 (66-47) Charlotte.

Orlando però tornava a muover bene palla pescando le triple di Harris e Houstan che riducevano lo scarto a 12 punti (68-56) costringendo a 6:51 il time-out coach Clifford.

A 5:09 altra infilata di Rozier tra tre uomini chiusa con and one (75-59) con Charlotte che ai 24 trovava colpi anche da McDaniels bravo nel fade-away frontale in uno contro uno.

Organizzato lo screen roll con il quale Richards andava a martellare su bound corto di Ball (81-66) quindi Maledon, l’uomo senza espressione, trovava lo spazio per selezionare l’opzione da precisa tripla a :58.5 (84-66).

Hampton, con bravura, chiudeva dal corner sinistro per il 3 da 84-69.

L’ultimo quarto vedeva lo scambio Ball da 3, replica di Bol Bol, raddoppio solo nel nome mentre La Melo, dopo uno scambio a sx andava in corsa a segnare la seconda tripla consecutiva dall’angolo prima che Wagner segnasse un canestro facile e Clifford bloccasse il cronometro non volendo un pickup game anche sul 93-76.

Bol Bol infilava anche la seconda tripla dimostrando di non essere un bluff, Maledon in allungo segnava dopo il fischio ma sulla continuazione che gli dava la possibilità dell’and one (95-79) per tenere a bada i Magic ma due triple di Okeke e un pull-up da due di Bol Bol su Plumlee riaprivano inaspettatamente la partita.

A 7:44 coach Clifford andava in time-out sul 96-87 con i Magic a 9 punti di distanza.

L’alzata di ball per Plumlee valeva ancora la perfezione dal campo per Mason (7/7) prima che Bol Bol riuscisse successivamente a bloccare un suo tiro ma un floater lungo di Maledon in caduta dava comunque sostanza (102-89) al rush finale.

Floater da drive di Ball a 3:08 e +17 tranquillizzante.

Nonostante i Magic riuscissero a mangiare 10 punti portando un po’ di pepe alla partita, grazie al tempo e ai liberi (vedi il 2/2 di Plumlee), fortunatamente la rimonta si stoppava lì ed il risultato finale di 112-105 premiava gli Hornets.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.