Game 16: Charlotte Hornets Vs Washington Wizards 97-87

Intro

Nel 1948, mentre il presidente statunitense firmava il piano Marshall con precise intenzioni, George Orwell cominciava a scrivere 1984, romanzo complesso che tratta di come gli stati totalitari controllino (a seconda del macro-stato di cui stiamo scrivendo giacché esistono nel libro l’Oceania, Eurasia e l’Estasia), attraverso un’invasiva propaganda, un terribile controllo (telecamere ovunque senza possibilità di privacy), menzogne che diventano verità e l’annullamento dell’analisi critica grazie anche a un cambiamento della lingua funzionale individuale il singolo soggetto.

Ebbene, in parte queste tematiche sono attualissime perché se la critica occidentale si è più volte rivolta per diversi motivi, a volte più che giustamente ma a volte a convenienza contro stati totalitari o occupati da dittature de facto come Turchia, Cina, Russia, Birmania, Bielorussia, Corea del Nord, ecc. o lo hanno fatto solo in maniera parziale o hanno omesso completamente di farlo con stati alleati come Egitto e Arabia Saudita dove la libertà di pensiero o nel progredire su certe tematiche sono problematiche a dir poco, proprio nel “mondo civilizzato” si registra un inversione di tendenza che porta in realtà alle stesse dittature, più morbide.

Pan et circensis probabilmente basta al popolo e sembrerebbe strano scriverlo su una pagina che si occupa di sport, divertimento in generale ma non ci si può esimere dal trovare in questa finta libertà fatta di mancanze di regole, una situazione collodiana simile a quella del Paese dei Balocchi.

Se Umberto Eco diceva che i social sono la cassa di risonanza di quegli imbecilli che prima nei bar avevano poco credito (per dirla eufemisticamente), oggi in rete si trovano, non solo informazioni imprecise ma anche false e appositamente tendenziose alle quali si appoggiano sempre più persone pensando che il “mainstream” ufficiale sia sempre fasullo e tendenzioso anche quando non lo è.

Il non saper distinguere e discernere le situazioni ha portato gli imbecilli (per dirla alla Eco) ad appoggiare fantomatiche teorie, a credere a complotti di ogni genere, messi on-line da gente che si fa meno scrupoli dei politici, giusto per guadagnare in clickbait o portare qualche persona all’interno del proprio partito, setta o qualunque forma di associazione abbia interessi economici o politici, in genere dubbi.

Personalmente l’utente medio di cui scrivo mi ricorda – non so se l’avete mai viste – quelle gare dove due avversari si prendono a schiaffi alternandosi (slapping war), disorientato e stordito da due o più campane fino a far collassare a terra corpo e cervello…

Lasciando da parte la tristezza della morte dell’analisi critica di sempre più persone in un contesto estremamente opposto al totalitarismo, il trait d’union con gli Hornets è esattamente questo.

Charlotte è la squadra dai fenomeni estremi: 2ª in NBA per punti segnati e ultima nei punti subiti, 4ª negli assist ma 27ª per percentuale ai liberi, come un uragano che passa lasciando distruzione ma anche il sole, gli Hornets hanno visto il proprio arcobaleno spuntare a Memphis per pitturarsi di colori carichi in viola, indaco e verdazzurro contro i Knicks e continuare il proprio periodo dorato contro Golden State.

Per dare il bianco all’altra capoconference Charlotte dovrà trovare l’equilibrio tra la libertà offensiva e l’organizzazione difensiva di copertura che ha caratterizzato positivamente le ultime partite.

Innanzitutto continuare a difendere bene togliendo quei 20/25 punti di troppo concessi nelle trasferte a Ovest, mancare meno FT possibili e rimanere concentrati per 48 minuti non sottovalutando nessun avversario.

L’analisi critica durante la partita sarà affidata a Borrego che a seconda delle necessità potrà fare qualche cambiamento in corso e ai giocatori che con il proprio IQ cestistico dovranno capire le situazioni sul parquet.

Andamento della partita

Gli starting five.

Nonostante la prima palla fosse disponibile per la compagine ospite, i primi a passare in vantaggio erano gli Hornets che con una finta dalla sinistra di Hayward e il suo avanzamento trovavano il 2-0 dal mid range.

Il pareggio dei rossi era realizzato da Gafford e da una palla persa da Miles (bad pass) arrivava la transizione con dunk di Caldwell-Pope.

Il bellissimo taglio di Hayward in back-door diagonale era assecondato da un perfetto passaggio schiacciato di Plumlee che mandava a canestro l’ex Celtics.

Gafford segnava ancora da sotto ma Ball rubava un pallone proprio a Gafford e insistendo segnava da tre punti il 7-6mentre sull’altro fronte era sempre l’ex Bulls a dare problemi con uno spin e un semi-gancio in area (7-8).

Il sorpasso degli Hornets a 7:59 era fornito dall’alzata di Rozier che mandava Miles a canestro con perfetto alley-oop dai margini ristretti per una buona difesa ma dopo il 9-8 Kuzma colpiva da tre e Gafford con un two and one (mancato il libero) a 7:04 portava sopra l’unico possesso i Maghi.

L’assist di martin per l’open 3 di Bridges riduceva lo scarto ma Gafford affondava una possente schiacciata su Richards e dopo un canestro annullato a ball (braccio largo in entrata secondo la terna9 arrivava anche la transizione con canestro di Beal per il -5 812-17).

Oubre compensava con una tripla nonostante il 4-14 nel pitturato mentre Richards appoggiava in maniera volante al vetro dall’alzata di Ball.

l’equilibrio era rotto da una tripla di LaMelo in pull-up ma Harrell e Kispert con due canestri semplici e veloci riportavano avanti i visitatori che sigillavano il vantaggio con una stoppata da dietro di Harrell su un martin che sembrava destinato ormai alla schiacciata mentre la tripla rapida sull’altro fronte era contrastata dall’ottima entrata del nostro play per il 22-24.

Si allontanava però Washington con una tripla dell’israeliano Avdija mentre la tripla di martin era un in & out beffardo, inoltre nonostante la vendetta di martin che stoppava Harrell, Kispert mandava sul -7 Charlotte che recuperava due punti prima della chiusura quarto con Oubre Jr. per il 24-29.

partiva offensivamente lenta la seconda frazione con punteggio bloccato sino a 9:48 quando Plumlee dal palleggio sfoggiava un hook laterale sopra Harris ma sull’altro fronte una giocata di Harris consentiva ai capitolini di allontanarsi poiché canestro a parte arrivavano anche il libero supplementare e un tecnico a Mason per aver scagliato la palla contro il sostegno per frustrazione.

L’allungo sul 26-33 lasciava indietro Charlotte che tentava il recupero per tutto il quarto con la tripla di McDaniels (solo cotone) dalla diagonale sinistra per il -4 che resisteva ad elastico anche quando, dopo un time-out, l’alzata di Miles (in veste di rifinitore per una volta) era finalizzata da un alley-oop del centro giamaicano (33-37).

Floater di Kuzma ed entrata di Rozier con appoggio al plexiglass sfuggente anche per il tentativo di stoppata di Harrell, canestro di Gafford e altro inserimento del nostro n°14 Richards per un alley-oop che dava solamente il 37-43.

Rozier segnava dal mid range passando il difensore e la zona dei Maghi per il 41-45 ma non si riusciva ad accorciare oltre nemmeno quando Rozier con un caracollante movimento entrava in area e in fade-away batteva il difensore per il 43-47.

Un paio di scelte al tiro non consigliabili prese da Ball unite ai canestri di Beal e Gafford nel pitturato consentivano di prendere 8 punti di margine ai Warriors con gli Hornets capaci soltanto di rintuzzare due punti prima dell’intervallo con l’alzata di Ball per Bridges in appoggio da contropiede per il 43-51.

Il vantaggio dei Wizards era prodotto essenzialmente da Gafford che da sotto aveva la meglio sui nostri lunghi: 16 pt. e 7 rimbalzi in 12:16 nonostante i soli 7 punti di Beal con 12 tiri presi e gli 0 di Dinwiddie (0/2).

Piace poco anche la terna che ha affidato 9 FT ai Wizards (6/9 con tre errori su altrettanti tentativi di Gafford) contro gli zero assegnati a Charlotte e 4 falli personali a un grezzo Richards, punito oltremodo.

Gli Hornets sono riusciti a tenere a 15,8% le triple avversarie contro il proprio 31,3%.

Bridges con 9 punti e ball con 8 guidavano gli Hornets nei punti realizzati dopo 24 minuti.

28-31 a rimbalzo.

Il terzo quarto cominciava con gli errori di Bridges e Hayward oltre alla terza terribile tripla fuori misura presa da Kuzma in serata.

Un bad pass di Ball dal fondo avversario era preda di Gafford che continuava anche a segnare portandosi sul 9/9 in serata mentre poco dopo faceva registrare il primo errore da sotto sfidando Plumlee.

Gli Hornets segnavano due canestri con Mason (errore di Bridges nella prima occasione con putback dunk e passaggio di Miles corto dopo aver attirato il raddoppio nel secondo caso per la jam dell’ex Pistons) ma gli Hornets rimanevano lontani anche perché un fallo speso da Hayward su Gafford non portava risultati in termini concreti con il centro abile questa volta a realizzare ambo i FT.

0/0 per Charlotte dalla linea, 8/11 per gli ospiti sul 49-57…

Arrivava anche un tecnico a Rozier per una contestazione reiterata (possibile rimessa dal fondo) ma la musica cominciava a cambiare a 6:48 quando a Plumlee erano assegnati due liberi per il terzo fallo di Gafford che di lì a poco usciva come Plumlee per riposarsi.

Charlotte sceglieva Miles come centro ma la tripla di Beal consigliava a Borrego di inserire anche McDaniels che rispondeva bene sul parquet.

Martin recuperava una palla, Bridges lanciava Ball in transizione che affondava a una mano il 54-61 rianimando un pubblico un po’ spentosi.

Nonostante Beal battesse sul tiro Martin, McDaniels inanellava la seconda tripla di serata dalla sua mattonella mentre l’entrata di Bridges a 5 minuti dalla terza sirena mandava in time-out coach Wes che vedeva assottigliarsi il margine a 4 punti, 3 dopo l’1/2 di Oubre ai liberi a 4:38.

Con i Calabroni negli specchietti Washington andava in tilt offensivamente mentre un passaggio perfetto di Ball per McDaniels nell’angolo sinistro consentiva a Charlotte di agganciare finalmente i rivali.

Il quintetto più basso ma rapido di Charlotte portava rischi ma incredibili vantaggi nell’occasione perché Miles sorpassava con un reverse su Neto, Oubre a 3.26 segnava da tre e anche se Harrell ne metteva due da sotto, i calabroni sul +3 non si arrestavano più.

Ball per Bridges in alley-oop, Oubre Jr. da tre come una lama in transizione e pubblico impazzito sul secondo canestro consecutivo in transizione di Kelly che allo scadere imitava Martin, un secondo prima capace di stoppare Avdija con un pubblico sempre più caldo dopo aver visto due stoppate di seguito e aver ottenuto un +10 in pochi minuti (75-65).

Entrava Richards nell’ultimo quarto e due sue stoppate (su Avdija e Dinwiddie) aiutavano la squadra a non farsi rimontare dagli avversari visto l’appannamento offensivo momentaneo della squadra di Borrego che risentiva un po’ di Harrell da sotto e di una tripla di Beal che andava a tagliare il divario a 7:28 sull’81-76.

Borrego andava in time-out e Plumlee con un hook che ballava sul ferro batteva Gafford mentre alcune buone difese degli Hornets unite alla riaccensione di Rozier in attacco (canestro in step-back su Neto, mid range su Gafford e altro canestro a 3:47 consentivano agli Hornets di riprendersi i 10 pt. di vantaggio (91-81) anche perché nel mezzo Caldwell-Pope mancava una tripla con km davanti a sé e a avrebbe potuto trovare anche l’entrata essendo palla recuperata da una steal mentre Gafford in mischia si faceva scippare palla da martin.

A Washington non funzionava più nulla e arrivava anche il tecnico a Gafford con gli arbitri a invertir rotta.

Charlotte raggiungeva il +13 un paio di volte con la tripla dalla diagonale sinistra di Rozier ad ammazzare la partita a 1:27.

la bomba finale di Holiday plasmava il punteggio finale sul 97-87 per Charlotte.

Rozier passa il brasiliano Neto per andare in appoggio. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets abbattono anche l’altra leader di Conference anche se le caratteristiche dei Wizards sono differenti da quelle dei Warriors e avrebbero potuto metterci in difficoltà.

I Calabroni si confermano ammazza grandi facendo capire che venire a giocare all’Alverare non sarà più una passeggiata per le squadre avversarie.

L’entusiasmo del pubblico e la swarm defense mostrata nel terzo quarto unita con transizioni letali sono lo spirito di una squadra che ha alzato la flame e la fame della vittoria.

Un plauso va anche a Borrego che in extrema ratio, dopo averle provate tutte, si è arrischiato in una formula particolare provando a inserire un quintetto più rapido e agile in un momento particolare dove la nostra panchina ha fatto la differenza in maniera rapida.

Dopo aver rischiato di affogare nel secondo quarto, un terzo periodo da capogiro con un parziale di 30-14 ha stordito gli avversari che, “persa” la tracotante efficacia di Gafford e Harrell, non hanno saputo più rispondere con costanza fermandosi a un 19,0% da tre punti (8/42) contro il 31,3% (10/32) di Charlotte ancora brava a distribuire l’attacco tra tutti i suoi elementi e a scartavetrare ogni rimbalzo da ferro e tabelloni finendo sopra 63-54.

L’arbitraggio, pro Wizards nei primi 24 minuti, se pensiamo ai liberi assegnati ai Maghi contro gli zero di Charlotte e anche i tecnici presi, ha finito per direzionarsi un po’ anche sull’altro fronte nel secondo tempo (errore a parte di una rimessa assegnata ai Wizards che sarebbe stata di Charlotte ma anch’io dalla mia visuale ero stato ingannato) e gli Hornets hanno finito per poter giocare laloro partita.

Il buon 54-46 nel pitturato è anche integrato/superato dal 19-9 nei fast break mentre il 30-23 negli assist ha mostrato il perché Charlotte sia riuscita a vincere senza patemi alla fine.

Beal ha segnato 24 punti nelle file avversarie, Gafford 20 e Harrell 15 ma nessun altro Mago è riuscito ad andare in doppia cifra con Avdija a 9 più 11 rimbalzi.

L’ottimo equilibrio di Charlotte ha prodotto 19 punti da Rozier, 17 da Bridges, 14 da Oubre Jr. e 14 assist da Ball.

LaMelo Ball: 7,5

11 pt. (4/18), 6 rimbalzi, 14 assist, 2 rubate. Nonostante i 5 TO e una serata non brillante al tiro (l’ultimo tiro che si prende è una tripla mancata dal logo a partita vinta), produce gioco con le sue entrate e improvvise alzate per i compagni che ringraziano facendo figuroni in alley-oop o appoggio. Record personale in assist e questo è importante per far girar la squadra anche quando la palla non entra spesso (qualche entrata mancata e una stoppata presa da Kuzma plateale). Sottolineerei anche la difesa che aiuta al suo +19 in +/-.

Terry Rozier: 8

19 pt. (9/19), 8 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata. A lui non entra il tiro da fuori ma paradossalmente mette quello della sicurezza a 1:27 dalla fine. Anche se si becca una stoppata da Gafford, le sue entrate micidiali con appoggi e tiri dal mid range sempre differenti con crossover, step-back e fade-away portano punti pesanti anche nel finale. Sa che se non entra da fuori ha sempre l’opzione più ravvicinata. Sembra tornato lui dopo qualche problema fisico a inizio stagione e la difesa non è malvagia.

Gordon Hayward: 6,5

8 pt. (4/14), 6 rimbalzi, 1 assist. Sbaglia 3 conclusioni da fuori e offensivamente, a parte un arresto con finta da sotto e due punti in appoggio, manca altre conclusioni nell’ultimo periodo che fanno riaprire un po’ il match. Appannato, forse un po’ stanco e un problema al tendine del ginocchio, alterna i suoi buoni tiri a qualche errorino che i solito non commette ma in difesa mostra ancora degli ottimi uno contro uno influenzando l’attacco o i tiri avversari.

Miles Bridges: 7,5

17 pt. (8/15), 10 rimbalzi, 5 assist, 1 stoppata. 4 TO, +15 in +/-. Quando va in entrata la difesa lo teme e lo segue, per questo eventuali raddoppi con eventuale scarico possono essere pericolosi ma anche quando batte Neto con un reverse mostra di poter far tutto da solo. Nel finale supera Gafford andando al vetro rimbalzandogli addosso e dopo un primo tempo in sordina sotto le plance (mancanza di cm) comincia a strappare anche rimbalzi finendo in doppia doppia. Ci regala anche degli alley-oop e un assist per Richards che lo imita. Troppo acido da digerire per i Wizards anche in difesa.

Mason Plumlee: 6,5

11 pt. (5/7), 13 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. Stava per essere proclamato martire nel primo tempo quando Gafford ha ogni volta il sopravvento (l’aveva anche su Richards) ma l’aria muta nel secondo tempo e dopo aver visto l’avversario sbagliare, trova anche un paio di canestri da sotto che l’aiutano a finire in doppia cifra mentre se sotto le nostre plance non è fantastico (5 rimbalzi in 25:52), tiene vivi molti possessi con 8 rimbalzi offensivi, specialmente nel secondo tempo. Gli scippano una rimessa ma non fa nulla, si era già guadagnato qualcosina in più della sufficienza con un paio di semi-ganci su Gafford. Doppia doppia.

Kelly Oubre Jr.: 7,5

14 pt. (5/10), 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 stoppate in 23:45. Manna santa dal cielo o dalla panchina se preferite essere meno metafisici ma rimane il fatto che Oubre Jr. a parte un canestro concesso ad Avdija per essersi fatto passare sulla baseline, trova una buona difesa condita da due stoppate compresa quella sulla sirena sempre sull’israeliano. Complimentato in panchina nell’intervallo del terzo dopo aver affondato come una lama una tripla in transizione e schiacciato (sempre in contropiede), aiuta in difesa a resistere Charlotte nell’ultimo periodo.

Cody Martin: 7

0 pt. (0/4), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate. L’avevo indicato nel matchup key. Lui finisce a 0 punti ma è determinante in difesa anche subendo un paio di colpi di Beal ma stiamo parlando della star avversaria… Dopo essersi preso una stoppata da Harrell la rende proprio al centro clamorosamente nella prima parte ma è flottando e fluttuando nel secondo tempo che provoca lo smottamento avversario. La sua intensità porta a far sbagliare gli avversari e a costruire buone opportunità per gli Hornets. Tranquillizza tutti nel finale quando recupera da terra e dalle mani di Gafford, un pallone che sembrava destinato a due punti facili del centro.

Nick Richards: 6,5

6 pt. (¾), 2 rimbalzi, 2 stoppate. Entra per Plumlee ma anche lui soffre Gafford nel primo tempo. Gli arbitri lo vessano con 4 falli. Ancora grezzo come lo zucchero di canna dalle piantagioni, lui stesso ha detto che gli sembra incredibile essere in NBA dopo aver lavorato nelle piantagioni ma nonostante prenda in faccia un paio di schiacciate atomiche ci prova e le restituisce con gli interessi con inserimenti in alley-oop dall’ottimo tempismo. Oppone resistenza e quando gli riesce è un po’ solo ma le stoppate su Avdija e Dinwiddie lanciatissimi a inizio ultimo quarto sigillano il risultato anche se Harris riesce a spostarlo.

Jalen McDaniels: 7,5

11 pt. (4/5), 6 rimbalzi, 1 assist in 17:19. Come per Oubre Jr., altra mano santa dalla panchina. Tre su tre da fuori, un appoggio di destra in entrata, sbaglia solo un tiro in uno contro uno forzandolo ma in difesa è un altro elemento che da fastidio e cattura 6 importanti rimbalzi grazie ai suoi cm. Ottima serata per un in più dalla panchina.

James Bouknight: s.v.

30 secondi di garbage, 0 in tutto tenendo palla in mano per congelare il gioco nonostante Ball lo inviti a tirare.

Kai Jones: s.v.

Come per Bouknight, 30 secondi di nulla.

Coach James Borrego: 7,5

Cambia un po’ il modo di giocare cercando di strutturare l’attacco mentre in difesa è ancora determinante un quarto del secondo tempo. Merito anche suo nel cambiare giocatori e caratteristiche con la bench in campo. Rischia ma i centri titolari sotto le plance non erano riusciti a contenere benissimo mentre la swarm defense fa meglio questa volta. Una squadra molto veloce e agile che ha trafitto gli avversari piantando un parziale di 30-14 nel terzo quarto per incanalare la partita sui binari della vittoria.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.