Game 17 – Charlotte Hornets @ Orlando Magic 107-104

Intro

Nel secondo secolo D.C. Apuleio ci racconta la storia di Amore e Psiche.

Psiche è una bellissima ragazza che ha altre due belle sorelle, eppure non ha marito.

I genitori si recano da un oracolo per sapere qualcosa sul suo futuro e l’oracolo gli risponde di portarla in cima una montagna perché solo dopo aver incontrato un mostro il suo destino si compirà.

Sull’altro fronte a far avverare in qualche maniera la predizione dell’oracolo ci pensa la Dea Venere, che, invidiosa della bellezza di Psiche e dei “tributi” offerti alla mortale ordina a suo figlio Eros (Amore) di far innamorare Psiche dell’uomo più brutto e vile della Terra.

Eros però, durante il tentativo è stranamente maldestro e finendo per ferirsi finisce per innamorarsi della ragazza divenendo esso stesso “schiavo d’amore”.

I venti zefiri trasportano la ragazza dalla cima della montagna in una meravigliosa reggia dove tutto è mosso da Eros che non volendo farsi vedere si rivelerà parzialmente soltanto alla futura sposa nel buio notturno più totale.

La felicità di Psiche è reale ma vorrebbe condividerla con la famiglia e le sorelle che non sanno più dove sia finita quindi convince Eros a trasportarle alla reggia.

Le sorelle invidiose maturano l’idea di mettere zizzania e in una futura visita porteranno a Psiche una lama affilata e una lampada per convincere Psiche a guardare il volto del marito asserendo che questi fosse un mostro.

Una notte Psiche utilizza questa lampada e vede che in realtà il marito è bellissimo e non un mostro ma una goccia di olio bollente della lampada cade sul petto del marito che in un battito d’ali si dissolve, lasciando l’esistenza di Psiche vuota.

Finirà con Psiche che dovrà superare 4 temibili prove per rivedere il marito come promesso da Venere che nel frattempo aveva fatto rinchiudere in una gabbia dorata il figlio perché non tornasse a vedere la consorte.

Psiche, aiutata da delle formiche riesce a dividere un numero incredibile di granaglie in poco tempo come richiesto dalla Dea, riesce a recuperare (ben consigliata) il vello di infuriati arieti d’oro (pecore secondo Venere), riesce a recuperare l’acqua sacra da una montagna altissima grazie all’aquila di Giove, infine, è abile anche nel recuperare un vado dall’Ade dalle mani di Persefone.

La storia finisce bene anche se Psiche aprendo quel vaso per farsi più bella per lo sposo cadrà in un sonno profondo ma qui interviene Cupido che riuscirà a chiudere la nuvola soporifera (in realtà contenuta nel vaso) prima che essa possa avere effetti letali sull’amata.

Psiche, la nostra mente, è resiliente, affronta le prove con coraggio vincendole grazie ad aiuti esterni ed è anche molto curiosa, gli errori nei quali incappa sono banali e correggibili, eppure gli impulsi la conducono a commetterli.

Non è la razionalità che la guida ma sono istinto e curiosità…

Probabilmente se ci “rileggessimo” in questa chiave ognuno di noi sarebbe un po’ Psiche con quelle motivazioni a spingerci ad affrontare prove difficili quando qualcosa o qualcuno interessa davvero ma la storia ricalca bene anche molti aspetti psicologici degli Hornets attuali.

La squadra di Borrego, dopo aver perso tre partite e saltata quella con Washington è arrivata scarica dopo 6 giorni di riposo alla partita con i Bulls persa in maniera inscusabile.

La doppia trasferta di Orlando potrà rivelarci se il vero volto di questi Hornets sarà bello come quello di Eros o sarà mostruoso.

Sperando che anche coach Borrego faccia luce sui suoi personali errori, comunicativi e soprattutto tattici, un passo indietro personale per far muovere un passo avanti alla squadra è d’obbligo.

Analisi

Gli Hornets estendono il loro sonno per tre quarti di partita dove è più difficile dire se sia più dura rimanere svegli per la soporiferità del non gioco della squadra o per la frustrazione di vedere la squadra precipitare oltre la decina di punti contro una squadra con qualche defezione per via degli infortunati.

Improvvisamente cambia tutto nell’ultimo quarto: gli Hornets con tre guardie in campo attaccano il ferro e trovano soluzioni meno tirate: Orlando si spegne, Bacon, Ross e soci ci permettono di rientrare tanto che Hayward (39 punti alla fine) e Graham fanno la voce grossa portandoci sul +9.

Sembrerebbe finita per inerzia ma la tripla di Rozier e altri due punti di Hayward si rivelano fondamentali perché dopo due triple di Fournier e due FT mancati da Biyombo a :19.2 arriva puntuale il pareggio beffa di Ross a :08.7.

Una partita nella partita, condensato di emozioni in un breve spazio che non smette di stupire, è, infatti, ancora ricca di un paio di colpi di scena: finalmente è Hayward a gestire un ultimo pallone ed è lui che battendo Fournier in crossover, l’aiuto timido di Clark e Birch sotto il ferro, porta a casa una partita che i Magic regalano anche perché Anthony fa scadere i 5 secondi sulla rimessa seguente (con sette decimi sul cronometro).

Agli Hornets basta un quarto per vincere la partita rompendo il digiuno di W e sperando di aver capito come attaccare un squadra che concede abbastanza ma che era stata mal attaccata per tre quarti.

Vucevic finirà con 22 punti e 13 rimbalzi, Fournier con 21 pt. seguito da Clark con 14 e Ross con 10, gli unici 4 Magic ad andare in doppia cifra.

A livello di statistiche di squadra spicca il 10-4 Hornets nelle rubate, per il resto ci sono poche differenze nelle statistiche principali anche se gli Hornets tirano meglio dal campo con il 47,7% contro il 44,8% Magic che ribaltano le statistiche da tre punti (38,9% CHA, 44,7% ORL) e ai liberi (56,3% CHA, 69,2% ORL).

50-55 a rimbalzo pro Magic, 28-27 negli assist per gli Hornets che perdono tre palloni in meno dei rivali (12-15) vincendo una sfida tra due team in difficoltà.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Charlotte portava a casa la palla a due ma stringendosi troppo sulla destra favoriva il primo recupero dei Magic e conseguentemente il primo canestro di Vucevic abile a superare con un semigancio P.J. Washington.

Hayward in entrata era stoppato in recupero da Ennis ed Anthony passando Rozier e Biyombo in fing and roll raddoppiava i canestri.

Primi due punti anche per Charlotte ottenuti con un bound pass diagonale corto per Hayward che da destra sulla baseline appoggiava comodamente a 10:39.

Botta e risposta tra Fournier e Hayward che facendo saltare l’avversario grazie alla rispettabile finta di tiro trovava precisione e via libera per il preciso elbow dal mid-range.

P.J. intercettava un passaggio in difesa e realizzava da tre sugli sviluppi dell’azione portando in vantaggio Charlotte 7-6.

Un gancetto di P.J. oltre Clark estendeva il vantaggio ma un parziale di 0-8 pro Orlando aperto e chiuso da Fournier lanciava sul 9-14 i padroni di casa.

Gli Hornets riuscivano a recuperare tre punti da una second chance con Hayward al tiro da fuori a metà tempo tuttavia Vucevic realizzava con il suo gancetto il +4 Magic.

Dopo un fallo su Biz arrivava il primo time-out a 5:54.

In Zeller che riceveva da Ball un passaggio sotto riuscendo a sfruttarlo nel migliore dei modi.

Il canestro faceva da trampolino di lancio quando lo stesso Cody dall’angolo sparava nettamente fuori ma Bridges, pur pressato e finito a terra, palleggiava la palla per spedirla fuori dove Hayward centrava il bersaglio a 4:23.

Ennis resisteva a Miles mettendo due punti da sotto per poi trovare anche la tripla.

Borrego chiamava un time-out non contento della difesa dei suoi, almeno al rientro si vedeva qualcuno attaccare il canestro: nella fattispecie era Ball che subendo il fallo di Bacon pescava un two and one a 2:56 per il 20-21.

Clark con il catch n’shoot su un LaMelo più attento alla palla che all’uomo, realizzava il +4 Orlando quindi a 1:51 gli Hornets accorciavano con due FT ma Ross riusciva a segnare da tre nonostante Miles opponesse un buon close-out.

Un lungo due di Caleb Martin arretrando consentiva di tornare a un possesso (24-27) ma nel finale (:45.6) Clark regalava con due liberi il +5 ai Magic che sulla prima sirena andavano a riposo sul 24-29.

Miles Bridges ha dato un’ottima spinta dalla panchina. Foto tratta dalla pagina ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Cercare di accorciare era la missione di Charlotte che si metteva subito all’opera con Miles abile a rubare un pallone grazie a un bad pass di Bacon per andare in corsa in transizione a depositare.

Birch tentando di posterizzare Bridges riceveva il no di Miles che volendo avere l’esclusiva commettendo fallo.

La buona mano del lungo però funzionava solo sul secondo FT e CHA riceveva uno sconto per andare poi a riavvicinarsi con un baseball pass di Ball che pescando Bridges in area consentiva alla squadra di Borrego di tornare al -2 (28-30).

Ross segnava nel pitturato, Bridges metteva dentro arrestandosi sotto contro Clark ma nonostante il rientro di Biz gli Hornets si perdevano in difesa e a rimbalzo:, una second chance era sfruttata da Anthony che colpiva da tre punti, il copione si ripeteva dopo il time-out con il rookie prodotto da N.C. A portare sul +10 i Magic (30-40).

Due FT per Fournier a 8:07 e -12, finalmente Hayward in transizione usava Biz come bloccante volante per depositare due pt. in fing and roll.

Vucevic dalla baseline sinistra dimostrava buon tocco dal mid range su P.J. poi due TO di Biz in attacco (pestando la linea di fondo in ricezione e facendo schermo in movimento) non facevano muovere Charlotte che tornava a far girare il mega-schermo quando LaMelo, nonostante il primo errore, togliendo la palla di mano in maniera ortodossa a Vucevic che si era assicurato il rimbalzo, andava fuori nel corner destro per colpire isolatissimo da tre punti.

Biz riusciva a stoppare il pullup di Vucevic ma Bone realizzava da tre oltre Rozier.

Bad moment per Terry che in ricezione palleggiava palla sul piede per vederla uscire oltre il fondo ma ancora peggio andava quando Bone infilava contro di lui la seconda tripla (37-50) nel giro di poco tempo.

Ball si vendicava alla stessa maniera segnando una tripla sempre dalla diagonale sinistra proprio su Bone.

Hayward in close-out da dietro sfiorava la testa di Fournier: 3 FT che il francese non sfruttava realizzandone soltanto uno per il 40-51.

Hayward realizzava da tre, Rozier da 2 a 1:39 per i suoi primi due punti, Miles ne aggiungeva altri 3 dall’angolo destro ed Hayward a :41.4 schiacciava in transizione passando a destra del blocco velato semimobile di Biyombo ma anche se i Calabroni passavano dal -11 del dopo FT di Fournier al -5, subivano prima dell’intervallo la tripla di Clark che portava negli spogliatoi le squadre sul 50-58.

3° quarto:

Non era la maniera migliora di aprire la ripresa incassare un’altra tripla, questa volta a firma Anthony.

Un secondo tecnico contro i Magic ci restituiva la single digit ma era un brodino perché le due squadre colpendosi a vicenda spostavano verso l’alto il punteggio ma il divario per gli Hornets oscillava sempre intorno alla decina di punti.

Da -7 si passava a l -13 dopo tre punti di Vucevic e un libero (due splitatti) di Fournier che portando sul 59-72 metteva la tacca benzina della macchina di Charlotte sul livello “disperati”…

Artistica dunk di Zeller in corsa ma dopo un blocco considerato illegale di Bridges (più che un blocco, un tentativo arretrando di sfondare un muro di due uomini) e una tripla di Ennis III, il divario tornava sul -13 (64-77).

Time-out a 5:04 per cercare di colmare il divario che scendeva di due unità al rientro con l’alzata di Ball per l’elettrico alley-oop di Bridges.

Impietoso, sulle indecisioni difensive, Vuc battezzava da tre frontalmente anche Zeller ma finalmente Charlotte trovava la chiave della partita: attaccare il ferro.

Bridges e Ball (2:32) lo facevano in maniera veloce e determinata portando la partita sul 70-80 poi lo stesso Bridges – a 1:15 – aggiungendo tre punti dall’angolo sinistro realizzava il settantatreesimo punto per i Calabroni anche se Birch in post basso destro contro il nostro numero 0 aveva la meglio sul tocco per questioni legate ai maggiori cm a disposizione.

Si finiva sul -12, 74-86 senza creder troppo alle parole del commentatore Collins che ricordava il winning time come spesso fa a inizio dell’ultimo quarto.

4° quarto:

La trasformazione da bruco a farfalla, invece, si notava subito: drive and kick di Ball, tripla di Graham dopo 17 secondi, bisognava anche iniziare a ringraziare Bacon che sparando e sbagliando quasi tutto ciò che gli capitava per le mani riusciva con i suoi stop a farci rientrare in gara mentre Vucevic sedeva in panca a riposare.

I Magic poi commettevano anche tre falli rapidi (Bacon protagonista), così la squadra del North Carolina si avvantaggiava con un’altra entrata frontale rapida di Bridges che non incontrava resistenza (79-86).

Pull-up di Graham su Birch e Clifford in time-out a 9:03 per cercare di spostare l’evidente inerzia del match cambiata così rapidamente.

Un terribile passaggio di Bacon non era imitato da Graham che dalla destra forniva i componenti per la jam a P.J. Washington.

-3 ma Vucevic, rientrato, era la benzina della macchina di Orlando ferma da inizio quarto, due punti eleganti dal mid-range che non facevano desistere comunque Charlotte dal progetto rimonta: Graham diventava clutch infilando a 7:23 una tripla dietro Biyombo quindi gli Hornets con tre guardie in campo (Rozier, Graham e Ball) andavano ancora per il ferro con Rozier.

Fallo e due FT per il pari ottenuto a 6:45.

Orlando muoveva ancora avanti sull’88-90 dopo due FT di Vuc sacrosanti, mani di Biyombo sul costato del montenegrino e spinta sul tiro.

A 6:10 Graham però si ripeteva da tre destando ancora più impressione per velocità d’esecuzione e confidenza.

Sorpasso sul 91-90 con Orlando che tentando il controsorpasso con l’open 3 di Vuc era beffata dai balzelli della spicchiata sul ferro mentre sull’altro fronte Hayward dimenticato nel corner destro infilava il +4.

Persa di Fournier pestando la linea di fondo, altri due di Hayward con il FT jumper e fallo di Anthony sul nostro Gordon nella seguente azione per un ½ che allontanava comunque Charlotte giunta al massimo vantaggio di 9 punti dopo aver visto Biz sporcare un pallone in difesa a Birch facendo ripartire l’onnipresente Hayward in transizione.

99-90 a 3:59 con Clifford in time-out.

Charlotte si piaceva un po’ troppo adagiandosi.

Per farsi bella apriva il vaso di Persefone e il sonno veniva interrotto brevemente e 2:20 da Rozier che con abile spostamento laterale mandava per le terre Anthony colpendo da tre punti per il 102-93.

Purtroppo una tripla di Fournier, un tap-in di Vucevic su errore dello stesso francese e una seconda tripla del transalpino a :58.9 portavano i padroni di casa sul -3 (104-101).

I rimbalzi offensivi di Hayward (errore di Rozier) e di Biz erano preziosissimi per far scorrere il tempo ma il fallo sul congolese gridava vendetta perché l’africano mostrava mani quadrate e lo 0/2 era da brividi.

Orlando “come da copione”, infatti, pareggiava a :08.7 quando Ross dal corner sinistro esplodeva da tre oltre il close-out di Hayward la bomba del pari.

Dopo il time-out la palla veniva affidata ad Hayward che partiva in crossover: gli incrociatori dei Magic Fournier e Clark cozzavano tra di loro sbattendo in chiusura, l’esplosione distraeva anche il lungo sottomarino Birch che in chiusura non riusciva a impedire al nostro eroe di appoggiare quel che si rivelerà il canestro vincente a sete decimi dal termine.

Orlando provava a organizzare l’ultima disperata palla ma sulla rimessa laterale Anthony faceva scadere i 5 secondi così Hayward a un decimo ritoccava il punteggio splittando due FT per il 107-104 finale.

Devonte’ Graham: 6,5

15 pt. (5/14), 1 rimbalzo, 6 assist, -2 in +/-. 0 TO. Primo tempo da 4 al tiro con qualche forzatura e un paio di conclusioni fuori equilibrio, secondo da 7 circa ma è l’ultimo quarto a mostrare il miglior Graham che segna 11 punti in serie infilando due triple che sconvolgono la partita. Alcuni pregevoli assist come quello schiacciato nel primo tempo per Hayward in back-door o quello per P.J. Washington nel finale ma anche quello per Bridges che subiva fallo.

Terry Rozier: 5

7 pt. (2/10), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, +7 in +/-. 1 TO in 38:02. Serata no al tiro. Ancora scialbo offensivamente la sua convivenza con Graham sembra un po’ difficile. Non trova ritmo sbagliando anche un tecnico. Finisce con 2 pt. il primo tempo per fermarsi a 7 alla fine grazie anche a due liberi guadagnati. Nervoso. La sua fortuna è che a 2:20 mettendo la tripla fornisce ossigeno agli Hornets. Qualche rimbalzo e assist ma nel complesso è insufficiente.

Gordon Hayward: 8,5

39 pt. (15/25), 9 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -3 in +/-. 2 TO. L’unica pecca sono i liberi. Era oltre il 91% ma il 4/8 di serata gli abbasserà la media. Poco importa se è lui a trascinare la squadra con i suoi punti grazie a un ottimo repertorio di soluzioni tra finte, jumper dal mid range, triple, entrate “lente” a volte ma inesorabili. Nell’ultimo quarto accumula punti spedendoci a +9 poi con altri due pt. rintuzza i Magic e per finire mette la ciliegina sulla torta in entrata con timing perfetto per il tiro vincente a 7 decimi dalla fine. Se qualcuno non credeva nelle qualità di questo giocatore è accontentato. Altra prestazione di livello condita da 9 rimbalzi, magari non tutti contestati, arriva a uno dalla doppia doppia.

P.J. Washington: 6

9 pt. (4/8), 3 rimbalzi, 1 assist, 3 rubate, 2 stoppate, 0 in +/-. 2 TO in 31:42. Partiamo dall’1/4 da tre punti (tra l’altro con la prima tripla realizzata a inizio partita quando era fresco), rimane un ¾ frutto di entrate o movimenti nel pitturato. Potrebbe farsi vedere molto di più da quelle parti togliendo un po’ di pressione agli esterni anziché andare ad affollare le linee con l triple anche perché se fa da centro e cerca di colpir da fuori il rimbalzo non sarà facile e con queste medie…

Bismack Biyombo: 5

2 pt. (1/1), 5 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -11 in +/-. 2 TO in 24:53. E’ vero che qualcosa di buono la combina come ad esempio deflettere un pallone a Birch per far segnare a Hayward due pt. in transizione e stoppa una volta Vucevic ma è sciagurato nel primo quarto quando la sua presenza non incide a rimbalzo e i Magic sfruttano tante second chance. Nel secondo tempo commette due TO offensivi in poco tempo ma la cosa peggiore (oltre a essere inerte offensivamente) la fa quando nel finale sbaglia due liberi con la sua solita mano quadrata e Orlando trova un pari che avrebbe potuto costar caro. Che il rientro di Zeller lo destabilizzi?

Miles Bridges: 7,5

18 pt. (8/11), 6 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, +8 in +/-. 1 TO. Grande energia per Miles che lotta (vedi il palleggio a terra e la palla spedita fuori a Hayward per la tripla nel primo tempo) non solo a rimbalzo ma riesce a rubare due palloni. Qualche vota non ce la fa in uno contro uno dalle parti del ferro ma compensa ampiamente con una serata dove spreca poso giocando sul doppio filo ferro/tre punti. Da fuori fa 2/5 mentre in entrata è perfetto con un 6/6 e se lui che in genere fa fatica ad attaccare l’anello rimane perfetto vuol dire che la possibilità per farlo ci sono. Lui ci mette del suo con tanta velocità ed esplosività dando finalmente quell’importante contributo dalla panchina che gli si richiede. Limita i TO a uno con un bad screen che sinceramente è un po’ tirato per i capelli dalla terna poiché stava cercando di scattare girandosi ma sul doppio blocco ha prodotto un vantaggio considerato illegale.

LaMelo Ball: 7

11 pt. (4/11), 5 rimbalzi, 8 assist, 1 rubata, +15 in +/-. 4 TO. Al tiro potrebbe fare meglio (un tiraccio da tre deep che passa lontanissimo dal canestro come un meteorite classico con la Terra e un paio di forzature in entrata) ma ha il merito di provare a penetrare e quando non mette il layup è anche in grado di servire i compagni, vedi l’assist per Graham nell’ultimo quarto, l’alzata precedente per Bridges in alley-oop o ancora il baseball pass per lo stesso Miles come esempi. Si vede anche in difesa dove gli Hornets hanno bisogno di una mano a rimbalzo e lui riesce a dargliela.

Cody Zeller: 6

4 pt. (2/7), 7 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata. +5 in +/-. 0/2 da tre punti. Gioca 14:47 minuti controversamente. Riesce a fornire un considerevole apporto come numero di rimbalzi e assist andando anche a metter dentro una bella schiacciata in corsa ma a vederlo prender tiri da tre a poca distanza da Vucevic sanguinano gli occhi come quando lui e Biz ricevono passaggi bassi. Una differenza abissale con risultati differenti. Lo perde anche su una tripla frontale mentre altre volte è bravo a contenere. Meglio delle due uscite precedenti. Un po’ migliorata l’intesa con Ball.

Caleb Martin: 6

2 pt. (1/1), -4 in +/-. Quasi da “Chi l’Ha Visto” perché in 5:08 non combina un granché ma sta in campo piuttosto dignitosamente segnando due punti in attacco con l’arretramento e il jumper con spazio dalla diagonale destra.

Coach James Borrego: 7

Per la prima volta in stagione, nonostante tutti i difetti ascritti al coach, lo si vede cambiare strategia come asserito anche da Collins. Borrego chiede di attaccare più decisamente il ferro e il piano funziona, un po’ tardi ma in tempo. Attacca in maniera lineare e semplice con entrate non impossibili ma anche ottenendo migliori spaziature per il tiro da tre punti. L’attacco è meno prevedibile e statico così gli Hornets spostano l’inerzia della partita. Sicuramente la scelta di far giocare a Hayward l’ultimo pallone è stata la più consona visto che Graham spesso nei finali di quarto ha peccato di scarsa pericolosità andando in azione personale o muovendo troppo tardi la palla.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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