Game 18: Charlotte Hornets @ Atalanta Hawks 105-115

Intro

Per cominciare l’articolo di oggi, anche se non so come andrà a finire la partita, ho pensato che se in America sarà un saturday night e in Italia un ormai ex – direi – giorno festivo, un po’ d’ironia per aprire il pezzo non guasti.

Ho scelto questo video di Maccio perché parla di casa anche se metaforicamente per una squadra di basket.

TG CASA 40ENA – YouTube

Quel posto dove trovare il proprio benessere e rifugio è stato però per molti in tempi di lockdown pandemico una specie di trappola mentale.

Hornets e Hawks quest’anno, invece, sono partite molto bene nelle gare casalinghe dimostrando feeling con il pubblico amico e il proprio home-court.

Charlotte si trova con un record di 6-2 allo Spectrum Center e i Falchi, nonostante il record globalmente peggiore, sono addirittura sul 6-1 alla State Farm Arena.

Charlotte, più che nella sabbietta dei gatti di Maccio, dovrà cercare di non rimanere impantanata nel fattore campo di Atlanta anche se la trasferta per la squadra di Borrego è relativamente vicina e questo sarà un piccolo vantaggio per smaltir prima la stanchezza da back to back per una squadra giovane.

Atlanta viene da tre partite vinte consecutivamente e tenterà di replicare il motto del suo ex celeberrimo centro Mutombo: “Not in my house” riferendosi a una possibile vittoria che i pirotecnici e arrembanti Calabroni cercheranno di portare a casa abbordando Atlanta con la propria velocità.

Andamento della partita

I quintetti.

La palla a due “portata a casa” era ben sfruttata da Charlotte che con un gancetto di destra uscito dai polpastrelli di Plumlee passava in vantaggio ma lo stesso Mason si disconnetteva da Capela che segnava in alley-oop.

Per tornare in vantaggio, sulla pressione degli Hawks, serviva un floater inusuale di Bridges che sorrideva non essendo una delle sue armi abituali.

Charlotte chiedeva l’interferenza sul nuovo pari sempre ottenuto da Capela quindi un baseball pass di Ball per la schiacciata aperta di Bridges riportava sopra i nostri ma Atlanta pareggiava con Young e poi assestava un paio di colpi che a 8:20 consigliavano a Borrego di andare in time-out sul 6-10.

Charlotte continuava a guadagnare rimbalzi ma a fallire tiri mentre gli Hawks, più concreti, incrementavano il vantaggio con un paio di canestri di Capela da sotto che portavano sul 6-16 il risultato.

Borrego mandava in campo martin e Oubre Jr. per cercare di fermare il trend e mentre il primo falliva il tiro vedendo però palla recuperata da Plumlee che offriva a Ball una possibilità mancata da tre, il secondo invece interveniva a rimbalzo e convertiva per il -8.

Un rimbalzo di Martin sull’azione seguente consentiva a Ball di impostare una seconda nuova azione chiusa con l’alley-oop di Plumlee mentre i due portavano energia e punti con martin abile ad alzare un pallonetto su Young dopo uno spin in area 812-18).

Ball defletteva un pallone e lanciava Miles che in due tempi metteva dentro da sotto dopo aver agganciato al volo ma aspettato di scendere per non mancare l’occasione.

Charlotte tornava a -2 a 3:57 con una palla recuperata e coast to coast di Oubre per un easy layup grazie all’euro-step dell’ex GSW.

Dal 16-18 però ci si allontanava a causa di un canestro di Reddish e due FT del Gallo ma Martin con un a tripla (no look pass di Oubre Jr.) tagliava il divario sul 19-22 a 2:48.

Usciva Ball e Rozier insieme a McDaniels combinavano un paio di pasticci in impostazione ma Charlotte non subiva danni con il quarto fallo di squadra di McDaniels non speso sul tiro.

Hayward accorciava nel finale con due FT ma Gallinari colpiva da tre e i Calabroni dopo 12 minuti erano costretti a inseguire di 4: 21-25.

Dopo due punti Hawks, Rozier finalmente mandava a segno un tiro su iniziativa di Plumlee, un po’ lento ma creativo ed efficace con un passaggio per sé stesso dietro la schiena prima di allargare a sinistra.

Entrava Dieng che commetteva prima un fallo offensivo e poi mancava una tripla frontale mentre dall’altra parte con una double pump si buttava dentro Oubre Jr. che andava a schiacciare con potenza una bimane appesa che impressionava anche Dominique Wilkins presente nel palazzetto.

Era però il canto del cigno momentaneo degli Hornets che tornavano a sbagliare tutto il possibile mentre la difesa sembrava tornare a essere friabile: Reddish segnava da tre, Capela stoppava Oubre e l’ala dei Falchi si riproponeva con una seconda tripla e a 7:14 Borrego si arrendeva al time-out sul 26-40.

A 6:49 ringraziavamo Reddish per uno 0/2 ai FT ma un 3/3 di Young dalla linea della carità (contatto creato dal play con McDaniels) portava Charlotte sotto 26-43 con un parziale di 0-16 e un divario ampio di 17 punti.

A interrompere il parziale avversario era Bridges che recuperava un rimbalzo offensivo e convertiva da sotto riproponendosi dalla sinistra con buona mano per una tripla che tagliava a -12 il divario ma i locali rispondevano con altrettanti punti: Huerter da 3 e Collins da sotto dopo un giro palla che mandava a vuoto la zona di Charlotte.

Hornets riprecipitati sul -17 come Sisifo costretti a riportare il masso sulla montagna…

Fade-away pull-up su una gamba di Ball che si esaltava con una tripla successiva alla quale rispondeva Young.

Ball, stimolato, tirava fuori però un tiraccio da tre ma sul ping pong della palla vagante arrivava Oubre che di sx in entrata metteva dentro.

Un pick and roll tra Ball e Bridges era rifinito da Miles estendendo la sinistra oltre la stoppata di Collins e Charlotte con una tripla di Hayward e il tornado spin di martin su Young e successivo appoggio si ripresentava con un gap ridotto a 8 punti: 45-53.

Atlanta rispondeva, Martin da tre finalizzava una buona azione dal corner destro per il 48-58 ma proprio Cody scivolando indietro diagonalmente andava a sbattere sull’avanzata di Young.

Per gli arbitri erano 3 FT per il “Giovane” che a :05.9 sancivano il 48-60 del primo tempo.

Con un 6/23 contro un 7/17 da fuori gli Hornets non potevano competere così come nel FG% generale il 37,0% Vs il 55,3% avversario era divario troppo ampio per rimanere in scia nonostante il 30-23 a rimbalzo e il 13-2 nelle seconde possibilità con tanti errori da sotto comunque.

La partenza del terzo quarto non cambiava molto le cose poiché le distanze rimanevano bene o male inalterate a elastico con la tripla di Bogdanovic servito con buona angolazione dietro lo schermo alla quale faceva seguito l’entrata in crossover di Bridges che shakerava Collins e finiva con l’appoggio di sinistro più fallo e and one realizzato.

Bound pass di Rozier per il back-door vincente di Rozier, gancio di Capela strisciante sul ferro, terrificante alley-oop di Bridges a una mano servito da Balla 9:57 e jumper di Collins: 55-67, ancora una volta a -12…

Charlotte si riaffacciava al -10 con una tripla di LaMelo ma sull’altro fronte gli Hornets aumentavano le potenzialità di Capela raddoppiando o switchando così il centro continuava a metter tutto ciò che gli passava per le mani.

La tripla di Miles (65-76) e quella di Ball con scambio su Bridges da rimessa dal fondo (68-78) erano respinte da un canestro a testa da Bogdanovic e Huerter in transizione per il 68-82 che resisteva di più per un time-out chiamato dagli arbitri perché un congegno posto sotto il tabellone si era impigliato tra le maglie della retina.

La retina dei fan di Charlotte invece continuava a essere offuscata dal punteggio negativo nonostante la tripla di McDaniels (71-84)e la dunk di Plumlee in transizione favorito da un raddoppio insieme a McDaniels .

Charlotte chiudeva però a -12 perché Gallinari dalla linea continuava a essere perfetto anche se nel primo tempo era graziato da una chiamata per invasione.

77-89 con un -12 difficile da recuperare dopo lo scambio di canestri da due tra Hayward e Young più quello tra Smith e Gallinari per l’81-93.

Rozier continuava la sua serata negativa con un ½ dalla lunetta e una tripla fallita mentre Martin giungeva a 14 punti con un coast to coast chiuso da un folle euro-step al vetro prezioso per mangiare un punto ai Falchi a 6:33 (86-97).

Il reverse in entrata di Miles e il tiro dal pitturato di Rozier (rimbalzo su errore di Hayward da fuori) davano solo 7 punti di margine alla squadra di McMillan che tuttavia riallungava sembrando chiudere la partita a 2:37 con la tripla di Young per il 94-106.

La dozzina di punti si assottigliava sulla pressione di Charlotte che rischiava pur di intercettare palloni e dopo il canestro di LaMelo in entrata su Capela, Rozier si svegliava segnando in transizione e recuperando palla per i suoi su una spinta di Reddish sulla sua marcatura con palla ancora da rimettere in gioco per i Falchi.

Un difficile floater di Rozier e una manata di Capela su Martin arrivato per un soffio per primo sull’ennesima palla vagante davano a Charlotte la possibilità di accorciare nuovamente.

Bridges da sotto alzava su Collins a 1:18 il -4 (102-106) caricandosi ma dopo il time-out i raddoppi degli Hornets troppo ariosi e poco atti a schermare passaggi semplici, davano al possibilità a Huerter e Reddish di assestare due pugnalate aperte mortali da oltre l’arco per il 103-112 che chiudeva una partita ritoccata sul 105-115 finale.

Analisi

L’home swet home è per gli Hawks mentre Charlotte chiude a 5 la striscia positiva.

Charlotte deve ancora lavorare su sé stessa in trasferta, allenatore compreso.

In una partita strana, sulla carta più o meno alla pari, i Falchi la spuntano sfruttando un parziale di 16-0 nel secondo quarto che gli Hornets riescono solo momentaneamente ad attenuare nel finale con un forsennato pressing cercando di estendere la striscia vincente a 6 partite.

Gli Hornets affogano nei propri black-out anche se un po’ di stanchezza da back to back può spiegare l’imprecisione al tiro in parte perché la scelta di affidarsi ancora troppo all’utilizzo massiccio da tre quando “non prende” diventa endemica e non premia.

La squadra agile ed atletica fatta di velocità e tempismo voluta da Borrego funziona solo a metà poiché troppo sbilanciata, basti pensare al 10/11 di Capela dal campo per capire come Charlotte non abbia risposte al centro degli Hawks, sia con Plumlee che non ha funzionato inizialmente, che con altri quintetti proposti in serata.

Rimane personalmente un mistero il fatto che Richards non sia stato schierato per cercare di contenere sotto il ferro l’ex Rockets.

Gli Hornets hanno vinto clamorosamente a rimbalzo 58-50 con un impressionante 21-8 sotto le rispettive plance offensive ma il 42,2% contro il 54,4% avversario ah favorito i padroni di casa che hanno battuto e segnato decisamente più liberi (9/15 CHA, 17/21 ATL) e hanno tirato meglio da fuori con gli Hornets a un 10/40 per un 25,0% a dimostrazione che in serate come questa, senza kg e cm sotto e con scarso tiro non si vince nemmeno se negli assist sei in leggero vantaggio (26-24) e nelle steal anche (7-6).

La difesa deve essere migliorata tatticamente se vogliamo sopravvivere a squadre che oltre ad avere stelle nel ruolo di play, hanno diverse opzioni offensive e un big man come centro.

Inutile la serata da record in carriera da 35 punti di Bridges così come il 24-8 nelle 2nd chance e il vantaggio di 8 pt. (14-6) nei fast break.

Gli Hawks hanno finito con quattro elementi del quintetto iniziale più Reddish e Gallinari in doppia cifra: Capela 20 punti più 15 rimbalzi, Young 19 punti e 9 assist, Huerter e Reddish a 17 punti, Gallinari 16 pt., Collins 15 mentre Bogdanovic si è fermato a 7.

Plumlee in gancio su Collins. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

LaMelo Ball: 6,5

15 pt. (5/18), 10 rimbalzi, 11 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Seconda tripla doppia in stagione con il rimbalzo a 15 secondi dalla fine ma è festa mesta sia perché Charlotte non vince e lui non riesce a cambiare ritmo alla partita dando un impronta al duello a distanza con Young a mio giudizio chiuso in parità. Buon 3/7 da fuori ma sbaglia anche tiri da sotto, stanchezza e difficoltà contro i cm dei Falchi, bello invece il suo canestro in entrata nel secondo tempo contro Capela.

Terry Rozier: 5

10 pt. (4/13), 42 rimbalzi, 4 assist. Dorme per quasi tutto il match con tre punti nel tabellino poi si sveglia nel finale con un paio di buoni canestri e recuperando un pallone per la spinta di Reddish. Non può molto sul tre di Huerter che segna la partita poiché la zona con i raddoppi lo costringe a flottare ma nel resto del match ha qualche difficoltà fisica e in cm a contenere. Si deve svegliare prima, non può essere clutch quando gli Hornets accumulano troppo divario.

Gordon Hayward: 6

11 pt. (4/9), 8 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 1 stoppata. Controversa partita di Hayward che da fuori “caccia” solo un 1/5, esattamente come Rozier sprecando meno in generale però. Due TO, alcune buone giocate con tiri in fade-away, uno imprendibile anche per i cm del Gallo nel secondo tempo ma anche lui non riesce a fare la differenza con la sua esperienza benché ne abbia. Gli Hawks non cadono nella trappola del fallo se non una volta nel primo tempo e lui può incidere poco dalla lunetta.

Miles Bridges: 8

35 pt. (15/28), 10 rimbalzi, 3 assist. Doppia doppia per Miles che sfiora l’espulsione commettendo 5 falli battagliando. Belli i duelli con Collins. Segna il record di punti personali in carriera in una notte dove i suoi crossover sono più letali e fuorvianti degli indovinelli del Joker per non parlare poi delle sue incursioni aeree incendiarie che demoliscono letteralmente il tabellone. Spara almeno 3, tra schiacciate ed alley-oop, incendiarie emozioni inoltre sa chiudere anche di fino. Peccato per la mano non felice da fuori con un 2/9 peggiorato con un paio di triple da marcato nel finale. Suo il canestro del -4 nel finale a dare speranza.

Mason Plumlee: 5

7 pt. (3/5), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata, 2 TO in 19:36. Propone qualcosa dal punto di vista offensivo ma Capela domina un distratto Mason. Troppo morbido, più che Plumlee sembra un plumcake e Borrego lo utilizza meno cercando di non far arrivare al ferro palloni per Capela. Si erge a protagonista nel finale del terzo quarto quando rischia di segnare due FT consecutivi ma manca il secondo e successivamente altri due riuscendo invece a segnare in schiacciata in transizione.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

8 pt. (4/14), 7 rimbalzi, 1 assist. Più che serata no, serata nein anche per lui al tiro, decisamente soprattutto da fuori con uno 0/7. Ha un particolare modo di tirare d’anca con i piedi non allineati molto suscettibile all’errore quando la meccanica molto delicata non riesce bene. Come Miles anche lui ci regala un emozione con un’entrata devastante e bump finale per una bimane appesa al ferro ma è poco perché dopo un buon inizio nel quale lui e Martin avevano riportato in partita Charlotte, si perde.

Ish Smith: 6

In 7:10 rimedia due punti (classica entrata veloce) e serve un assist sulla linea di fondo per l’accorrente Martin. Porta a casa un +3 in plus/minus. Non fa danni ma nemmeno risulta fondamentale per farci rientrare in partita cambiando ritmo alla squadra.

Cody Martin: 7

14 pt. (6/11), 8 rimbalzi, 1 rubata. Se avesse qualche cm in più sarebbe un giocatore molto più forte probabilmente. Se osservo il +9 in plus/minus posso capire il suo impatto nel match. Entra con Oubre Jr. e da una mano a rimontare. Un piccolo che cattura 3 rimbalzi offensivi e 5 difensivi e riesce spesso a fermare gli avversari benché a volte per poco subisca falli contro come un blocking chiamato con un tallone leggermente sulla linea e uno scivolamento su Young arretrando in diagonale. Bene anche in attacco dove con due triple dagli angoli opposti porta a casa 6 punti mentre da segnalare il tornado spin su Young che non vede passare il nostro Taz per l’appoggio.

Jalen McDaniels: 6

3 pt. (1/3), tutto da fuori area, 3 rimbalzi, 1 assist in 17:38. Molto attivo in pressione, gli arbitri lo sanzionano con 4 falli dei quali la metà opinabili comunque lo vessano un po’ e ha un linguaggio del corpo arrendevole quando segna la sua tripla. Anche lui i mezzo day-off ma una sufficienza stiracchiata si può concedere.

Coach James Borrego: 5

Dal mio punto di vista esagera con una squadra small e atletica senza un centro di riferimento di ripiego come Richards. Gli switch difensivi di Charlotte sono un’arma a doppio taglio che favorisce alla fine gli Hawks con Capela troppo libero di imperare.

Questo articolo è stato pubblicato in Uncategorized da igor . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *