Game 19: Charlotte Hornets @ Washington Wizards 109-103

Intro

Molti fatti negativi probabilmente vengono immagazzinati mediamente più pesantemente dalla mente ma di certo non mancano tanti episodi negativi da raccontare ogni giorno.

Il duplice omicidio da parte di un diciassettenne (K. Rittenhouse) nei confronti di due manifestanti a Kenosha (uno era un 26enne bianco) e la sua recentissima assoluzione lasciano una scia che come una coda di fuoco su una striscia di benzina rischia di far esplodere nuovamente la rabbia (in genere piuttosto pacifica se si eccettuano saccheggi di sciacalli che spesso non hanno a cuore la protesta) dei movimenti come Black Lives Matter.

Il punto è che in America è legale acquistare armi piuttosto facilmente e molti Stati consentono di girare con armi in pugno per legittima difesa come nel caso del Wisconsin dove è accaduto l’episodio.

Se Sankara diceva che le armi date a soldati “non istruiti” possono essere potenzialmente un danno perché potenzialmente in mano ad assassini, figuriamoci a ragazzini fanatici suprematisti che credono di essere degli angeli giustizieri scesi sulla Terra in nome della causa del bene.

Sempre negli States, l’episodio appena occorso tra I. Stewart dei Pistons e LeBron James con gomitata del secondo sul primo – che con una faccia sanguinante ha poi cercato di farsi giustizia da solo trattenuto a fatica dai compagni – non è episodio edificante sportivamente parlando anche se l’adrenalina in certi momenti sale al massimo e cose del genere possono essere comprese.

Chissà però cose avrebbe fatto il povero Stewart dei Pistons (che per inciso aveva assolutamente ragione) se avesse avuto in mano un’arma vista la reazione.

Chissà anche perché in genere non si scende quasi mai se non proprio mai in piazza quando la teotecnocrazia moderna tocca i nostri diritti e/o quelli dei più deboli e continua a sostenere modelli che stanno portando alla catastrofe il pianeta ma si scende in piazza (vedi Bruxelles) solo per protestare contro cose che andrebbero a proprio vantaggio.

Si potrebbe continuare all’infinito con la situazione femminile in Afghanistan, la tennista cinese che come Rockfeller fatto parlare da Moreno viene fatta parlare dal governo cinese, di complesse situazioni come l’ammassamento delle truppe putiniane al confine con l’Ucraina e delle manovre Nato ai confini della Madre Russia con il dramma dei profughi in Bielorussia e il confine di filo spinato e muraglie che la Polonia intende costruire o le ingiustizie nel quotidiano…

Una polveriera questo mondo che a volte fa sembrare assolutamente superfluo parlare di sport Epocalisse – YouTube ma gli atleti e lo sport stesso non sono dissociati o sganciati da tematiche extra sportive.

“Democrazia in vetrina” cantava Caparezza ormai troppi anni fa per notare che non è cambiato nulla nonostante Trump sia stato momentaneamente debellato ma Biden, pur senza l’arroganza del primo sembra commettere altrettanti peculiari danni.

A Washington, dopo qualche anno non facile, l’americano medio forse cerca di dimenticare la politica con la magia che i Wizards stanno portando in città in questa regular season con un primo posto sfumato recentemente anche a causa della sconfitta subita a Charlotte ma a distanza di mezza partita da Bulls e Nets, le ex Pallottole (a proposito di violenza e un nome sostituito per cercare inutilmente di dare un’altra aria alla città giusto per parlare di aria fritta e non voler mai andare a fondo nel risolvere i problemi alla radice) cercheranno di vendicarsi battendo degli Hornets che fuori casa non hanno un radar sempre ben puntato ma i Calabroni se vogliono fare il salto di qualità e avvicinarsi alle prime quattro posizioni (essendo quinti attualmente), dovranno sfoggiare una prestazione migliore rispetto a quella mostrata ad Atlanta con bonus stanchezza.

Gli Hornets andavano sotto ai liberi (6/7 Vs 14/18), pesantemente a rimbalzo (22-36), nelle rubate (4-5) e nelle stoppate (1-4) ma a parte il 12-11 negli assist erano le percentuali a decider il primo tempo, in particolare il tiro da tre con Charlotte a 9/15 (60,0%) contro il 4/17 avversario (23,5%) con le 3 bombe di Rozier ad aprire il primo quarto e le altrettante di Ball a chiudere il secondo.

Gli Hornets si caricano prima della partita sullo sfondo con Ashley, bordocampista degli Hornets in primo piano.

Andamento della partita

I quintetti.

Dopo diversi errori da ambo le parti Kuzma sbloccava la partita per i Wizards che continuavano a segnare irretendo gli Hornets nonostante Plumlee partisse benino riuscendo anche a stoppare Gafford ma sul taglio centrale di Beal, la palla servita da Gafford portava sullo 0-8 le squadre.

Dopo uno 0/6 al tiro, i Calabroni si sbloccavano a 8:16 grazie a una tripla rim-glass di Rozier.

Scary si ripeteva dalla diagonale destra e, dopo un canestro dal pitturato di Ball, anche dalla diagonale sinistra dalla grande distanza (assist volante di Plumlee) riuscendo a contribuire con tre triple in maniera determinante all’aggancio a quota 11.

Nonostante una steal in tuffo di Plumlee, il successivo canestro era una dunk di Gafford che riportava avanti i capitolini ma gli imenotteri mettevano il capo avanti per la prima volta con la tripla in step back di Martin dalla destra (14-13).

Beal da tre e Rozier dopo aver passato il blocco di Plumlee impattavano la partita a quota 16.

Due canestri di Neto davano il +4 ai Maghi ma Oubre Jr. accorciava con un jumper sullo stesso Neto dotato di meno cm.

Dunk di Harrell e tripla dall’angolo destro per Kelly (21-22), schiacciata anche per Richards e Hornets che si riaffacciavano per la seconda volta avanti.

Il centro giamaicano splittava due FT e segnava ancora da rimbalzo offensivo ma una tripla di Avdija chiudeva il primo quarto sul 26-27 per la squadra di Washington.

Charlotte tentava di riprendersi il vantaggio e di renderlo meno fragile nel secondo quarto partendo con un appoggio mulinato di Oubre Jr. e una tripla dall’angolo destro di Hayward in transizione aggiungendo un libero di Rozier (tecnico a Dinwiddie per proteste sull’azione precedente chiusa dal play avversario che chiedeva un fallo sull’appoggio) per il 32-27.

Charlotte però incappava in un momento offensivo non brillante ricorrendo a difesa e qualche fallo come quello di McDaniels su Harrell che, colpito a un occhio, rischiava di costare un flagrant e mandava a riposare la partita per un paio di minuti ma a parte l’1/2 del centro del North Carolina che a 7:17 portava il match sul 34-37, gli Hornets finalmente muovevano il punteggio con una drive di Martin e assist breve per la dunk di Plumlee (36-37) che si ripeteva dopo due FT di Beal per il 38-39 con un appoggio volante dettato da Ball.

I Wizards riprendevano un +4 con Caldwell-Pope in schiacciata da transizione su lancio di Beal ma nel finale usciva Ball che ringraziava per lo spazio concesso segnando da tre punti frontalmente il -1.

A 4:40 Hayward beneficiava di due liberi che trascinavano avanti ancora una vota Charlotte (45-44) ma una stoppata in ripiegamento di Gafford su Hayward lanciato con un lob da Ball in solitaria e un open 3 di Kuzma segnavano il 45-47.

Nel mezzo di altre situazioni c’era il tempo per; un floater di Ball, 2 FT (a segno per LaMelo), open 3 per il numero 2 e tripla frontale solo cotone da molto vicino al logo per il ragazzo di Chino Hill…

Il Ball show praticamente trascinava all’intervallo avanti gli Hornets di 9 punti (59-50) e ai Maghi andava bene suonasse il gong.

Diventavano evidentissime le percentuali da tre differenti nel terzo quarto che Rozier apriva con l’ennesima bomba personale e mentre Washington mancava tutte le granate da oltre l’arco portando a casa qualche punto da sotto nonostante nel primo tempo i falli spesi dagli Hornets consigliassero ai ragazzi di Unseld di girare al largo, Charlotte infilava altre due triple con “Scary” che faceva davvero paura anche ai Maghi essendo arrivato a un 6/6 da fuori.

Un gancio con and one mancato di Plumlee mandava gli Hornets sull’incredibile +17 a 8:07 (73-56) ma Charlotte perdeva mano mentre i Wizards infilavano un parziale da 6-0 con una stoppata di Plumlee su Gafford che non serviva perché sulla ripartenza la squadra di MJ si faceva rubar palla e subiva il canestro da sotto in solitaria di Beal a 6:27.

Borrego, arrabbiato, chiamava un time-out e Bridges rispondeva con un turnaround dalla sinistra su Kuzma.

Peccato che Martin a 4:12, dopo aver subito fallo, mancasse due liberi anche se il gemello rimasto agli Hornets era protagonista di alcune buone difese nel finale.

Holiday con una tripla frontale accorciava sul -8 (81-73) ma Rozier in pull-up metteva dentro il +10 che aumentava di un punto il margine a scudo dei Calabroni rispetto il primo tempo.

Ultimo quarto con i Wizards che cercavano di rientrare ma Rozier, dopo aver battuto un tecnico (proteste di Harrell per un raddoppio con groviglio su un suo tentativo da sotto) andato a segno, pompava la palla avanti per far passare Holiday avanti come un toro in corsa, recuperar palla e con un pull-up in step-back far meravigliare tutta la Capital One Arena.

Oubre Jr. recuperava una palla vagante e servendo Rozier dalla sinistra trovava altri tre punti per i Calabroni volati sul +15

Il finale però si faceva arroventato perché Washington non mollava e i rimbalzi offensivi aiutavano in più Dinwiddie a 0/14 contro gli Hornets, pescava due tiri da tre punti che a 5:22 contribuivano alla rimonta capitolina fino al 97-91.

Un baseball pass di Beal per Harrell era materia malleabile per il centro che infilando il -4 faceva paura a Charlotte.

Una no fear 3 open di Hayward ridava ossigeno a Charlotte a 4:30 (100-93) mentre Rozier sulla linea di passaggio intercettava un allungo per una transizione che Martin si beveva con un appoggio sbilenco e così Beal – perso nell’angolo sinistro – feriva Charlotte con tre punti.

Sembrava appianare le cose Ball che con iniziativa personale sverniciava Kuzma in crossover ma l’ex LAL rimontava da dietro colpendo al collo Ball sull’appoggio.

A 3:25 il canestro con and one validato riportava sul +7 Charlotte che recuperava anche palla con una match-up zone che confondeva Beal e compagni.

Il gancio di Bridges nel pitturato su Harrell sembrava sigillare definitivamente la partita ma proprio anche grazie a due errori offensivi del numero zero, un paio di canestri da sotto (Kuzma e Harrell) e la tripla di Caldwell-Pope a :51.4 la partita si riapriva completamente.

Charlotte tentava di andare sul sicuro quando Ball alzava un pallone che Miles avrebbe spedito dentro 9 volte su 10 ma non stasera, l’alley-oop con ferro abbassato schizzava via, Harrell recuperava palla ma LaMelo con un gioco di prestigio toccava la sfera al centro che guardandosi intorno per impostare l’azione non vedeva il pericolo e mentre la spicchiata finiva tra le mani di martin in salto, Borrego poteva tirare un sospiro di sollievo anche perché se l’azione di Rozier era un uno contro uno crazy con tripla a segno a :12.9 dalla fine, il 108-103 questa volta dava garanzie per effetto del tempo sul cronometro rimasto.

Ball alla fine ritoccava con un ½ dalla lunetta e gli Hornets, scampato il pericolo, ottenevano un’importante vittoria nel lunghissimo cammino verso i sospirati playoff.

Rozier al tiro contro Avdija. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Se non amate le emozioni state lontani dagli Hornets.

Anche nella fredda notte di Washington i Calabroni fanno vivere emozioni sino all’ultimo.

Charlotte emerge nel finale di secondo quarto quando Ball segnando tre bombe fa la differenza portando sul 59-50 il match.

L’altro protagonista di serata – Rozier – carica una dinamitarda tripla dalla sinistra che manda a +15 gli Hornets nell’ultimo quarto ma Washington non ci sta e approfittando dello strapotere sotto le plance e dell’espulsione di Plumlee, si getta all’attacco riuscendo ad arrivare sul -2 a :51.4 dal termine con una tripla di Caldwell-Pope.

Bridges manca un alley-oop ma Ball recupera abilmente palla dalle mani di Harrell e Rozier in uno contro uno scocca la freccia che decide il match da oltre l’arco.

La vittoria è soprattutto merito del backcourt con 76 punti su 109 del terzetto Ball, Rozier e Hayward con anche il terzo decisivo nel finale grazie a una tripla per il 100-93.

Altra ragione della W un po’ a sorpresa per qualcuno forse, è stata l’energia, l’intensità in difesa con una zona che ha lasciato spazio ai Wizards sotto ma la pressione e la possibilità di arrivare sulle linee di passaggio ha mandato un po’ in tilt i Wizards che hanno commesso quasi il doppio dei TO.

A nulla è servita l’espulsione di Plumlee nel finale, lo strapotere a rimbalzo dei Wizards (46-77 con un 6-20 sugli offensivi), il 4/6 nelle stoppate e il 22/27 contro il 14/24 dalla linea di Charlotte.

Il 48,4% degli Hornets da tre punti contro il 25,0% dei Maghi ha finito per fare la differenza così come il 10-18 nei TO con la squadra locale che ha commesso qualche pasticcio o ingenuità di troppo.

Decisivi gli errori di Washington da oltre l’arco.

3-24 nelle second chance (fatale quella degli Hornets nel finale) e un clamoroso 0-17 nei fast break con Charlotte che non è riuscita a ottenere punti facili in transizione sono altri dati pro Wizards che non sono stati sufficienti a fermare i Calabroni.

Il peso di Harrell dalla panchina si è fatto sentire con 24 punti e 18 rimbalzi, Beal ha chiuso con 18 punti, Caldwell-Pope a 17, Kuzma a 11 con 13 rimbalzi mentre Gafford, un fattore nella prima sfida, ha terminato con 8 punti e 10 rimbalzi spendendo 5 falli.

LaMelo Ball: 8,5

28 pt., 13 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate, 1 stoppata. 6 TO in 38:16 ma 10/24 dal campo per la mente degli Hornets che mostra tanta personalità portando minacce in svariate maniere. Tante frecce nella faretra di Ball che parte così così in penetrazione a livello di rifinitura ma a 3:25 dalla fine segna un and one su Kuzma davvero importante mostrando una accelerazione impressionante. D’altra parte, come dice lui, il suo segreto è bere acqua. Che abbia visto il primo Space Jam? Di spaziale intanto c’è lui che anche quando gli altri non sfruttano il suo talento (alzata per Bridges nel finale che manca l’alley-oop e non lo aiuta ad avvicinarsi alla tripla doppia) non demorde. Mani veloci, una steal fondamentale nel finale su Harrell.

Terry Rozier: 9

32 pt. (11/19), 2 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate. Chissà che si aspettava quando firmò per Charlotte con una squadra in ricostruzione. Terrificante terremoto in serata, season high in punti, abbatte Washington con scosse da tre punti (8/11 da oltre l’arco). Quasi inarrestabile da fuori ha l’ardire di prendersi anche una tripla sparata in faccia a Caldwell-Pope dalla leggera diagonale sinistra. Parte con tre bombe per tener in partita gli Hornets e chiude anche il match facendo calare il sipario con gli applausi. L’uomo in più nella notte, finalmente anche in formato trasferta.

Gordon Hayward: 6,5

16 pt. (5/13), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Sbaglia qualche tiro ma torna un paio di volte a prendersi la lunetta oltre a una tripla aperta nel finale (100-93) che galleggia tra ferro e retina prima di entrare felicemente per noi. Una bella stoppata su Beal da considerare.

Miles Bridges: 5

6 pt. (3/13), 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 0/4 da fuori. Il miglior giocatore degli Hornets finora per performance è nettamente in una serata no se si eccettuano un paio di spin che lo portano al turnaround nel finale o a un canestro molto bello in precedenza (manca il fallo non fischiato) ma per il resto non è mentalmente in partita. Fa poco a rimbalzo e sbaglia tanto in attacco fuori ritmo comprese tre occasioni nel finale (punta dell’iceberg l’alley-oop) che avrebbero potuto costare caro.

Mason Plumlee: 6

9 pt. (4/6), 4 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Out al sesto fallo commesso nel finale, partita controversa del nostro centro. Parte anche bene con alcune buone difese sul tiro e ruba anche un pallone in tuffo. Anche nel secondo quarto influenza Beal al tiro un paio di volte ma in 22 minuti cattura solo 4 rimbalzi e i Wizards banchettano spesso nel pitturato. Perdonatemi il paragone bizzarro ma a quest’ora della notte mi è venuto in mente solo questo: è come acquistare una gallina per mangiare uova ma vi accorgete che questa gallina non fa uova eppure canta splendidamente per allietarvi. OK, questo è Mason Plumlee, buoni passaggi, qualche buona difesa ma scarsa presenza fisica a rimbalzo e per gli Hornets è un problema. Tra tutto… la sufficienza la prende ma deve razzolare meglio a rimbalzo.

Kelly Oubre Jr.: 5,5

7 pt. (3/7), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Parte bene segnando anche da tre oltre a mettere intelligentemente sopra Neto (più piccolo) un tiro andando in area ma si perde. Un po’ avulso dal gioco sbaglia un paio di conclusioni e ha un plus/minus di -10. Serata così così…

Cody Martin: 6,5

3 pt. (1/3), 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate in 28:26. Inizia con una tripla step-back da destra poi finisce per sbagliare malamente un layup in transizione. La differenza tra un giocatore completo e Cody martin è questa anche se comunque sta lavorando per migliorarsi e si vede. In difesa è utile recuperando palloni, infastidendo su linee di passaggio e tiro (nel secondo tempo dal pitturato Kuzma sbaglia ravvicinatamente sulla sua difesa). Avesse cm in più potrebbe dare maggior contributo a rimbalzo ma la palla che in salto recupera sulla steal di ball, in anticipo sul suo marcatore, è preziosa.

Jalen McDaniels: 5

1 pt. (0/2) in 8:35. Commette 2 falli, uno costa a Harrell una momentanea sospensione dal gioco. La manata rifilata verso l’occhio del centro non è bella così come i due errori al tiro non lo sono. Subisce fallo a inizio ultimo quarto ma splitta i liberi. Serata no.

Nick Richards: 6,5

Mamma butta la pasta”,gioco 9:21. Gioca inspiegabilmente poco Nick che porta a casa 7 punti (¾), 3 rimbalzi e un plus/minus di +1. Borrego preferisce un team più rapido ma i Wizards da sotto ci massacrano mentre da tre sbagliano molto. Probabilmente il C giamaicano potrebbe giocare anche nella maniera voluta da Borrego.

Coach James Borrego: 6,5

Partita dal doppio volto. Sceglie di non preoccuparsi troppo sotto le plance e sfida al tiro da fuori gli avversari. La prima gli va davvero male, la seconda gli va bene e il risultato gli arride. Time-out buoni e difesa aggressiva fatta da molta energia come deve essere fatta per poter funzionare.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.