Game 20: Charlotte Hornets @ Detroit Pistons 110-107

Intro

L’eristica (l’arte di strumentalizzare un argomento portando l’interlocutore a credere ciò che è falso, irretendolo) oggi viene ampiamente utilizzata a livello mediatico.

Schiere di politici e accattoni da quattro soldi che per like acchiappa-denaro spandono odio sul web moltiplicheranno quelli che da dietro un monitor sfogheranno rabbia e frustrazione contro i soggetti più deboli, sbagliati o sconosciuti.

Indipendentemente dallo scopo i primi personaggi saranno sempre in debito con la verità mentre i fanatici 2.0, traslocatori di zero virgole, malediranno dannatamente la loro condizione senza migliorare la loro situazione.

Sarà che spesso le argomentazioni che individuano il loro fulcro nella narrazione, suggestione e adulazione sembrano più affascinanti di quelle che procedono per sillogismi ed ecco una spiegazione valida, pur parziale, al ripetersi costante e individuale di certi errori basati su valutazioni erronee.

A proposito di errori, Charlotte, prima di battere Detroit, ne ha commessi tanti, troppi difensivi, anche per pigrizia.

La non ricerca del perfezionamento ha condizionato la squadra che è tornata a difendere contro i Pistons, agevolati da un tipo di gioco più congeniale ai Calabroni.

C’è da scommettere però che dopo 8 vittorie consecutive di Charlotte nei confronti dei Pistoni, questi vorranno vincere in casa, per questo la voglia di rivalsa sarà il nemico più terribile della serata.

In fondo le cose che si ripetono sono piuttosto noiose ma parlando di Hornets farei un’eccezione per vincere un titolo una volta…

Analisi

Partiamo dal punto di vista di Detroit, otto L di fila contro Charlotte, ecco il perché dei fischi dei fan dei Pistons all’annuncio dello starting five Hornets.

Non deve essere affatto piacevole perder la nona partita di fila ma sul +8 a 5:25 dalla fine la Motown deve far un po’ di mea culpa, aggiungendo che se la squadra di Casey avesse segnato qualche libero in più avrebbe vinto il match, ma con i se e con i ma non si va avanti…

Il 10/20 dei Pistons pesa sull’esito del match.

Gli Hornets chiuderanno con un 11/15 dalla lunetta.

Partita non cattiva ma tirata con qualche scontro di gioco onesto, nella quale la buona mano del primo tempo lasciava sprazzi di lotta nel secondo con le squadre più affaticate.

Sulle frequenze del pace Pistons però Charlotte va a meraviglia riuscendo nel finale, grazie anche a un Biyombo radar, a bloccare gli attacchi dei Pistons all’interno del pitturato.

Charlotte la spuntava ancora, per un solo possesso, giungendo alla nona vittoria consecutiva su Detroit in una gara che ha avuto diversi saliscendi nel secondo tempo con le squadre quasi sempre punto a punto.

P.J. Washington dava una bella mano a Charlotte per recuperare il divario chiudendo con un 9/12 dal campo e 26 punti totali.

Riguardo alle statistiche di squadra i Pistons vincono a rimbalzo 37-45, negli assist 26-27 di misura come nelle percentuali dal campo con il 48,2% di Charlotte contro il 49,4% Pistons.

Pistons che tuttavia subiscono nelle stoppate un 6-4, commettono più TO (10-13), rimanendo inferiori nelle percentuali da tre punti con il buon 42,9% ma Charlotte trova un’altra serata magica da oltre l’arco facendo segnare un 50,0% (19/38), fattore determinante per la vittoria.

Alla fine gli Hornets pungeranno le Vipere (canotta chiaro omaggio con la doppia banda verticale alla Dodge Viper).

La partita

Starting five

Rozier, Graham, Bridges, P.J. Washington e Biyombo per Charlotte.

Bruce Brown (4 pt.), Kennard (21 pt.), Galloway (4 pt.), Griffin (17 pt.), Drummond (15 pt. +19 rimbalzi) per Detroit.

Dalla panchina la vera PG del team è Rose che chiuderà con 23 punti seguito dalla coppia Markieff Morris/Tony Snell con 9 pt. a testa.

1° quarto:

Partiva bene Charlotte che con le dribble penetration di Bridges e P.J. Washington muoveva la difesa di Detroit, i relativi scarichi finivano per trovare come terminale Rozier che dalla diagonale sinistra rilasciava i punti del 3-0.

Un aggancio nel traffico e l’appoggio di Biyombo sotto la tabella a sinistra valeva il 5-0.

Griffin pompava palla in area segnando sopra Bridges e Drummond con un tocchetto sopra l’anello correggeva il lancio per lui realizzando il 5-4.

Gli Hornets a 9:09 trovavano la seconda tripla dalla media destra, ancora con Rozier quindi toccava a Kennard far sfoggio dell’abilità nel tiro da fuori prima che Bridges in entrata diagonale usasse Biyombo come schermo per appoggiar di destro per appoggiare sull’azione successiva dopo aver visto Graham in entrata prendersi una stoppata.

Kennard realizzava la seconda bomba della serata (12-10) aiutando i Pistons a recuperare il pari dopo la stoppata di Biz su Kennard con la sfera che andando verso canestro favoriva Drummond per i due punti facili.

A 7:14 per un fallo su P.J. e gli Hornets si riportavano avanti, Drummond pareggiava ma a 6:38 nasceva una seconda possibilità per gli Hornets chiusa bene da un open di P.J. da tre da sinistra.

Rozier segnava in pull-up dal pitturato oltrepassando con la parabola Drummond ma Kennard da sinistra realizzava ancora da fuori per il 19-17.

A 5:36 Bridges infilava da tre scagliando la sfera in faccia a Griffin e Detroit dopo il time-out sfruttando ancora le capacità balistiche e la vena di Kennard rispondeva da fuori (4/4 per la guardia nel tiro da fuori) mentre Rose andando a recuperare due liberi mancava il pari per l’1/2 dalla lunetta.

A riportare Charlotte in fuga era Rozier che “pareggiava” i numeri di Kennard con un uno-due micidiale da fuori; il paio di frecce scagliate da oltre l’arco dall’ex Celtics valevano il 28-21 ma la sfida tra le due fazioni da oltre l’arco continuava con la balestra di Snell che da destra colpiva per il 28-24.

Griffin a 3:31 costringeva Rozier al secondo fallo riportando sul -2 Detroit che restituiva i due FT a Monk per il +4 CHA.

A 2:21 Morris da tre infilava il canestro ma dall’arco di Marvin Williams partiva il dardo avvelenato (il primo dopo 4 tentativi) che a 1:57 spostava il punteggio sul 33-29.

Drummond usava l’artiglieria pesante per provare a schiacciare piegando solo il ferro con la palla sputata fuori dal metallo, erroraccio perché da solo ma si rifaceva battendo Williams (usato come centro nella small-ball) poco dopo.

A 56.4 Graham entrava ne crunch time del periodo colpendo da tre ma Rose silurando da destra degli Hornets un po’ troppo molli segnava il 36-34.

Graham chiudeva il quarto con l’invenzione di un reverse layup stretto oltre Drummond mentre una decisa entrata di Rose procurava un two and one con la prima frazione a chiudersi sull’alto 38-37 anche per via dell’8/12 da tre Hornets e del 7/13 Pistons da oltre l’arco.

Rozier supera l’ex Wood. Foto: Carlos Osorio/AP

2° quarto:

C’era ancora nell’aria tanta energia da poter far sì che le squadre mantenessero buona precisione: P.J. partiva alla grande con l’hook dal bordo destro del pitturato con giro sul piede perno e con l’alzata cambiando angolazione su Wood dalla sinistra (42-37), Detroit invece commettendo un TO si auto-rallentava ma Mykhailiuk con un prezioso quanto difficile catch n’shoot dall’angolo destro sulla rimessa (marcato) ai 24 restituiva il -2 ai suoi.

Wood e Rose andavano a vuoto sulla stessa azione mentre a Graham bastava tracciare un lancio nell’aria per veder Bridges ancorarsi al ferro dondolando come un salice piangente al vento per l’alley-oop del 44-40 proprio in faccia ai tifosi Pistons, lui del Michigan.

Rose si procurava un altro two and one e quando Snell sganciava il masso che colpiva il fortino degli Hornets i Pistons si catapultavano per la prima volta avanti in serata (44-46 a 8:00 dall’intervallo).

Rozier mancava il primo tiro di serata, Wood il tiro da sotto e anche i due liberi per fallo di Williams (7:27), il quale faceva da intermediario per una triangolazione stretta tra il passaggio di Bridges dalla linea di fondo e il rimorchio di Biyombo per la dunk del pareggio.

Le mani di Bridges sulla penetrazione di Brown erano provvidenziali per aiutare a far scader i 24 secondi a Detroit mentre Rozier distanziandosi da Wood sparava ben staccato dalla linea bianca dell’arco per un 5/5 da tre…

Morris realizzava il -2 poi un TO Pistons ma ancora Snell era l’uomo giusto dalla distanza per mandar sopra Detroit (49-51).

Graham trovava aiuto dallo schermo di Biz per segnare un rapido tiro da fuori poi era Bridges a stoppare in area Griffin e sull’altro lato recuperare un lob destinato al fondo restituendo una palla sfruttata dalla jam di Biz a 4:17.

Kennard era beffato dal giro della spicchiata sull’anello glaciale ma caldo era Griffin che recuperando il rimbalzo convertiva in due punti.

Alley-oop di Drummond e Pistons nuovamente sopra (54-55) prima che un tap-in di Biz, solo, su errore da tre di Rozier in transizione valesse il contro-sorpasso.

Un doppio giro a vuoto dalla lunetta per Drummond e P.J. Washington lasciava il punteggio inalterato ma a violare il patto di non aggressione era Kennard che in entrata faceva secca la difesa di Borrego.

A pareggiare provvedeva Biyombo chiuso fallosamente da Drummond e Griffin.

½, quota 57 raggiunta poi il finale era di marca Hornets che allungavano con P.J. e l’appoggio in corsa e la tripla di Graham che vedeva i compagni schierarsi sulla linea di fondo prima di vedere l’uscita alta di Biyombo per lo schermo alto.

62-57 all’intervallo.

P.J. Washington sfida Drummond. Foto: Raj Metha da USA Today Sports

3° quarto:

Ancor prima che il cronometro iniziasse a correre un tecnico contro Detroit ampliava il gap tra i due team ma l’inizio era favorevole a Detroit che con due punti a testa di Brown e Drummond a 10:10 si portava sul 63-61.

Bridges in area trovava finalmente i primi due punti su azione ai quali replicava a 9:32 Griffin che mancando l’addizionale lasciava sul -2 i suoi.

Il vantaggio svaniva quando bastava a Drummond una spallata leggera su Biz per farsi largo per l’appoggio a destra, per fortuna il congolese riusciva a rimediare a un paio di errori dei compagni in attacco.

Griffin con uno spin e appoggio batteva due difensori, Brown con lo scoop plastico realizzava il 67-69, Miles replicava con l’open 3 ma un lancio lungo per la transizione di Griffin ed era subito 70-71.

Rozier e Griffin nella parte centrale del quarto esplodevano le loro cartucce da tre punti così come Monk che a 5:34 da tre punti realizzava il 76-74.

Snell non tratteneva un passaggio in angolo ma Monk in entrata andava a sbatter sul blocco rosso commettendo sfondamento.

Griffin a vuoto ma rimediava Drummond con il rimbalzo offensivo che generava il sorpasso per mano di Kennard da tre.

Griffin splittando dalla lunetta mandava sul +2 i suoi trasformato da un piazzato dall’angolo di Marvin nel -1 Pistons, poi Rose da due e P.J. dal post basso sinistro arrestandosi con il banker erano gli altri marcatori che alzavano il punteggio sull’81-80.

Morris dalla baseline sinistra colpiva ma a 1:20 P.J. Washington freddava con il crossover Drummond sulla linea dei tre punti per inarcarsi in bimane appesa e veleggiante sino al ferro.

Rose ribaltava il risultato ma Graham in entrata freddava Drummond di sinistro prima che lo stesso centro pervenisse al pari splittando due FT.

Biyombo conquista un rimbalzo tra le fiammeggianti divise dei Pistons. Foto: Carlos Osorio/AP.

4° quarto:

Qualcosa cambiava nel ritmo della gara e i Pistons si portavano rapidamente la massimo vantaggio (+4) con M. Morris e Wood (dunk su Williams per il secondo).

Marvin replicava dal corner sinistro me Rose dalla diagonale mancina lasciava partire l’open 3 sul buon giro pala d squadra.

88-92 e momento di difficoltà per Charlotte che trovava in P.J. l’inaspettato protagonista del finale: entrata a saltar Wood e Morris e con terzo tempo da triplista batteva in scoop la difesa conquistando anche il fallo per un gioco complessivo da tre punti (91-92).

Chiamata un po’ tirata degli arbitri quella a favore di Rose che si gettava fuori tempo massimo al tiro su Bridges in ingenuo close-out fuori dal cilindro.

½, recuperato da Monk che con il jump stop in area refrigerava la difesa dei Pistons.

Rose da due, Bridges dalla lunetta, alzavano sul 95 pari il punteggio ma poi Monk entrava in una brutta fase con un brutto passaggio, una stoppata presa da Drummond, una pessima gestione del possesso offensivo nuovamente con palla girata in ritardo sul lato sinistro anziché favorire Biz abbastanza libero vicino al ferro…

La cosa peggiore però la commetteva in difesa quando il gioco che si stava sviluppando sul lato sinistro era tenuto d’occhio dal Monaco dal bordo destro del pitturato.

Galloway sganciatosi in quell’angolo era il terminale designato e si vedeva a occhio che in quelle condizioni non avrebbe potuto tenere…

Ecco la tripla che rimbalzando sul primo ferro entrava beffardamente più il close-out maldestro con fallo.

Pistons sul nuovo +4 a 6:45 che tentavano di dar la spallata con due jumper dal mid-range di Kennard.

I tiri della guardia a segno raddoppiavano il vantaggio portando il Casey team sul 95-103 a 5:25 dal termine.

Sembrava finita la gara ma a 4:59 P.J. sulla pressione forte della difesa si alzava per far esplodere una tripla con poche possibilità per un gran canestro, Kennard mancava un layup transizione, Rozier la tripla sempre da contropiede ma avendo ancora un’occasione successiva in fuga riusciva a chiudere in reverse sfuggendo al recupero di Brown.

Griffin mancava a 3:13 la tripla e a 2:55 il passaggio sotto canestro di P.J. per Biyombo valeva un circus shot del congolese con Drummond saltatogli in spalla sulla finta.

Peccato per il libero addizionale mancato ma Charlotte sul 102-103 era rientrata in partita.

A 2:35 la bomba a destra di Rose su Batum rischiava di ammazzar la partita ma il passaggio per la tripla frontale di P.J. dimostrava che il rookie era in possesso di attributi.

Drummond in area restituiva una gomitata a Biz (quella di Biz in un’azione precedente era stata fatta in partenza per difendersi senza cattiveria, quella di Drummond in virata nel pitturato era più repentina e secca), in entrambi i casi nessun provvedimento arbitrale ma due TO.

Biz portando un blocco a Graham lasciava attardato Rose quel tanto che bastava per conceder la tripla a Graham che a 1:43 rimandava in vetta gli Hornets sul 108-106.

A 1:29 Biz decideva per il fallo sull’entrata aggressiva di Griffin che sbagliando il primo libero lasciava attardati di un punto i suoi.

Graham si perdeva in penetrazione oltre il fondo non trovando buona spaziatura ma Biyombo ci metteva la manona per stoppare Drummond nel pitturato salvando il risultato.

Sull’uscita dell’azione Griffin sembrava poter toccar per primo la sfera ma il gettar il cuore oltre l’ostacolo di P.J. consentiva l’aggancio della sfera con i due a contatto in una contro-rotazione galattica che sulla base dell’inerzia favoriva P.J. arrivando in corsa, meno statico.

La forza d’urto non era solo metaforica perché i Pistons erano costretti a commetter fallo con Kennard e Griffin a lamentar un fallo che non arrivava.

Due liberi glaciali di P.J. a :47.7.

Time-out e Detroit a far girar palla ma sul passaggio diretto verso l’angolo sinistro di Drummond l’inframezzo di P.J. valeva una steal e anche se Graham e Biyombo mancavano i tiri sull’ultima azione d’attacco Hornets, rimaneva poco a Detroit per concertar l’ultimo assalto.

Kennard tirava lungo su Biz che con un tap-out contrastato mandava oltre la linea di metà campo la sfera, Galloway la recuperava e sotto la minaccia di Rozier in close out faceva partire un tiro che sbatteva sui ferri rischiando di trascinare incredibilmente la gara al supplementare ma l’anello diceva no liberando l’urlo commisto tra paura e gioia del commentatore degli Hornets Collins sullo scampato pericolo.

Le pagelle

Terry Rozier: 7,5

23 pt., 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. 8/15 con 6/9 da tre. Da fuori parte con un incredibile 5/5 poi ne sbaglia uno nel primo tempo ma anche se frenato nel secondo contribuisce alla vittoria alla fine con un reverse layup in fuga e andando a dar fastidio a Galloway sul tiro di metà campo che avrebbe anche potuto produrre la beffa. Bella la tripla trovando tempo e ritmo su Wood in pull-up dalla diagonale sinistra molto staccato dalla linea.

Devonte’ Graham: 7

16 pt., 1 rimbalzo, 8 assist, 2 stoppate. Big time negli ultimi minuti di alcuni quarti nonostante qualche esagerazione come tiri da tre presi ben oltre la linea e una palla persa accompagnandosi da solo oltre la linea di fondo nell’ultimo quarto, tuttavia ci da un vantaggio di 5 a fine primo tempo e sorpassa con la tripla decisiva Detroit nel finale. Aggiungiamoci anche due stoppate e una buona chiusura sulla sua sinistra contro Griffin nel finale che porterà P.J. all’intercetto sugli sviluppi dell’azione. Favorito da Drummond che non è uno stoppatore in rapporto ai mezzi che ha, lo riesce a freddare un paio di volte anche da sotto il tabellone. Un paio di TO con 6/14 dal campo ma fa 4/7 da tre punti…

Miles Bridges: 7

16 pt., 7 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate. 6/13 dal campo con un -13 in plus/minus. In attacco spara diverse cartucce nella sua terra natia. Mostra di saper schiacciare ma questo lo sapevamo, il tempismo per un bell’alley-oop modello salice al vento c’è e l’iniziativa in appoggio è apprezzabile. Contribuisce con due stoppate in difesa. Zero TO.

P.J. Washington: 8,5

26 pt., 5 rimbalzi, 3 assist, 4 rubate. 9/12 dal campo e un immacolato 3/3 da oltre l’arco. Aggressivo da subito diventa un fattore determinante nel secondo tempo, soprattutto nel crunch time quando levita sino a spandersi in attacco e difesa buttando fuori dalla gara i Pistons. Una tripla micidiale sotto pressione sul -8 nel momento più duro della gara, steal micidiali come quella nel finale sul passaggio di Drummond (ottimo posizionamento) e quella su Griffin condita da due glaciali importantissimi tiri liberi ma prima ancora mostra uno scoop in entrata subendo anche fallo e un’esaltante dunk veleggiata inarcandosi per la bimane da foto. Gran prestazione in serata, fa bene Borrego a lasciarlo sul parquet negli ultimi minuti.

Bismack Biyombo: 8

13 pt., 9 rimbalzi, 2 assist, 2 stoppate. Se l’occasione fa l’uomo ladro, Biyombo potrebbe essere un “mariuolo” congolese. Sta mostrando che sa difender meglio di Zeller e diventa determinante in certi finali. I Pistons sono nelle sue corde e si vede quando con la sinistra blocca Drummond nel finale. Spende solo due falli questa sera egli va anche bene nel finale quando Griffin manca un FT lasciando su -1 i suoi. Porta ottimi blocchi che Graham sfrutta. Chiude con 6/12 dal campo e un circus shot sul n° 0 avversario, fondamentale anche se poi andrà a fallire il libero (1/3), tallone d’Achille. Se non può esser dominante, limita molto certi attacchi avversari.

Malik Monk: 4,5

7 pt., 3 rimbalzi, 2 assist. 2/6 dal campo, 2 TO, -3. Mostra alcuni buoni movimenti come il jump stop in area con il quale gela la difesa di Casey ma nell’ultimo quarto commette due TO, si fa stoppare da Drummond e fa fallo su Galloway lasciato da lui a km di distanza, aggravando la posizione con il fallo sul close-out e relativa giocata da 4 punti dell’avversario. Disastroso nel momento decisivo e scostante, per fortuna i compagni recuperano.

Nicolas Batum: 5

0 pt., 5 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata. 0/3 dal campo. Fossimo stati in altri contesti ed epoche storiche rischierebbe il linciaggio, quello mediatico di oggi è pesante ma lui non fa molto per evitarlo. Torna a giocare staticamente e in 26:44 riesce a fornire solo un paio d’assist e a catturar qualche rimbalzo chiudendo a zero punti. Ormai dovrebbero aver capito tutti che non è uno scorer primario e non gli si chiede di segnar 20 punti a gara ma di migliorar la squadra arrivando a metter qualche tiro ma soprattutto di essere aggressivo. Sarebbe da 4,5 ma il voto si alza perché riesce a dar fastidio un paio di volte a Kennard che mancherà un easy layup e un tiro nel finale.

Marvin Williams: 6

9 pt., 3 rimbalzi, 4 assist. 3/8 FG che praticamente è tutto da tre perché l’unico tiro preso da dentro l’arco è una patata bollente, un floater da marcato scaricato da lontano ai 24 secondi senza particolari colpe. Dagli angoli trova canestri importanti, altri li sbaglia e in difesa commette tre falli non risultando sempre perfetto anche perché se lo lasci contro Drummond non fa testo. Commette un fallo onesto su Griffin e nel complesso una prestazione che porta punti preziosi ma non troppo aggressiva.

Coach James Borrego: 6,5

Utilizza solo otto elementi del roster affaticandoli un po’ ma il rodaggio nel minutaggio più alto concesso viene buono nel finale quando i Calabroni ritrovano fiducia, punti e difesa. Nulla di particolare da segnalare contro in una gara che fa vedere anche qualche buona giocata di squadra in attacco oltre alle iniziative personali dei singoli. P.J., Miles, Williams trovano passaggi che liberano tiratori da fuori o giocatori che da sotto hanno spazio. La difesa nel primo tempo ha qualche sprazzo di lassismo ma chiude meglio nel secondo.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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