Game 22: Charlotte Hornets @ Houston Rockets 143-146 (OT)

Intro

Anche se una delle missioni spaziali più famose (quella dell’Apollo 13) partì dalla Florida, la mente viaggia a Houston che reca anche nel logo il simbolo di un razzo spaziale in omaggio alla NASA.

Con gli Hornets in altissima quota a cercare di staccarsi il più possibile dal pianeta blu direzionandosi verso il pianeta playoff, ci sarà da stare attenti ai vari spauracchi meteoritici nei quali i Calabroni potrebbero incappare.

Quello denominato Houston non è attualmente massiccio ma ricordando l’esplosione nel modulo di servizio che impedì l’allunaggio agli astronauti e danneggiò gli equipaggiamenti oltre ad abbassare la disponibilità di ossigeno, i tre astronauti furono costretti, dopo un passaggio sul lato oscuro della Luna che interruppe le comunicazioni lasciando con il fiato sospeso tutti, ad utilizzare il modulo lunare Acquarius per ammarare sulla Terra anziché allunare sul selenico satellite.

Fu il punto più lontano raggiunto da un uomo nello spazio.

Gli Hornets oggi chiedono strada alla torre di controllo di Houston per far filare tutto liscio senza problemi e dimostrare che il tempo di maturazione non è precoce e sta dando i suoi frutti.

Andamento della partita

La partenza era pro Houston; sleep screen e due punti del dinamico Wood dimenticato sotto canestro.

Charlotte pareggiava dopo due tentativi di Miles (sul primo una spinta alle spalle di Mathews mentre Bridges si alzava per l’alley-oop generava solo un fallo e una rimessa laterale) pareggiava con lo stesso Bridges che agganciava un rischioso baseball pass di Ball e appoggiava per il 2-2.

Era ancora Wood per Houston a segnare trovandosi alla fine addosso Hayward impotente.

Lo stesso Gordon però fuggiva a destra e a L tagliava sulla baseline per arrivare sino a canestro a schiacciare.

Houston cominciava a scappare con una tripla di Mathews con spazio dall’angolo sinistro e due liberi di Tate a 9:44 arrivando anche sul +7 prima che Hayward segnasse un open 3 grazie al palleggio interno di P.J. prolungato che impegnava più difensori.

Charlotte tuttavia si accontentava spesso di tirar da fuori senza centrare il bersaglio mentre dei dinamici Rockets allungavano con un deep 3 di Gordon (7-15) nonostante Ball appoggiasse sulla stessa SG avversaria trovando un and one (10-15).

Quando Mathews riceveva in corsa un passaggio proveniente da rimessa e appoggiava senza che nessuno intervenisse Borrego andava in time-out (10-22 a 6:37).

La buona tripla di Martin dalla sinistra non era seguita da molto altro e i Rockets si avvantaggiavano andando molte volte in lunetta.

Il 2/3 di Mathews (volo di martin in close-out) valeva il 13-29 a 4:47…

Charlotte reagiva con un euro-step e cambio direzione sull’ultimo passo di ball per l’alzata oltre Mathews, con l’appoggio alto al vetro di Miles contro lo stesso tenace difensore e con un coast to coast al plexiglass di McDaniels oltre Wood per il 19-30.

Il terzo fallo assegnato a Martin costringeva Borrego a togliere il suo mastino ma nonostante ciò i Calabroni mangiavano ancora qualche punticino grazie a due triple consecutive sganciate da Ball che a 3:00 dalla prima sirena riportavano Charlotte sul 25-32.

L’emorragia degli ultimi minuti tuttavia portava a un parziale di 5-11 con l’originale fallo chiamato a McDaniels sul tiro e alla tripla finale di Brooks per il 30-43.

Il pessimo primo quarto difensivo (aiutato da tanti liberi per Houston) sembrava attenuarsi nella seconda frazione ma la rimonta appariva lontana, anzi, inizialmente Houston segnava ancora con una tripla schermata di Brooks che portava Houston sul 35-48 (-15…) mentre sull’altro fronte Richards agganciava un bound pass di McDaniels e – appostato in post basso sinistro – si alzava ritardando la schiacciata a una mano trovando l’and one.

Charlotte ribaltava la situazione in lunetta e da una tripla fallita di Oubre Jr. nasceva il rimbalzo di Miles che affossato sotto il canestro avversario andava in lunetta per il 2/2 del 44-50.

La frustrazione di vedere infilarsi un pull-up di Porter Jr. era attenuata da un rimbalzo offensivo di Oubre Jr. che forniva una 2nd chance a Rozier, bravissimo dalla sinistra a cucinare in palleggio Wood e a batterlo in pull-up 3 (47-53).

Anche Oubre capiva che attaccando il ferro Houston avrebbe avuto problemi e da una sua entrata nascevano altri due liberi a 4:53.

Il 2/2 riduceva lo scarto a 4 punti (54-58) ma i due punti di Wood in alley-oop facevano toccare quota 60 al team di Stephen Silas.

Il pull-up 3 di Rozier tagliava di netto il divario e il passaggio di ball (dopo la steal) per P.J. Faceva vedere la luce ai Calabroni tornati sul -1.

L’imprevisto arrivava però puntuale: due triple di Gordon ricacciavano gli imenotteri sul -7 ma Ball inventava un jumper sulla baseline destra scivolando come MJ (no, non Michael Jordan ma Michael Jackson) per un talentuoso 61-66 e servendo un pallone – dopo aver preso una stoppata da Wood e il pallone tornatogli tra le mani – a Hayward isolato nell’angolo destro vedeva il compagno colpir da tre per il 64-68.

Quando Hayward in entrata forzava il fallo (un po’ generoso come qualcuno assegnato nel primo tempo ai Rockets) di Mathews gli Hornets si presentavano sul -2 (68-70) a :34.5 dall’intervallo.

A :06.7 Rozier con una tripla pazzesca portava per la prima volta in vantaggio i nostri che non avevano mai comandato ma a rovinare il thè ci pensava Porter jr. che sparava una tripla lasciando 7 decimi sul cronometro alzando sul 71-73 il già (troppo) stellare punteggio.

Se i primi 24 minuti erano stati contraddistinti da una folle corsa nel punteggio, l’inizio della ripresa era peggio ma inizialmente a Charlotte andava bene poiché la tripla di P.J. con Mathews davanti a lui a terra riportava la squadra di MJ avanti per la seconda volta nell’incontro (74-73).

Si scatenava però una pioggia di triple: Tate, Bridges e Gordon non sbagliavano un colpo mentre il gancio di Hayward rimbalzava sull’anello ma non entrava e Wood da tre punti colpiva oltre P.J. Per il 77-82.

Houston rimaneva incredibilmente calda nonostante Rozier segnasse su Wood da tre punti: Tate riceveva in corsa e appoggiava l’80-84, Mathews realizzava l’82-87 da fuori e Porter Jr. in transizione ci spediva a -7.

Il time-out a 6:29 arrivava dopo un layup in entrata di Gordon che mostrava la poca attenzione ed energia di Charlotte alla difesa.

Sull’84-94 sembrava impossibile peggiorare le cose ma, dopo un 3 fuori tempo di Mathews (ball sempre distratto dalla palla e troppo lontano per un close-out efficace) e un affondata bimane in corsa del nostro numero 2 per l’88-94 i Rockets riprendevano le operazioni vittoria.

La tripla di tabella di martin a 3.58 sembrava un incidente poiché le triple dei Razzi cadevano in retina immancabilmente; Tate open per il 93-102, Brooks con un incredibile deep ai 24 (93-107) ma Rozier nel finale con una tripla e tre FT guadagnati per un fallo subito dopo aver scambiato rapidamente con Martin, portava a casa 6 punti di fila trascinando sul 99-110 a 12 minuti dalla fine la squadra.

L’ultimo quarto non sembrava però portare nulla di buono perché Sengun posterizzava McDaniels e anche l’ex Bobcats D.J. Augustin si permetteva il lusso di sganciare una tripla per il 103-117 mentre quella di Brooks portava al massimo vantaggio i texani (103-120) sembrando scriver la parola fine alla partita ma Charlotte rientrava in qualche maniera segnando ad esempio il 112-120 con P.J. Da una second chance.

La rimonta continuava con un’altra bomba di Washington e quando Terry subiva fallo (non fischiato) Oubre Jr. a rimbalzo convertiva per il 117-122.

Kelly andava a sinistra alzando di forza un’atipica palla oltre Mathews e l’aiuto vicino canestro ma Gordon al vetro segnava il 118-124.

Fallo sulla palla vagante a 4:25 di Porter Jr. su Ball e bonus per il -3 dalla lunetta.

Ball segnava anche un pull-up perfetto da due punti su Wood ma l’ex centro infilava la tripla del 123-127.Il passaggio rovesciato di Ball da drive era perfetto per l’open 3 di Rozier che mandava a bersaglio il 126-127 e quando Scary in transizione mancava l’appoggio del sorpasso si presentava Oubre Jr. a rimorchio per segnare il 128-127.

Ripassati in vantaggio a 2:28 con due FT di Wood (Oubre Jr. non poteva tenere), e allungato sul +3 dopo un tecnico a Oubre Jr. più un ½ dalla lunetta, i Rockets si facevano raggiungere dalla sagitta di Oubre che impattava sul 131 il match a 1:30.

La tripla di Mathews, sempre dimenticato in angolo dava vantaggio ai Razzi ma due punti Rozier accorciava.

Porter Jr. a :13.4 splittava due FT (133-135) e gli Hornets tentavano il colpo vittoria con Ball che sbagliava da tre contro Wood ma a rimbalzo si presentava P.J. Washington che tra due difensori schiacciava per il pari.
La steal sulla rimessa con pochi secondi a disposizione trascinava la partita all’OT.

Sembrava poter partir bene nel supplementare Charlotte con il comodo elbow jumper di Rozier per il 137-135 ma Wood pareggiava quindi Gordon e ancora Wood da sotto trovavano i nostri impreparati per due volte portando i Rockets sul 137-141.

Un OT lungo che vedeva la chiamata di un challenge di Borrego poiché la terna optava per un fallo offensivo di ball che lanciando palla a Bridges per l’alley-oop finiva contro tate fuori dal semicerchio ma in scivolamento.

Dopo aver rivisto al replay il tutto il canestro di Miles veniva assegnato ma Porter Jr. vanificava tutto il lavoro del coach con un jumper in area passando dietro lo schermo sul quale P.J. non usciva.

La schiacciata di Bridges a :54.6 ridava ossigeno ma Mathews in lunetta (fallo di Ball in corsa su chiusura laterale) aggiungeva un punticino per i rossi a :37.8 (141-144).

I due liberi di Bridges a :31.0 (challenge perso da Silas per il fallo di Porter Jr. in chiusura) andavano dentro ma un Martin troppo aggressivo su Gordon dava la possibilità al veterano di giocare con il contatto.

Due liberi, uno solo realizzato: 143-145 a :14.4 dalla fine.

Oubre provava da tre dopo il time-out ma i due ferri dicevano no e il fallo di Ball su Porter che splittava ancora mancando il secondo lasciava gli Hornets sul -3 ma tre erano anche i decimi sul cronometro e il tiro in girata di Ball partiva sulla sirena risultando comunque corto così gli Hornets cadevano nella trappola texana tornando con i piedi per terra.

Adesso ci sarà da vedere se gli Hornets ripiomberanno in crisi o la sconfitta darà una carica in più per future partite.

Ball in palleggio attende il blocco di P.J. Washington. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Houston, abbiamo due problemi: In questa regular season; i back to back e i supplementari sembrano essere tabù per i Calabroni.

Charlotte cade per la terza volta in un supplementare quest’anno (0-3) dimostrando poca energia difensiva per tre quarti riuscendo a rimontare da un -17 nell’ultimo quarto per trascinare la partita ai supplementari dove Wood e il veterano Gordon danno una mano alla squadra dell’ex Silas a vincere la partita in quella che per gli Hornets avrebbe dovuto essere la partita più facile della settimana sulla carta.

E’ vero che i Rockets sono stati molto bravi inizialmente a colpire da tre punti ma perché la difesa in avaria di Charlotte ha concesso troppo con alcuni errori tattico-strutturali valutativi come quello di lasciar troppo spazio in angolo a Mathews disinteressandosene.

In particolare Ball, di base in marcatura, è stato troppo attratto dalla palla.

Il 39,2% da fuori di Charlotte è stato superato dall’alto 46,9% dei Rockets che hanno chiuso con un 53,7% dal campo.

I 33 punti e 16 rimbalzi di Wood hanno dato una grande mano a coach Silas a vincere il match, Porter Jr. ed Eric Gordon hanno contribuito rispettivamente con 23 e 22 punti (il primo ha servito anche 12 assist) mentre Mathews è giunto a 20.

Da citare in doppia cifra anche Tate con 16 e Brooks con 15.

Una sconfitta sul filo che nonostante le numerose controverse decisioni da ambo le parti non è stata immeritata.

Houston, forse per la classifica deficitaria, ha avuto più voglia di vincere e l’ha dimostrato in difesa con gli Hornets partiti invece malissimo concedendo 43 punti soltanto nel primo quarto.

51 tiri da tre punti presi sui 104 totali sono eccessivi quando non sei in serata e puoi aggredire una difesa non irresistibile… non vorrei che la performance con Minnesota avesse alterato troppo la testa del coach e dei giocatori.

Una sconfitta che lascia il segno in classifica dove avremmo potuto presentarci a Chicago (anch’essi sconfitti di tre da Miami) in posizione più alta ma la realtà è che se pensi di giocare sempre e solo i secondi tempi sentendoti più forte non ce la farai a vincere sempre perché – come dicono in molti – questa è la NBA.

LaMelo Ball: 5,5

19 pt. (7/20), 11 rimbalzi, 13 assist, 1 rubata. Tripla doppia che arriva dopo quella toltagli recentemente dalla NBA che ha ricalcolato le statistiche della partita con gli Hawks. Tutto OK? Per niente perché a parte insistere troppo, asfissiato un po’ dalla marcatura dei Rockets, è stata per lui una partita inficiata dalla marcatura di Mathews troppo larga che ha concesso troppi punti all’avversario. Troppo attratto dalla palla ha finito per lasciar troppo spazio e il -14 con lui sul parquet racconta che non puoi sempre e solo essere un giocatore offensivo. Bellissimo il passaggio rovesciato in corsa per la tripla di Rozier, l’alzata per Miles nel finale o utili le due bombe in a row nel primo tempo ma deve crescere un po’ tatticamente anche se gli ordini di scuderia sono quelli di flottare nel caso.

Terry Rozier: 6

31 pt. (9/23), 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata. Terry spara ancora una volta tutto il cartucciere chiudendo con un 6/16 da tre punti con un paio di errori da tre sulla stessa azione nell’OT pesanti ma d’altra parte deve provarci. Il problema è che la vittoria su Minnesota con grandi percentuali da tre ha fulminato la lampadina nella testa di Borrego e degli Hornets che sono tornati a prendersi una marea di tiri da fuori pensando possa andare sempre bene anziché giocare più semplicemente e variare le soluzioni. Non gli fischiano un fallo da sotto sul tiro e manca una transizione (corretta da Oubre Jr.), in compenso, sempre rimanendo sulle entrate, mostra un’entrata con terzo tempo sul quale finta il passaggio a una mano dietro la schiena finendo invece per andare ad appoggiare. Un Terry che mostra sempre qualcosa di nuovo al pubblico risultando efficace nel caso. Era partito bene nell’OT con un semplice jumper da due, poi ha un po’ esagerato con tiri meno consigliabili in un momento delicato anche se lui li può mettere.

Gordon Hayward: 6

21 pt. (6/16), 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata. Cerca di giocare d’astuzia ma pasticcia un po’ in qualche fade-away e conclusione da sotto, tuttavia la scelta era quella giusta. Attacca spesso il ferro e il buon Mathews deve ricorrere al fallo sui suoi movimenti sincopati in rallentamento o con cambio direzione ma anche semplicemente usando il fisico in entrata perché più pesante. 7/9 dalla lunetta non è malvagio ma lui può fare anche meglio.

Miles Bridges: 6

22 pt. (8/12), 5 rimbalzi, 2 assist, 4 TO. Esce nel finale di quarto quarto, Borrego lo manda dentro per un rimbalzo ma a parte questo fa una partita dal punto di vista offensivo discreta con canestri nell’OT che danno la spinta a Charlotte per rimanere agganciata fino all’ultimo. Dal punto di vista difensivo non sempre mi convince. L’alley-oop e i due liberi a segno freddamente e un 2/5 da oltre l’arco sono la resistenza di Charlotte nell’OT.

P.J. Washington: 6

13 pt. (5/7), 5 rimbalzi, 6 assist, 2 rubate, 2 stoppate, 2 TO. Forse anche 5,5 ma che non sia un vero centro lo si capisce. Wood lo fa a fette perché è più veloce ma lui guida la rimonta con un paio di triple e il rimbalzo offensivo per il pari definitivo nei regolamentari. Troppo timido anche nell’OT quando non esce su Porter Jr. consentendogli un canestro facile. Essendo piuttosto mobile riesce in attacco a smistare 6 assist e sbaglia poco al tiro.

Kelly Oubre Jr.: 6,5

23 pt. (8/19), 4 rimbalzi, 3 rubate, 2 stoppate. +17 in plus/minus. Croce e delizia. Pareggia con una tripla sul 131 a poco dalla fine nei regolamentari ma finisce con un 2/10 da oltre l’arco compresa la bomba mancata che avrebbe potuto nell’OT darci forse la vittoria ma salta via sui ferri come a lui saltano i nervi su una stoppata giudicata fallosa nel finale dell’ultimo quarto che costa un tecnico. E’ bravissimo quando va dentro o segue a rimbalzo, vedi la correzione a rimorchio sull’errore di Rozier o un paio di giocate di forza con canestri inusuali. In difesa è più attivo.

Cody Martin: 5

6 pt. (2/3), 1 rubata in 14:34. Tre falli nel giro di pochi minuti e sostituzione. Un fallo su Gordon nel finale andandogli troppo sotto (il veterano aspettava solo quello per il bump). Un paio di buone chiusure per contrastare tiri sul perimetro ma non incide molto e finisce con un -12 in plus/minus. Tutto da tre il suo tabellino.

Jalen McDaniels: 5,5

5 pt. (2/3), 6 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata in 21:15. Bene a rimbalzo ma non sempre brillante in difesa dove commette da dietro anche un fallo inutile su Wood regalandogli la lunetta.

Nick Richards: 6,5

3 pt. (1/1), 2 rimbalzi in 7:14. Solito basso minutaggio. Non sfigura trovando un and one con dunk a una mano caricata e ritardata. Metterlo ancora su Wood nel secondo tempo pareva una brutta idea?

Coach James Borrego: 6

Challenge stupendo che riassegna due punti a Miles nell’OT e quintetti provati per rientrare come quello nei finali di regolamentari che funziona. Funziona anche l’inserimento di Bridges nel finale dei regolamentari per recuperare il rimbalzo nel caso di errore ai liberi di Houston ma la squadra è un po’ scarica e soprattutto le reiterate triple di Mathews dall’angolo a anche di altri giocatori con troppo spazio lasciato non sono accettabili. Quando Charlotte chiude Houston sul perimetro la squadra di Silas smette di segnare benché purtroppo sotto canestro pare che i nostri problemi siano irrisolvibile ma per questo mettere Richards per più minuti, no? Ci vorrebbe una collimazione per mettere a fuoco la visione difensiva dalla panchina con le reali problematiche sul parquet.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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