Game 22 – Charlotte Hornets @ Miami Heat 129-121 (OT)

Intro

Cosa servirebbe nella società di oggi si fa presto a dire… qualcuno mi dirà la bellezza (svanisce), la forza (anche), oppure la più gettonata nell’occidente dalla cultura dello schiacciasassi: i soldi…

Purtroppo in molti casi nemmeno quelli servono, né difronte all’ineluttabile oscura signora né tanto meno quando medici senza scrupoli usano pazienti come insulsi e inutili burattini non rispettando la dignità umana.

Non so se sia il caso ma per parlare d’attualità, l’audio spuntato fuori da chi avrebbe dovuto curare Maradona sarebbe (se vero) agghiacciante ma questo è solo un caso clamoroso di mille altri casi sommersi.

Cosa ci vorrebbe allora?

Probabilmente c’è chi la considererà inutilità, bevendo acqua stagnante come un pesce rosso che dal suo punto di vista guarda una piccola porzione di mondo esterna distorta dalle microonde marine non riuscendo a scorgere altro…

In genere serve ciò che manca, quando qualcosa non funziona servirebbe un nuovo modello, una nuova cultura che si trasmetta a beneficio della collettività, nuovi moderni poeti, filosofie alla base a contrastare il nulla che avanza…

Chissà se anche Borrego nelle ultime due partite, aldilà di ciò che servirebbe alla nostra malridotta società ha pensato di cambiare rotta in qualche maniera…

Certo, gioca sempre con il suo credo d’attacco basato su molto tiro da tre punti ma ha inserito Ball, il poeta del parquet, colui che crea profondità attaccando il ferro lasciando grafia del suo passaggio, tracce d’inchiostro invisibile sui passaggi impensabili, archetipo della personalità creatrice (magari nella prossima intro andremo con Jung?).

In difesa la filosofia pare abbastanza cambiata, qualche tripla open l’abbiamo concessa a inizio ripresa nelle ultime due partite ma lo sforzo collettivo sui close-out è migliorato, probabilmente l’inserimento di Zeller ha dato i suoi secondari frutti così come la small-ball utilizzata solo in brevi momenti.

Urge ripartire da qui e non farsi affascinare dal mondo moderno, trovare la propria strada e giocare contro Miami con cuore e le nostre migliori idee.

Analisi

La squadra meno considerata, più sconquassata e stramba di tutta la NBA ne combina un’altra…

Probabilmente nemmeno alcuni grandi squadroni sarebbero riusciti nell’impresa di rimontare 10 punti alla scorsa finalista NBA che ritrovava Dragic, Butler (alla seconda uscita), confermava la presenza di Herro (in dubbio) e sembrava ormai in controllo della partita ma… gli Heat rallentano, tutti si aspettano Ball ma escono Graham e Monk ad aiutare la squadra in maniera consistente.

Graham nel finale è più concentrato di un detersivo piatti e Monk continua la sua surreale partita colpendo incredibilmente da tre a 16.6 dalla quarta luce rossa…

E’ parità a quota 113…

Miami entra nell’OT scossa e Charlotte con due giocate di Hayward d’autorità più l’ennesima pazza tripla di Graham pesca il jolly per vincere una partita divenuta impossibile contro gli Heat anche perché P.J. Washington è il secondo infortunato alla caviglia dei Calabroni in due partite.

P.J. andando a rimbalzo e degnando da sotto ha sofferto della medesima situazione occorsa a Rozier, piede su un piede di un giocatore tornando a terra e addio parquet.

Miami ha vinto al tiro complessivo: 55,3% Cha, 47,3% Mia, nei rimbalzi come previsto (53-60), nelle stoppate (4-7) e nelle rubate (6-8) ma non è bastato perché gli Hornets hanno trovato un fattore chiave buttando dentro altre 21 triple come contro Milwaukee ma sprecandone meno (41 tentativi) per un surreale 51,2% dietro l’arco… Miami, dopo aver iniziato 4/4 da tre, è scesa al 41,35. Charlotte ha battuto meglio i liberi 22/26 contro il 16/25 avversario e ha commesso meno TO (11-15).

Soffriamo un po’ nei fast break (4-16) con Dragic che ci grazia due volte.

Tra le fila degli Heat, Butler ha chiuso con 25 punti e 9 rimbalzi, 23 punti e 9 rimbalzi per Adebayo, 19 punti per Strus dalla panchina, 16 per Duncan Robinson e 11 a testa per la coppia Olynyk/Herro.

La partita

I quintetti:

1° quarto:

Palla lanciata nell’aria raggiunta da Adebayo e via ai giochi con gli Hornets a cambiare sul gioco di passaggi degli Heat che tuttavia trovavano Olynyk con spazio sulla diagonale sinistra per lo 0-3…

Un deep 3 di Hayward pareggiava la partita ma nonostante Butler sbagliasse due volte ravvicinatamente, i Calabroni, concedendo un altro rimbalzo offensivo lasciavano due punti ad Adebayo.

P.J. Washington non teneva il passo sbagliando un semplice appoggio e Robinson da tre sull’altro versante scaricava la tripla del 3-8.

Zeller rispondeva con due punti grazie al passaggio di Hayward che batteva l’inseguitore Adebayo quindi toccava a Zeller mettere altri due punti ma il centro avversario rispondeva nuovamente.

Poco male se Zeller rompeva il muro centrale di due giocatori per mettere il 7-10 ma male se si concedeva l’open di Strus per il +6 Miami e un’altra tripla a Olynyk che a 7:50 realizzava il 9-16 (4/4 da tre per la squadra della Florida), il tutto condito da due punti di Butler che in post basso faceva secca la nostra difesa a 7:26 mandando in time-out Borrego sul 9-18.

Herro faceva in tempo ad infilare due FT dopo aver rubato palla a Ball: dentro Monk che da destra caricava e realizzava la tripla incendiando l’attacco di Charlotte con la seconda bomba (assist di Graham) per il 15-21.

Le squadre andavano a vuoto per qualche azione quindi toccava a Monk tirar su dal palleggio la tripla frontale in uno contro uno per ridurre le distanze a tre punti.

Achiuwa andava in bonus in lunetta due volte ma mentre i primi due liberi erano orrendamente mancati, quelli a 2:12 erano trasformati (18-23).

Un fallo dello stesso centro di riserva degli Heat su Bridges in super dunk mandava il numero 0 in lunetta a bersagliare due volte ma Strus dall’angolo destro colpiva senza pietà per il nuovo -6 (20-26).

Gli Hornets recuperavano sino al -1 con il semigancio di P.J. e la quarta tripla (su altrettanti tentativi) di Monk ma Strus metteva ancora il tiro (su un Monk dal close-out accennato) tuttavia Graham teneva in piedi Charlotte con un tiro concentrato a :12.5, una tripla deep che chiudeva il quarto sul 28-29.

Uno dei pochi canestri di P.J. Washington che ha subito un infortunio alla caviglia. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Tripla di Strus per aprire immediatamente la frazione offensiva degli Heat su un buon close-out in recupero di Caleb e immediato time-out di Borrego per aggiustare i movimenti…

Tre errori consecutivi sulla stessa azione di P.J. da sotto e passaggio pessimo di Monk che cercando Cody lanciava il contropiede avversario chiuso da Strus eccezionalmente da due punti-

A 10:59 Strus commetteva fallo cercando di contenere Ball bravo ad accorciare sul 30-34 dalla lunetta prima di vedere il distacco ridotto a due punti con la cucchiaiata di Zeller in entrata.

A 10:01 toccava a Caleb Martin scagliare la saetta del sorpasso (35-34) dal perimetro.

Hornets in partita scavalcati da una tripla di Robinson ma Ball, dopo aver mancato una tripla, giovava di un recupero e un assist dei compagni che gli davano la possibilità di metter dentro due punti dal pitturato.

A 8:58 Charlotte rimetteva quindi il capo avanti (38-37) prima di subire una tripla di Robinson e un tocco volante di Adebayo in infilata frontale su assist di Dragic dalla baseline sinistra marcato da Zeller.

Il divario si ampliava dopo una dunk di Achiuwa tuttavia Charlotte resisteva con il terzo tentativo consecutivo di Zeller da sotto (40-44).

Gli Hornets accusavano due colpi pesanti (Herro da tre a 4:43 e Olynyk da 3 dall’angolo destro ai 24) finendo sul 42-51 anche se il dato peggiore arrivava con la tripla del tiratore Strus per il -12 (44-56)…

Sembrava in ritmo Miami e Charlotte, nonostante l’ingresso di Hayward rimaneva a guardare ma Monk riprendeva la produzione di triple segnando quella del -9, quella del -8 (1:17) dalla diagonale sinistra venendo aiutato da una palla persa di Herro e una schiacciata in transizione di Zeller a :59.9 (52-58).

Era Miami a bloccarsi in attacco e Graham con una finta faceva abboccare Butler: 3 FT concessi, 2 a segno a :35.5.

Chiudeva il primo tempo ai liberi Butler portando la partita sul 54-57.

3° quarto:

Brutto inizio per P.J. che passava palla agli avversari, Herro ringraziava involandosi per la tripla del 54-60…

Senza Monk sul parquet toccava a LaMelo prendere e segnare la tripla del nuovo -3 a 11:19.

Miami ne metteva due ma dall’angolo destro Graham rispondeva con tre punti in un quarto destinato all’inseguimento (60-62).

Miami rimaneva avanti passando dai due ai 7 punti di scarto quando Olynyk metteva dentro su un’azione viziata da un’iniziale spinta sulla schiena di Ball.

Hayward recuperava due punti, passi di Adebayo in entrata a pochi secondi dai 24 e tripla in fade-away di LaMelo dalla sinistra in uno contro uno per il 67-69 a 7:07.

La terna assegnava il quarto fallo a LaMelo che uscendo da un blocco mostrava il proprio disappunto per la decisione presa ma Borrego sceglieva di farlo rimanere sul parquet e dopo 4 pt. Miami eccolo con la drive a tutta velocità servire Zeller per la schiacciata facile.

Un’iniziativa dello stesso Cody produceva due FT (Olynyk foul) e il 71-73.

Miami spingeva ancora per staccarsi e Butler era bravo a prendere un contatto sulla chiusura laterale di Hayward.

Giusto il fallo, poco d’accordo sui due liberi ma a 4:03 l’asso del Calore trasformava per il 71-77.

Charlotte rispondeva con un canestro di P.J. da sotto e una rubata veloce che portava Bridges a schiacciare ma con 4 uomini sul parquet poiché P.J. si era trascinato fuori dal campo dolorante alla caviglia destra per esser ricaduto sul piede di Butler dopo aver messo il tiro precedente.

Nulla da fare anche per lui così Borrego ricorreva alla small-ball che, aggressiva, funzionava bene continuando a fermare gli avversari e portando altri 8 punti con due bombe (2:52 Graham, 2:23 Bridges) e due punti firmati Hayward, aumentava il parziale sul 12-0 per l’83-77.

Iguodala accorciava con tre punti ma su una palla vagante nella metà campo di Miami Monk era travolto da Strus.

Due FT a segno per l’85-80 a un minuto dalla terza sirena.

Un deep 3 di Hayward estendeva sul massimo vantaggio (+6) la squadra di Borrego che iniziava il quarto con buon margine.

Malik Monk ha chiuso con il suo massimo in carriera: 36 punti con il 69,2% da tre (9/13). Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

4° quarto:

L’avvio dell’ultima frazione partiva malissimo per Charlotte che concedeva una corsa da 3-10 (unica tripla di Graham a 11:24) a Miami che serviva agli uomini di Spolestra per issarsi sul 91-94.

Iguodala portava esperienza e tre punti ancora dal bordo destro ma la resistenza era offerta da Monk con la tripla della casa (95-97), Butler iniziava a scaldarsi colpendo in jumper oltre Hayward ma un Monk in the zone conosceva solo la gioia della tripla per il 98-99.

Butler però, nonostante i cambi difensivi: da Hayward a Bridges a Caleb Martin infilava nel periodo gli otto punti d Miami portando sul 98-105 il match.

Robinson dal corner sinistro continuava la pazza corsa di Miami portando il parziale sullo 0-9 o per un 98-108 che dava poche speranze ai nostri.

Ancora meno ve ne erano nonostante un two and one di Monk poiché Herro da fuori colpiva per il 101-111 con meno tempo da giocare (3:11).

Gli Hornets iniziavano la loro folle rimonta a 2:47 con un canestro di Hayward al quale seguiva quello di Monk (bravo a cercare e a trovare spazio nel pitturato), Miami bloccava il suo attacco affidandosi troppo alle triple e a Butler ma facendo girar poco palla, arrivava così uno step-back 3 da urlo di Graham a 1:24 con gli Hornets che cominciavano a crederci nonostante una triangolazione rapida degli Heat portasse Adebayo alla schiacciata free a 1:08.

Due liberi di Graham e tripla storta di Iguodala, gli Hornets resistevano, Borrego chiamava time-out vedendo l’attacco di Charlotte bloccato dalla zona e faceva benissimo.

Lo schema prevedeva Zeller sul bordo sinistro, passaggio hand-off per l’accorrente Monk che non si curava d’essere inseguito grazie al buon angolo di blocco di Cody ma sparava alto sopra il close-out di Adebayo per accarezzare con la tripla morbida un dolce cotone.

Il pari a 16.6 lasciava spazio all’ultima replica Heat ma Butler tentando di vincer la partita da solo sparava sopra Hayward colpendo solo il ferro tra le lamentele di qualche compagno non coinvolto.

OT

Charlotte entrava con la testa giusta nel primo supplementare della stagione, Miami – gettato incredibilmente al vento il vantaggio – sbagliava troppo venendo colpita da Zeller che non doveva far altro che raccogliere il passaggio di Ball, bravo ad attirare su di sé il raddoppio.

Il pari di Butler arrivava dalla linea della carità per tocco di Graham nel semicerchio.

A 3:26 Hayward andava dentro sapendo di poter spostare con il suo peso legalmente Herro e infilando poi ancora Gordon protagonista: palleggio dietro la schiena per depistare nuovamente Herro, ingresso in area e teardrop preciso sopra Adebayo, Hornets sul +4 (119-115).

Butler sbattendo su Zeller recuperava uno sfondamento contro, Herro sfidando il nostro centro (ormai carico per la dunk su Giannis?) si faceva toccare il tiro.

Un secondo e mezzo ai 24, time-out di Spolestra e long two di Adebayo al rientro sull’anello…

Herro aveva il mal di testa ma la martellata che lo stendeva gliela rifilava Graham che con il palleggio in crossover lo batteva per una tripla paurosa che a 1:42 ammazzava la partita (122-115).

Gli Hornets non tremavano più, Miami ricorreva a qualche disperato fallo ma serviva solo a Monk per ritoccare verso l’alto (2/2 a chiudere per il 129-121 finale) il suo massimo in carriera in una serata speciale per il Monaco salvatore del popolo teal & purple.

LaMelo Ball: 6,5

14 pt. (3/11), 5 rimbalzi, 7 assist, -6 in +/-. 3 TO. 5 PF. Parte per la prima volta in quintetto ma la prova meno convincente del solito (diciamo che non è nella sua livrea più scintillante) per Ball (mal assortito con Graham?) che stenta un po’ forse anche gravato dai falli (un paio dati contro direi discutibili) ma riesce a mettere comunque insieme 7 assist, splendido quello “sicuro” nell’OT attirando il raddoppio di Dragic per il passaggio a Zeller. Fatica a trovare il ritmo sulle puntate a canestro chiuso con le buone o con le cattive e in più c’è Adebayo. Anche lui si concede due triple da urlo, una deep e una in fade-away dalla sinistra con il marcatore ravvicinato.

Devonte’ Graham: 8

24 pt. (7/13), 4 rimbalzi, 5 assist, +15 in +/-. 1 TO. Prova nettamente convincente di Graham che quando conta è una quasi certezza, peccato che prima non lo sia ma trova una buona mano da fuori anche se gli si imputa di essere principalmente quel giocatore, tuttavia nel finale gela con altri due punti in uno contro uno, più ravvicinati, ancora gli Heat. Nei minuti finali dell’ultimo quarto regolare e nell’OT si abbatte come un’onda con triple e non solo su Miami. Uno dei fattori primari per la rimonta e la vittoria.

Gordon Hayward: 7

19 pt. (8/14), 6 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, +18 in +/-. 2 TO. In penombra a tratti, anche lui non sempre ha la meglio ma soprattutto sui jumper. Quando decide di andare dentro capendo che Herro è spostabile, va a dare il principio di vantaggio che ci consegna la partita. Leadership quando serve. Già che passava di qua l’OT…

P.J. Washington: 5,5

6 pt. (3/12), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -6 in +/-. 1 TO. Auguri di guarigione al secondo infortunato alla caviglia in due giorni degli Hornets. Si salva con i rimbalzi e un paio di rubate ma fa anche un’apertura orrenda che ci costa la transizione, impreciso da sotto, sbaglia tocchi ravvicinati consecutivi. Non sbaglia quello che poi lo porterà fuori al campo.

Cody Zeller: 7

19 pt. (8/15), 12 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 stoppate, -9 in +/-. 1 TO. Qualche errore al tiro da sotto ma, nonostante fosse sul parquet in uno dei momenti più difficili della gara, nel finale prende iniziative e buon punti oltre a fermare Herro e a subire uno sfondamento da Butler. In proprio o assistito sembra rivitalizzato nelle ultime due partite. 12 rimbalzi, doppia doppia per il futuro MVP (scherzo, ma Cody ha disputato una buona gara, notare il blocco con consegnato per il pari di Monk)…

Miles Bridges: 6

7 pt. (2/8), 3 rimbalzi, 5 assist, 1 rubata, 1 stoppata, +14 in +/-. 1 TO. La difesa c’è, l’impegno anche, il tiro un po’ meno. Una bela tripla nel primo tempo poi fatica a realizzare ma è coinvolto nei meccanismi della squadra e mette insieme 5 assist. Buon plus/minus.

Malik Monk: 9,5

36 pt. (11/18), 5 rimbalzi, 2 assist, +20 in +/-. 2 TO. 39:51 giocato con 9/13 da tre punti. Se chiudesse anche meglio in difesa qualche volta sarebbe da 10, concede qualcosa ma anche lui nel finale nell’autoscontro con Butler diretto a canestro, resiste.. Una serata magica da tre punti ma non solo… arriva a 36 punti, massimo in carriera segnando poi un canestro che pareva impossibile. Ha lavorato molto in questi ultimi tempi ha detto e gli crediamo perché i risultati si vedono. Da U.F.O. a supereroe il passo è stato breve.

Caleb Martin: 5,5

4 pt. (1/4), 2 rimbalzi, 4 assist, -6 in +/-. TO. 19:54 sul parquet. Al tiro è il solito spreco ma produce 4 assist. In difesa pressa e corre ma a volte non basta.

Coach James Borrego: 7

Monk lo salva dopo il suo time-out. Un time-out che salva la partita perché capisce la mal parata sul possibile attacco precedente. Subiamo qualche tripla di troppo ma almeno, Butler in corsa a parte, non ci affettano nel pitturato.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.