Game 26 – Charlotte Hornets @ Memphis Grizzlies 114-130

Intro

La Terra e Kepler 22-B, pianeti simili ma non uguali.

LaMelo Ball e Ja Morant, due giocatori simili dallo stesso stile atletico ed entusiasmante ma non uguali.

Lo show dovrebbe essere assicurato, uno spettacolo come quello che l’uomo, cercando di capire l’universo, scopre attraverso la tecnologia trovando ad esempio Kepler 22-B.

Se Morant ha i razzi, Ball ha scoperto il segreto del warmhole, i suoi passaggi sono così immediati da creare scorciatoie sul parquet dello spaziotempo.

L’unicità di ogni persona è un aspetto che nella società di oggi sta scomparendo o tende a essere minimizzato oppure lo si confonde con l’individualismo oppure ancora mostrando comportamenti ritenuti unici ma in realtà banali e stereotipati sui social.

E così gli Hornets si materializzano a Memphis sperando di battere la difesa dei Grizzlies grazie alla capacità di LaMelo: velocità, precisione e fantasia (augurandosi sia in serata e non getti spicciate a casaccio come in quei cartoon o telefilm dove i protagonisti si trovavano in mondi a caso non riuscendo a direzionare il loro dispositivo per sposarsi nello spaziotempo) per la fantascienza.

Se l’ei fu (purtroppo ci ha lasciati nel 2008) John Wheeler (il fisico che inventò il termine di wormhole e quello di buco nero) fosse ancora vivo, sicuramente riuscirebbe a coniare un neologismo che descriva esattamente ciò che il novello numero 2 riesce a fare sul campo.

Analisi

La dura legge del goal è il titolo di una canzone degli 883 ma potrebbe essere anche il sottotitolo di questa partita.

“Fai un gran bel gioco però, se non hai difesa gli altri segnano e vincono” (vado a memoria recitando una strofa del brano…

Memphis fa il record di franchigia per triple realizzate e dopo un buon primo tempo a livello di costruzione di gioco nel quale avremmo meritato di star sopra almeno di qualche punto, i Grizzlies a inizio ripresa, già micidiali nel tiro da fuori, dal +2 passavano nel giro di pochissimi minuti sul +9 a 9:23 con ben 4 triple di K. Anderson che evidentemente agli Hornets resta indigestamente misconosciuto.

Un 4/5 ottenuto tutto cecchinando dall’angolo destro con la zona degli Hornets incapace di chiuderlo adeguatamente.

Il buco nero purtroppo lo scoprivano i Grizzlies che sparavano costantemente da fuori…

A nulla servivano i 5 punti di Ball in quel frangente e quelli ottenuti successivamente a Rozier.

Charlotte si perdeva in attacco e i Grizzlies a fine quarto comandavano di 18 punti (83-101).

Difetto già conosciuto quello di Charlotte sfruttato da una squadra che avrebbe dovuto in teoria giocare più all’interno ma dato che non si possono concedere più open a nessuno nella lega, ecco che il risultato finale è figlio di un rischio mal calcolato da Borrego.

Andando a vedere le statistiche qui sotto potremo notare come altri problemi hanno caratterizzato la serata degli Hornets: a rimbalzo siamo stati surclassati 37-54 (ciò ha prodotto un 8-26 da second chance in virtù di un 8-19 nei rimbalzi offensivi) e anche il movimento palla più semplice ed efficace di Memphis ha permesso alla fine alla squadra di Jenkins di vincere 23-34.

Troppi TO (18-16) nei momenti delicati della partita ma soprattutto come dicevamo, ben 23 triple concesse a Memphis (record di franchigia) su 49 tentativi contro il nostro 14/29, superiore in percentuale ma insufficiente a tenere il passo.

27 punti per Anderson, 20 per Brooks, 18 per la coppia Bane/Allen, 15 punti e 11 assist di Morant più 15 rimbalzi di Valanciunas, troppo per sperare di vincere…

La partita

I quintetti:

Hornets: Ball, Rozier, Hayward, P.J. Washington e Cody Zeller.

Grizzlies: Morant, Bane, Brooks, K. Anderson, Valanciunas.

1° quarto:

Palla a due alzata un paio di volte ma per una violazione di Rozier la spicchiata e consegnata ai padroni di casa che la perdevano con Morant sulla pressione della difesa.

Anche Charlotte dopo aver errato un tiro con Ball e recuperata con lo stesso andava a perderla nel traffico con Rozier ma sul raddoppio sulla linea di fono opposta e scarico si frapponeva Ball che intercettata la palla s’involava in transizione bruciando in velocità Valanciunas e depositando in schiacciata.

Memphis passava avanti da tre con Bane ma Zeller ripristinava il vantaggio in teardop ma purtroppo la scena si ripeteva: questa volta a creare il vantaggio da oltre l’arco per i padroni di casa era K. Anderson (4-6).

Un reverse layup di LaMelo valeva il pari quindi Valanciunas tentando il suo secondo open 3 di partita sbagliava nuovamente lasciando via libera a Charlotte che con un paio di attacchi di Rozier otteneva il risultato di portare a casa ben two and one che a 8:48 portavano i nostri sul 12-6.

Terza tripla di serata per Memphis firmata da G. Allen ma gli Hornets tornavano oltre al singolo possesso con un alzata di Ball (14-9) prima di essere riassorbiti parzialmente con la seconda tripla di Allen dalla diagonale sinistra (14-12).

Cambiava qualcosa nelle giocate della partita quando Zeller realizzava da tre a 6:58 e Valanciunas sull’altro fronte andava dentro a realizzare i primi due punti nel pitturato per i Grizzlies.

A 6:32 gli Hornets esplodevano dalla destra la seconda bomba lanciandosi sul 20-14 grazie a Rozier mentre Valanciunas sbagliava da sotto e si faceva toglier la palla senza complimenti da due Hornets che andavano a realizzare poi con Ball in transizione.

A 5:51 ecco il time-out per i padroni di casa che peccavano tuttavia di un ulteriore TO quando Rozier con la steal andava a mettere altri due punti.

Il divario rimaneva ampio ma Memphis trovava tiratori da oltre l’arco: Allen per due volte ancora da tre metteva i punti per il 34-28, Tyus Jones aggiungeva una bomba (7/12 da oltre l’arco per MEM) arrivando a ridurre il gap a tre punti (34-31) quindi Caleb interrompeva la rimonta con due FT piuttosto regalati e Bridges appoggiando su un lungo lancio di Ball portava i bianchi sul +5 prima che Morant a :24.5 chiudesse i punti del quarto in lunetta splittando per il 38-34.

Nel primo tempo Cody Zeller alza due precisi teardrop oltre i difensori in divisa blu. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

2° quarto:

Partenza sprint per Hayward che dalla top of the key rilasciava tre punti, Brooks rispondeva con due, Bridges seguiva Gordon bombardando per il 44-39 ma l’open 3 di T. Jones rimetteva quasi in bolla i padroni di casa (44-42).

Ritmo veloce e triple a ripetizione, quella di K. Anderson a 9:56 “pescava” anche il pari a quota 45.

Dopo il time-out Charlotte faceva le prove sbagliando sulla prima azione ma sulla seconda LaMelo era più preciso nel lanciar lungo Hayward che grazie a esperienza e vantaggio realizzava due punti sui rientranti difensori.

Una drive di Hayward seguita da un passaggio sulla diagonale sinistra per Rozier e l’azione collaudata portava i nostri sul 50-46.Le difese non facevano una gran figura: Charlotte ricorreva al fallo su Anderson: ½ con secondo errato ma dal rimbalzo offensivo (2-7) nasceva una rimessa laterale per i locali che lanciando in alley-op Morant recuperavano altri due punti.

Ball e Brooks dal pitturato disegnavano piccoli arcobaleni per spostare il punteggio sul 54-53 mentre a 6:16 dalla destra in corsa, Rozier, aspettandosi il contatto andava off-balance da tre senza fischio ma la sfera era accolta dalla retina senza problemi…

Persa di Valanciunas sulla pressione di Ball che rubando la sfera serviva all’ultimo con alzata da cameriere P.J. in alley-oop per il 59-53 a 5:59.

Morant realizzava una tripla e nella corsa al sorpasso era sempre il talento dei plantigradi a realizzare il sorpasso a 2:51 (59-60 con una 0-7 run).

Dalla media LaMelo infilava il tiro rompendo vantaggio e parziale ma gli Hornets si dimostravano fragili difensivamente subendo 4 FT (3 realizzati) prima di ritrovare il pari a loro volta dalla lunetta con Rozier che in entrata era colpito in faccia da una manata di Morant a 1:35.

Da due second chance nascevano punti per Morant e Hayward (65 pari) tuttavia i Grizzlies mettevano 5 pt. di fila: Morant con uno scoop in 360° non segnava ma forniva a Valanciunas l’ennesimo rimbalzo offensivo e due punti, Allen da tre tornava a esser tremendo dalla diagonale sinistra per il 65-70 e per fortuna il buzzer beater di Rozier da tre su Morant teneva in partita Charlotte (68-70).

Una partita che rischiava di sfuggire, finiti sotto per demeriti sulla tenuta al tiro avversario che entrava con regolarità.

3° quarto:

A livello di gioco espresso Charlotte avrebbe meritato di finir sopra di qualche punto il primo tempo ma dato che ha ragione chi la mette dentro, ecco all’ennesima potenza in avvio di quarto mostrare tutti i difetti difensivi della zona di Borrego: Anderson segnava ben 4 triple consecutive tutte dal corner destro con gli Hornets a contenerlo realmente solo una volta… dall’altra parte i 5 punti di Ball non bastavano per mantenere il contatto e la squadra di casa a 9:23 si ritrovava sul 73-82.

Gli Hornets andavano in confusione nonostante il time-out pur trovando un eccezionale Rozier da tre punti dalla sinistra ma la tripla successiva di Brooks rispediva Charlotte sul -9…

Il vantaggio dei padroni di casa si estendeva in doppia cifra con Brooks ma Rozier trovava un ultimo sussulto (7:36) per appoggiare morbidamente con plettro il 78-87.

Persi in attacco e vulnerabili in difesa, i Calabroni quasi dopo più di tre minuti con Biyombo ma dopo aver preso un parziale di 0-10, in più altri due punti a 3:49 valevano il +19 per la squadra di Jenkins (80-99).

La tripla di Monk era un’oasi nel deserto, Charlotte incassava altri due punti da Jones a 4 secondi dalla sirena andando a riposo a 12 minuti dal termine sull’83-101 con un parziale di 15-31 che oscurava la squadra del North Carolina.

4° quarto:

Charlotte, ormai fuori partita, provava a scuotersi immediatamente per trovare il miracolo ma il divario arrivava a 20 punti tuttavia dopo un and one di Hayward per fallo di Jones, tolto a Gordon con una rimessa assegnata agli Hornets dopo un lungo conciliabolo arbitrale con le parti, i Calabroni avevano un moto d’orgoglio con la tripla di Rozier su Dieng e steal di Bridges più assist per Cody Martin e -15.

Dopo esser tornati a -14 con un’invenzione di Bridges in terzo tempo arrestatosi a centro area per la presenza del difensore che non riusciva comunque a evitare il lancio della sfera in retina, P.J. Washington e lo stesso Bridges perdevano due palloni in attacco e i Grizzlies sull’altro fronte trovavano canestri facili sfruttando i nostri raddoppi o la loro buona vena realizzativa.

La partita non c’era più, dentro solo i rincalzi per il 114-130 finale.

LaMelo Ball: 6,5

17 pt. (8/15), 2 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate, 1 stoppata, -9 in +/-. 3 TO. Discreta partita con un rapporto assist/TO non idilliaco però. Inventa ma esagera talvolta. Finché rimane sul parquet da sprint alla squadra regalando qualche highlight anche ai compagni come l’alley-oop diretto a P.J. o l’assist lunghissimo per l’appoggio volante di Bridges a tabella. Gioca 28:14, Borrego lo risparmia nel finale quando, dopo il 15-31 di parziale del terzo quarto, sarebbe stato inutile.

Terry Rozier: 7,5

34 pt. (12/17), 3 rimbalzi,3 assist, 1 rubata, -16 in +/-. 1 TO. 34 punti con 12/17 al tiro. Ne sbaglia solo uno nel primo tempo, segna triple incredibile con escape dribble e slittamento laterale e in allontanamento dall’avversario in uno contro uno (vedi quella su Morant a fine primo tempo o quella su Dieng nel secondo) o in corsa lanciando d’anca dopo un fallo e dietro il blocco… Gli entra tutto finché anche lui torna umano quando Charlotte si smarrisce. Riesce però a mettere ancora qualche punticino nel secondo tempo supportando la causa. Coinvolto nel marasma difensivo dove tutti e nessuno sono responsabili vista la zona con cambi sistematici praticata da Borrego, dal mio punto di vista è uno dei “meno peggio” (prende anche un rimbalzo a Valanciunas) come si suol dire…

Gordon Hayward: 5,5

15 pt. (7/11), 4 rimbalzi, 2 assist, -12 in +/-. 3 TO. Manca un po’ nella sua funzione di leader. Nel primo tempo connette bene i compagni (bell’assist per Rozier ad esempio), poi gli viene fischiato un fallo offensivo cercando il contatto (sul quale non sono d’accordo) e gli viene tolto un possibile two and one con assegnazione di rimessa agli Hornets. Ride per non piangere. Sbaglia poco (7/11 FG) ma manca qualche tiro nel momento topico del match. Per il resto mette alcuni buoni canestri da sotto con malizia ma perde anche 3 palloni e tiene troppo a distanza Anderson quando lo trova dalla sua parte.

P.J. Washington: 5

5 pt. (2/7), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 stoppata, +1 in +/-. 2 TO. Finisce con 5 punti, due offerti da Ball, un ½ ai liberi e un’azione aggressiva nel finale (finalmente) che lo porta al totale. 2/7 dal campo. Assist a parte, in 28:35 perde due palloni e cattura da lungo solo 3 rimbalzi contro i 10 di Bridges che gioca poco più di lui. Su Anderson dovrebbe andare lui ma tra aggiustamenti e varie ed eventuali non c’è, attratto spesso da chiusure in raddoppio per colpa di buchi lasiati da altri o posizionamenti da zona. Inizio a chiedermi cosa faccia tra i titolari con queste cifre reiterate… Scarico e poco utile a dar profondità al gioco.

Cody Zeller: 5,5

9 pt. (4/9), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, -3 in +/-. 2 TO. 9 punti in 22:37. Bene negli assist con 4, un po’ meno al tiro con le iniziative verso canestro. Seconda tripla di stagione in attacco e un pio di precisi teardrop belli da vedere ma in difesa è surclassato a rimbalzo da Valanciunas e soci non offrendo una gran protezione dell’anello così Borrego lo toglie, inserendo nel terzo quarto anche Biyombo. Sulla prima tripla di Anderson nella ripresa prima perde l’uomo, poi lo scambia con P.J. che deve andare a dargli una mano in chiusura ma lui rimanendo lì, sotto canestro, lascia il suo momentaneo uomo solo nell’angolo (Anderson), libero di realizzare.

Miles Bridges: 6,5

15 pt. (5/9), 10 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, -23 in +/-. 4 TO. Aggressivo e ottimo a rimbalzo per la sua statura (10, in doppia doppia), pecca con i TO (4), con un passaggio verticale nel finale azzardato e toccando la linea laterale sulla finta di partenza nel primo tempo. Segna con continuità mettendo due triple su quattro anche in mostra un eurostep fermato a metà strada per una bella alzata oltre il difensore. Un -23 di plus/minus però…

Caleb Martin: 6

2 pt. (0/1), 2 rimbalzi, 3 rubate, -1 in +/-. Nessuna palla persa e due punti con uno 0/1 al tiro e due liberi affondati. Qualche buco, “flottando”, lo lascia pure lui ma ruba tre palloni in 17:51… Non incide pesantemente sul match come nella precedente partita ma non crea nemmeno enormi disastri.

Bismack Biyombo: 6

2 pt. (1/1), 4 rimbalzi, 1 stoppata, -7 in +/-. In 13:25 cattura 4 rimbalzi e piazza una stoppata anche se pure lui non sempre riesce a garantire un muro dalle parti del ferro. Non cambia una partita già terminata dopo il suo ingresso sul parquet. Forse, farlo entrare prima avrebbe giovato a estendere sul perimetro la protezione dei piccoli…

Malik Monk: 5,5

6 pt. (2/8), 2 rimbalzi,1 assist, -12 in +/-. 2 TO. Mezzo flop per Monk che con un 2/5 da tre ottiene i suoi punti in 23:02 non realizzando gli altri tre tentativi da due punti. Non cambia la partita e da lui ci si aspettava di più. Un paio di falli e TO, un po’ avulso in difesa finisce con un -12 di +/-.

Cody Martin: 6,5

9 pt. (4/4), 2 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate, +2 in +/-. 1 TO. Un solo TO, garbage time per lui ma non sbaglia un tiro infilando anche la tripla (non eccezionale in genere da fuori), condisce il tutto con due di quasi tutto, assist, rimbalzi e rubate.

Coach James Borrego: 5

Perplesso e accigliato anche lui, da qualche discussione con la terna. Perplessi anche noi. Gran bell’attacco nel primo tempo, nel secondo si perde ma una difesa così non tiene al primo soffio di vento contro una squadra che non avrebbe dovuto essere tra le più irresistibili da fuori, invece, ecco il record di franchigia dei Grizzlies e non è la prima volta. In balia del tiro da tre punti degli avversari finisce per rovinare il buon gioco d’attacco del primo tempo. Squadra supponente o no, i tiratori avversari vanno chiusi e non lasciati liberi di tirare rigori con spazio e tempo a volontà… Troppo facile con un paio di passaggi far saltare gli schemi difensivi.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.