Game 27: Charlotte Hornets Vs Detroit Pistons 108-107


Intro

Detroit l’anno scorso basava la propria forza sul froncourt.

Il mondo delle torri nella NBA sta crollando a favore di quello più rapido e veloce degli esterni.

Quella incrollabile e immutabile certezza di cm come vantaggio sta crollando e le torri stesse si adattano anche a un gioco più periferico ma Drummond non è per nulla un tiratore perimetrale mentre Griffin ha un discreto 36,2% da fuori ma anche lui non è certo il prototipo del giocatore moderno.

Ancora una volta la forza corazzata quindi contro le portaerei che durane la seconda guerra mondiale sì capì essere più versatili e importanti delle vecchie e perforabili corazzate.

Una dottrina che anche con il nuovo coach Casey pare cementificarsi perché i Pistons sono terzultimi nella percentuale nel tiro da tre punti da fuori…

Prevedibilmente Charlotte avrebbe quindi tentato d’invogliare i Pistons nel tiro da fuori controllando il perimetro e cercando d’imbrigliare la potenza dei Pistons sotto canestro, operazione che in qualche caso (per citarne un paio), contro Jazz e Pelicans ad esempio, non era riuscita a Charlotte.

Nel gioco di strategie e forze in campo, l’incognita da calcolare era la voglia di riscossa dei Pistons, in striscia negativa da cinque partite contro una squadra,la nostra, vincente da due e che in casa ottiene i maggiori successi.

La partita in breve

Sceglietelo voi uno sceneggiatore, quello più assurdo e incredibile che vi fa vivere emozioni tramite colpi di scena impensabili…

Non raggiungerà il livello di quello virtuale degli Hornets…

Charlotte, partiva benissimo e nel finale di primo quarto, giocando un basket altruista con una tripla di Hernangomez a 9 secondi dalla fine si portava sul 37-25.

Nel secondo quarto la gara andava a strappi: un floater di Parker per il 41-27 sembrava non dare possibilità a Detroit di rientrare ma un parziale di 9-0 successivo, portava a 7:45 i Pistons sul -4 (43-39).

Charlotte rispondeva con lo stesso parziale chiuso da Lamb con l’entrata nel traffico per il 52-39 ma una Detroit a digiuno da 5 partite con un altra corsa da 10-1 andava sul 53-49.

Un parziale di 5-1 pro Charlotte ottenuto interamente ai liberi e una tripla di Kennard nel finale bloccavano il punteggio per una decina di minuti sul 60-55.

Charlotte però andava il tilt nel secondo tempo tirando con uno 0/10 iniziale dal campo, slittando dietro i Pistons.

Kemba da tre punti a 6:45 interrompeva la serie di tiracci degli Hornets che comunque slittavano sempre più indietro sino al -12 firmato da Johnson in fastbreak su una delle poche palle perse da Charlotte (solo una nel primo tempo da Monk).

79-91 e divario ancora ampio anche a fine quarto.

A inizio ultimo quarto Charlotte non ce la faceva a rientrare, tanto che un pull-up di Calderon a 6:23 restituiva i 10 di vantaggio a Detroit (91-101).

Kemba però trascinato forse da MJ in panca metteva dentro 7 punti di fila, gli Hornets si chiudevano bene in difesa mentre Zeller fungeva da vertice mobile della triangolazione che dalla linea di fondo si spostava indietro: assist di Batum per il centro in corsa che faceva partire in schiacciata i fuochi d’artificio.

Nel finale succedeva di tutto: dal sorpasso e all’allungo firmati Kemba, all’azione da tre punti per il 104 pari da parte di Drummond (fallo di Walker) sino all’1/2 ai liberi del nostro capitano e allo 0/2 di Griffin dall’altra parte (con espulsione di Williams) all’1/2 di Lamb dalla lunetta pareggiato dal 2/2 di Galloway a quota 106 per una trattenuta di Parker a metà campo.

Nell’azione finale però, sul raddoppio, Walker scaricava a Lamb sulla diagonale destra e la nostra SG superava Johnson con la tripla, anzi no, il lunghissimo due parso tripla che faceva saltare in aria la panchina ante-litteram.

Per questo arrivava un tecnico (invasione) e si finiva sul 108-107 con un’insperata e importantissima vittoria che valeva anche il sorpasso in classifica sui Pistons stessi alla sesta sconfitta consecutiva viste anche le assenze di Bullock, Smith, G. Robinson III ed Ellenson mentre agli Hornets è mancato l’importantissimo MKG (vuoto difensivo colmato comunque nel finale).

Charlotte quindi partiva con una vittoria nella prima delle 5 partite casalinghe che giocheremo in fila.

Griffin finirà con 26 punti Drummond con 14 e 13 rimbalzi mentre Jackson e Galloway segneranno 18 e 17 punti rispettivamente. 14 i TO per Detroit contro i 7 di Charlotte che dalla lunetta ha tirato con il 78,4% (29/37) contro il 14/21 degli avversari che ha pesato parecchio. 42-49 nei rimbalzi, 21-23 negli assist, 7-4 nelle rubate completano un po’ le statistiche.

Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Prima azione appannaggio dei neri della Motown a vuoto con Drummond da sotto mentre dall’altra parte a 11:31 su un pick and roll tra Walker e Zeller il nostro centro subendo fallo, andava in lunetta fresco per mettere i punti del 2-0 che diveniva 4-0 con l’appoggio di Batum di sinistro dopo un buon dribbling.

Appoggio anche per R. Jackson dall’altra parte per i primi due punti per la squadra di Casey seguiti da un no look pass dalla sinistra di Walker che pescando Lamb sulla linea di fondo sinistra gli dava la possibilità d’alzare facilmente per il 6-2.

Gli arbitri su un’entrata di Griffin assegnavano due liberi agli ospiti e il punteggio tornava sul -2, anche perché per un’invasione della linea consentiva a Griffin disegnare il secondo libero precedentemente fallito.

Walker nel primo quarto si scatenava come uomo assist: da una sua penetrazione sulla quale i Pistons raddoppiavano nasceva la schiacciata di Cody libero in area, Griffin rispondeva da tre punti, Lamb si sostituiva al capitano come passatore dopo la drive mentre Cody come finalizzatore cambiava lato del ferro ma metteva dentro ancora due punti ma a 7:34 Drummond spingendo trovava il vantaggio nel pitturato e nel punteggio anticipando due punti anticipando la tripla di Williams a 7:32 per il13-11.

R. Jackson da tre per il vantaggioospite (13-14) era ancora valido ma dopo il contro-sorpasso dalla lunetta di Walker, quindi arrivava un assist del capitano per un runner fing and roll di un attivo Zeller.

Griffin era ancora il fulcro della manovra ospite e in corsa riuscendo a segnare subiva un fallo di Kemba dopo il tiro.

Libero addizionale realizzato e pareggio raggiunto a quota 17, tuttavia Williams da tre punti si ripeteva a 5:27 scagliando la seconda bomba aperta personale di serata (da posizione frontale questa volta) grazie a un altro assist di Walker.

Drummond andava a sfondare su Zeller dalla linea di fondo, gli arbitri non chiamavano fallo ma Zeller riusciva a toccar palla e a favorire il nostro recupero, così Kemba in entrata reverse rallentata appoggiava al vetro il 22-17.

A 4:16 il capitano vedeva Zeller spuntare a correggere un suo errore in floater mentre dall’altra parte i Pistons andavano a segnar da sotto con uno spin di Griffin in avvicinamento e due punti di Drummond derivanti da un rimbalzo offensivo e un appoggio oltre Bridges.

Entrava Hernangomez il quale fungeva subito da terminale per Walker anche se l’entrata con cambio mano e appoggio di sx era più contrastata delle occasioni in precedenza.

Un caldo Walker segnava due liberi, Calderon inframezzava con un pull-up prima che un arresto e tiro di Walker dalla media distanza finisse di filato dentro il filato stesso per il 32-23.

Griffin in avvicinamento per due punti e un passaggio proiettile di Walker molto ficcante per Willy che rientrando dalla linea di fondo si trovava in campo per agguantare la sfera e aggiunger due punti, erano le armi preferite dalle due squadre al momento.

A queste soluzioni a :09.1 il centro spagnolo apportava la variante da tripla che finendo dentro il cesto gli consentiva di raggiunger 9 punti personali e di far chiudere il quarto a Charlotte avanti 37-25.

2° quarto:

Il piacevole basket di Charlotte si palesava anche a inizio secondo quarto con il bound pass verticale diBatum per Monk che da destra tagliava in back-door dietro tutti in diagonale per raggiunger la sfera in are ed esplodere in schiacciataa una mano.

Galloway da due punti era contrastato da Parker in floater ma ancora un’uscita di Galloway a destra dopo il giro dalla linea di fondo dava a 9:50 altri tre punti agli ospiti colpiti e affondati 15 secondi più tardi da una schiacciata di Willy che dopo esser partito bene in crossover su Pachulia non incontrava ulteriori valide resistenze sul suo cammino.

Tre punti di Leuer a 9:15 erano buoni per il -10 (43-33) mentre pioveva anche il -6 con un’altra bombardadi Galloway (tocco di Batum che in uscita incocciava sulle tibie del tiratore e libero a segno) che trovava il suo luogo magico in campo a 8:42.

Monk commetteva il primo TO e Leuer mettendo dentro un jumper dalla sinistra segnava il 9-0 di parziale con il quale i Pistons tornavano sul -4 a 7:45.

Charlotte dopo il time-out rispondeva con un egual contro-parziale iniziato da 2 FT di Kaminsky, proseguito da Parker in entrata, esaltato da una tripla di Williams a 6:18 (dal corner destro con l’uomo in salto sul close-out) e chiuso a 5:48 con l’entrata di Lamb nel traffico per la mancina del 52-39.

I Pistons però strappavano ancora con un parziale di 10-1 nel quale c’era lo zampino di Jackson con due bombe.

Sull’ultima, quella per il 53-49 si notava come fosse stato lasciato troppo solo…

Kaminsky, toccato sul braccio, guadagnava rollando due FT mali mancava sotto gli occhi di MJ, anche Jackson, questa volta contrastato da Walker mancava una tripla, sobbalzata sui ferri, poi a 2:51due liberi di Lamb davano ossigeno mentre dall’altra parte una sicura schiacciata di Drummond era arrestata con il fallo da Batum che toccando il braccio destro di Drummond lo faceva sbagliare.

Dei due FT solo il secondo entrava così dall’altra parte Kemba, toccato da Brown sul tentativo da tre punti portava il parziale dai liberi sul 5-1 grazie al quale Charlotte si spingeva sul 58-50.

Griffin in post basso sinistro rompeva il raddoppio di Batum e Williams approfittando del salto del secondo sulla finta, allungandosi per il -6.

Zeller subiva una stoppata ma Lamb sull’altro lato della tabella recuperava e segnava perso dai radar della difesa dei Pistons.

A :20.3 una lunga tripla di Kennard quasi frontale chiudeva le ostilità dei primi 24 minuti.

Walker segna in jumper.

Punteggio sul 60-55 con rientro dei Pistons.

3° quarto:

Partiva male il secondo tempo per Charlotte anche se Griffin mancava due liberi ma si rifaceva a 11:00 in schiacciata servito breve in transizione.

Una rubata di Brown a Zeller nella nostra metà campo portava il rookie in schiacciata e dopo untime-out i nostri concedevano la seconda palla persa dopo averne regalata solo una con Monk in tutto il primo tempo.

Detroit passava in vantaggio con una schiacciona di Drummond anche se a 10:20 in lunetta Lamb ci riportava sopra di uno (62-61).

Charlotte però andava in confusione: Da una stoppata di Williams su Drummond si generava il panico in areae un rimbalzo a portata si trasformava in altro materiale per il centro avversario che ringraziava e non sbagliava.

Batum da tre tirava malamente mentre in difesa Williams riusciva a intercettare un verticale versol’attaccante sulla linea di fondo a pochi cm dal canestro dimostrando di poter dare un po’ di difesa ma era l’attacco a non funzionare più, infatti, Walker e Zeller sulla stessa azione mancavano due tiri facili mentre gli ospiti che a 8:03 subivano due liberi di Walker, ilquale era l’unico a far rimaner aggrappato alla gara Charlotte che prendeva in faccia la bomba di Griffin mentre la tripla di Hernangomez segnava lo 0/10 dal campo per Charlotte nel quarto…

A 6:45 Charlotte segnava il primo tirodal campo con Walker che da tre punti in step back freddava il focoso rookie Brown segnando il 67-68 poiché Charlotte nel frattempo era scivolata sotto.

Jackson dalla sua mattonella (diagonale sx) mandava dentro una tripla sul giro palla dei Pistons che colpivano ancora da oltre l’arco con una transizione di Kennard a 5:51.

Il time-out di Charlotte sul 67-74 serviva per la prima azione dove Zeller scaricando a destra trovava il catch n’shoot da tre punti di Walker per il 70-74.

Brown tentava la schiacciata ma la resistenza fallosa di Zeller lo impediva così arrivavano i due liberi che tuttavia il n° 6 non riusciva a segnare mentre Parker a 4:25 ne infilava un paio.

Reggie Jackson in entrata e ancora Parker in bonus dalla linea ad alzare il punteggio ma ad aumentare il divario arrivava la bomba di Griffin a 3:45 per il 74-79.

Un divario che si ampliava poiché Charlotte non selezionava più opzioni valide di tiro come l’uno contro uno di Marvin in pull-up da due lontano.

A 2:52 due FT di Jackson portavano lagara sul 74-81, Parker forzava proprio Reggie al fallo sul primo passo andando in lunetta in bonus a colpire altre due volte ma Galloway da tre punti e Bridges in goaltending sul tentativo di recupero da transizione consentivano agli ospiti di andare su un +10 accumulato in poco tempo.

S. Johnson da destra mandava sul +11 iPistoni che spingevano anche sul +12 con un fast break dello stesso Johnson per il 79-91…

Gli Hornets nel finale cercavano di rosicchiare punti con lo spin in area veloce di Parker al qualeseguiva l’arresto finta che Pachulia interpretava malamente come tentativo unico finendo fuori equilibrio per toccare il francese sul vero di tiro.

Tre punti però a :21.8 Griffin andava a metterne dentro due chiudendo il quarto sull’ 82-93.

4° quarto:

Partiva anche Walker insieme a Parker nell’ultimo quarto, Monk era in campo ma mancava la prima entrata mentre sulla seconda sbattendo su Calderon leggermente nel semicerchio segnava due punti fallendo il libero aggiuntivo a 10:33.

Pachulia aggressivo su Willy in post basso sinistro lo aggirava con rapido movimento per depositare, inoltre un pull-up di Calderon a 6:23 faceva ripiombare sullo svantaggio in doppia cifra i Calabroni (91-101).

Lamb in entrata perdeva palla sbattendo su Griffin ma forse la presenza di MJ in panchina stimolava Walker che andava per la mission impossible nel finale partendo con una bomba a 4:54.

A 4:34 era lo stesso Kemba a mettereuno dei due liberi (10/11 dopo la lunetta) per fallo di Drummond e a 3:29 il settimo punto messo in fila dal capitano ci consentiva di raggiungere l’insperato -3…

L’intensità difensiva di Charlotte, sospinta dal pubblico, nel finale faceva la differenza: Lamb favoriva un recupero sul possesso di Griffin in difesa mentre in attacco Batum dava indietro per l’accorrente Zeller che schivava un paio dimacchine in doppia fila ai bordi del canestro per andare a spazzare via la barriera di Detroit con una schiacciata uragano a una mano a 2:53.

Charlotte sul -1 metteva la swarm defense in azione riuscendo a deviare oltre il fondo un pallone, sulla rimessa poi un’altra deviazione faceva rimbalzare i pallone su un giocatore dei Pistons che finiva per non controllar palla.

Kemba esagerava tirando lunghissimo da tre trovando il secondo ferro ma a 2:13 il capitano cambiando strategia poteva quindi compier l’operazione sorpasso con un dribbling passato lo schermo di Zeller e un floater da pochi passiche faceva gioire anche MJ.

Walker in difesa si rifaceva chiudendosotto insieme all’aiuto di Batum su Jackson che era stoppato mentre un on-fire Walker batteva in step-back la difesa di Detroit per il 104-101.

Finita?

Nemmeno per idea…

Lo sceneggiatore più fantasioso dipingeva a :35 3 dalla fine un fallo di Walker su Drummond che dalla linea di fondo portava a casa canestro e libero dell’aggancio.

Walker in entrata spezzava il raddoppio alto di Drummond sfuggendo a Brown: arresto sotto (forse si poteva chiudere facilmente) aspettando il rientro e il fallo del difensore.

La strategia funzionava a metà a causa dei liberi splittati.

Con :30.6 sul cronometro Griffin pescava il jolly: fallo contro Williams che finiva out per i 6 falli ma dei due liberi clamorosamente l’ex Clippers non ne segnava nemmeno uno.

Un fallo di Brown su Lamb a :21.1 dalla fine portava Jeremy in lunetta ma anche lui non andava oltre l’1/2.

106-104. Detroit in attacco: passaggio verso Galloway e furbescamente Parker da dietro cingendo Galloway vedeva sfilar palla oltre il fondo ma gli arbitri se ne accorgevano chiamando giustamente i liberi a favore dei Pistons.

L’ex Pelicans, tiratore, non falliva il 106 pari.

Lamb al tiro vincente.
Charlotte Hornets’ Jeremy Lamb, jumping right, celebrates with teammates Malik Monk, left, Willy Hernangomez, center and Devonte’ Graham, front, as Kemba Walker (15) celebrates in background after Lamb’s go-ahead and eventual game-winning basket against the Detroit Pistons in the second half of an NBA basketball game in Charlotte, N.C., Wednesday, Dec. 12, 2018. Charlotte won 108-107. (AP Photo/Chuck Burton) The Associated Press

Walker sull’ultima azione rallentava il ritmo e si fidava di Lamb scaricando sulla diagonale destra dove Jeremy controllava approssimativamente la sfera portandola un po’ verso l’esterno con la destra, leggermente fuori dalla portata del n°7 Stanley Johnson che saltava sì sul tiro facendo il massimo ma non fermava Lamb che con un lunghissimo due punti (quasi tre, creduto tale da me all’inizio e rivisto dagli arbitri al replay) segnava il canestro vittoria del 108-06 a tre decimi dalla fine anche se gli arbitri, fiscalissimi e inutilmente, davano un tecnico contro Charlotte per l’invasione anticipata del campo e il match finiva 108-107 insperatamente poiché sul -10 a 6:23 dalla fine non sembrava potessero esserci premesse per rientrare se non aggrapparsi alla fioca speranza di quella stella lontana chiamata Kemba Walker che non crede di esser tale ma d’altra parte anche il calabrone vola non sapendo di non poter volare (per sintetizzare un famoso aforisma in realtà rivolto al bombo)…

Pagelle

Kemba Walker: 8

31 pt., 8 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata,1 stoppata. 8/25 al tiro. 11/13 a gioco fermo. Voto inspiegabile nei numeri se guardiamo i tiri dal campo ma l’impressionante accelerata che imprime alla navicella degli Hornets è impressionante. Vola in entrata a Mach 10 oltre imiti sconosciuti e bombarda da fuori. Sbagli un libero e fa fallo su Drummond ma poi decide di attirare il raddoppio e di fidarsi di Lamb che non tradisce portandosi così a un solo assist dalla doppia doppia. Dopo i passaggi per Cody nel primo quarto, Walker si prende la scena e ribalta una L già scritta. Pecca un po’ in difesa dove a volte lascia il tiratore troppo libero.

Jeremy Lamb: 7,5

13 pt., 4 rimbalzi, 2 assist. 4/13 altiro. Anche lui al tiro non è preciso, quando in attacco perde palla nell’ultimo quarto sbattendo su Griffin simo sul 5,5 circa come voto poi va a dare una mano in difesa e finisce per segnare il canestro vittoria dopo aver esso stesso sbagliato un libro contribuendo adaumentare la tensione in un finale thriller. Il tiro finale anche sedato da due punti è comunque da manuale, anche perché si sistema bene dopo aver visto la palla uscire dal suo raggio.

Nicolas Batum: 6

2 pt., 3 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata,1 stoppata. ½ al tiro in più di 30 minuti. Si perde un po’ quando gli Hornets vanno in confusione e scivolano fuori dal match. Una sua tripla affrettata è il suo errore di serata. Non ci prova mai, rimane defilato ma nel finale con l’assist a Zeller per la schiacciata e una buona difesa sull’entrata di Jackson si guadagna anche un + sulla sufficienza.

Marvin Williams: 6,5

9 pt., 10 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata,1 stoppata. Battaglia con Griffin tutta la sera con esiti alterni. Ci mette energia e furbizia, non sempre la seconda è premiata ma a rimbalzo tiene mentre stanco, dopo aver infilato tre bombe ci prova altre 5 volte (4 da fuori ancora) ma il suo tiro non entra mai, contribuendo a bloccare Charlotte in attacco nel terzo quarto, tuttavia la gara rimane positiva poiché come diga, anche se con parecchie falle (Griffin segnerà 26 punti ma prenderà lo stesso numero di rimbalzi) riuscirà a tenere.

Cody Zeller: 7

12 pt., 9 rimbalzi, 1 assist. 5/9 dal campo. Buonissimo inizio come terminale e miglior a a rimbalzo dove tiene di più. Quando non è in campo si perde in solidità mentre lui perde una palla banale regalando due punti in schiacciata nel terzo quarto ai Pistons. Torna a farsi vedere nel finale in maniera evidente, come una casa dipinta di giallo fluorescente in una grigia Coketown spicca elevandosi per una dirompente schiacciata. Anche lui nel finale usa le mani percontribuire a recuperar palloni difensivi.

Malik Monk: 6

7 pt., 1 rimbalzo, 1 stoppata. Sbaglia anche lui tanto (3/9) ma nell’ultimo quarto mette punti fondamentali.Un contributo dalla panchina discreto in 10 minuti che scende a sufficiente perché commette tre TO sui 7 totali della squadra.

Miles Bridges: 5,5

2 pt., 3 rimbalzi, 1 rubata, 1stoppata. Inizia lasciando rimbalzo e due punti al più mastodontico Drummond che gli rifila anche una stoppata. Manca una tripla e va a segno sull’altro tiro effettuato. Gioca 17 minuti ma a me questa sera non piace tantissimo a parte a rimbalzo e nell’energia che mette. 1 TO.

Tony Parker: 6,5

16 pt., 3 assist, 3 rubate. Migliora dal campo con un 5/9 e dalla lunetta con un 6/7. Sbaglia un paio di jumper tirando piuttosto corto ma nel terzo quarto le sue entrate valgono punti preziosi. L’ingenuità su Galloway alla fine sarebbe potuta costar caro ma riusciamo a vincere anche grazie al suo contributo dalla panchina, portabandiera della bench Hornets.

Frank Kaminsky: 5,5

 3 pt., 1 rimbalzo, 2 assist. Accumula un – 8 in altrettanti minuti. Sbaglia tre liberi su sei tentati. Meno bravo rispetto alle ultime apparizioni.

Guillermo Hernangomez: 6

13 pt., 3 rimbalzi. 5/6 dal campo, brillantissimo in attacco nel primo tempo (partenza sprint), poi si spegne un po’ anche se recupererà un paio di liberi nel secondo tempo, inoltre in difesa farà più fatica sui lunghi avversari. Una bella tripla nel primo quarto.

Coach James Borrego: 7

Sull’orlo del tracollo la mossa giusta è Walker in campo da subito nell’ultimo quarto con Parker, Monk eWilly a equilibrare un po’ la small bal con Bridges. Buona anche l’idea nel finale di andare subito con Walker all’azione veloce per conservare l’ultimo tiro in caso di errore, i Pistons non avrebbero avuto l’ultimo tiro a meno che in caso d’errore avessero preso il rimbalzo offensivo. La squadra era partita benissimo ma sie era bloccata al tiro in stato confusionale nel terzo quarto. L’approdo di Parker in campo ha ridato più ordine. Forse i cambi sono stati un po’ tardivi per mantenere le rotazioni a livello di energia più regolari ma alla fine la sua buona stella lo ha premiato.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.