Game 29: Charlotte Hornets Vs Los Angeles Lakers 100-128


Intro

Impossibile fare deduzioni quando sul parquet scendono questi Hornets, tanto più che nella notte affrontando un’altra squadra folle (i Lakers della bestia nera LBJ), l’inferenza (trarre conclusioni logiche dalle premesse) andava formalmente a farsi benedire.

Troppe le variabili in gioco, partite troppo emozionali ribaltate dalle motivazioni che si assommano ai classici ragionamenti a favore e a sfavore quali la forza delle squadre in campo, il vantaggio del fattore campo, lo stato di salute/infortuni (out Rondo e Ingram per LAL nell’occasione), l’analisi dei quintetti nell’uno contro uno e tantissimi altri fattori in gioco come il peso di un trasferimento aereo o venire da un supplementare e giocare in back to back (come nel caso degli Hornets), ecc.

In fondo la logica non ha nulla a che vedere con la verità.

Ad esempio un famoso errore cognitivo, riportato dallo psicologo Daniel Kahneman, è il seguente: “Una mazza da baseball e una palla costano 1,10 $ in totale.

La mazza costa 1 $ in più rispetto alla palla.

Quanto costa la palla?

Quasi tutti tendiamo automaticamente a rispondere 10 centesimi perchè 1,10 $ si divide in 1$ e in 10 centesimi.

Questa intuitiva separazione porta all’errore, infatti, se la palla costasse 10 centesimi la mazza dovrebbe costare 1,10 $ per rispettare la condizione che la mazza costa 1 $ in più rispetto alla palla. La risposta giusta è che la palla costa 5 centesimi e in tal modo la mazza può costare 1,05 $ e rispettare il totale di 1,10 $.

A una risposta impulsiva (e sbagliata) non sanno sottrarsi neanche persone che hanno una cultura scientifica: lo stesso quesito posto a 293 studenti dell’Università del Michigan diede il 56% di risposte errate.”

A ogni modo riecco andare in scena una partita tra due squadre istintive con un difficile rapporto con la ragione che sono ambiguamente e vicendevolmente croce e delizia delledue squadre.

La partita in breve

Parlare di una gara che non c’è stata diventa difficile anche perché diversi fattori hanno finito per far fare una figuraccia a Charlotte nella Buzz City Night, persa come la precedente Classic Night e forse proprio lì affondavano le radici della sconfitta di Charlotte oltre i valori delle forze in campo.

Gli Hornets passano in vantaggio a inizio gara sul 2-0 e sul 4-2 poi, dopo il sorpasso di James non metteranno più la testa avanti, un po’ perché Walker finirà con una delle peggiori serate in carriera con 4 pt. e uno 0/5 da fuori, un po’ perché la nottata di ieri in termini di energie ha pesato, vuoi per deficit tattici e vuoi per la forza degli avversari che si presentavano comunque allo Spectrum Center con un record di 17-11…

La grafica del divario e i parziali di quarto che evidenziano un terzo quarto orrendo per gli Hornets e risolutivo per i Lakers.

Già nel primo quarto i Lakers accumulavano dieci punti di vantaggio chiudendolo sul 22-32, nel secondo Charlotte approfittava dell’uscita di James e con una panchina da 23-7 a livello di parziale punti si rifaceva sotto dimezzando il divario sul 39-44.

A 2:09 con una tripla Lamb segnava il suo dodicesimo e ultimo punto mandando Charlotte sul -3 (46-49) ma all’intervallo erano 7 i punti da recuperare perché Caldwell-Pope mandava a segno due triple dai lati.

I Lakers risolvevano la questione rapidamente a inizio ripresa con due triple di Ball precise e una di Kuzma che rimbalzando sul primo ferro finiva dentro.

Charlotte scompariva mentalmente dal campo regalando agli ospiti moementi di showtime compreso all’ex Stephenson che esaltatosi si prendeva anche un tecnico.

Finiva 100-128 una gara nella quale i fast break dei veloci Lakers incidevano molto così come i 18 TO degli Hornets (15 quelli dei Lakers) che tiravano con  un misero 24,1% da fuori contro il 41,2% da tre ospite. Gli Hornets si fermavano al 42,4% dal campo contro il 53,3%. 38-52 a rimbalzo… LAL con due uomini in tripla doppia: James finirà con 24 punti, 12 rimbalzi e 11 assist, Lonzo Ball con un 16, 10, 10. Bene McGee con 19 punti e un 9/10 dal campo.

DJ, dance brackets e terna poco prima dell’inizio della partita.


Le formazioni:

La partita

1° quarto:

Iniziava selvaggiamente ma indicativamente la partita dei Lakers che palla in mano lanciavano con Ball il centro McGee che vedeva un pallone imprendibile schiantarsi al vetro per finire tra le mani della difesa di Charlotte che si portava in attacco e segnava con Lamb da sotto a 11:41 andando sul sicuro.

McGee pareggiava a 11:26 ma Kemba con un floater dal la zona centrale metteva dentro il 4-2 prima del nuovo pareggio firmato McGee trovato da Ball con passaggio breve e rapido.

I Lakers passavano avanti con LBJ e lo spin in corsa nel pitturato per andare sul +4 nonostante la stoppata di Williams su Hart, Cody portava palla avanti e perdendo palla in palleggio lasciava a Balla la transizione facile.

Un jumper a 9:19 di Lamb accorciava sul -2 ma a 9:05 per un fallo di Williams su James i Lakers tornavano a 4 punti e poi a 6 quando McGee non incontrava resistenze nei cieli Hornets chiudendo lanciato in alley-oop.

Kuzma era stoppato da Zeller, la palla rimaneva a LAL ma LBJ e Lamb in transizione andava ad impegnare sino al fallo gli ospiti.

Due liberi a segno a 8:00 dalla fine poi una serie di errori da ambo le parti compreso uno spin di LBJ con schiacciata che terminava fuori ma McGee al volo con un soft touch non era preso da nessuno per l’8-14.

A 6:28 Charlotte andava in time-out e 8 secondi più tardi Zeller correggeva da sotto Walker mentre sul cambio di marcatura Lamb attaccava Chandler (prima era stato marcato da LBJ) che spingeva sul fianco del n° 3 bravo nel segnare il floater e il libero che portava Charlotte sul -1 (13-14).

Gli Hornets però non sorpassavano perdendo palla in attacco con Zeller sul pick and roll ravvicinato con Walker e i Lakers ne approfittavano con Ball in transizione quindi toccava a LBJ segnare usando lo schermo sull’uscita lenta di Batum che a 4:00 si faceva perdonare calando una tripla in ritmo per il 16-19.

I Lakers correvano nel finale con le triple di Kuzma e quella profonda di James, Zeller stoppava Hart ma da una second chance nasceva anche la violenta schiacciata di Kuzma che esaltava il momento della squadra di Walton ormai sul 16-27.

MKG con un lungo due dalla destra diminuiva la differenza nel punteggio ma per un fallo dello stesso numero 14 James in lunetta recuperava i due punti persi dagli ospiti a 1:37.

Monk in jumper uno contro uno e un 1/2 di Chandler ritoccavano il punteggio sul 20-30, un gap che rimaneva tale anche dopo i canestri di Stephenson e di Parker (circus shot tirando su palla con fallo di Mykhailiuk ma con FT mancato) che conducevano il quarto al termine sul 22-32.

James Vs Hernangomez.


2° quarto:

Altra accelerata gialloviola a inizio secondo quarto con l’alley-oop spettacolare di McGee mentre dall’altra parte Bridges andava su da tre arrugginito sbagliando vistosamente il movimento del tiro.

Da una transizione Caldwell-Pope ricavava altri due punti che portavano il parziale nel pitturato a 6-22 per gli ospiti inoltre Batum sbagliava il tiro, l’ex Stephenson no ma Bridges attaccando l’area toglieva palla in salto dalla portata di McGee per alzarla di destro segnando e subendo fallo.

Canestro e libero a segno che anticipava una sua tripla, dopo aver fatto le prove, metteva dentro da oltre l’arco a 8:54 dalla diagonale sinistra ripetendosi 30 secondi più tardi per il 31-40.

McGee splittando riportava allo scarto della fine di primo quarto ma Monk a tutta birra andava ad appoggiare al vetro contro Hart e il jumper di Parker valeva il 35-41.

Le stoppate di Bridges (su Ball) e di McGee portavano a transizione e controtransizione che i Lakers risolvevano a loro favore con la schiacciata di Ball sull’ultimo contropiede.

A 6:35 LBJ guadagnava due FT realizzandone una e dall’altra parte la panchina di Charlotte provava a rimontare con Monk in uno contro uno bravo a lasciar indietro Kuzma sulla baseline destra per l’appoggio del 37-44 portando sul 21-7 il parziale punti delle panchine.

Monk chiudeva con atletica ed elegante transizione su passaggio lungo di Zeller poi Batum sbagliava un tiro, Hart lanciato in corsa sbatteva su Kemba commettendo sfondamento e James schiacciava di destra con violenza trovato da un filtrante tagliente diagonale sul quale la difesa di Charlotte non riposizionatasi faceva brutta figura.

Malik si liberava del n°10 dal palleggio per andare a batterlo in pull-up ma dopo una persa di Hart oltre il fondo Kuzma affondava nelle maglie della difesa nero-teal trovando la giocata da tre punti.

Dentro Graham e Walker insieme contro la velocità e le transizioni dei Lakers e FT jumper firmato Walker poi Lamb a 2:09, quasi allo scadere dei 24, dalla diagonale sx infilava il 46-49 portandosi a 12 punti.

A 2:00 esatti però ecco l’ennesimo fischio pro LBJ che ne metteva dentro due ma tra le fila LAL era Caldwell-Pope a spinger in questo finale segnando prima una tripla da destra e una da sinistra che spingeva i lebroniani sul46-57.

Batum in area recuperava due punti, Kemba falliva il tiro ma la zampata in tap-in di Zeller valeva altri due punti con i quali gli Hornets tornavano a -7 e vi rimanevano poiché a quattro secondi dalla fine del tempo LBJ mancava due liberi consegnando il 50-57 all’intervallo.

Batum a caccia di… Ball. Foto: UsaToday.

3° quarto:

Kuzma a 11:21 segnava dalla lunetta per tre secondi difensivi chiamati a Charlotte e dall’altra parte a 11:10 Cody era fermato con il fallo da McGee sul fing and roll ma non dalla lunetta per il 2/2.

Un lunghissimo tre di James allo scadere non entrava grazie anche alla stretta marcatura di Batum ma Williams solissimo toccava oltre la linea laterale. Sulla rimessa la second chance per i Lakers era ben utilizzata da Ball che scaricava  la tripla dal corner sinistro.

Una rimessa dal fondo per i Lakers era data agli Hornets in zona d’attacco che sfruttavano l’occasione mettendo dentro due punti ma un reverse di McGee portava i Lakers sul +9 e quando Ball sul giro palla dei suoi caricava la tripla realizzando il 54-66 il disastro era nell’aria perché anche Kuzma riusciva a metter dentro da lontano il 54-69, anche se aiutato dal primo ferro a differenza delle triple pulite del compagno.

A 9:05 Walker guardava stremato e sconsolato l’impietoso megaschermo dalla panchina che recitava -15…

Un tap-in di Zeller in transizione valeva poco perché Charlotte spariva difensivamente dal campo per subire un impertinente dunk di Ball e una transizione sulla quale Monk commetteva fallo e Zeller goaltending… Il libero andava a vuoto ma il rimbalzo pro Lakers e il canestro successivo di McGee dimostravano che gli Hornets avevano staccato ormai la spina, il tutto confermato subito dopo da un brutto passaggio di Monk sul quale LBJ in transizione faceva il minimo per portar a casa altri due punti che spedivano la squadra di Walton sul 56-77.

McGee schiacciava in tempo di show-time, Bridges da tre tirava orrendamente così come da incubo era Hart che prima andava a rotolare fuori dal campo oltre la prima fila di sedie, LBJ dava un occhio poi si proseguiva l’azione che vedeva lo stesso numero 3 rientrare in campo e deviare con un tap-out un tiro pessimo dei suoi, la palla rimaneva ai californiani che guadagnavano sull’azione due FT con James a 6:18 per un 1/2 che portava sul 56-80.

Bridges in entrata segnava due punti ma LBJ rimaneva in aria per un plastico passaggio per l’alley-oop di Chandler, poi era ancora Bridges in entrata ad appoggiar di destro ma dall’altra parte dal corner sinistro anche Hart guadagnava tre punti per il 60-87.

James ne segnava due Stephenson tre ma per aver mimato “l’uculele?” si prendeva un tecnico che Monk trasformava.

A fine quarto i punti erano 30 di distacco (67-97), spazio quindi al garbage time…


4° quarto:

Nel tempo spazzatura iniziava bene Willy che segnava 4 punti con due tiri anticipato da due punti di Zubac e intervallato da tre di Mykhailiuk che a 8:25 segnava un’altra tripla.

Schiacciata pirotecnica da segnalare di Stephenson oltre Monk a 5:13 che faceva usultare la panchina avversaria alla quale seguiva uno spunto di Graham in reverse layup per un gioco da tre punti a 5:01 per il 90-119.

Colpiva anche Wagner da tre punti in un finale che regalava almeno un altro highlight ai Lakers che terminavano sul 100-128 la loro prestazione con Monk a segnare l’ultimo tiro da tre per scendere dal gap dei 30…


Pagelle

Kemba Walker: 4,5

4 pt., 1 rimbalzi, 3 assist, rubata, stoppata. 2 13/ al tiro.0/5 da fuori e 3 TO in 25 minuti. Completamente fuori fase non segna nemmeno una tripla in un periodo nel quale non è in forma. Se per lui esserlo è importante, non aiuta l’OT della sera precedente ma stecca completamente l’appuntamento. -28 di +/-.

Jeremy Lamb: 6

12 pt., 5 rimbalzi. Lamb prende un -29 di plus/minus, marcato inizialmente da LBJ appena può va dentro per segnare o s’ingegna. Porta a casa l’ennesima giocata da tre punti contro Chandler e mette anche una tripla a pochi secondi dai 24 tenendo in piedi nel primo tempo Charlotte, poi più nullanei 23 in campo.

Nicolas Batum: 5

7 pt., 1 rimbalzo, 2 assist, 1 rubata. 3/7 al tiro con un 1/5 da fuori. Ancora troppo periferico, a parte un jumper in area, ci prova spesso da fuori dove quando alza le braccia sembra già impostato male. Aveva iniziato con una bella tripla morbida ma si è perso. -23 anche per lui sopra la ventina con tre palloni persi.

Marvin Williams: 5

0 pt., 1 rimbalzo, 1 assist, 1 rubata. 0/1 al tiro. Rimane in campo solo 12 minuti lasciando spazio presto nel primo quarto a MKG. Nonostante commetta solo un fallo e non perda palloni, fa in tempo a prender un -11 risultando non molto efficace sotto le plance perché se l’intercettatore di McGee è Zeller, lui non riesce a dare una mano anche se non è compito suo.

Cody Zeller: 5,5

8 pt., 7  rimbalzi, 3 assist, 3 stoppate. 3/7 dal campo, un primo quarto passato a capire come fermare McGee (9/10 dal campo) ma anche a recuperar palloni e a stoppare comunque altri giocatori. Non è un fenomeno ma senza di lui con la small-ball in campo, forse riusciamo a far peggio. A parte il goaltending regalato nel secondo tempo, in attacco mette una bella zampata su un errore di Walker. LAL scappa con tre tiri da fuori e lui va in barca con gli altri successivamente anche se prova a metterci delle pezze come facendo fallo su Kuzma lanciato.

Malik Monk: 6

19 pt., 5 rimbalzi, 1 assist. 7/14 dal campo. Fornisce un po’ di verve all’attacco, specialmente nel primo tempo quando su sue iniziative Charlotte rimane in partita grazie alle entrate. Un paio di palle perse mentre anche lui scompare un po’ nella nebbia dl secondo tempo per riapparire a tratti con qualche puntata e la tripla finale che fa agganciare quota 100 in extremis.

Michael Kidd-Gilchrist: 5

2 pt., 3 rimbalzi, 1 assist, 1 rubata. Ricorre a tre falli in nemmeno 10 minuti risultando poco efficace. Fa anche brutta figura su qualche transizione per il posizionamento forzato costretto a tenere per colpa dei compagni. In generale non sembra dare una svolta, nemmeno in attacco dove l’1/4 non è molto.

Miles Bridges: 6

17 pt., 3  rimbalzi, 2 stoppate. Usa il fisico con energia per tentar di stoppare. Agli estremi… fa vedere cose belle e cose brutte come un paio di tiri da fuori inguardabili e due in serie solo cotone. Porta a casa anche un gioco da tre punti contro McGee ma anche lui commette due TO.

Tony Parker: 5,5

4 pt., 2 assist in 13 minuti circa. Due palle perse e un 2/3 dal campo ma rimane marginale nel contesto anche se per un tratto accompagna la panchina alla rimonta nel primo quarto quando LBJ siede in panca.

Frank Kaminsky: s.v.

2 pt., 1 rimbalzo, 1  assist. Mi rifiuto di dare un voto a chi è sceso in campo solo nel garbage time- in una situazione mentale irreale. Troppo distacco, si gioca per terminar la gara e gli Hornets non hanno nemmeno voglia di giocar duro per preservarsi da infortuni, tanto sarebbe inutile visto il divario.

Devonte’ Graham: 4,5

5 pt., 2 rimbalzi, 6 assist. Scende in campo anche prima del garbage ma non dimostra quella personalità vista in preseason. Sembra imbrigliato da un eccesso di ragionamento che lo porta a rallentare il gioco per prender visione della situazione e calcolare tutto ma a quel punto la difesa avversaria è piazzata. Manca la velocità nella scelta che sembrava possedesse in prestagione. 2/6 al tiro in 16 minuti e una palla persa.

Guillermo Hernangomez: 5,5

11 pt., 6 rimbalzi, 1 assist. Rientra a giocare un discreto numero di minuti ma molti nel garbage. Non sembra in grado di fermare gli attacchi avversari anche se in attacco qualcosa gli riesce ma con un 5/9 al tiro e due palle perse.

Dwayne Bacon: 6

9 pt., 3 rimbalzi, 1 assist. Almeno rimane concentrato. 4/4 dal campo. Non serve a nulla così come l’ultimo quarto.


Coach James Borrego: 5

La squadra paga la serata di ieri in termini di energie ma tatticamente prendiamo triple dagli angoli e non solo con coperture approssimative. Vero è che c’è spesso uno spauracchio centrale, nel caso McGee aiutato dalle puntate di James ma si nota una squadra svogliata in serata e scompaginata. Bisogna voltare pagina perché delle 5 partite casalinghe da giocare in casa ne sono state perse già due, Sul 14-15 ci facciamo raggiunger da Orlando in testa alla Division. Contro Cleveland, con tre giorni a disposizione per riposare e riveder gli errori commessi, non si può fallire ancora.


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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.