Game 3: Charlotte Hornets @ Los Angeles Lakers 101-120

Intro

Il tumulto dei Cihornets

Venerdì 18 giugno 1378, a Firenze il gonfaloniere di giustizia Salvestro de’ Medici chiede agli otto priori della città (ogni priore sorteggiato ricopriva il ruolo per due mesi) leggi più restrittive contro i nobili della città.

Per non tediarvi andrò molto speditamente, ma se aveste voglia di farvi un’idea della complessa situazione medioevale nella città, eco qui il link giusto:

La città era divisa in tre categorie sostanzialmente: nobili, borghesia (piccoli e grandi padroni delle arti che avevano bottega o “industrie”) e sottoproletariato e i detentori del potere erano sostanzialmente due.

La borghesia che sorteggiava i propri rappresentanti e i nobili, proprietari terrieri e di banche che intrattenevano con le loro banche rapporti con il Papa, per cui irriducibili guelfi.

Gli interessi della borghesia per cui non erano gli stessi, i più ricchi smaginavano verso le famiglie nobili ma quando i priori rifiutarono a Salvestro (non esattamente un guelfo ma abile politico) la richiesta, esso si dimise.

Le complesse vicende portarono la città intera a guardarsi con sospetto, in primis la piccola contro la grande borghesia che intratteneva rapporti con i nobili nullafacenti.

Voci ad arte fecero sì che alcuni operai senza diritto venissero accusate di una rivoluzione che venne confermata poi da uno dei prigionieri (tale Simoncino che rivendicava i diritti degli ultimi), portate davanti ai priori e messa sotto tortura per far confessare il piano d’azione previsto per il 20 luglio.

Quando l’orologiaio, fattore esterno al popolo grasso che stava riparando l’orologio di Palazzo Vecchio ode le urla degli operai torturati si schiera con gli ultimi.

All’alba esce, si arma e da l’allarme, la folla marcia verso il palazzo mentre i priori aspettano, oltre al centinaio di soldati mercenari (poco interessati a difender il palazzo) le corporazioni delle Arti (le torture avvennero su loro indicazione) ma di questi non si vedrà nessuno.

Costretti a restituire i prigionieri, l’ira del popolo vero si riverbera sulle case degli industriali e sugli odiati lanaioli.

Dopo aver vinto questa battaglia i Ciompi (così sono definiti) e aver istituito tre nuove arti, rifatto i sacchi dei nomi per esser nominati come priori (cosa che prima non accadeva), l’inesperienza del loro rappresentante Michele di Lando, le richieste continue di una parte di popolo e abili manovre persuasive con voci messe in giro ad arte, portarono a una contro-insurrezione che ripristinò lo status precedente e successivamente rafforzò il potere del ceto medio ma soprattutto ricco.

A beneficiarne fu lo stesso Salvestro de’ Medici, una vera e propria banderuola 4 venti in questa storia ma ciò che amaramente emerge in questa storia è la costante interconnessione dei rapporti di forza nella nostra società, anche nella NBA dove il gruppo è unico, le entrate sono condivise e i giocatori hanno un sindacato forte e ricevono lauti stipendi.

Il problema odierno però si annida negli equilibri tra squadre storiche che hanno appeal e franchigie con vite travagliate che, oltre alle proprie mancanze, soffrono ragionamenti iniqui tanto da far scender l’entusiasmo quando di fronte vi sono una squadra che ha potuto rilanciarsi alla grande nel giro di pochi anni e una che non ha parimenti possibilità di competere.

Negli anni, l’equilibrio di queste forze si è spostato, rendendo questa nuova NBA meno interessante da vedere dal mio punto di vista.

Va da sé che nella triplice trasferta degli Hornets sulla West Coast una W dovrebbe essere solo un miraggio, salvo miracoli.

Starting Five

Bradley (8 pt.), D. Green(5 pt.), James (20 pt., 12 assist), Davis (29 pt., 14 rimbalzi), McGee (10 pt.), in panchina Caruso chiuderà con 5 buoni punti e Howard darà una consistente mano con 16 punti e 10 rimbalzi, tipica prova da ex.

Hornets con: Rozier, Bacon, Bridges, P.J. Washington e il rientrante Zeller.

Analisi

Come facilmente prevedibile, la disparità delle forze in campo ha finito per dare il risultato pronosticabile.

Gli Hornets, nettamente più leggeri, meno talentuosi e solidi, hanno usato le loro armi: velocità, fast break e tiro da tre punti finché ha retto.

Le difficoltà realizzative del team si sono palesate a inizio ultimo quarto e son state una componente pesante, anche perché Graham ha sparacchiato in serata…

7/15 nel primo tempo, 3/20 nel secondo per un 10/35 totale da tre punti che ha finito per avvantaggiare i Lakers ai quali è stato dato filo da torcere per tre quarti comunque nonostante un Anthony Davis in forma ma nel primo tempo Green ha chiuso con 0 pt. e James solo nel finale ha trovato 4 punti (2 ai liberi).

21-33 di parziale nell’ultimo quarto con James e Howard troppo esperti e muscolari per i nostri.

Da segnalare in positivo la gagliarda prova di Zeller che è stato ferito da Davis all’arcata sopraccigliare sinistra e poi da McGee sull’avambraccio destro con due ferite sanguinanti che l’hanno sottratto dal campo per qualche minuto solamente nel primo caso.

Comunque sia, come nella rivolta dei Ciompi si sapeva già sarebbe finita male ma si prova a cambiar qualcosa ugualmente…

Qualche dato statistico in più lo troverete nella pagella in fondo dedicata a coach Borrego.

La Partita

1° quarto:

Era proprio il rientrante Zeller a trascinare gli Hornets nel brillante inizio: a 11:15, forzato dal tempo che stava per scadere andava alla conclusione da tre punti centrando perfettamente il bersaglio, Bradley in entrata accorciava e McGee in transizione metteva dentro una dunk dopo una stoppata di Davis ma Cody a 9:40 in entrata batteva McGee che si rifaceva con un semi-gancio nel pitturato.

A 9:13 su assist di Zeller, Bridges riportava sopra i viola con la tripla (8-6) e Cody in difesa andando a stoppare sotto canestro il centro avversario dava una mano anche sull’altro lato.

Rozier a 8:48 si prendeva il mezzo e due FT mentre a 8:07 in transizione sparava da tre per il 13-8 (3/3 da fuori per gli Hornets in avvio), quindi a 7:35 il jumper dalla FT line di Zeller consigliava a Vogel la pausa sul 15-8.

Bridges a 7:05 estendeva il vantaggio con due liberi ma i Lakers usando il fisico ed in particolare Anthony Davis che, aiutato da James in un paio di azioni, metteva a segno tre canestri per sei punti.

Borrego a 5:47 correva ai ripari chiamando un timeout con l’idea di metter dentro un po’ di fisicità, nella fattispecie Biyombo e Marvin ma mentre il primo falliva miseramente in attacco, il secondo era deleterio su ambo i lati del parquet.

A 3:40 Davis dalla diagonale destra realizzava anche la tripla del 21-19 e a 3:13, favorito dalla lost ball di Rozier andava a impattare dalla lunetta per portare in vantaggio al squadra di Vogel dal post basso destro con un gancio in turnaround su Williams.

Quando Howard, l’ex, eseguiva un alley-oop in reverse a 2:00 dalla fine del primo, la partita sembrava già segnata ma Zeller provava a riaprirla mettendo dentro in corsa su assist di Monk.

Il problema era che lo 0/5 a rimbalzo offensivo favoriva i locali ed il primo rebound in attacco catturato da Zeller era sfruttato malissimo da Monk con una tripla storta.

Davis da tre frantumava Williams ancora mandando sul -7 i Calabroni (23-30) che nel finale però inanellavano 5 punti grazie a una rimessa dal fondo di Graham che sorprendeva la difesa giallo-vola grazie al taglio dunk di Zeller e poi quasi sulla sirena Howard con un “furbesco” fallo fermava Graham al disperato tiro da tre ma un arbitro se ne accorgeva e trasformava un nulla di fatto in 3 FT che servivano alla squadra di Borrego per giungere sul 28-30.

Rozier tenta di sfuggire a Bradley.

2° quarto:

Per raggiungere il pari ci voleva ancora l’assist di Graham per un P.J. In taglio verticale ma un floater di Davis e un canestro di Howard (mancava l’and one) a 10:47 restituivano 4 punti in più ai Lacustri.

Caldwell-Pope “metteva dentro” in transizione grazie al goaltending di Monk per poi infilare veramente la retina su una second chance propiziata da un altro rimbalzo offensivo di Howard (32-39).

Bacon e Rozier con due FT a bersaglio a testa riportavano Charlotte al -3, a 8:20 Marvin da fuori pareggiava a mezzo bomba anche se la penetrazione e scarico Bacon andava a rischio sfondamento.

Caldwell-Pope, Howard e Cook per i Lakers era no i comprimari atti a spingere nuovamente i Lacustri verso la fuga ma dopo lo scoop di Bridges e il reverse di Bradley dalla linea di fondo, i purple compivano un deciso passo avanti verso il rientro quando Graham dalla lunga centrava il bersaglio dalla lunga a 4:55 infilando anche il FT per spinta alle spalle di Cook.

A 4:37, dopo una stoppata in aiuto su Davis, Zeller correggeva in transizione l’errore di Miles pareggiando a quota 47 il match.

Ad alzare il tiro e il punteggio piovevano in serie le bombe di Davis, P.J., Cook (assist di James a 0 pt. ma 8 assist) e Bridges a 3:13 per il 53 pari.

Graham otteneva un offensive foul di Davis e due successivi FT a favore m,a nel finale James segnando due FT e andando a metter dentro in transizione riportava sopra i californiani (57-59) prima che a :49.1 un Bridges in cambio direzione e in transizione, ottenesse con lo scoop anche il fallo di Cook.

Vantaggio, svantaggio con la dunk da rimbalzo offensivo di Davis, spin di Bacon su Daniels per il contro-sorpasso ma l’ultima parola del primo tempo l’aveva Davis che per una trattenuta di Miles realizzava a una manciata di secondi dalla fine i liberi per il divertente 62-63 del primo tempo.

Zeller chiudeva con 13 punti e 5 rimbalzi il primo tempo ma durante una fase di gioco a rimbalzo difensivo, commettendo una leva che atterrava Davis era colpito dal Monociglio in faccia e doveva necessariamente abbandonare il campo per sanguinamento e questo avvantaggiava i LAL nel finale.

Charlotte è Under The Bridges, per quasui parafrasare una nota canzone dei Red Hot Chili Peppers. Miles chiuderà con 23 punti, suo massimo in carriera, anche se non basteranno per evitare la L.

3° quarto:

I Lakers provavano a scrollarsi di dosso subito i meno quotati avversari che tuttavia opponevano le loro caratteristiche, ovvero velocità e transizione: una tripla di Bacon proprio in contropiede a 9:50 valeva il riavvicinamento sul 66-68.

Davis mancava due tiri spingendo anche il rientrante Cody, tutto buono e McGee ringraziava segnando mancando però il FT addizionale.

Bacon realizzava un alley-oop in transizione su lancio di Rozier e poi sparava dal logo laterale sinistro dei Lakers in faccia a Green per il 70-72.

Una dunk di McGee (sfruttando il passaggio e il raddoppio portato a Davis) e uno spin con appoggio in transizione di James per il +6 Lakers ma un mismatch di Zeller su Green nel pitturato e da una palla toccata dallo stesso Cody nascevano le due azioni che portavano al 74-76 (fast break chiuso da Bacon a 6:18 la seconda).

Gli Hornets cominciavano a dare segni di cedimento sul 78-81 quando Williams, Graham e Bacon mancavano il pari con la loro tripla a testa sparata a salve.

Howard iniziava a giganteggiare segnando con un banker e anche se Bacon infilava un pregevolissimo fade-away su Caldwell-Pope, Davis inchiodando in schiacciata e stoppando Graham dava un +5 ampliato da Howard a :28.1 che realizzava da sotto ma “mancava il solito” addizionale.

4° quarto:

Brutta partenza per Charlotte nell’ultima frazione: P.J. Cercando di aprire il gioco dalla punta sul lato non si avvedeva di un Caruso già sulla linea di passaggio sebbene ravvicinatissimo, steal, fuga e inchiodata a una mano…

In breve gli Hornets uscivano dalla gara perché dietro i muscolari Lakers facevano buona guardia respingendo qualche tentativo, ad esempio Howard stoppava Cody ma prima ancora James inanellava due canestri per 5 punti che a 9:30 mandavano già i titoli di coda con i Lakers fuggiti sull’82-97…

I Lakers toccavano il +20 con una bomba di Caldwell-Pope, poi rispondevano Rozier da tre e una buona entrata di Bridges frontale ma la gara era finita e si divertivano come bambini solo James e Howard che infierivano sulla difesa di Charlotte che non difendendo nemmeno più al massimo lasciava fare pensando all’altra sfida impossibile in back to back con i Clippers.

Finiva 101-120…

Le Pagelle

Terry Rozier: 5,5

19 pt. (3/10 da 3 pt.), 6 rimbalzi, 4 assist. 8 dei suoi punti arrivano a gara persa, tre TO a fronte di 4 assist. Voglia di andare su tutti i palloni ce n’è anche a gara compromessa (un suo salvataggio sotto gli occhi di Borrego) ma difensivamente non è quel giocatore che mi aspettavo. Un po’ preso in mezzo fatica.

Dwayne Bacon: 6

15 pt., 6 rimbalzi. Un solo TO e alcuni canestri pregevoli come quello su Caldwell-Pope in fade-away o lo spin nel pitturato su Daniels ma anche tiri da tre nettamente falliti.

Sbaglia un po’ troppo nella fase decisiva ma era sempre stato lui sul finire della terza frazione a trovar canestri per lasciarci in scia.

Miles Bridges: 7

23 punti, 6 rimbalzi, 3 assist. Un’ottima difesa su James, si alterna con P.J. Mentre in attacco spinge arrivando a 15 punti e con 23 punti arriva al suo career-high. Difensore più solido di P.J., nettamente, ha contribuito a tenere in gara gli Hornets per lungo tempo, il suo rientro nell’ultimo quarto è avvenuto a partita ormai persa. 3 TO e una garanzia ai liberi sparando con quasi il 50% dal campo.

P.J. Washington: 5

Primo tempo quieto per il rookie che tuttavia fa discreta guardia in difesa. Nella ripresa abdica contro i lunghi. Finirà con 8 punti e 6 rimbalzi, 2/7 dal campo e 3 TO in 35:45… Per oggi il voto è 5 ma credo possa fare meglio per il futuro.

Cody Zeller: 7,5

19 punti, 14 rimbalzi, 3 rubate, 3 stoppate. Se non aveste letto il nome forse stareste pensando a un centro più blasonato, invece è l’operaio guerriero Cody Zeller. Partenza spettacolare, offensivamente ma anche difensivamente sebbene non possa colmare il gap dei rimbalzi offensivi a favore degli avversari con più kg e muscoli. Chiude con 13 punti e 5 rimbalzi il primo tempo ma anche con un taglio al sopracciglio sinistro dopo aver mandato a terra Davis che gli rifilava una gomitata cadendo e nel secondo tempo McGee lo fa sanguinare nuovamente, questa volta per un taglio sull’avambraccio destro.

Devonte’ Graham: 5

9 pt., 3 rimbalzi, 5 assist. 6/6 ai liberi ma un pessimo 1/3 dal campo, quasi inspiegabile rispetto alle medie che ha tenuto nelle prime due partite. Un po’ in sfiducia, non può essere comunque questo… dopo esser stato sulla Luna scende negli abissi e anche lui manca alcuni tiri nella fase più delicata del match che scivola velocemente via.

Marvin Williams: 5

5 pt., 2 rimbalzi. Più piantato di una quercia A. Davis gli tira in faccia un paio di volte affondandolo. Prestazione difensiva scadente in linea con l’ultima, in attacco mette una tripla su tre con 2/6 totale. -12 di plus/minus.

Bismack Biyombo: 5,5

1 rimbalzo, 1 assist in 5:24 di sperimentazione borreghiana sul fatto di opporre muscoli ai muscoli in una fase durante la quale gli Hornets non stavano tenendo. Non funziona e non rientra più in campo.

Malik Monk: 4,5

In poco più di 14 minuti sul campo ci prova 4 volte e non mette un tiro (due volte stoppato), non si procura un libero, in compenso perde un pallone e ottiene un -22 significativo che indica durante la sua presenza in campo una difesa più lacerata. Credevo molto all’inizio in questo giocatore ma mi sa che ho preso una cantonata grande come il Ticino… Chissà se la possibilità ventilata di far parte dello starting five abbia influito, di certo le sue non prestazioni peggiorano e danneggiano questi Hornets.

Willy Hernangomez: s.v.

2:20 finali, 0 pt., 1 assist. Carpet losangelino per lui…

Cody Martin: s.v.

Dentro a 1:44 dalla fine realizza tre punti.

Caleb Martin: s.v.

Probabilmente Borrego mette il gemello di Cody come effetto speciale per fare impazzire il pubblico. Di holliwoodiano c’è poco ma confonde anche il nostro telecronista.

Coach James Borrego: 6

Aveva indicato nei TO la cosa più importante da curare in serata, sono 14 contro i 13 dei Lakers, si può far meglio ma non siamo andati così male… 21/23 ai liberi, ben sfruttati contro l’11/14 LAL. 45-47 a rimbalzo (finiamo sopra 13-10 all’offensivo) ma 38,5% al tiro contro il 52,7% LAL al tiro fa la differenza. Con poca esperienza e meno fisico oppone tre quarti di resistenza, poi nel pitturato i Lakers son troppo massicci e la stamina per la precisione da fuori è bassa, si scivola fuori dal match…

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.