Intro
Fa sempre specie quando traducendo dall’inglese “Suns” ne esce fuori un “Soli” (inteso come il nostro astro madre) al plurale.
E’ spiazzante pensare a quanti esosoli per esopianeti esistenti là fuori nel nostro universo esisteranno.
La stella dei Suns però non è mai riuscita a far esplodere tutto il suo potenziale nemmeno quando “Sir” Charles Barkley asseriva d’esser il giocatore attualmente più forte al mondo.
Dal 1968/69 i Soli sono riusciti tre volte ad andare in finale perdendo prima con i Celtics 2-4 nel 1975/76, poi contro i Bulls di MJ nel 1992/93 e quindi lo scorso anno contro Milwaukee.
La forza recente dei Suns era esplosa nella bolla playoff beffardamente con una serie di vittorie e solo la classifica arretrata in regular season non aveva permesso al team di Monty Williams di accedere al livello successivo.
Pensando agli studi spaziali fatti su esopianeti diversi dal nostro che avrebbero trovato diversi tipi di rocce differenti da quelle presenti nel sistema solare (sono stati inventati anche nuovi nomi per questi materiali come “duniti di periclasio” e pirosseniti di quarzo”), i Suns stanno cercando di trovare la chimica e di mettere insieme i mattoncini per comporre il puzzle che li porterà alla vittoria finale attorno al loro vecchio sole CP3.
Anche Charlotte sta cercando di emergere cercando di impilare i mattoncini giusti per trovare alchimie che li porteranno ad essere protagonisti in questo presente e nel futuro ma in primis nello scontro che li opporrà a Phoenix dovranno cercare di tirare su un forato termo-resistente che non crolli contro il bollente attacco della squadra dell’Arizona.
Il muro difensivo di Charlotte si è sgretolato troppo spesso recentemente anche contro team non irresistibili e l’unica maniera per sopravvivere contro la corazzata spaziale Suns sarà difendersi bene.
Andamento della partita
I Suns partivano stordendo gli Hornets: palla a due vinta, tripla di Crowder a segno dopo 16 secondi, palla persa dagli Hornets sulla pressione della difesa dei Suns e tripla rimbalzante tra i ferri a segno per Mikal Bridges immediata.
Nonostante una stoppata subita da Plumlee, sul medesimo attacco Charlotte trovava i primi e unici punti nei primi minuti con una bomba di Hayward ma Phoenix si allontanava con un ¾ di Ayton in lunetta mentre Ball mancava tre triple e Crowder in entrata portava sul 3-11 la partita.
Dopo un errore a testa Borrego chiamava il time-out a 7:52 così dopo la pausa un bound pass di ball per Bridges verticale valeva la schiacciata di Miles.
Mikal Bridges alzava su Rozier nel pitturato e batteva anche Miles da fuori mentre Rozier in entrata a ricciolo batteva Crowder con un floater anche grazie alla finta in partenza.
Due punti sotto facili di Ayton e Booker al vetro trascinavano i Soli sul 7-20 mentre la botta e risposta tra Hayward e il centro di Phoenix alzava il punteggio ma la tripla mancata da P.J. E il tagliante verticale di Paul per il back-door di Booker proveniente dalla linea di fondo destra che valeva due punti in schiacciata consigliavano a Borrego di chiamare un secondo time-out a 5:14 per cercare di bloccare l’inerzia del match sul 9-24…
Andava ancora peggio a Charlotte al rientro sul parquet incapace di segnare (altra miss da tre, questa volta per mano di Oubre Jr.) colpita da Ayton su un rimbalzo offensivo e da Payne da fuori con P.J. Che sbagliava anche la tripla seguente portando Charlotte sull’1/10 da tre punti contro il 4/7 del team dell’Arizona che realizzava in tap-in con McGee anche il 9-31.
P.J. In entrata veloce realizzava su McGee portando anche Charlotte in doppia cifra e McDaniels dopo una buona difesa su McGee offriva a Oubre Jr. la palla per la dunk del 13-34.
Nel finale arrivavano altre due triple per Phoenix inframezzate dai primi due FT per i Calabroni realizzati da McDaniels con il risultato impietosamente su un eloquente 15-37.
Plumlee dopo 18 secondi dall’avvio della seconda frazione recuperava due FT da un gancio (fallo di McGee) trasformando le occasioni mentre un floater di Ish Smith valeva per il 19-39.
Il problema era che Charlotte incassava anche dalla panchina avversaria con Payne e Shamet prima che Booker tornasse a segnar da fuori e McGee segnasse a 8:19 con il tocco di Smith.
Il libero addizionale mancato dal centro consentiva agli Hornets di non toccare il -30 ma il 19-48 era punteggio più che sufficiente a raccontare una squadra scomparsa dal parquet.
Charlotte provava a ritrovarsi con il rientro di Ball che a 7:29 segnava da fuori e a 6:36 subiva fallo andando in lunetta a trasformare le due occasioni per il 24-51.
Dopo una miss in entrata di Rozier era ancora ball con un tap-out a fornire una second chance a Bridges bravo a segnare in entrata.
Bridges in lunetta mandava a segno anche il 30-53 ma l’altro Bridges mandava a segno una tripla seguito da Booker che riportava sul +29 Phoenix (30-59).
Charlotte si reggeva sui liberi (altro netto fallo di Booker su Miles a 4:13) e sulla coppia Ball/Bridges che con una drive and kick del primo che si agganciava alla tripla del secondo nella medesima azione valeva il 35-59 prima che P.J. Washington segnasse un’altra delle rare triple del primo tempo per la squadra di Borrego.
Due punti di Paul e risposta di Miles in entrata (40-61), un divario alla fine destinato ad allungarsi di un punto quando Crowder – dal corner sinistro – beffava la difesa di Charlotte segnando il 47-69.
Il 26,4% al tiro contro il 56,3% avversario e dato sconcertante, ancor peggio il 18,2% da tre punti contro il 57,1% dei Suns…
A inizio ripresa due triple di Booker che rimaneva in campo anche dopo aver commesso il quarto fallo, più quella di Crowder a 7:59 riportavano Phoenix sul +29.
A 7:06 Crowder infilava 3 FT per contatto con Ball (53-82) mentre un’entrata con contatto era risolta da Miles con una mano in appoggio al vetro e la ripetizione dei due punti per il nostro numero zero avveniva in fade-away.
Era sempre Bridges a portare punti per Charlotte con un alley-oop morbido e tripla con step-back prima di un alley-oop chiuso in transizione di destra su invito di Ish Smith per il 75-105 a 1:19 per cercare di contenere il divario che a fine quarto calava di due punti con l’appoggio di Oubre Jr. in transizione poco prima della sirena (80-108).
Dentro presto la panchina con Bouknight e poi Richards ma non cambiava nulla, solo per portare a termine gli ultimi inutili 12 minuti mantenendo un divario simile sino al 106-137 finale.

Analisi
Netto momento di difficoltà per gli Hornets che affondano disastrosamente sconquassati a Phoenix dalle triple avversarie.
Lo squarcio aperto a Dallas (più che smagliature un cratere apertosi rtra le fibre dei quintetti Hornets) sembra essere impossibile da rimarginare e per la terza volta nelle ultime quattro uscite sono ancora le percentuali dal campo nel primo tempo a produrre un divario che fa diventare il secondo tempo una sofferente noia.
In più Charlotte alla vigilia della partita perdeva Cody Martin per una ricaduta da Covid-19 mentre i Suns riacquisivano Booker (dopo 7 partite out) che finirà con 16 punti, solo uno dei tanti giocatori di coach Williams a finire in doppia cifra.
McGee, un mazzolatore più che un realizzatore, finirà con un 9/10 dal campo per 19 punti a guidare la pattuglia di Monty, seguito dalla coppia Bridges/Booker a 16, da Ayton e Shamet a 15, dai 14 di Crowder e Paul (9 assist per CP3), dai 12 di Johnson e dagli 11 di Payne, nono uomo Suns ad andare in doppia cifra.
A parte Miles Bridges gli altri player stanno ancora prendendo probabilmente un noto aperitivo biondo con il Gorilla di Phoenix viste le percentuali di 56,8% e del 48,8% – rispettivamente dal campo e da tre punti – con le quali la squadra dell’Arizona ha chiuso la pratica.
Gli Hornets hanno tirato con il 36,0% dal campo e con il 22,25 da tre anche avendo avuto spazio per degli open mancati più volte, un gioco monotematico che nel primo tempo non ha funzionato particolarmente portando a deragliare tutta la squadra che non ci ha più realmente creduto, altro che complimenti di Borrego sulla resilienza del team.
Forse meglio così perché a partita persa serviranno più energie, più voglia e “più tutto” nel back to back da possibile riscatto a Salt Lake City.
Ci vorrà anche un’altra impostazione tattica perché il 46-60 nel pitturato dice che Plumlee e i lunghi morbidi entrati dei momenti decisivi non funzionano sotto con un 49-64 a rimbalzo finale pro Suns dopo esser stati in vantaggio 32-31 nel primo tempo.
LaMelo Ball: 5,5
9 pt. (2/12), 10 rimbalzi, 7 assist, 2 rubate, 1 stoppata, -22 in +/-. Parte male nel primo quarto sbagliando troppi tiri da fuori (1/6 finale), nel secondo rianima la squadra con punti, passaggi (bello quello dietro la schiena in transizione che manda in lunetta Oubre Jr.), un tap-out e rimbalzi ma poi non incide più (prende una stoppata da Ayton ma si rifà poco dopo nel terzo quarto soffiandogli palla sotto il nostro tabellone) e passa l’ultimo quarto in panca con i titolari a riposarsi.
Terry Rozier: 4
4 pt. (2/10), 3 rimbalzi in 21.26. Tenta all’inizio di frenare CP3 ma in attacco sbaglia quasi tutto finendo con uno 0/5 da fuori. Nessun assist ma incursioni che spesso non trovano il tempo per un buon floater o appoggio. Fuori ritmo viene travolto.
Gordon Hayward: 5
9 pt. (4/13), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata. Chiude con un 2/9 un primo tempo frustrante per lui nonostante segni da tripla gli unici tre punti Hornets in avvio poi nel secondo tempo in raddoppio stoppa momentaneamente Ayton che riprenderà la sfera battendo il solo Plumlee. L’uomo d’esperienza che manca a Charlotte in consistenza anche aldilà della singola bella giocata con finta e scoop in allungo nel secondo tempo. Nel mezzo di una difesa che cambia sistematicamente anche un giocatore d’esperienza come lui si perde.
Miles Bridges: 6,5
26 pt. (10/16), 5 rimbalzi 2 rubate. L’unico giocatore in doppia cifra del primo tempo (13 punti) (ripete il punteggio nel secondo) a salvarsi. Non è immune da colpe difensive (taglio in back-door di Booker) o qualche cm lasciato a dei tiratori ma nel marasma difensivo almeno prova a opporsi mentre in attacco fa bene con un campionario del suo repertorio: dalle entrate di forza, in velocità a quelle che lo portano in lunetta all’alley-oop sbaglia poco, un po’ meno preciso da fuori con un 2/6 ma nel terzo quarto è quasi l’unico Hornets a far sì che Phoenix non arrivi a +40…
Mason Plumlee: 5
4 pt. (1/3), 9 rimbalzi, 4 assist in 16:09. Finisce il primo tempo con 6 rimbalzi e due punti inusualmente ottenuti dalla lunetta e uno 0/1 al tiro. Praticamente un palo in attacco, non una grande elevazione negli appoggi da sotto, si restringe a contatto con Ayton non avendo atletismo (9-15 i rimbalzi tra i due, finali ma Mason gioca 7 minuti circa in meno però sembra saltelli poco deciso sempre fuori tempo specialmente in attacco dove avrebbe potuto catturarne di più). Cerca di opporsi con fisico ed esperienza ma è una battaglia persa in partenza. La differenza tra avere un centro dominante e uno mediocre è più importante e marcata di quanto si pensi e passa anche attraverso il gioco di squadra sebbene non sia nemmeno uno dei peggiori Hornet in serata ma serve un altro tipo di centro a Charlotte.
Kelly Oubre Jr.: 5,5
18 pt. (6/15), 5 rimbalzi, 1 rubata in 23:24. Entra come uno degli elementi principali per cambiare la partita ma va a vuoto diverse volte sebbene alla fine tra transizioni e punti “semplici” offerti dai compagni con qualche inserimento aggiunga solo una tripla difficile a segno su 7 tentativi complessivi.
Ish Smith: 6
5 pt. (2/6), 2 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata, 1 stoppata. 4 TO e 4 PF. Generoso quanto dannoso nel mezzo di una difesa scollata, riesce a rifilare una stoppata e a rubare un pallone con il quale serve anche l’assist per l’alley-oop di Bridges ma se c’è lui in ripiegamento sul lungo sotto canestro qualcosa non va… non può che commettere fallo per tentare di fermarlo. Lo fa due volte concedendo and one (il primo mancato da Ayton) mentre in attacco non è certamente CP3 e fatica a illuminare con passaggi brillanti la squadra ma almeno segna una tripla dall’angolo sinistro. Rinuncia molto alle sue incursioni abituali.
P.J. Washington: 5
13 pt. (4/13), 1 rimbalzo, 4 assist, 2 rubate, stoppate. Altro tiratore da tre che non funziona nel primo tempo (2/9 finale dall’arco), molto meglio quando si avvicina al ferro per dar problemi alla difesa avversaria con il reverse layup oltre Booker e il ferro (in foto nell’articolo) veramente stupendo ma non basta ai fini della concretezza. Un solo rimbalzo in 23:18…
Jalen McDaniels: 6
10 pt. (2/5), 3 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Bistrattato nel mezzo di una difesa che va a spasso nonostante entri per dare cm in difesa e più velocità in attacco sotto il ferro. Fa quello che può cercando di contribuire sui due fronti e in attacco attaccando il ferro scopre che Phoenix non è invincibile e deve ricorrere al fallo per fermarlo. 5/6 dalla lunetta.
James Bouknight: 5,5
4 pt. (1/5), 2 rimbalzi, 2 assist. Entra nell’ultimo periodo cercando in difesa di stare attento agli avversari che transitano nella sua zona passando del tempo nel pitturato ma si fa scavalcare da un lob per un back-door mentre sul suo lato sinistro contrasta bene due giocatori andando in close-out in angolo quel tanto che basta per far sbagliare il tiro. Mette una tripla uno contro uno e ne sbaglia una aperta ma finisce deragliando al tiro in un quarto spazzatura. Bello il gioco a due con Richards mandato a canestro nel pitturato.
Nick Richards: 6,5
4 pt. (2/2), 1 rimbalzo, 1 assist, 2 rubate, 3 stoppate, +5 in +/- in 8:35. Spesso scavalcato dalla palla subisce anche un floater ai 24 nel finale ma ci prova spesso a stoppare gli avversari (chiedere a Johnson e Payne con il secondo anche da lui scippato). Un bell’inserimento su invito di Bouknight e un turnaround morbido dalla baseline destra che rimbalza sul ferro e finisce dentro. Con una difesa del genere non dare credito a Nick sembra piuttosto ingeneroso.
Coach James Borrego: 4,5
Soliti atavici difetti reiterati nel tempo. preoccupante perché da squadra promessa si rischia di rimanere nel limbo delle incompiute senza una difesa accettabile e il mercato recentemente apertosi richiederebbe rinforzi più o meno urgenti se non si vuol fallire ancora la post season. Rivolgersi alla società senza fare il “filo-aziendalista”… Il tiro da tre non entra in serata ma in compenso lo si subisce tanto, cambi difensivi letali e troppo spazio a volte concesso sul perimetro. Serve più unione. Martin perduto alla vigilia non aiuta ma non può essere una scusa. Giocatori che a un certo punto vanno per conto loro in attacco subendo la pressione della difesa avversaria. Serve che Ball e gli altri passatori possano creare giocate sicure viste non troppe volte in serata. Abbraccio con Monty a fine partita sperando che il coach di Phoenix gli abbia dato qualche buon consiglio…