Game 36: Charlotte Hornets @ Indiana Pacers 116-108

Intro

Quando comincia una nuova stagione degli Hornets, a seconda del tempo che ho a disposizione, cerco di mettere un po’ di “fieno in cascina”, ovvero materiale interessante o particolare da proporre nelle introduzioni cercando con dei trait d’union di realizzare un concept recap.

Convinto di averli già utilizzati magari, alcuni finiscono nel dimenticatoio, altri mi danno scarse nozioni come quello della big bench ma proprio ieri sera mi è capitato in TV di imbattermi nuovamente in questa storia e di conoscerla più a fondo.

Spesso si va più d’improvvisazione basata sulle esigenze momentanee della squadra piuttosto che altro ma in questo caso direi che la storia (ora conosciuta integralmente dagli albori) delle panchine giganti ben rappresenta il momento di Charlotte.

Il designer americano Chris Bangle con un prestigioso passato è andato a vivere nelle Langhe e un giorno ha deciso di costruire una classica panchina in legno e metallo ma la particolarità era quella di essere decisamente fuori misura.

Una panchina di 4 metri per due sulla quale salire e sentirsi piccoli, generalmente piazzare in punti panoramici per riscoprire la bellezza di ciò che ci sta intorno e spesso, dovendo correre, non sappiamo più visualizzare ed apprezzare abbastanza.

Questa idea si è diffusa e ora, sotto la sua egida, ci sono altre panchine in altre regioni, di ogni colore, una turchese (colore simile a quello attuale degli Hornets usato dai non udenti convenzionalmente) ad Alba ad esempio.

Aver riscoperto la panchina – per esigenza – è stato un momento emozionante anche per James Borrego.

La big bench degli Hornets ricama l’ultima frase del video di Bangle, aiutare a mostrare alla gente punti di vista differenti (in questo caso giocatori ritenuti magari inferiori – in una franchigia che negli ultimi anni ha faticato tantissimo – che si sono fatti grandi e decisivi), il che è una bellissima filosofia, un pensiero laterale anche per risolvere problemi nella vita irrisolvibili rimanendo “dentro” la scatola, la stessa scatola del frigo alla quale Bangle ha dato una nuova forma, dimensione e vita.

Per Charlotte stanotte, capire e avere un punto di vista privilegiato dalla big bench sarà fondamentale per la vittoria ma aspettiamo anche i titolari con nuove visionarie soluzioni.

Andamento della partita

Gli Hornets vincevano la palla a due con Ball bravo a trattenerla ma Hayward e Rozier mancavano le loro triple benché Plumlee finisse l’azione subendo fallo a 10:23, trasformando un libero.

Palla persa da McDaniels e layup in fast break di Holiday prima del contro-sorpasso a 10:37 grazie a due FT di Ball.

Turner da tre e Sabonis da sotto ribaltavano il punteggio (3-7) ma Plumlee veleggiava alto in entrata chiudendo in fing and roll di sx, Rozier pareggiava in layup e a 8:54 un aggressivo McDaniels beneficiava di due FT per il 9-7.

Gli Hornets, dopo esser stati sull’11-10, cominciavano ad aumentare il gap partendo da Ball e due punti di McDaniels in fade-away in paint (15-10)passando dal buon momento di Rozier che a 6.32 sganciava una tripla poi a 6:13 guadagnava 3 FT (foul di Duarte) ma segnava solamente una delle tre conclusioni rifacendosi dopo la running dunk di Richards con con 3 conclusioni confidenti e vincenti: mid range baseline destra, tripla da sinistra da oltre l0’arco e tiro appena dentro l’arco sempre da sx in uno vs uno) trascinando Charlotte sul 28-16.

A 4:23 arrivava la tripla di LeVert ma Oubre “rimediava” dal corner destro su assist e blocco di Martin per il 31-19 ma Cody mancava un paio di conclusioni così come Oubre due FT finali e i Pacers accorciavano a fine quarto fino al 34-27.

Sabonis con due FT a 11:41 del secondo portava sul -5 i locali ma Ish Smith si andava a prendere due FT a 11:28 muovendo il punteggio di due unità nonostante lo sfortunato layup mancato per una spinta.

Ish recuperava anche una sfera tra il passaggio di Duarte e Sabonis sotto il nostro canestro e passava a Oubre Jr. che in transizione in appoggio rovesciato con l’euro-step a 9:44 lanciava Charlotte sul 40-29.

Il n° 8 Holiday centrava da fuori il bersaglio, Oubre Jr. rispondeva con l’alzata rapida in entrata nel traffico, assist per l’alley-oop di Plumlee quindi Hayward fuori equilibrio segnava il 44-35 e Ball di tabella il 49-38.

Bel fade-away di Rozier in uno contro uno e appoggio di McDaniels valido e abile vitare la stoppata di Turner prima di vedere Richards in corsa colpito dalla sbarra di Craig senza che questi potesse fermarlo.

Con l’aggravante dell’addizionale ecco il 56-42, un gap di 14 punti che rimaneva tale a fine quarto anche perché Sabonis sbagliava 4 FT consecutivi prima di riprendere la mano e metterne altri per aiutare i Pacers a non sbracare.

Buona prestazione di ball nel finale che si vedeva quando Turner gli deviava palla ma sul movimento era il più lesto a riprenderla e a tentare una tripla dall’angolo chiuso in close-out fallosamente da Turner.

2/2 a 3:20, bound pass caricato per la dunk appesa di Hayward e dopo il tuffo di Rozier a recuperar palla per due FT in transizione di Gordon eccolo rispuntare sull’azione finale con un crossover spin su Duarte per alzare l’arcobaleno oltre l’aiuto di Turner: 71-57 all’intervallo.

Una partenza blanda da 2-6 con canestro in transizione da steal di LeVert consigliava a Borrego di volare in time-out ma dopo aver respinto inizialmente il primo assalto con un ½ di Plumlee a 7:20 che faceva tornare Charlotte sul +15 (80-65), il quinto fallo di Richards, unito ai 4 di Plumlee costringeva Borrego a mandare sul parquet McDaniels in posizione di centro e Indy ne approfittava per recuperare sino al -7con la tripla di Martin sul nostro Martin (84-77).

Uno scoop di Oubre Jr. in entrata a 1:43 restituiva ossigeno anche senza l’addizionale fallito e una tabellata da tre di Hayward valeva il 90-82 in un quarto complicato giocato con poca convinzione e qualche TO banale come quello di Ish.

Ultimo quarto da paura con la rimonta Pacers partita da Brissett con la tripla e arrivata sul -4 (94-90) grazie ala schiacciata di Craig in transizione.

Hayward dalla baseline destra infilava due punti e Oubre Jr. a 8:29 tornava a segnare da fuori dopo qualche errore durante la partita: 99-90.

Un fallo di McDaniels su LeVert portava la guardia a realizzare tre liberi per il 101-95 e si tornava solo ad aver 4 pt. di vantaggio dopo due FT di Craig per blocking di Martin.

Turner stoppava Rozier ma sulla rimessa Hornets il pull-up di Terry per il +6 era imprendibile.

Altra stoppata di Turner su Plumlee ma ball era bravo ad essere aggressivo a rimbalzo così McDaniels in second chance alzava un floater vincente.

La tripla del martin sbagliato indicava il 105-100 e su una palla toccata a Plumlee in attacco era ancora ball in tuffo a guadagnare una palla a due disperata con Turner.

Tirata dalla parte dei Pacers la sfera era preda di martin che in salto riusciva ad anticipare il difensore e a servirla fuori per il catch n’shoot da tre di Rozier letale: 108-100.

LeVert rispondeva da oltre l’arco ma un tiro sconsigliato dall’associazione medici cardiologi pro Hornets di Rozier dalla sinistra in uno contro uno finiva dentro per il 111-103 e nonostante Turner azzeccasse la bomba, il nono assist di Balla per Mason valeva i due punti sicurezza perché Craig segnava dopo aver catturato un rimbalzo ma il tempo se ne andava e il ¾ di Rozier dalla lunetta nel finale sigillava la W per 116-108.

Rozier in entrata. Foto tratta dal sito ufficiale degli Charlotte Hornets.

Analisi

Gli Hornets trascinati dal loro backcourt titolare resistono al rientro dei Pacers (arrivati a -4) nel secondo tempo (71-57 all’intervallo) portando a casa una W importante.

La creatività di Ball (un assist mancante per la tripla doppia), la mano di Rozier (35 pt.) e l’aiuto di Hayward (18 pt.) con la famiglia sugli spalti ha fatto sì che i Calabroni continuassero la striscia positiva.

Le stoppate di Turner (4) e i 18 rimbalzi di Sabonis non sono bastati ai gialloblu, avviluppati da un 54-32 nei punti nel pitturato che ha visto gli Hornets utilizzare svariate soluzioni per realizzarlo.

Con statistiche molto simili a partire dal 57 pari a rimbalzo o il 27-25 negli assist ma anche i liberi con un 19/32 centro un 19/29, le percentuali al tiro hanno fatto la differenza: 51,8% contro il 41,9% dal campo e 13-18 nei TO, altro dato importante che nel primo tempo – in special modo – ha aiutato Charlotte a livello realizzativo.

27 punti per LeVert, 15 di Sabonis, 14 per Turner e Brissett, 12 di Justin Holiday e 11 per Duarte.

LaMelo Ball: 8

21 pt. (8/13), 12 rimbalzi, 9 assist, 1 rubata. Attivo fin da subito a rimbalzo dove si fa valere anche sotto le plance offensive si esalta nel finale di primo tempo con una tabellata da 3, un bound pass pompato da playground per la jam di Hayward e uno spin su Duarte e l’alzata arcobaleno solo cotone oltre Turner nel pitturato. Giunge a un solo assist dalla tripla doppia (avrebbe potuto mettere a segno Mason nel finale) giocando per sé e d squadra. Prestazione convincente che non si vedeva da un po’ in termini di completezza.

Terry Rozier: 8,5

35 pt. (13/23), 7 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate, 2 stoppate. 18 punti nel primo tempo con un 7/12 al tiro ma non banale infilando catch n’shoot e fade-away non semplici con l’uomo a ridosso. Un recupero difensivo in tuffo su una palla vagante e alcuni buoni close-out, l’anima della squadra, nel secondo tempo si fotocopia praticamente prendendo un paio di triple importanti e decisive nel finale oltre a raddrizzare la percentuale ai liberi per chiuder il match. Ottima prestazione sui due fronti con attacco letale nonostante qualche normale passaggio a vuoto.

Gordon Hayward: 7

18 pt. (8/13), 4 rimbalzi, 2 assist, 2 rubate. Partenza un po’ slow poi buoni tiri (bello il taglio con schiacciata ad abbassare il ferro su assist di LaMelo) cercando l’entrata e a cavallo tra il terzo e l’ultimo periodo segna da tre di tabella, un jumper da due dalla baseline destra e fornisce un assist, soluzioni che danno ossigeno. Con la mamma e la famiglia sugli spalti fa piuttosto bene. Peccato per un pull-up corto nel finale fai da te prima di uscire per esigenze tattiche.

Jalen McDaniels: 6,5

12 pt. (5/8), 3 rimbalzi, 1 rubata, 1 stoppata. Gli tocca anche giocare brevemente come centro per i problemi di falli di Plumlee e Richards, faticando un po’. Fatica meno a trovare soluzioni in attacco e il floater da second chance nel finale è senza dubbio canestro importante.

Mason Plumlee: 6

8 pt. (3/6), 12 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate in 31:30. Anche con 12 rimbalzi soffre a tratti ma ne cattura due fondamentali nel finale segnando un canestro assistito da Ball importante dopo essersi fatto stoppare e aver perso una palla nel pitturato. Un bel recupero che lo porterà in lunetta a splittare, una prestazione sufficiente.

Kelly Oubre Jr.: 6

13 pt. (5/13), 1 rimbalzo, 3 assist in 23:44. Uno dei tre giocatori con plus/minus negativo, parte con chiusure accademiche e finisce con un 2/8 da fuori. Nel secondo tempo quando va dentro ottiene due punti, manca l’and one, sufficienza stiracchiata per i punti dalla bench e qualche passaggio.

Ish Smith: 5

2 pt. (0/2), 4 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 2 TO in 10:48. Due assist ma anche due brutte palle perse, in entrata va sbilenco e lontano dalla realizzazione due volte e anche nel primo tempo manca un canestro ma lì arriva la spinta con relativa chiamata per il 2/2 dalla lunetta. Prestazione insufficiente con plus/minus di -6.

Cody Martin: 6

1 pt. (0/5), 3 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 2 stoppate. Commette 4 falli, uno lo prende lui dopo aver toccato due volte la sfera nella stessa azione deflettendola e prendendo la spinta di Sabonis. Male in attacco al tiro con un paio di leggere imprecisioni, bene in difesa a dar fastidio anche se si perde un 2/3 volte i tiratori ma quel rimbalzone finale sulla palla a due con consegna out per Rozier vale oro.

Nick Richards: 6,5

6 pt. (2/2), 2 rimbalzi, 2 rubate in 13:05. Commette 5 falli e di lì a poco uscirà lasciando posto a McDaniels. Battagliero va con una running dunk a una mano e un’entrata da two and one a mettere punti importanti nel pitturato sfidando i Giganti di Indy. Ancora deve trovare solidità ed esperienza a rimbalzo.

Coach James Borrego: 6

Bene il gioco a cercare anche mid range e pitturato anche se sotto la pressione di Indy non paiono così ficcanti gli schemi. Forse aspetta un po’ troppo un paio di volte per i time-out e a rimettere LaMelo sul parquet. La small ball è rischiosa anche se a un tratto quasi obbligata. Alla fine, soffrendo un po’, si porta a casa la terza W dell’annata contro Indiana nell’ultima partita dell’annata. Fa bene al morale.

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Informazioni su igor

La mia Hornetsmania comincia nel 1994, quando sui campi della NBA esisteva la squadra più strana e simpatica della Lega, capace di andare a vincere anche su campi ritenuti impossibili. Il simbolo, il piccolo "Muggsy" Bogues, il giocatore più minuscolo di sempre nella NBA (che è anche quello con più "cuore"), la potenza di Grandmama, alias Larry Johnson, le facce di Alonzo Mourning e l'armonia presente nella balistica di Dell Curry, sono gli ingredienti che determinano la mia immutabile scelta.

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